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giovedì 27 febbraio 2020

Caccia al Tesoro nelle Langhe XI EDIZIONE Venerdì 1° maggio 2020 una divertente e rinnovata esperienza a caccia di indizi nel cuore delle Langhe





Venerdì 1 maggio 2020, nella cornice della 44^ edizione di Vinum, i piccoli e incantevoli borghi e le colline delle Langhe saranno il terreno di svolgimento dell’ XI edizione della “Caccia al Tesoro”, organizzata da Turismo in Langa con la collaborazione dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, con il patrocinio dell’Associazione Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, della città di Alba e dei Comuni coinvolti.
Già a partire dalla scorsa edizione, la Caccia al Tesoro si è rinnovata per garantire una piacevole esperienza ai giocatori e a tutte le realtà coinvolte: la formula rimane quella classica della caccia al tesoro, ma i partecipanti potranno consultare le varie prove di gioco, attraverso il proprio smartphone. In ogni tappa i “cacciatori” potranno effettuare visite guidate e degustazioni e cimentarsi nella risoluzione di una prova di gioco. Al termine della prova ogni equipaggio riceverà un codice da inserire sul proprio cellulare per “sbloccare” e raggiungere la tappa successiva, continuando la caccia alla ricerca di indizi.

La grande novità dell’edizione 2020, come si può intuire dal titolo rinnovato, sarà l’inserimento all’interno del percorso di gioco non soltanto dei comuni della Langa del Barolo, ma anche dei magnifici borghi della Langa del Barbaresco e del Moscato, e alcune località dell’Oltretanaro e dell’Alta Langa, per scoprire e ammirare a 360° le varie sfaccettature di un territorio ricco di sfumature enogastronomiche, culturali e paesaggistiche.

L’itinerario lungo il quale “scovare” gli indizi si snoda in un territorio collinare unico al mondo (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), fra panorami che tolgono il fiato, colline pettinate di vigneti, cantine storiche, castelli, musei, teatri e piccoli borghi che dominano paesaggi di una bellezza emozionante. Siamo nel cuore più profondo delle Langhe, dove le colline danno il meglio di sé, fra i cru e le cantine da cui nascono il Barolo e il Barbaresco e altri straordinari vini, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

La proposta è rivolta a tutti i winelover ed enoturisti ma anche a chi vuole semplicemente trascorrere una giornata diversa con gli amici o la famiglia in Langa. L’itinerario di caccia andrà percorso in automobile o in motocicletta, per permettere ai partecipanti di visitare un’ampia fetta del territorio delle Langhe. Ma – importantissimo! – non si tratterà di una gara e si dovranno rispettare orari prestabiliti: la prospettiva è trascorrere una giornata in buona compagnia alla scoperta del territorio e delle sue preziose risorse, senza “fare a gara” a chi arriva prima. La Caccia al tesoro nella Langhe va più gustata che giocata, anche se il gioco permette di fare da motore alla ricerca e quindi alla scoperta.

Gli indizi disseminati sul territorio, tutti ispirati dall’enogastronomia, dalle tradizioni popolari, dall’arte e dalla storia di queste terre emozionanti saranno infatti il pretesto per una “full-immersion” nello spirito e nell’“art de vivre” delle Langhe, per respirarne fino in fondo l’atmosfera così speciale, che il mondo invidia agli abitanti di queste colline.

La Caccia sarà strutturata in modo che gli equipaggi partecipanti possano distribuirsi su più itinerari, omogenei per caratteristiche, piacevolezza, lunghezza.

Gli equipaggi dovranno far pervenire la propria iscrizione alla Caccia al Tesoro entro il 24 aprile 2020, compilando il form d’iscrizione che troveranno sul sito www.turismoinlanga.it. Per informazioni è possibile scrivere all’indirizzo mail: cacciabarolo@turismoinlanga.it.

Il costo di partecipazione all’XI edizione della Caccia al Tesoro nelle Langhe sarà di 25 euro a persona. Ogni persona potrà pagare per un massimo di 5 persone per formare la propria squadra.
Nella quota sono compresi: 1 kit di gioco (1 x squadra), 1 accesso all’applicazione di gioco, 1 calice con tasca (1 x persona), visite guidate nelle strutture, degustazioni e 1 omaggio finale.


INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Turismo in Langa






TEL 0173.364030
SMS 331.9231050

mercoledì 12 febbraio 2020

Promuovere insieme il Monferrato - Firmata la costituzione dell’Associazione Temporanea di Imprese tra le Associazioni di Produttori sotto la guida del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato



Si chiama “Solo Autoctoni” il programma di promozione

sviluppato nell’ambito del Psr sottomisura 3.2 che
supporta il rinnovamento dell’Associazione 
temporanea di imprese (Ati) del Monferrato del vino 


Un organismo che mette assieme, per il tempo del piano di sviluppo rurale, il promotore Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, il capofila rappresentato dall’Associazione Produttori del Nizza, l’Associazione Produttori Ruché di Castagnole Monferrato Docg, l’Associazione Produttori Grignolino d’Asti Doc e l’Associazione Produttori Albarossa, unite per concertare strategie di promozione e comunicazione. 

Un progetto che vale 300.000 euro e che sostiene, in una logica di collaborazione, le iniziative promosse dalle singole denominazioni, dagli eventi per il pubblico, agli incoming con i giornalisti di settore, alle degustazioni.
Operazioni necessarie per imprimere impulso e forza al nome del Monferrato e alle sue eccellenze enologiche.

Partner food del progetto anche il Consorzio di Tutela del Formaggio Toma Piemontese Dop. «Il ruolo di coordinamento del Consorzio in questa operazione è un segnale molto importante nei riguardi di quella galassia vinicola che definisce il Monferrato come un territorio unico al mondo – commenta Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – Soltanto muovendosi assieme e in sinergia è possibile promuovere concretamente tutte le denominazioni con uguale efficacia. È nostro obiettivo cercare di concertare strategie comuni che abbiano al centro l’eccellenza dei nostri vini e il potenziale turistico, economico e di immagine che possono esprimere». 

«L’ATI, della quale il Nizza è capofila, è lo strumento scelto per poter accedere a quei fondi che contribuiranno a finanziare le attività svolte durante il 2020 per la promozione – spiega Gianni Bertolino, Presidente Associazione Produttori del Nizza – Nel caso della nostra denominazione, ‘Orizzonte Nizza’, ‘Nata il primo luglio’ e ‘Forum Nizza’ sono solo alcuni degli eventi ai quali verranno destinati i fondi europei e regionali. Ritengo inoltre che questa associazione temporanea possa essere il motivo per avviare una collaborazione volta alla creazione di un ideale percorso nel Monferrato alla scoperta delle sue denominazioni d’eccellenza e delle manifestazioni aperte al pubblico. Il Monferrato, storicamente una delle zone più vocate alla coltura della vite e alla produzione di vini che hanno fatto la storia dell’enologia italiana, fortunatamente non è una zona viticola mono-vitigno e i produttori non l’hanno dimenticato».

«Sono molto soddisfatto di questo nuovo accordo – commenta Luca Ferraris, Presidente Associazione Produttori Ruché – La collaborazione sinergica tra associazioni di produttori ha portato a risultati forti e evidenti, un vero e proprio impulso ai numeri delle denominazioni che, per quanto riguarda il Ruchè, si esprime in primo luogo nel traguardo del milione di bottiglie». 

«La ricostituzione dell’associazione, dopo la positiva esperienza di due anni fa, è un segnale importante – dice Dante Garrone, Presidente Associazione Grignolino – Un’occasione che consente a ciascuno di maturare nuova esperienza e di aprire nuove occasioni per tutte le denominazioni. 

È il momento giusto per agire in questa direzione». «Un’esperienza che replichiamo con grande interesse e che auspichiamo possa continuare a avere seguito in futuro – asserisce Alberto Chiarlo, Presidente Associazione Produttori Albarossa – Il progetto dell’associazione permette anche alle denominazioni più giovani di partecipare a eventi di prima importanza, grazie a una visione comune e a una collaborazione virtuosa che promuove il territorio in maniera unitaria e globale.



domenica 2 febbraio 2020

AGRICOLTURA E CREDITO: LE BANCHE ITALIANE SCOMMETTONO SULLE DONNE DEL VINO


PRESENTATA A WINE&SIENA INDAGINE DELL’UNIVERSITÀ SENESE SULL’ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRENDITRICI VINICOLE: «IN SITUAZIONI ECONOMICHE FAVOREVOLI, IL GENDER GAP SCOMPARE»
Le banche scommettono sulle Donne del Vino. Un’analisi dell’Università di Siena su un campione di imprenditrici femminili dell’Associazione nazionale Le Donne del Vino rivela che il gender gap del credito negato alle donne, per la prima volta in Italia, fa segnare dati in controtendenza. La ricerca è stata presentata alla Monte dei Paschi all’apertura di Wine&Siena, evento organizzato da Hunter HelmuthKöcher, presidente del Merano WineFestival e da Confcommercio Siena.

 Lorenzo Zanni 

La piccola luce individuata dal professor Lorenzo Zanni e dal suo staff dell’Università senese sul tema “donne e accesso al credito”, storico handicap delle imprese al femminile, mostra le prime avvisaglie di un cambiamento di rotta. L’indagine si è svolta nel 2019 e ha riguardato 167 rispondenti fra le 890 Donne del Vino. L’associazione, presieduta da Donatella Cinelli Colombini, comprende produttrici di vino, titolari di ristoranti, enoteche, professioniste attive come sommelier, giornaliste e esperte presenti in tutte le regioni italiane.  
«Vedere la luce alla fine del tunnel non è una cosa da poco: significa che è possibile uscire dal buio dei problemi e arrivare a una situazione più favorevole» ha commentato Donatella Cinelli Colombini.
Vediamo nel dettaglio i risultati dell’analisi. Il questionario è stato sottoposto alle 890 Donne del vino italiane: hanno risposto 167 socie di cui 127 con cantina. Il 56,9% delle risposte sono arrivate dal Nord Italia. Il 65% delle intervistate ha chiesto un credito negli ultimi 10 anni, spesso il finanziamento è inferiore alle attese ma solo il 3% si è vista negare l’erogazione. Da notare l’alta percentuale delle imprese che si sono basate solo sul proprio capitale. Colpisce che siano state soprattutto le imprese più piccole, quelle sotto i due milioni di fatturato annuo, a cercare l’aiuto delle banche. Si tratta di una dimostrazione di grande dinamismo perché questo denaro è stato impiegato per nuovi investimenti (72%) e non per la conduzione aziendale. La richiesta di credito è legata alla volontà di accrescere qualità, remuneratività e dimensione produttiva. A posteriori gli stessi obiettivi permangono anche oggi mentre è cresciuta la sensibilità ambientale e l’interesse per l’export ad ampio raggio. Il 50% del campione ha richiesto il credito a banche locali, il 41,8% a banche ed istituti di credito nazionali e il 4,7% ad altre fonti di finanziamento.
L’identikit della Donna del Vino con cantina che ha fatto richiesta di credito ci mostra una titolare o una responsabile di un settore dell’azienda di famiglia. Ha un’età media di 42 anni con circa 12 di esperienza nell’impresa. Nel 52% dei casi ha in tasca una laurea e per la quasi totalità (90,7%) un’esperienza professionale precedente in un settore diverso. 
Fra le Donne del Vino che hanno risposto, «l’esser donna non sembra aver influenzato negativamente l’accesso al credito, ma questa percezione può riflettere la composizione del campione delle intervistate: livello di istruzione elevato, donne mature e con un’esperienza decennale nell’azienda, spesso proprietarie della stessa, con una tradizione familiare alle spalle, coinvolte in un’associazione di donne imprenditrici» ha detto il professor Zanni che insieme a Elena Casprinie Tommaso Pucci, ha effettuato lo studio.
Se l’accesso ai finanziamenti non risulta un tabù per le imprese del vino al femminile, le donne dichiarano comunque una certa difficoltà a gestire le relazioni con il mondo del credito mentre emerge «un atteggiamento “prudente” con un livello di leva finanziaria non troppo elevato. Si ricorre quasi unicamente al credito bancario e in genere si bilancia la richiesta di credito a banche locali e nazionali»ha rilevato Zanni dando un giudizio positivo, anche se forse troppo prudente, al management femminile del vino. 


L’analisi deve sicuramente tenere presente del momento favorevole dell’agricoltura e del vino italiano: «Un risultato che scaturisce anche dall’andamento anticiclico dell’agricoltura rispetto alle difficoltà dell’economia italiana» ha sottolineato la presidente delle Donne del Vino mettendo in evidenza come «le cantine italiane, negli ultimi 5 anni, abbiano accresciuto fatturati e margini (+3,9% e + 5,8%), hanno esportato di più e hanno visto salire il valore delle vigne dell’1,2% ogni anno, un dato quest’ultimo che nelle zone più vocate è schizzato alle stelle». Uno scenario che le banche leggono molto favorevolmente a cui si aggiungono le ottime performance delle manager femminili green: «Le donne dirigono imprese che coprono il 21% della superficie agricola coltivabile SAU ma producono il 28% del Pil agricolo italiano. In Europa, il 42% di chi lavora in agricoltura e donna pari a oltre 26 milioni di persone» ha ricordato la produttrice siciliana Lilly Fazio.
Ecco spiegato perché il campione delle Donne del Vino, quasi un’élite dell’enologia al femminile, ha mostrato la luce alla fine del tunnel del gender gap sul credito alle imprese in rosa. «Un gap che comunque esiste» precisa il professor Zanni presentando gli esiti dell’indagine. Situazione giustamente sottolineata da Donatella Prampolini, vice presidente nazionale Confcommercio, dal presidente della Confcommercio di Siena Stefano Bernardini e della Camera di Commercio di Siena e Arezzo Massimo Guasconi e persino dalla moderatrice del convegno la giornalista e donna del vinoAnna Di Martino.
In effetti il Global Gender Gap Report del 2018 mette l’Italia è a 70° posto su 149 Paesi e l’Istat usando i dati INPS ha rivelato che esiste una forbice fra il salario maschile e femminile che va dal 4% del settore pubblico, al 20% nelle imprese private fino al 38% fra i liberi professionisti.
Studi anche recenti come quelle di Swg per Cna “Donne, imprenditoria e accesso al credito” o “Il cibo è donna - Il fattore rosa secondo Pink Lady” mostravano come il 47% del campione lamentasse difficoltà nell’accesso al credito, evidenziando un gender gap diffuso anche su altri comparti economici come quello artigianale e nel commercio.
IL 2020 DEDICATO A DONNE, VINO E AMBIENTE
L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino si prepara a un intenso calendario di attività per il 2020: il tema scelto per quest’anno è Donne, Vino e Ambiente con l’avvio del progetto “Donne in classe A” con Enea Federsco sull’innovazione e il risparmio energetico in cantina.
Prossimo appuntamento con la tradizionale Festa delle Donne del Vino (dal 1° al 14 marzo) con eventi in tutta Italia.  A Vinitaly (19-22 aprile), le Donne del Vino saranno protagoniste di una degustazione internazionale guidata dal giornalista Ian D’Agata. In maggio, due donne del vino avranno l’opportunità di volare in Canada per partecipare alla giuria della Sélectionsmondialesdesvins Canada che si svolge ogni anno in Québec sotto la direzione di Nancy Rossi. A fine giugno, il meeting nazionale si terrà nelle vigne di Langhe-Roero e Monferrato Patrimonio dell'Umanità Unesco (26-27-28 giugno). In autunno, infine, ci sarà la premiazione del Personaggio dell’Anno.
CHI SONO LE DONNE DEL VINO
Le Donne del vino sono un’associazione senza scopo di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi quasi 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com