“Viaggio
nell'Italia del vino. Osservatorio Enoturismo: normative, buone pratiche e
nuovi trend”scritto dal senatore Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini
con Città del vino e Le Donne del Vino sulla base dell’indagine Nomisma-Wine
Monitor
Presentato
a Palazzo Giustiniani con il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e i
ministri Elena Bonetti, Massimo Garavaglia e Stefano Patuanelli
Vigne, vini ed esperienze in cantina
diventano sempre più un’attrattiva per i viaggiatori italiani e stranieri. L’enoturismo
è infatti in forte crescita e si avverte l’esigenza di spingere su alcuni aspetti
chiave come promozione, comunicazione e formazione, ma anche
digitalizzazione e monitoraggio, tanto da rivolgere una richiesta precisa
alle istituzioni: la creazione di un Osservatorio permanente che monitori e
fornisca dati ad hoc.
È quanto emerge dal nuovo manuale scritto a quattro mani
dal senatore Dario Stefàno e dalla produttrice e presidente delle Donne
del Vino Donatella Cinelli Colombini,“Viaggio nell'Italia del vino
Osservatorio Enoturismo: normative, buone pratiche e nuovi trend” (Agra
Editrice)presentato a Roma, a Palazzo Giustiniani, alla presenza del
presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del ministro
del Turismo Massimo Garavaglia, l’Ad Enit Roberta Garibaldi, il
presidente nazionale Assoenologi Riccardo Cotarella, il presidente
Associazione Nazionale Città del Vino Angelo Radica e Denis Pantini
e Roberta Gabrielli di Nomisma – Wine Monitor. Hanno mandato il loro
contributo anche i ministri Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia),
e Stefano Patuanelli (Politiche Agricole), nella foto di gruppo sotto riportata

Al libro hanno contribuito le associazioni Città
del vino e Le Donne del Vino e Nomisma-Wine Monitor, che ha
elaborato un’indagine su 92 comuni e 150 cantine.
Si tratta della prima indagine
su un numero rilevante di attori dell’offerta enoturistica, da cui sono emerse le
parole chiave per il futuro del comparto: promozione, comunicazione,
formazione, digitalizzazione e monitoraggio, appunto. Forte e sostanzialmente
unanime, la richiesta delle cantine alle istituzioni perché ci si doti di un
piano di promozione e comunicazione nazionale sull’enoturismo.
Un piano che
per 6 aziende su 10 dovrebbe basarsi sui dati provenienti da un osservatorio
permanente. Molto sentito anche il bisogno di corsi di formazione degli
addetti (67%) e digitalizzazione delle aree rurali (58%).
A questo link potete scaricare le
slide complete dell’indagine: https://bit.ly/3z2cHCk
Donatella Cinelli Colombini, che ha
scritto la sezione dedicata alle buone pratiche enoturistiche post covid, ha sottolineato
il carattere rivoluzionario dell’indagine che, per la prima volta, fotografa secondo
i generi i ruoli nella filiera produttiva del vino: «Le donne sono il 14% di
chi lavora in vigna e in cantina ma rappresentano la maggioranza degli addetti
e dei manager nel marketing e comunicazione (80%) del commerciale (51%) e del
turismo (76%). Come ha giustamente osservato Denis Pantini, gli uomini
producono e le donne trasformano il vino italiano in euro».
Aggiunge Stefàno: «L’indagine condotta
da Nomisma offre diversi spunti di riflessione e input di tipo più pragmatico,
utili ai produttori per scegliere come agire nelle aree di miglioramento, ma
anche ai soggetti istituzionali e dei servizi che intendono supportare la crescita
esponenziale di questo comparto e per i giovani che vogliono affacciarsi a
questo mondo con competenza. A riprova, se ce ne fosse bisogno, dell’utilità
che può avere un monitoraggio costante e tecnico su questo tema, in chiave di
programmazione e strategia. Siamo agli inizi di un percorso di sviluppo, ma non
dobbiamo sciupare altro tempo: è un treno che va preso subito e con criterio».
L’indagine Nomisma analizza diversi aspetti:
dall’incidenza delle attività di accoglienza sul fatturato delle cantine per
aree geografiche, alla comunicazione aziendale dedicata, dalla provenienza al
target degli enoturisti, dalle esperienze enoiche proposte alla spesa
dell’enoturista, dai servizi a servizio alle azioni svolte dai Comuni, dai
punti di forza alle aree di miglioramento.
LE DICHIARAZIONI
Maria Elisabetta Alberti Casellati,
presidente del Senato: «Un libro che è un emozionante viaggio in
un’Italia bella, operosa, appassionata e appassionante che attraversa 650 mila
ettari di terreni coltivati a vigneto e 300 mila aziende agricole. Numeri
importanti che testimoniamo come il vino racconti le straordinarie ricchezze
naturali e le incredibili energie umane del nostro Paese. Il vino è ambiente,
territorio e paesaggio, anche riconosciuto dall’Unesco: dalla Val d’Orcia a
Langhe-Roero Monferrato, dalla vite dello zibibbo di Pantelleria alle colline
del Prosecco della Valdobbiadene. Territori così diversi ma capaci di far
nascere uve e prodotti eccezionali e inimitabili. Il vino è il frutto del
lavoro dell’uomo dove fantasia, creatività e spirito di intraprendenza coniugano
procedimenti secolari con la capacità di innovare.La produzione vitivinicola
italiana è un modello di sviluppo economico e sociale. La cultura dell’enogastronomia
che il nostro Paese esporta da sempre in tutto il mondo e ogni anno richiama in
Italia migliaia di visitatori, è una preziosa risorsa economica».
Elena Bonetti, ministro per le Pari
opportunità e la Famiglia: «Un lavoro che certifica l’impegno delle
Donne del Vino nella promozione del ruolo e della partecipazione del
protagonismo femminile in un settore così strategico per lo sviluppo del nostro
Paese. Si è creata un’alleanza strategica tra il mondo delle istituzioni e il
mondo della produzione, e in particolare quella capacità di promozione
culturale e fattiva di un nuovo ruolo che le donne possono e debbono
interpretare nel nostro Paese. Un tipo di progettualità che come Governo
condividiamo, è pienamente in linea con la nostra azione questa visione di
messa in evidenza delle eccellenze dell’Italia con lo sguardo del femminile. È
in linea anche con la prima strategia nazionale per la Parità di Genere che
riconosce nell’ambito agricolo femminile uno degli assi d’investimento come
quelli previsti nel PNRR. La creatività, la passione e l’energia delle donne
possono essere elementi qualificanti anche nei processi d’innovazione».
Massimo Garavaglia, ministro del
Turismo: «Quest’anno abbiamo dati molto positivi, ma non dobbiamo accontentarci.
Lavoriamo sugli enormi margini di miglioramento: il turismo del vino è
un’opportunità. Il vino è territorio. Occorre migliorarel’organizzazione,
capire che l’enoturista è da intercettare. Quest’anno avremo un importante
appuntamento con il congresso mondiale dell’Enoturismo ad Alba. Ascoltiamo i
nuovi viaggiatori attenti all’accessibilità e alla sostenibilità. Dobbiamo
parlare a loro, raccontare cosa c’è dietro a ogni bottiglia di vino».
Stefano Patuanelli, ministro delle
Politiche agricole, alimentari e forestali: «L’enoturismo è motore consolidato di
sviluppo del turismo nelle aree rurali e dell’intero settore vitivinicolo e
permette di valorizzare le zone meno conosciute del territorio, favorendo una
forma di turismo “lento” sempre più apprezzato in Italia e all’estero. Per
permettere all’enoturismo di mantenere la sua forza attrattiva e rimanere fra i
principali asset turistici dell’Italia occorre continuare a lavorare su
formazione, promozione, innovazione e sostenibilità ma al contempo è necessario
che le tutte le Regioni recepiscano il decreto ministeriale sull'enoturismo del
2019 per condividere a ogni livello obiettivi e strategie comuni e definire una
visione omogenea del territorio e dei servizi. Proprio per questo credo che un
osservatorio per l’enoturismo a livello centrale possa rappresentare
un’occasione per mettere a sistema le diverse competenze e gli strumenti a
disposizione nonché le opportunità derivanti dalla PAC e dal PNRR per
progettare in maniera condivisa il percorso di sviluppo del settore».
Roberta Garibaldi, AD Enit: «Il
consolidamento del posizionamento del turismo legato al vino richiede un
assetto istituzionale che non solo ne preservi e custodisca le peculiarità ma
che ne estenda la portata. Enit per conto di due ministeri: del Turismo e delle
Politiche Agricole sta curando le linee strategiche sul turismo enogastronomico
e sta concentrando energie anche sull’ importante appuntamento di Alba a
settembre che riunirà il gotha del mondiale del settore».
Riccardo Cotarella, presidente
Assoenologi: «Il vino non è una bevanda. È un elemento di
cultura, di passione, di amore e simbolo del nostro Paese agricolo. Tutte le
regioni hanno il loro dialetto vitivinicolo. Resto ancora sorpreso da tutta
questa ricchezza inesauribile che purtroppo pecchiamo nel raccontarla. Il vino
senza comunicazione è insignificante.L’uva è frutto della natura, il vino è
opera dell’uomo e della sua scienza. È l’unico prodotto dell’agricoltura che
invecchia e migliora. Il vino ha in sé qualcosa di spirituale».
Angelo Radica, Presidente Associazione
Nazionale Città del Vino: «Siamo molto soddisfatti per l'ottimo
prodotto scaturito dall'attività dell'Osservatorio sull'Enoturismo che portiamo
avanti da 20 anni e che quest'anno si è arricchita della collaborazione di
due prestigiose associazioni e del lavoro di Nomisma, organismo leader del
settore. Lo studio che quest'anno assume anche la forma di prodotto
editoriale sarà una guida utile ed efficace per tutti i policy maker che potranno
orientare le loro scelte andando incontro alle esigenze degli operatori
del settore e quindi dei turisti».
Denis
Pantini e Roberta Gabrielli di Nomisma Wine Monitor: «Dall’indagine è emerso, in buona sostanza, come la crescita
dell’enoturismo in Italia possa essere ricondotta a cinque parole chiave in
grado di riassumere esigenze e priorità per lo sviluppo di tale attività, vale
a dire promozione, comunicazione, formazione, digitalizzazione e monitoraggio,
quest’ultimo obiettivo traducibile in un Osservatorio permanente in Italia in
grado appunto di monitorare, analizzare e indirizzare i risvolti di un fenomeno
dalle enormi potenzialità socio-economiche non solo per le imprese vitivinicole
ma per interi sistemi locali e territoriali del Bel Paese».