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mercoledì 30 marzo 2016

DALLA BORGOGNA AL BRICCO DEL DRAGO: IL PRIMO PINOT NERO DI LANGA PORTA IL NOME DI PODERI COLLA

 

 Il Campo Romano Langhe DOC nasce dal primo vigneto di pinot nero impiantato in Piemonte dopo la seconda guerra mondiale

La storia del primo pinot nero di Langa inizia nel 1969; e come tutte le storie raccontate dalla famiglia Colla è densa di aneddoti, di riferimenti, di coincidenze che paiono fortuite e che dopo anni si svelano per quello che realmente sono: scelte precise dettate dalla passione per la terra, per il vino, per la vigna, per la conservazione del patrimonio culturale, agricolo e gastronomico del Piemonte. 
 
Questa storia ha, in verità e almeno all’inizio, poco a che fare con il suolo piemontese – se non per i personaggi coinvolti. Il racconto inizia con Tino Colla, giovane diciottenne, tra i primissimi – se non proprio il primo – a espatriare per studiare e per capire come in Francia si facesse il vino.
Consigliato e indotto da Antonino Trimboli, Arturo Bersano e dal conte Riccardi (“cerca di apprendere tutto: la filosofia, la storia, la tecnica; impara dalle famiglie borgognone del vino”), Tino partì per la Borgogna nel 1969 e ci rimase sei mesi. Sei mesi impegnativi e formativi passati al Laboratoire Oenologique de Bourgogne (oggi non più esistente) guidato da Max Léglise e Jean Siegrist. Il Laboratoire (sotto l’egida del Ministero dell’Agricoltura) effettuava studi e ricerche sui vini della Borgogna, e tra i suoi compiti era contemplata anche un’ attività di consulenza rivolta ai piccoli produttori, che Tino visitava e incontrava regolarmente entrando in contatto con un panorama umano e produttivo moto diverso rispetto a quel Piemonte che aveva appena lasciato: l’orgoglio borgognone di essere vignaioli, di produrre vino e coltivare vigneti da generazioni era un tema che alla fine degli anni ’60 in Langa ancora non si toccava, e anzi si tendeva a tacere, per diffidenza, per vergogna.
 
Durante questo soggiorno capitò che Beppe Colla, suo fratello, insieme al Comm. Bonardi e a Luciano Degiacomi, allora proprietario della Cascina Drago di San Rocco Seno d’Elvio, facessero visita a Tino. E entrambi si innamorassero, ognuno a suo modo, del pinot nero. Fu così che il primo vigneto di pinot nero impiantato in Langa nel secondo dopoguerra arrivò al Bricco del Drago: le barbatelle francesi che Luciano Degiacomi portò con sé da quel viaggio popolarono i 2,5 ettari di terra che ancora oggi introducono nella proprietà di Poderi Colla.
Era un campo che non aveva nome e che lo acquisì dopo che, effettuando gli scassi, emerse dal profondo qualche reperto di epoca romana: da allora il Campo Romano fu un appezzamento e anche un vino, un pinot nero 100% oggi classificato come Langhe DOC.
 
Luciano Degiacomi e Beppe Colla, due modi di intendere il pinot nero. Il primo, profondamente – e quasi esclusivamente - legato al nebbiolo, vinificò queste uve “alla maniera piemontese” fin dalle origini. A partire dal 1980, prima annata di produzione, al 1994, anno in cui la famiglia Colla subentrò nella gestione della proprietà Bricco del Drago, il primo pinot nero di Langa fu vinificato esclusivamente in acciaio, con un risultato nebbioleggiante che non assecondava compiutamente la natura elegante e femminile del vitigno d’origine. Dal 1994 in poi, con la mano di Beppe e Tino Colla, il Campo Romano Langhe DOC incominciò a recuperare la propria identità con un misurato invecchiamento in legno fino ad arrivare, oggi, ad essere un vino equilibrato, femminile, dal bellissimo colore rosso rubino scarico. Un vino al naso e in bocca estremamente piacevole, fine, elegante e complesso, morbido ed equilibrato. Con un potenziale di buona evoluzione nel tempo.
 
Oggi i vini a base pinot nero di Poderi Colla, in tutte le loro declinazioni (sia Campo Romano Langhe DOC, pinot Nero 100%; sia Pietro Colla Metodo Classico extra brut 90% pinot nero e 10% nebbiolo), sono interamente curati dal giovane Pietro, figlio di Tino, che ha portato un’evoluzione nella vinificazione legata alle nuove esperienze e conoscenze. Per il Campo Romano, l’utilizzo di una tecnica più contemporanea, che prevede una percentuale di macerazione carbonica, arrotonda i tratti di austerità; e l’invecchiamento in botte grande da 30 ettolitri dà una maggiore struttura ad un vino prodotto da uve i cui tannini sono meno incisivi rispetto a quelli del nebbiolo.
 
Afferma  Pietro Colla: “Sono molto affezionato al Campo Romano, forse perché è una vigna a cui abbiamo dedicato grandi cure e attenzioni per capirla e interpretarla al meglio. E’ un suolo compatto, tenace, con componenti evidenti di argilla, limo, calcare, non molto facile da lavorare, e se pensiamo che le rese del pinot nero sono molto basse, ci rendiamo conto di quanto la scelta di mantenere questo vitigno sia frutto oltre che alla qualità dell’uva anche del grandissimo rispetto che la nostra famiglia ha sempre mostrato per la storia del Bricco del Drago e per le scelte del proprietario precedente, un uomo colto e estremamente lungimirante. L’anno scorso, quando la famiglia Colla ha acquistato l’intera proprietà, abbiamo ovviamente deciso di portare avanti la causa del pinot nero, che affianca con pieno diritto i vini di Langa che produce Poderi Colla”.
 
Esce in commercio ora l'annata 2013 di Campo Romano Langhe DOC, immediatamente riconoscibile dall’etichetta tradizionale in stile borgognone. Sarà possibile assaggiarla  a Verona, al Vinitaly, presso lo stand Poderi Colla (padiglione 7, stand B4).

INFO: www.podericolla.it
 
 

domenica 20 marzo 2016

VINITALY AND THE CITY: LA MAGIA DI VINITALY SOLO PER WINE LOVER - 8/11 aprile

 

 
NEL CENTRO DI VERONA QUATTRO GIORNI DI VINO, STORIA E MUSICA
E UNA NOTTE VIOLA CON I NEGOZI DEL CENTRO
 
L’ingresso a Vinitaly, dal 10 al 13 aprile a Veronafiere, è riservato solo agli operatori business, ma per il grande pubblico degli eno appassionati dall’8 all’11 aprile nel cuore storico di Verona c’è Vinitaly and the City: un vero e proprio fuori salone con degustazioni di vino e cibo, spettacoli musicali e culturali, dj set e incontri sul tema enogastronomico. Notte Viola sabato 9 aprile. In arrivo cantanti da Sanremo, big e giovani
 
Vinitaly ha scelto il centro storico di Verona per offrire al pubblico dei consumatori quattro giorni dedicati a vino, cibo e cultura. Nel cuore della città scaligera, da venerdì 8 a lunedì 11 aprile, è in programma infatti Vinitaly and the City dedicato ai wine lover, con una notte viola sabato 9 aprile che coinvolge anche i negozi del centro. Il fuori salone tocca le più suggestive location storiche di Verona proponendo interessanti degustazioni ed iniziative, anche in compagnia di ospiti illustri.
 
Il tour virtuale nelle location di Vinitaly and the City inizia in uno dei luoghi più eleganti della città, Piazza dei Signori, dove sommelier professionisti accompagnano i wine lover alla scoperta dei migliori vini italiani proposti da consorzi di tutela e cantine, mentre a cura di I love Italian Food sono le piccole degustazioni tematiche di eccellenze 100% italiane presso i food&wine point. Le etichette proposte a Vinitaly and the City sono in degustazione con l’acquisto di un biglietto al costo di 12 euro (in promozione online a 10 €), che permette tre consumazioni wine e due food.
L’evento prosegue nella Vinitaly and the City Lounge, allestita nella vicina Loggia di Fra’ Giocondo. L’area è dedicata alle attività culturali dell’iniziativa: all’interno sono infatti in programma dibatti sul tema vino e cultura e incontri con giornalisti e personaggi del panorama artistico italiano.
Si continua poi nel Cortile del Mercato Vecchio con la Vinitaly and the City Music Lounge, dove si respira l’atmosfera di una vera e propria area glam: tra assaggi di vino e cibo si può assistere gratuitamente alle esibizioni di artisti e dj set di fama nazionale, momenti unici all’insegna del gusto e del divertimento. Già certa la presenza di voci note di Sanremo, tra queste Irene Fornaciari e Francesco Gabbani, vincitore quest’anno della sezione giovani.
Il fuori salone riserva un’attenzione speciale agli appassionati del vino biologico - che da prodotto di nicchia è diventato una vera e propria tendenza - allestendo, nei padiglioni dell’Arsenale Austriaco, BIOlogic, l’evento espositivo dove assaggiare, con un biglietto a 10 euro (3 assaggi), vini esclusivamente biologici e biodinamici e assistere a spettacoli e incontri artistico-culturali alla scoperta dei sapori e delle tradizioni della penisola italiana con le prelibatezze della cucina su ruote dei foodtruck gourmet.
 
All’interno del progetto di Vinitaly and the City, con la formula tour-tasting, è possibile inoltre partecipare a visite guidate enogastronomiche che, tra racconti storici e assaggi di vini del Belpaese, fanno tappa nei luoghi più conosciuti della città, tra i quali non soltanto antichi siti archeologici, ma anche famosi ristoranti partner dell’iniziativa.
 
 
 
DOVE
Vinitaly and the City - Wine and Food • Music and Event (8-11 aprile 2016)
Piazza dei Signori - Loggia di Fra’ Giocondo - Cortile del Mercato Vecchio (centro storico di Verona)
BIOlogic Wine (8-11 aprile 2016) - Arsenale Austriaco (Piazza Arsenale)
 
QUANDO
Venerdì 8 _ dalle ore 17:00 alle ore 24:00
Sabato 9 e domenica 10 _ dalle ore 11:00 alle ore 24:00
Lunedì 11 _ dalle ore 17:00 alle ore 24:00
 
 
La piazza del centro storico dove si svolge l'evento
 

mercoledì 16 marzo 2016

Partnership Coldiretti e Alpini per l'Adunata Nazionale 2016 ad Asti


 La bottiglia speciale di Barbera d'Asti Docg  realizzata per l'Adunata

Importanti forniture di prodotti tipici per il “Villaggio”


 

Coldiretti Asti è partner ufficiale dell'89esima Adunata nazionale degli Alpini che si terrà ad Asti dal 13 al 15 maggio prossimo.
Grazie a un accordo molto articolato, che sarà reso noto domani sera, giovedì 17 marzo, al Teatro Alfieri, Coldiretti, all'insegna di Campagna Amica, porterà in esclusiva nel Villaggio dell'Adunata, le migliori tipicità del Monferrato.
I punti di ristorazione offriranno le carni allevate nell'Astigiano, carni avicole e suine, ma soprattutto l'invidiata carne bovina della Razza Piemontese con il marchio Coalvi, la razza autoctona più importante d'Italia, nonché la principale fra gli 865 allevamenti bovini della provincia di Asti.
Il menù dell'Alpino per l'Adunata di Asti sarà poi arricchito dai preziosi ortaggi e verdure delle valli Tanaro e Belbo, dalle stupefacenti Robiole Roccaverano e dagli altri formaggi di qualità del territorio. Fra i dolci non potranno mancare quelli a base Nocciola Piemonte Igp, coltivata nella varietà Tonda Gentile Trilobata su ben 3.870 ettari della provincia di Asti.
Ovviamente una vetrina particolare, sarà dedicata ai grandi vini dell'Astigiano. A cominciare dalla bottiglia ufficiale dell'Adunata nazionale. Si chiama “Amica degli Alpini”, e il vino non poteva che essere una Barbera d'Asti Docg. Sono i vignaioli del Consorzio Terre di Qualità, promosso da Coldiretti Asti, ad aver selezionato le uve migliori e prodotto le 15 mila bottiglie da distribuire all'Adunata.
L'Accordo siglato fra Coldiretti Asti e Associazione nazionale Alpini, prevede anche numerose altre forme promozionali a favore delle imprese agricole associate, in modo da mettere in contatto alpini consumatori e produttori, vedasi ad esempio, sul sito ufficiale dell'Adunata www.asti2016.it l'elenco delle aziende disponibili alle degustazioni e alle visite guidate riservate agli alpini.
Fin dal primo contatto avuto con l'Ana – sottolinea Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti – non abbiamo avuto dubbi sulla necessità di avviare un partenariato per l'Adunata di Asti. Portare il nostro territorio all'attenzione di un evento così importante, era un occasione imperdibile. Il nostro obbiettivo è di portare all'attenzione dei consumatori le tipicità dell'Astigiano, di proporre all'Adunata il chilometro zero, di allacciare contatti proficui con gli alpini che possano diventare duratori nel tempo. Per altro auspichiamo e stiamo lavorando per confermate la partnership anche per le future adunate”.
Esprime viva soddisfazione anche l'Associazione Alpini: “La sezione Alpini di Asti – dice il Presidente Adriano Blengioè onorata di avere come partner una grande organizzazione come Coldiretti. Siamo oltremodo felici di aver riscontrato come i suoi dirigenti abbiano preso a cuore questo evento ed abbiano saputo proporre, non solo il vino, ma anche la carne Piemontese col marchio Coalvi e le altre eccellenze dell'Astigiano. Così i nostri ospiti dell'Adunata potranno godere appieno di queste tipicità, ritrovandole in tutti i catering e i punti di ristoro dispiegati lungo il percorso e nel villaggio. Anche il nostro auspicio è che la collaborazione fra Coldiretti e Alpini possa proseguire ed essere estesa anche alle future adunate”.
Coldiretti – sottolinea Antonio Ciotta, Direttore Coldiretti Asti – ha molto in comune con gli Alpini, una funzione sociale conquistata nel tempo e al servizio della propria gente che non ha pari in altri territori. Per Coldiretti Asti l'accordo con l'Ana è uno sforzo organizzativo molto importante, comunque in linea con quanto fatto l'anno passato dalla nostra Organizzazione ad Expo Milano che ci ha fatto assurgere come vera e unica “forza Amica del Paese”. E noi per l'occasione dell'Adunata abbiamo voluto aprire agli alpini il nostro slogan: Coldiretti e Alpini, le forze Amiche del Paese”.
 

lunedì 14 marzo 2016

Chianti Classico DOCG Riserva 2013 Cortevecchia.

 

Villa Le Corti presenta la nuova annata del Chianti Classico Riserva

L’azienda toscana Principe Corsini annuncia due importanti novità legate alla sua preziosa Riserva

 
Facile dire Chianti Classico, molto più complesso è riuscire a comunicare la qualità del vino, l’autenticità del territorio e l’impegno nella produzione nel pieno rispetto del terroir di San Casciano. Nell’azienda chiantigiana guidata da Duccio Corsini, erede della storica famiglia che affonda le sue radici nel XIII secolo, tutto questo è possibile e si può riscontrare al primo assaggio dei vini in produzione.
L’ultimo a presentarsi sul mercato è il Chianti Classico DOCG Riserva 2013 Cortevecchia.
Spiega l’agronomo Giuseppe Lucido: “La vendemmia 2013 ha tutte le caratteristiche per essere una delle migliori degli ultimi anni. La stagione metereologica è stata benevola, con temperature estive elevate e scarse piogge, che hanno permesso agli acini di concentrare tutte le sostanze nobili dei singoli vitigni. Ma l’assoluta novità è avvenuta in cantina, per la prima volta abbiamo optato per l’affinamento del sangiovese in tonneaux da 500 litri ed il risultato è stato meraviglioso: dopo 14 mesi abbiamo ottenuto dei vini eleganti e perfettamente strutturati.”
La seconda novità dell’annata 2013 del Chianti Classico Riserva Cortevecchia è la totale eliminazione dell’uva canaiolo a favore di un 95% di sangiovese e 5% di colorino. Le uve, raccolte rigorosamente a mano, sono sempre soggette a una doppia selezione, in vigneto e in cantina, seguite da un ulteriore controllo degli acini con il tappeto di cernita. Il perfetto affinamento ha prodotto un vino ineccepibile a partire dal colore rosso carico con suadenti riflessi porpora, aromi floreali e fruttati, arricchiti dalla complessità delle note terziarie di grafite e spezie, in bocca si presenta ampio e rotondo, con tannini fini e una persistenza che non si dimentica.
 Ordine e Pulizia. È questo il mantra che ripeto più spesso in azienda” racconta Duccio Corsini, “Non possiamo pretendere di avere vini puliti se prima di tutto il processo aziendale non è tale. Tutta la nostra filosofia produttiva è inoltre imperniata sul rispetto dell’equilibrio della natura, che alla nostra fattoria garantiamo attraverso le giuste alternanze tra superfici vitate, boschive e brade. Infine credo molto nell’onestà: verso la terra che ci dà i suoi frutti. ma anche nei confronti di chi sceglie i nostri vini. È per questo motivo che conduciamo a biologico i nostri vigneti e dal 2001 usiamo esclusivamente lieviti indigeni selezionati da noi.”
Cortevecchia 2013 sarà disponibile per il mercato da marzo 2016 e verrà presentato nei prossimi mesi con una serie di eventi dedicati in Italia e all’estero.
 
 
 

venerdì 11 marzo 2016

19 e 20 marzo : week-end dedicato alla “Festa del Dolcetto” di Clavesana


Prevista la presentazione dell’annata 2015 tra degustazioni, inaugurazioni, arte e spettacoli.
Torna, stavolta per un intero finesettimana, sabato 19 e domenica 20 marzo, la “Festa del Dolcetto”, l’evento che
le 350 famiglie di viticoltori in Clavesana dedicano ogni anno al loro vitigno-simbolo. La due giorni sarà, secondo tradizione, una festa allegra e aperta a tutti per celebrare insieme ‘il più amichevole dei vini piemontesi’

 


Il piacere di ritrovarsi ogni anno insieme e festeggiare il ‘più amichevole dei vini piemontesi’, come è stato definito, in un grande evento popolare e aggregante: è con questo spirito che le 350 famiglie di Clavesana Siamo Dolcetto | www.inclavesana.it hanno scelto di festeggiare anche quest’anno il loro vitigno-simbolo, e stavolta per un intero fine settimana.

La tradizionale Festa del Dolcetto di Clavesana si svolgerà infatti sabato 19 e domenica 20 marzo 2016 come sempre presso la Cantina, in Borgata Madonna della Neve, 19 a Clavesana (CN) e avrà come protagonista indiscussa la nuova annata del Dogliani docg, la 2015. E poi: la musica, il buffet in abbinamento ai vini, i calanchi e il Tanaro, le degustazioni e l’arte, con l’inaugurazione della mostra “Negli occhi un grappolo d’uva".

Il programma prevede l'inizio Sabato 19 marzo alle 18 con la presentazione di piccole opere nate dal corso Art Therapy a cura di Domizia Filippi, direttrice della biblioteca di Clavesana e poco dopo l'apertura della mostra di pittura di Francesco Burot “Negli occhi un grappolo d’uva” a cura del Poeta Remigio Bertolino.

Alle 19 anteprima dello Spumante Allagiornata 1221 e della nuova annata 2015 di Dogliani Docg, in abbinamento ai piatti-degustazione preparati dagli Allievi dell’Istituto Alberghiero G. Giolitti Bellisario di Mondovì.
La serata continua alle 20,30 con Canzon&teatro e Assaggi infernali e altri assaggi “cucinati” da Dante, Borges, Montalban, Camilleri, Merini, Pessoa, Eduardo, Benni…

Domenica 20 marzo si prosegue la Festa con la Cantina aperta dalle 8,00 alle 18,00 con degustazione continue dei nuovi dolcetti, Dogliani 2015 e Dogliani Superiore 2013.
In mattinata sono previste passeggiate sul fiume Tanaro e per i calanchi dei Perticali e alle 13 tutti a pranzo con menù degustazione in abbinamento al Dogliani 2015 a cura degli Allievi dell'Istituto Alberghiero G. Giolitti Bellisario di Mondovì. Dopo il buffet dalle ore 14,30 in poi pomeriggio di Dolcetto e Musica con la corale “Frise ‘d Langa"
Ingresso libero.

Per info:
www.inclavesana.it  | tel. 0173 790451  siamodolcetto@inclavesana.it 
 


 

 

mercoledì 9 marzo 2016

BAROLO DOCG 2010 SELEZIONE LUIGI ARNULFO - CANTINA COSTA DI BUSSIA

 
 
SUL MERCATO NEL MESE DI MARZO IL DOPPIO MAGNUM DEDICATO AL FONDATORE DELLA STORICA CANTINA COSTA DI BUSSIA
 Una produzione limitata riservata alle vendemmie migliori: 100 jeroboam di forma quadrata per celebrare una delle figure più lungimiranti della Langa del vino
 
 
La storia della denominazione Barolo ha radici profonde, colte, centenarie; e deve molta della sua fortuna a grandi personalità che, all’amore sconfinato per la terra di Langa e per i suoi prodotti, hanno saputo accostare una proficua lungimiranza commerciale e un notevole spirito imprenditoriale. La capacità di riconoscere la “buona terra”, quella più pregiata, quella che produce i frutti migliori, in qualche caso fortunato si è accompagnata a doti non comuni di anticipazione di modelli futuri di distribuzione: e questo è esattamente ciò che è accaduto al fondatore della tenuta vinicola Costa di Bussia, monfortina, grande produttrice di vini a base nebbiolo fin dal 1874.
Luigi Arnulfo è uno degli esempi più rappresentativi di questi uomini di Langa: farmacista per professione (tratto che accomuna molti produttori vinicoli storici), tra i primi seppe riconoscere il valore degli appezzamenti che oggi chiamiamo cru; nel 1874 acquisì le proprietà che compongono la cantina Costa di Bussia, creando un’azienda agricola che conta 11 ettari di vigneti nelle zone più pregiate del comune di Monforte d’Alba.
A partire dai terreni, il passo verso la scelta di selezionare le uve migliori per vinificarle separatamente fu breve: una selezione dichiarata fin dalle prime produzioni, per le quali Luigi Arnulfo, tra i primi in Langa, indicò la menzione geografica Bussia in etichetta.
Anche sul fronte della commercializzazione gli ultimi anni del XIX secolo furono un periodo importante per la cantina Costa di Bussia: la prima partita di bottiglie di Barolo Costa di Bussia spedita verso gli Stati Uniti, in California, portò in etichetta l’annata 1883. Per la prima volta l’esportazione del vino Barolo non avvenne utilizzando i fusti tipici dell’epoca, ma un contenitore di forma quadrata di circa un gallone di capacità, studiato appositamente per rendere più efficiente il trasporto e ottimizzare gli spazi (gli spigoli della bottiglia quadrata rendevano più stabile il carico e, incastrandosi perfettamente tra di loro, riducevano al minimo gli sprechi di spazio).
In omaggio a Luigi Arnulfo, e in uscita nella primavera 2016, la cantina Costa di Bussia ripropone la bottiglia quadrata del fondatore, prodotta in 100 esemplari e dedicata ad un grande Barolo aziendale: il Barolo DOCG Riserva Luigi Arnulfo, annata 2010. Formato quadrato, capienza pari a quella di un doppio magnum da 3 litri: un doveroso omaggio a colui che tra i primi ha creduto nel Barolo e ha avuto l’intuizione di quello che sarebbe stato il futuro dell’esportazione per il mondo del vino italiano.
Il jeroboam viene prodotto esclusivamente nelle annate migliori; è possibile acquistarlo dal mese di marzo 2016 in cantina o nel wine shop del Museo Storico Luigi Arnulfo
 
Costa di Bussia
12065 Monforte d’Alba (CN) Località Bussia, 26
Tel. +39 0173 731136
Fax +39 0173 731418
www.costadibussia.com  info@costadibussia.com 

 

lunedì 7 marzo 2016

LE PANCHINE GIGANTI DI BANGLE SI COLORANO DI BARBERA A CASCINA CASTLET


 
 Mariuccia Borio con le sue bottiglie

INIZIATIVA DELL’AZIENDA CASCINA CASTLET A COSTIGLIOLE D’ASTI PER I 40 ANNI DEL PASSUM. SONO TRE E SARANNO POSIZIONATE NEI VIGNETI

Tre panchine giganti color Barbera Passum posizionate nei vigneti panoramici e a disposizione di tutti i visitatori: sono la novità 2016 a Cascina Castlèt, l’azienda vinicola di Costigliole d’Asti con trenta ettari di filari. La vignaiola Mariuccia Borio cercava un modo originale per festeggiare i 40 anni del Passum, lasua Barbera d’Asti che viene prodotta selezionando accuratamente le uve, e si è rivolta alla mente creativa di Chris Bangle, l’artista americano che ora vive e lavora a Clavesana. Bangle è diventato famoso per disegnare panchine “fuori scala”.
Ci è piaciuta l’idea di fondo – spiega Mariuccia - il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina, fa sentire chi si siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo”. E aggiunge: “Ci piace anche il concetto di un'esperienza che tutti possono condividere e sperimentare venendo sulle nostre colline”.

E’ già arrivata la prima panchina gigante: sarà posizionata il domenica 1° maggionel nuovo vigneto dell’azienda, laddove nell’800 il Marchese Filippo Asinari piantò per la prima volta in Italia una vite di Chardonnay. La panchina sarà dedicata al Marchese, uomo colto e vignaiolo lungimirante. Le altre due sono in costruzione: arriveranno tra l’estate e l’autunno.

Intanto per Cascina Castlèt, si apre un anno di impegni in Italia e all’estero: si comincia dal 13 al 15 marzo al ProWein 2016, il salone enologico di Dusseldorf, nella collettiva di Piemonte Land (Padiglione 15, stand A41, desk 37). Debutteranno le nuove annate: Chardonnay Ataj 2015, Castletrose’ 2015, Barbera d’Asti docg 2015, Goj Barbera Monferrato 2015, Moscato d’Asti docg 2015, Litina Barbera d’Asti docg superiore 2012, Passum Barbera d’Asti docg superiore 2012 e Policalpo Monferrato Rosso 2012

Dal 10 al 13 aprile Cascina Castlèt sarà al Vinitaly 2016 di Verona: lo stand è nel Padiglione 10 Piemonte stand L3 (ex F3).

L’AZIENDA. Cascina Castlèt ha 30 ettari di vigna. I vitigni coltivati sono: Barbera, Moscato, una piccola parte di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Uvalino.  Da anni Mariuccia Borio crede e scommette sulla terra e sulla ricerca, prima sui passiti, poi sull’Uvalino, un’uva antica e rara. I vini vengono bevuti in 15 Paesi esteri: l’export rappresenta l'80% della produzione. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale delle acque reflue di cantina.


Chris Bangle su una delle sue gigantesce creazioni

sabato 5 marzo 2016

BAGLIO DI PIANETTO TIMEO: LA NUOVA FILOSOFIA DEL VINO DI SICILIA

 
 
 

 
 
 
 
 
Il Grillo, un vino che rappresenta la Sicilia, capace di fare propria la filosofia di Platone. Un vitigno al quale oggi Baglio di Pianetto dà nuovo lustro con Timeo, Grillo in purezza, ultimo nato della cantina di S. Cristina Gela, che proprio in questi giorni arriva sui mercati internazionali.
 
 
 
 
 
Un vino che già dal nome racconta tutta la propria complessità. Timeo è infatti il titolo di un’opera di Platone scritta intorno al 360 a.C., in cui il celebre filosofo approfondisce  essenzialmente come sia stato generato il mondo sensibile, analizzando tre aspetti fondamentali: quello cosmologico, quello fisico e quello escatologico.
 
Così come l’opera da cui prende il nome, anche il Timeo di Baglio di Pianetto affronta in parallelo questi tre temi, relativamente al mondo del vino.
La prima parte dell’opera tratta il tema cosmologico, ovvero dell'origine dell'universo, che per Baglio di Pianetto è rappresentata dal Grillo, il primo vino che fece la storia enologica della Sicilia. Il Grillo è stato infatti per secoli esclusiva del territorio marsalese ed ha particolare importanza nella produzione del Marsala.
 
 
Nella seconda parte il Timeo platonico affronta il principio fisico-materiale di cui è costituito il cosmo, una sostanza informe, ma in grado di essere plasmata. E così è la terra di Sicilia, essenza dei vini Baglio di Pianetto, un territorio che nel Timeo trova la sua piena forza espressiva e la sua migliore interpretazione.
Il tema escatologico riguarda l’ultima parte dell’opera, in cui Platone descrive la natura dell'uomo e come esso dovrebbe cercare di trasformare il disordine in ordine.
Questo è ciò che fanno gli uomini che lavorano la terra, le vigne e le uve che vengono trasformate in vino, alla ricerca di quell’ideale perfezione che è la natura. Un delicato equilibrio, che Baglio di Pianetto preserva grazie ad un’estrema attenzione all’ambiente e che oggi è riconosciuta ufficialmente grazie alla certificazione biologica.
 
E come il dialogo platonico ha influito sulla filosofia e sulla scienza, così il Timeo Baglio di Pianetto vuole segnare un nuovo traguardo nella storia vitivinicola italiana, raccontando quanto impegno, cultura e lavoro ci siano in un calice di ottimo vino.
 
 
CANTINA BAGLIO DI PIANETTO -  VIA FRANCIA - 90030 S. CRISTINA GELA (PA)
Tel. +390918570002 - E-mail: info@bagliodipianetto.com
GUESTHOUSE & RISTORANTE- AGRIRELAIS - VIA FRANCIA - 90030 S. CRISTINA GELA (PA)
Tel. +390918570148 - E-mail: agrirelais@bagliodipianetto.com
 
 
 
 
 

venerdì 4 marzo 2016

Classico 2016, il festival della lingua italiana, riparte dai giovani e rinnova il proprio logo.

 Marco Drago, direttore artistico del festival


Classico, il festival dedicato alla lingua italiana, prepara la seconda edizione nel segno delle traduzioni e punta alle  nuove generazioni con il premio Classico Giovani alla migliore traduzione di una canzone di Bob Dylan
 
La kermesse che si svolgerà a Canelli (AT) , nata come omaggio al dantista G.B.Giuliani, nato a Canelli nel 1818, vissuto e morto a Firenze, è giunta alla seconda edizione e quest’anno avrà come tema la traduzione da e in Italiano.
Il programma, in via di definizione, comprenderà, come nella prima edizione, convegni, performance teatrali e mostre d’arte, concerti e dibattiti “spalmati” tra giugno e novembre.
 
Intanto si punta sulle nuove leve con una novità assoluta: il Premio Classico Giovani. Spiega Marco Drago, canellese, scrittore, autore radiofonico e direttore artistico di Classico:
«Il tema del festival di quest’anno sarà la traduzione dall’italiano e in italiano, “bella e infedele”, come usano dire i traduttori che lavorano nel settore editoriale.
 
Un argomento che interessa tutti, specialmente i giovani che hanno sempre più a che fare con un mondo della comunicazione le cui regole sono dettate in lingue diverse dall’Italiano,
si è perciò pensato di coinvolgere gli studenti delle scuole superiori dell’Astigiano e della città di Alba nei cui istituti superiori studiano molti ragazzi canellesi e dei paesi vicini.
La formula scelta è quella della traduzione libera di un testo musicale in considerazione del fatto che la musica, insieme alla letteratura, è il canale sui cui viaggiano idee e concetti in diverse lingue. I ragazzi dovranno quindi cimentarsi nella traduzione di una canzone del cantautore Bob Dylan, Masters of war.
Tra l’altro proprio Dylan è stato recentemente al centro di un album di suoi successi tradotti in lingua italiana da Francesco De Gregori. Le migliori traduzioni – aggiunge Drago -, che non è detto – avverte - siano quelle più aderenti al testo dylaniano, saranno esaminate e giudicate da me.
Ai vincitori andranno buoni per l'acquisto di libri». Il bando è consultabile all'indirizzo Internet www.festivalclassico.it o sul profilo Facebook "Classico Duemilasedici" e verrà pubblicato sui più importanti forum e siti web dedicati.

Per informazioni via posta elettronica: info@festivalclassico.it.
 
Gli organizzatori di Classico in questi giorni stanno contattando dirigenti scolastici e docenti affinché stimolino gli studenti a partecipare. I venti finalisti parteciperanno gratuitamente al Workshop di traduzione di canzoni dall’Inglese all’Italiano, di e con il musicista Gigi Giancursi.
 
Tra loro saranno scelti tre vincitori. «Saranno premiati a Classico 2016 da un personaggio del mondo del linguaggio e della musica che ancora non vogliamo rivelare» chiude Drago che mantiene il riserbo anche sul programma 2016 e sulla rosa di candidati al premio che l’anno scorso fu assegnato a Diego Bianchi, in arte Zoro, youtuber, giornalista, autore e presentatore del programma Rai Gazebo.
 
«È ancora tutto in definizione» dice. Ma una novità certa c’è: Classico ha cambiato logo per l’edizione 2016. Dopo la doppia “C” sovrapposta del 2015 ecco la “C” compresa tra due parentesi quadre e la parola Classico rappresentata con la stessa grafia e gli stessi simboli che usano i dizionari in quella che è definita trascrizione fonetica.
«Con i grafici abbiamo scelto questo stratagemma visivo per sottolineare, anche dal punto di vista del segno, la valenza letteraria del nostro Festival». spiega Gianmarco Cavagnino, coordinatore di Classico.

 

 il logo della nuova edizione del Festival

 

 

 

giovedì 3 marzo 2016

NASCE IL RISTORANTE 21.9 A TENUTA CARRETTA DI PIOBESI D'ALBA

 
AL VIA LA COLLABORAZIONE CON FLAVIO COSTA PER LA GESTIONE
DEL RISTORANTE E DELL’HOTEL DI CHARME 
Lo chef ligure (una stella Michelin) è ufficialmente dal mese di febbraio
ai comandi dello staff di cucina e della struttura ricettiva dell’azienda vitivinicola
di Piobesi d’Alba 
 
 
La location è meravigliosa e conserva il suo fascino elegante ed elitario: affacciata sul Roero selvaggio e sorvegliata dai due leoni di pietra che ne custodiscono l’ingresso,
la Tenuta Carretta di Piobesi d’Alba è certamente una delle più suggestive aziende vitivinicole alla sinistra del Tanaro. Fin dal 1467 la sua natura è quella di essere una struttura produttiva (la cantina è circondata ad anfiteatro da un vigneto di 35 ettari, in un corpo unico, dal quale nascono alcuni tra i vini più rappresentativi dell’azienda), ma lo storico impianto architettonico, imponente e spazioso, ha permesso di ricavare all’interno delle sue mura
un hotel di charme con dieci camere e un ristorante.
 
Dal mese di febbraio 2016 Ivana Brignolo Miroglio, presidente di Terre Miroglio - la holding che raggruppa le tre aziende vinicole di proprietà della famiglia – ha affidato la gestione della struttura ricettiva e del ristorante a Flavio Costa, chef ligure che porta in eredità la stella Michelin conquistata ad Albissola Marina. Dice Giovanni Minetti, CEO della società di cui Tenuta Caretta fa parte: “L’arrivo di Flavio Costa è una tappa
importante nel processo di valorizzazione della nostra azienda.
Accostarsi a Tenuta Carretta significa avere accesso a un mondo di qualità, che comprende la possibilità di visitare i vigneti, di effettuare un percorso di cantina estremamente suggestivo e innovativo, di assaggiare ed acquistare i vini nel wine shop appena inaugurato e di godere di un’ospitalità di alto livello per il ristorante e le camere di charme. Il fatto che uno chef stellato abbia accettato il nostro invito è per noi naturalmente motivo di grande orgoglio, anche perché l’obiettivo comune è quello di offrire al turista del vino sempre nuove opportunità. La scelta di collaborare con uno chef ligure la cui identità è molto legata alla cucina di pesce ci permette inoltre di valorizzare la nostra produzione vinicola, legata ad un territorio come il Roero, che è particolarmente vocato alla produzione di vini bianchi”.

Il menu del 21.9 sarà ricco di contaminazioni terra – mare, con una cucina dal taglio prevalentemente innovativo e con la riproposizione di alcuni piatti “simbolo” creati da Flavio Costa. “Sto esplorando il territorio alla ricerca dei fornitori migliori
 - spiega lo chef - “anche con l’aiuto dei colleghi di Langa e Roero, che conosco da tempo. Proporrò un menu di terra che non potrà prescindere da alcuni piatti della tradizione piemontese; un menu di mare, con materia prima freschissima; un menù tradizionale; un menu gastronomico, quasi sperimentale, con piatti a sorpresa. Non mancheranno alcuni dei piatti a cui i miei ospiti sono più affezionati, come la crema di zucchette trombette, seppie al nero e scorzette candite di limone”.
Il 21.9 è aperto tutti giorni a pranzo e a cena, ad esclusione del martedì (chiusura totale)
 e del mercoledì a pranzo.


lo chef Flavio Costa nella sala del ristorante 21.9