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sabato 21 dicembre 2013

Al via il nuovo disciplinare del Nizza docg


 

La super Barbera punta ad arrivare ad un milione di bottiglie nel prossimo futuro

Un bel regalo di Natale per l’Associazione Produttori che da tempo ha attuato e porta avanti un progetto rivolto alla qualità e selezione della Barbera, un vino che ha una grande importanza storica ed economica nell’enologia piemontese e meritava una denominazione specifica nata per rafforzarne l’immagine in Italia e nel mondo.

l nuovo Nizza docg. è nato ufficialmente il 20 dicembre  in base a quanto deciso  dall’assemblea dei soci del Consorzio dei Vini d’Asti e Monferrato,  che ha approvato all’unanimità il rinnovato disciplinare della super Barbera che, dal 2000, viene prodotta in 18 comuni del Sud Astigiano, attorno alla città di Nizza Monferrato.
Come evidenziano i dati che riportiamo di seguito, è una produzione di non elevata quantità, ma che fin dall’inizio punta a far conoscere meglio il rapporto vino/territorio di una zona da tutti e da sempre riconosciuta d’eccellenza per la coltivazione di questo vitigno.

  Dopo undici anni di intenso lavoro – commentano Lorenzo Giordano e Gianluca Morino, presidenti rispettivamente di Consorzio e Associazione Produttori del Nizza – oggi si realizza un sogno: ora il Nizza può diventare davvero la punta di diamante della produzione di Barbera del Piemonte. E’ un nome breve, facile da ricordare ed è legato a un territorio. In più è un progetto condiviso da tutti che può diventare un’opportunità unica per l’area di produzione della Barbera. Oggi si producono circa 200 mila bottiglie in 44 aziende vitivinicole, ma l’ambizione è di arrivare a un milione entro il 2015”.
Scommessa lanciata.e che sembra attuabile, vista la coesione e l’impegno comune  degli associati, che comprendono  piccole aziende agricole  ma anche Cantine più grandi in grado di sviluppare ulteriormente la produzione in questo segmento. E’ anche importante sottolineare che attualmente già un 46%  della produzione del “Nizza” prende le strade dell’export e questo lascia spazio ad ulteriori progressi, per quei mercati che ricercano rossi di qualità superiore alla media.

Positive le novità introdotte nel disciplinare. Il nuovo Nizza sarà 100% Barbera. Non è consentito l’arricchimento del grado alcolico nelle annate dichiarate sfavorevoli: nelle annate difficili non si produrrà “Nizza”.
Inoltre nasce un Nizza riserva che deve essere affinato in cantina almeno 30 mesi (minimo 12 mesi in botti di legno).
 Si è chiuso un percorso di confronto, discussione e crescita che è iniziato negli Anni 90, poi consolidato il 19 novembre 2002 con la nascita dell’Associazione Produttori del Nizza – ribadiscono Giordano e Morino – “un grande merito va a Michele Chiarlo, primo presidente che è riuscito ad aggregare il gruppo, all’enologo Giuliano Noé, padre del disciplinare e a Sandro Gioanola, che è stato tra i primi a credere nel Nizza. Vogliamo ricordare anche Tullio Mussa, che fu direttore dell’ex Bottega del vino di Nizza, ora Enoteca regionale. E’ anche grazie a lui se oggi il Nizza ha raggiunto l’obiettivo dell’eccellenza e se può puntare alto”.

Novità  importanti anche sul fronte della tappatura: se per la denominazione Nizza, come per le sottozone e la menzione vigna, resta l’obbligo del sughero, viene invece liberalizzata la chiusura delle bottiglie di Barbera d’Asti docg (il disciplinare esclude solo il tappo a corona). “La scelta di poter utilizzare tappi alternativi al sughero – dice Stefano Chiarlo, produttore vinicolo - è un’apertura verso nuovi mercati come quelli del Sud Est Asiatico, dove il tappo in sughero  rappresenta un ostacolo al consumo. Non tutti i popoli hanno dimestichezza ad usare il cavatappi. Inoltre tappi più moderni portano vantaggi per nuove occasioni di consumo a bicchiere nei bar e locali per giovani, facilitando la chiusura della bottiglia e quindi la conservazione del vino”. Stesso discorso per il Ruché di Castagnole Monferrato, il cui nuovo disciplinare esclude solo la possibilità di utilizzare i tappi sintetici e tappo a corona.
I vini monferrini in sostanza guardano sempre più e si adeguano al mercato mondiale e alle sue richieste, la competizione è notevole ma le potenzialità per raccogliere buoni risultati non mancano.

La produzione del Nizza in numeri:
         160 ettari
  • 18 Comuni 
  • 200 mila bottiglie
  • 44 aziende vinicole
  • 46% export (Germania, Svizzera, Usa, Cina, Olanda, Danimarca)
  • 2000 primo anno di produzione
  • 19 novembre 2002 nasce l’associazione Produttori del Nizza

 

 

martedì 10 dicembre 2013

Troppe 66 Doc vinicole in Piemonte, ne basterebbero 23



Proposta tecnica da parte del Comitato per la celebrazione del 50° anniversario della legge Desana: una drastica revisione che semplifichi e faciliti i commerci mondiali

 
In tanti anni in cui mi sono occupato giornalisticamente di vini, in particolare di quelli piemontesi, spesso mi è venuto il dubbio che si stesse esagerando nel far nascere continuamente nuove Doc, in molti casi relegate a piccolissime "enclave"  viticole e altrettanto minuscole produzioni, non sempre particolarmente qualificate, anche se c'è qualche eccezione "di nicchia" come lo splendido Loazzolo. 
C'era di mezzo, inutile negarlo, la politica e anche la forte frammentazione campanilistica tra i vari territori, che ha portato a voler distribuire "contentini" un po' ovunque, anche dove francamente non sembrava il caso.
Da molto tempo ho rilevato nei miei scritti su varie testate, dal cartaceo all'on-line, che questo proliferare di denominazioni rischiava di creare non poca confusione sul mercato e nel consumatore finale e purtroppo così è stato, quindi mi fa molto piacere che altri esperti ben più qualificati del sottoscritto, sia dello stesso parere . e si siano attivati per ridurre sensibilmente queste Doc e Docg in base a parametri oggettivi e non difficili da individuare, Questo potrebbe indubbiamente giovare al vino piemontese, in particolare in ambito del mercato internazionale, ma non farebbe male alla maggiore diffusione di molti vini anche in Italia, dove sono praticamente sconosciuti.
 Dal momento che conosco abbastanza bene il contesto, temo che sarà molto dura eliminare così tante denominazioni, ma se qualcuno non comincia c'è il rischio oggettivo di vederne nascere altre, perfettamente inutili e se vogliamo anche un po' dannose......
a.s.

 

Il sistema delle doc e docg del Piemonte deve essere profondamente revisionato, correggendo situazioni anacronistiche e incompatibili e soprattutto mettendo gli operatori del settore in condizione di utilizzare al meglio le comunicazioni commerciali. Questa è un’opinione diffusa, di cui si è fatto carico il Comitato di esperti che quest’anno ha realizzato un programma di celebrazioni e un libro sul 50° anniversario della prima legge italiana sulle denominazioni d’origine.

Presentata ufficialmente ad una manifestazione della Regione Piemonte, la proposta del Comitato (coordinatore è Andrea Desana) prefigura dettagliatamente un nuovo sistema, articolato su 4 tipi di denominazione:

1)     le “premium” cioè quelle prevalentemente indirizzate all’esportazione (Asti, Barbaresco, Barolo, Gavi, Moscato d’Asti) tendenzialmente in crescita verso i 130 milioni annui di bottiglie; la proposta prevede che ai 5 vini se ne aggiunga un sesto (Barbera d’Asti, nella denominazione “Nizza”);

2)     una fascia di 9 altre doc, prevalentemente limitate alla diffusione nazionale (circa 165 milioni annui di bottiglie tendenzialmente in riduzione verso 150 milioni);

3)     le “terroir” cioè quelle destinate ad un’area interregionale (35 doc attuali per complessivi 5 milioni annui di bottiglie) che il Comitato propone di ricondurre all’unica doc Piemonte;

4)     infine un limitato numero di 7 doc “speciali” (per un milione di bottiglie) considerate da collezione.

 

In sostanza dai 58 decreti istitutivi delle doc attuali scaturiscono ben 66 diverse denominazioni in etichette (per giunta con tante altre sottodenominazioni e specificazioni), quindi una massa esagerata di denominazioni, che il consumatore italiano e il mercato mondiale non potrà mai memorizzare nel suo complesso. Il Comitato propone quindi una drastica riduzione a sole 23 denominazioni: gli spumanti Asti e Alta Langa; i bianchi Gavi e Arneis; i rossi Barbaresco, Barbera d’Asti, Alba, Barolo, Carema, Gattinara, Ghemme, Ruchè di Castagnole Monferrato, inoltre le tre Piemonte, Langhe, Monferrato che possono essere sia bianchi che rossi; infine gli aromatici Brachetto d’Acqui, Caluso Passito, Loazzolo, Moscato d’Asti, Strevi.

E’ un progetto articolato e complesso, pubblicato integralmente in questi giorni sulla rivista Barolo & Co. (www.baroloeco.it), su cui inizia ora la discussione. Si registra fin d’ora il sostanziale consenso di qualificati ambienti rappresentativi della produzione vinicola piemontese.

 

mercoledì 4 dicembre 2013

"I Tre Vescovi Rosè" Metodo Classico da uve barbera, novità per intenditori


 
La grande versatilità dell’uva barbera nel dare origine a vini con caratteristiche sensibilmente differenti tra loro, è fatto noto da chi segue da vicino la produzione di questo storico  vino piemontese,  il cui vitigno è diffuso largamente in tutte le  principali aree vitivinicole  regionali:dal Monferrato alle Langhe con il Roero e nei Colli Tortonesi.
Nel presentare alla stampa  presso la  sede della Cantina  di Vinchio e Vaglio Serra uno spumante prodotto con il METODO CLASSICO da sole uve barbera, che costituisce  una novità molto interessante,  Giuliano Noè, tra i più noti ed esperti  winemaker a livello nazionale, ha ricordato gli studi pregressi molto approfonditi  e la sperimentazione  che hanno portato a questo primo  risultato,  in  un percorso che  rappresenta una storia lunga e affascinante
Affiancato dal presidente e dal direttore della Cantina Lorenzo Giordano e Ernestino Laiolo, Noè ha illustrato  
“I TreVescovi Rosè”,
uno spumante metodo classico che vuole ricordare non solo nel nome, ma anche nei caratteri tipici del prodotto di origine, l’omonima e molto nota Barbera d’Asti superiore docg.

Prodotto con uve selezionate di una grande annata, il 2010, vinificate  con molta cura e lasciando che un pallido colore rosato sia testimone del vitigno e dell’uva da cui trae  origine.
“I Tre Vescovi rosè” è frutto di una
ciclo  produttivo che  inizia prima della vendemmia, la scelta delle uve viene fatta con grande attenzione,  per ottenere una materia prima di ottima qualità, perfettamente sana e giustamente matura,  con una ricchezza zuccherina non eccessiva.

L'uva, raccolta in cassette, viene pressata integra, in modo soffice, per ottenere circa il 50% di mosto fiore dalla quantità  di partenza.
Dopo una decantazione naturale, il mosto viene fatto fermentare a temperatura controllata in piccole botti per un periodo di circa tre mesi, dopodiché inizia quello che rappresenta per il vino un momento fondamentale, in quando  dà inizio ad una seconda vita.
Il vino,  ormai brillante e stabile,aggiunto di zucchero, di lieviti particolari viene imbottigliato, chiuso con un tappo speciale e posto a fermentare (seconda fermentazione) in ambiente opportunamente condizionato (15-18 gradi) al riparo della luce.

Qui inizia la trasformazione, lenta e incessante, di un vino in uno spumante ad opera di meravigliosi microrganismi che elaborano lo zucchero producendo alcool e anidride carbonica la quale, imprigionata dal tappo, si amalgama finemente col vino e darà origine al momento della stappatura alla spuma e al perlage.

Dopo 24 mesi si realizza la prima “sboccatura”, la fase finale della storia che consiste in una serie di operazioni che hanno come scopo di eliminare i lieviti dalle bottiglie, di colmarle e di tapparle con il classico tappo a fungo, il nostro spumante metodo classico I TRE VESCOVI  è quindi pronto per essere degustato.


Il risultato è un vino dal colore rosato pallido con riflessi gialli che ricordano quello che in francese viene definito pelle di cipolla (peau d’oignon), dal profumo complesso, una buona eleganza, con sentori di crosta di pane e piacevoli note fruttate mantenendo un’ottima armonia.
Al gusto si presenta sapido, vivo, con una ottima struttura e persistenza, una piacevole nota vanigliata sul finale, che riconfermano le impressioni olfattive
.
 
  
 
Vinificazione
Metodo classico o Champenoise: dopo una prima fermentazione in piccole botti di circa tre mesi il vino viene fatto fermentare una seconda volta in bottiglia per 24 mesi per la prima sboccatura.(Seguiranno altre sboccature a 36 mesi. 48 mesi ecc.)
 
gradazione alcolica
12,50
 
acidità totale
 
* Garde probable
10 anni
 
temperatura di servizio
10-12°C
 

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI:
Per la sua complessità olfattiva e gustativa, può accompagnare un pasto completo, confermando la duttilità propria del vino da cui trae le origini.

La prima produzione è stata volutamente limitata, poco più di 4.000 bottiglie a disposizione degli appassionati di rarità enologiche di  grande qualità.

Presso al pubblico 14 euro a bottiglia, acquistabile direttamente presso il punto vendita della Cantina.

Info e contatti sul sito www.vinchio.com  

Ernestino Laiolo, Lorenzo Giordano e Giuliano Noè durante la presentazione

martedì 3 dicembre 2013

Una rossa con il cuore di Natale. Edizione limitata dell’etichetta Barbera Vespa di Cascina Castlèt



L’azienda vitivinicola di Costigliole d’Asti ha lanciato un’edizione limitata dell’etichetta della Barbera d’Asti "Vespa" per accompagnare i brindisi delle festività natalizie. L’idea è della vignaiola Mariuccia Borio,  alla quale da sempre non fa certo  difetto la creatività: “Abbiamo ripensato l’etichetta tradizionale – spiega - alle bimbe abbiamo messo il cappello di Babbo Natale e dipinto di rosso barbera la Vespa. Anche la fantasia è un mezzo per superare questo momento di crisi. In più abbiamo scelto di non ritoccare i prezzi: il costo di tutte le nostre bottiglie, etichetta di Natale compresa, resta lo stesso”.
Quella della Vespa è una delle storiche e più conosciute etichette di Cascina Castlèt: un ritratto di famiglia negli Anni 50 quando la bimba Mariuccia andava in vacanza dai nonni e giocava con le cuginette Fiorella, Giuliana e Rita. La foto d’epoca ritrae le quattro bimbe sorridenti in sella alla Vespa.
Nella nuova versione natalizia, è un’originale idea regalo disponibile in Magnum (1,5 litri) e in bottiglia da 0,75.   La Barbera ovviamente è sempre quella,  apprezzata da sempre dagli intenditori: buona e piacevole, perfetta per accompagnare la tavola delle Feste.
 
L’azienda. La storia di Mariuccia Borio imprenditrice vitivinicola inizia nel 1970, quando alla morte del padre lei eredita parte di Cascina Castlèt, circa 5 ettari, in totale erano 20 ettari che il nonno aveva diviso tra i 4 figli maschi. Le donne erano escluse dall’eredità della terra, la terra la portavano solo in dote. Per Mariuccia, figlia unica, non c’era altra soluzione “ma a questo non ho pensato – ricorda la vignaiola - sono partita senza pregiudizi”. Da allora gli ettari sono cresciuti. Oggi sono venticinque ettari di vigna a Costigliole d’Asti, tra il Monferrato e la Langa. Dice Mariuccia Borio: “Curo personalmente tutta la filiera, dalla vigna fino alla tavola ove il vino verrà consumato. Ho scommesso sulla terra, sulla nostra terra, sui vitigni del luogo, Barbera, Moscato, Uvalino, Chardonnay e Cabernet, vitigni che fin dall’ottocento sono presenti nel nostro territorio. La viticoltura è anche una questione di etica e di cultura, rispetto dell’ambiente e di chi lavora”.  Cascina Castlèt produce circa 250.000 bottiglie. La distribuzione avviene in 15 Paesi esteri e rappresenta l' 80% della produzione. Un tocco di estro sui nomi dei vini Ataj , Aviè, Goj, Litina, Passum, Policalpo, Uceline: tutti racchiudono un piccolo segreto, un racconto, una storia. Molte etichette sono disegnate dal designer Giacomo Bersanetti.
 
 
                                                            Mariuccia Borio

lunedì 25 novembre 2013

Territorio, manifestazioni, prodotti tipici - l 'Azienda Speciale seleziona fotografie inerenti l'Astigiano


 


L'Azienda Speciale per la promozione e per la regolazione del mercato della Camera di Commercio di Asti, nell’ambito delle attività di valorizzazione del patrimonio enogastronomico, storico, culturale, artistico e paesaggistico della provincia di Asti, promuove una procedura aperta finalizzata all’acquisizione di foto utili alla valorizzazione del patrimonio culturale ed enogastronomico locale.
La documentazione fotografica servirà ad arricchire il panorama di informazioni sul territorio e la sua cultura a mezzo di strumenti editoriali e digitali anche sfruttando le potenzialità del web 2.0.
La partecipazione è aperta a fotografi professionisti ed amatoriali.
La selezione si articola in sei categorie:
·         La natura e i paesaggi della provincia di Asti, nell'alternarsi delle stagioni
·         Monumenti e scorci rappresentativi dell'Astigiano
·         Prodotti tipici e piatti dell'enogastronomia locale
·         L'uva, il vino, le cantine
·         Cultura e tradizioni contadine: il Festival delle Sagre Astigiane, con particolare attenzione alla sfilata della quarantesima edizione (8 settembre 2013)
·         La Douja d'Or, con particolare attenzione alla 47° edizione (6-15 settembre 2013).
Il regolamento di partecipazione è pubblicato sul sito www.at.camcom.gov.it nella sezione Azienda Speciale/Bandi di gara.
La documentazione va consegnata all'Azienda Speciale presso la Camera di Commercio (piazza Medici 8, Asti) entro le 12.30 del 6 dicembre. Per informazioni: Roberta Favrin, responsabile U.O. Informazione Comunicazione Urp della Camera di Commercio di Asti, tel. 0141535262 – roberta.favrin@at.camcom.it .

venerdì 15 novembre 2013

"Voglia di Ottocento" alla Casa d'Arte Viadeimercati di Vercelli


Ambrogio Alciati: la signora Sommaruga
 
Alle 18,00 di sabato 23 novembre 2013 alla Casa d’Arte Viadeimercati  in via Vibio Crispo 3  Vercelli sarà inaugurata la mostra “Voglia di Ottocento”
Saranno esposte opere di importanti Maestri di “quel Secondo Ottocento che, in questa mostra, è rappresentato da alcuni artisti con un piede già nel Novecento, ma con l’altro ancora radicato in quella stagione ottocentesca che riconosceva i suoi punti di forza nella pittura di genere, di paesaggio e nella ritrattistica.”
Ci sono, solo per citarne alcuni, Alciati e Pugliese Levi vercellesi, Delleani biellese, Reycend e Tavernier torinesi, Quadrone di Mondovì, il partenopeo Irolli, il toscano Bartolena,

Scrive Luisa Facelli nel catalogo che accompagna l’esposizione “… la produzione artistica delle singole personalità, opportunamente centellinata dalla Casa d’Arte in una raffinata campionatura (impreziosita da qualche raro esempio di pittura inglese) è ben significativa intanto per una certa “compattezza cronologica” e, soprattutto, per il modo di rappresentazione di temi generali.”
E ancora “... Strenna pre-natalizia, dunque, la Mostra della Casa d’Arte. Per certi versi omaggio a un pezzetto di storia di questa nostra città di provincia, qualche volta tutt’altro che culturalmente provinciale. Ieri come oggi.”

Si informa che, nel corso dell’esposizione, sabato 07 dicembre alle ore 18,00 Luisa Facelli presenterà il libro di Lina Besate  “Il tappeto di Angheluscia e altri racconti”.
Sarà presente l’Autrice.

Casa d’Arte Viadeimercati
Via Vibio Crispo 3 – 13100 Vercelli – Tel. 3472554103-3286725445 -E-mail: viadeimercati@gmail.com

 

Enrico Reycend - marina
                         

venerdì 25 ottobre 2013

Costigliole d'Asti mette in vetrina la Barbera con "il Gusto del Territorio" dal 31 ottobre al 4 novembre


 

Barbera, il Gusto del Territorio” è l'evento annuale attraverso il quale da molti anni il Comune di Costigliole d’Asti rende protagonista la Cantina Comunale dei Vini e i suoi caratteristici locali di Palazzo Serratrice che accolgono le pregiate  etichette dei tanti produttori costigliolesi. L’evento è importante, i numeri e i contenuti lo dimostrano: migliaia di visitatori attesi, oltre 200 vini Barbera dei migliori produttori piemontesi (di cui 150 provenienti dai 70 produttori presenti sul territorio comunale), una pregiata selezione di grappe delle antiche distillerie proposte attraverso il “Pianeta Grappa”, seminari, fiera, proposte legate alla gastronomia locale, mostre e il concorso fotografico “Facce da Barbera”.

Giunta alla ventunesima edizione, la manifestazione si terrà dal 31 ottobre al 4 novembre. Giovedì 31 ottobre, alle ore 17.30, è prevista l’inaugurazione ufficiale presso la Sala Consigliare in via Roma e contemporaneamente l’apertura al pubblico della Cantina Comunale dei Vini che nei successivi tre giorni sarà a disposizione dei visitatori a partire dalle ore 11. Due i seminari allestiti presso la Cantina: sabato 2 e domenica 3 novembre alle ore 16 gli incontri “stasera…Barbera o Champagne?” saranno dedicati all’abbinamento tra vino e cibo. Durante le giornate di sabato e domenica presso Palazzo Serratrice i ristoratori di Costigliole d’Asti propongono anche una selezione di piatti del territorio per accompagnare la degustazione dei vini.

Il coinvolgimento del paese è però totale attraverso gli stessi ristoranti che aderiscono all’evento (elenco disponibile sul sito internet comunale www.comune.costigliole.at.it) che nei loro locali proporranno dei Menu Degustazione per tutto il periodo della manifestazione. Inoltre, domenica 3 novembre è prevista la Fiera del Tartufo in piazza Umberto I, mentre al Castello dei Rorà è aperta la mostra fotografica “Costigliole Incontra Milano” dal venerdì alla domenica con orario 16 -19 e la domenica anche al mattino dalle ore 10 alle ore 12. La fotografia sarà protagonista anche attraverso il concorso “Facce da Barbera” che raccoglie gli scatti realizzati nei giorni di questo evento costigliolese: la partecipazione è gratuita e in palio ci sono numerose bottiglie di Barbera selezionate dalla Cantina dei Vini. Tutti gli appassionati potranno quindi inviare entro il 30 novembre 2013 non più di tre scatti in formato digitale jpeg ad alta risoluzione del peso massimo di 1 Mb ciascuno, indicando nel file il nome e il cognome (invio e informazioni a costigliole.cultura@gmail.com, regolamento sul sito comunale).

Il sindaco Giovanni Borriero pone in evidenza la sinergia attuata e la quantità dei contenuti di questo evento ma soprattutto la qualità, che diventa una vetrina d’eccellenza per il territorio di Costigliole d’Asti, e raccoglie i complimenti di Mario Sacco, Presidente della Camera di Commercio di Asti che ha voluto ospitare nella sua sede astigiana la conferenza stampa di presentazione. L’assessore comunale Giorgio Gozzellino spiega che per questa manifestazione i vini saranno disposti secondo l’annata e la tipologia di affinamento, accostando i prodotti giovani con quelli maturati nel legno, identificando le bottiglie per territorio di provenienza. Tra le novità di quest’anno i vini Barbera provenienti dal Roero e la collaborazione con la stessa Enoteca regionale del Roero. Il costo giornaliero del calice con taschina è di 8 euro e non pone limite alle degustazioni di vini e grappe. L’evento si conclude lunedì 4 novembre con una degustazione riservata a operatori e ristoratori.

Info: Tel 0141.962202 -961661.

mercoledì 9 ottobre 2013

La vendemmia quest'anno ha ritrovato i tempi "normali". Lo conferma la Cantina di Clavesana con il suo Dolcetto



Da parecchi anni, complici annate con clima decisamente cambiato, la vendemmia sembrava destinata a svolgersi sempre più in piena estate anche alle nostre latitudini "nordiche". L'annata 2013 è invece caratterizzata, oltre che  da una buona qualità secondo le prime stime,  dal ritorno alle tempistiche  di raccolta delle uve che erano normali da fine settembre in poi per le uve rosse. Un esempio significativo arriva dalla Cantina di Clavesana, tra i  leader nella produzione del Dolcetto, che riportiamo volentieri di seguito.
 
Ventuno settimane di maturazione, andamento climatico regolare con primavera piovosa, estate calda senza eccessi e giuste escursioni termiche tra notte e giorno a settembre: a Clavesana quest’anno il clima, e quindi la maturazione del Dolcetto, è tornato “normale”. Il che ha voluto dire avere una “vendemmia perfetta”.
Ci sono tutte le premesse per un magnifico Dogliani 2013”, dice l’enologo Gianfranco Cordero. “Erano diversi anni infatti che non si riscontrava una stagione come questa, ideale per consentire al territorio del Dogliani di dimostrare tutta la sua vocazione per i grandi Dolcetti, in cui colore, profumo e complessità raggiungono valori assoluti. Non esistono altre zone dove il Dolcetto si sia espresso a così grandi livelli, quest’anno. Il lungo periodo di maturazione ha favorito la ricchezza polifenolica, aromatica e minerale dell’uva. E siccome, in viticoltura, maturare con tempi lunghi equivale preparare l’arrosto sulla stufa a legna anziché nella pentola a pressione, speriamo di continuare in questa direzione”, conclude.
 
Un’impressione confermata anche dall’enologo interno di Clavesana, Damiano Sicca, che parla di un’uva “sana, matura e con un potenziale olfattivo notevole”. Gli fa eco l’agronomo Marco Bealessio, che racconta di “un’acidità sostenuta da un’equilibrata concentrazione degli zuccheri, per grappoli di Dolcetto momentaneamente incomparabili con le annate precedenti”.
Tutto bene anche in fase di raccolta, iniziata il 23 settembre e proseguita senza avversità fino al 29 settembre con l'arrivo delle piogge. “Ad oggi abbiamo pigiato l’equivalente di circa 20mila ettolitri di Dolcetto, dei quali 10mila di qualità eccezionale", conferma il direttore Anna Bracco.
Una vendemmia dunque  da incorniciare, che verrà festeggiata nel weekend del 7 e 8 dicembre, in coincidenza con l’avvio della Fiera del Bue Grasso di Carrù (8-12/12), quando Clavesana ospiterà un’altra tappa di Rock & the Wine, l’evento enogastromusicale che porta la musica d’autore nella terra del Dogliani: alle Surie il 7 dicembre torna infatti il grande cantautore americano Willie Nile, mentre il giorno dopo stampa e ospiti si siederanno a tavola per comparare la carne di vitello e di bue di razza piemontese.
 

 

giovedì 3 ottobre 2013

Stefano Chiarlo è il nuovo presidente della Strada del Vino Astesana


 

 

 
A dirla tutta le Strade del Vino, nate in molte aree vitivinicole italiane negli ultimi anni, all'atto pratico non sempre sono riuscite a proporre efficaci azioni promozionali e percorsi turistici ben organizzati dal punto di vista dell'offerta per chi arriva in zona.
Qualcuna di queste Strade esiste più sulla carta che altro, altre vivacchiano senza molta convinzione.
Non è il caso, per fortuna,  di "Astesana", che coinvolge la parte a sud della provincia di Asti , l'Acquese e l'area del Moscato,  che di attività promozionali  ne svolge, proponendo anche percorsi, con una comunicazione adeguata, aspetto quest'ultimo fondamentale per far sapere all'esterno le preogative di un territorio,
In questo contesto fa piacere segnalare  che   Stefano Chiarlo è stato nominato  presidente della Strada del Vino Astesana. Enologo, 44 anni, Stefano è un protagonista della nuova generazione di vignaioli piemontesi, particolarmente impegnato nelle iniziative più innovative dei territori piemontesi, animatore in particolare dell’associazione Produttori del Nizza, il Barbera d’Asti prodotto nell’area classica. La sua formazione si è consolidata all’interno dell’azienda paterna, con cantine e vigneti in Calamandrana, Barolo, Gavi e Castelnuovo Calcea.
Il suo primo impegno aziendale è stato la gestione dei tanti vigneti, da cui ha ricavato un forte impulso per la qualificazione dei vini Michele Chiarlo, con la funzione di wine maker a partire dal 1999, privilegiando i caratteri di eleganza e di autenticità dei terroir di famiglia.
La presidenza di Astesana arriva quindi a coronare la sua maturità imprenditoriale, affiancandole un ruolo importante di rappresentanza del territorio viticolo astigiano, in forte intesa con i gruppi dirigenti delle Enoteche Regionali di Canelli e Nizza Monferrato, delle associazioni di produttori Nizza e Moscato d’Asti-Canelli. La sua nomina è stata fortemente caldeggiata da Gianfranco Berta, grappaiolo di Mombaruzzo, che presidente di Astesana è stato per oltre dieci anni, pilotandola verso un successo esemplare: a dodici anni dalla sua costituzione, questa Strada del Vino, pur privata dei contributi pubblici, conta oggi 180 Soci tra gli imprenditori vinicoli, gli operatori turistici, gli artigiani del gusto nell’ambito di un territorio che fa perno sul sud Astigiano, ma si amplia sul restante territorio del Brachetto d’Acqui e del Moscato d’Asti.

L’assemblea di giugno di Astesana, su proposta del presidente Berta, aveva deciso di procedere ad un ricambio generazionale, puntando sulle nuove energie presenti nelle aziende associate. Un percorso di consultazione ha portato quindi alla scelta di Stefano Chiarlo, affiancato da due vicepresidenti: Nicoletta Candelo operatrice turistica di Fontanile e Andrea Ghignone presidente dell’Enoteca Regionale di Canelli. Completano il direttivo Giorgio Bosticco direttore del Consorzio dell’Asti e Mauro Bandini albergatore di Acqui Terme.

Il primo impegno operativo della nuova presidenza di Astesana è la realizzazione dell’incontro tra le Strade del Vino italiane (saranno presenti oltre 30 operatori provenienti da 10 regioni, in rappresentanza di 70 Strade) e l’associazione ACTE, organizzazione non governativa affiancata al Consiglio d’Europa, sul tema “la promozione culturale dei territori del vino”, che si svolgerà presso l’Università astigiana.

La sede operativa di Astesana è confermata ad Agliano Terme, in regione San Rocco 80; per ulteriori informazioni tel. 0141 964038, www.astesana-stradadelvino.it.

 

mercoledì 2 ottobre 2013

Un prezioso scrigno per la Grappa Riserva Carlo Bocchino


La Distilleria Bocchino  di Canelli (At) lancia sul mercato un nuovo cofanetto pensato per contenere la preziosa Grappa Riserva Carlo Bocchino, vincitrice dell’ULTIMATE SPIRITS CHALLENGE, la competizione internazionale che premia i distillati che si distinguono a livello mondiale nelle rispettive categorie, svoltosi lo scorso 11 marzo a New York City.

Un nuovo packaging capace di comunicare tutta l’unicità e il prestigio che ha permesso a questo distillato di conquistare il CHAIRMAN’S TROPHY 2013 con il punteggio più alto mai ottenuto dalle grappe negli anni precedenti, esattamente 97 punti su 100, classificandosi così al top dei 650 alcolici provenienti da 30 Paesi dal mondo.

Un prodotto dell’eccellenza italiana, racchiuso  in uno scrigno realizzato in legno nero opaco che presenta un’incisione serigrafata in oro lucido.
La bottiglia è realizzata con uno stampo speciale: “incoronata” dal tappo dorato di 900 gr, indossa la medaglia ottenuta salendo sul gradino più alto del podio.

La Grappa Riserva Carlo Bocchino si compone delle migliori grappe di diversa età prodotte e invecchiate dalle generazioni passate della famiglia Bocchino, frutto dell’assemblaggio di diversi vitigni piemontesi che formano un bouquet complesso, dal sapore opulento e vellutato. Il colore molto intenso e profondo unito al profumo ricco di sentori prolungati di vaniglia, tabacco e spezie lo rendono un distillato di eleganza e raffinatezza estrema.

Le nuove confezioni della Grappa Riserva Carlo Bocchino, distribuite da Pellegrini S.p.A, sono disponibili nelle enoteche e nelle carte vini dei più rinomati ristoranti.

Per saperne di più: www.bocchino.it


 

mercoledì 25 settembre 2013

Cascina Castlèt di Costigliole d'Asti adotta una “Madonna con bambino”


 Nella foto: Mariuccia Borio, viticoltrice, e Giuseppe Pilotto, parroco, con la pala d’altare restaurata

Il progetto si presenta domenica 29 settembre alle  ore 16

Confraternita di San Gerolamo, Costigliole d’Asti

 

Vino e arte, due volti della cultura di un territorio. Così Cascina Castlèt, nota  azienda vitivinicola di Costigliole d’Asti, ha “adottato” un’opera d’arte: è una grande pala d’altare che raffigura una Madonna con il bambino e Santa Caterina d’Alessandria, protettrice degli studi.
Fu dipinto a fine 600 dal pittore Giovanni Carlo Aliberti, ottimo artista nato a Canelli e che operò  ad Asti e in molte località del Piemonte, eseguendo anche cicli di affreschi in edifici religiosi, molti dei quali purtroppo andati perduti nei secoli.

In origine l'opera, tornata all'originario splendore,  era la pala d’altare della cappella privata della famiglia Borio.

Oggi una loro discendente, la vignaiola Mariuccia Borio, ha finanziato il restauro del grande quadro che tornerà a risplendere nel futuro Museo Arte sacra.
E’ un progetto dell’associazione Confraternita di San Gerolamo, istituita nel 1997 con l’obiettivo di recuperare il patrimonio culturale, storico e artistico di Costigliole.

“Adotta un’opera d’arte” è la prima iniziativa per salvaguardare il tesoro artistico della parrocchia Nostra Donna di Loreto: oltre al dipinto di Cascina Castlèt, sono già state adottate altre 16 opere d’arte.
Cinque sono ancora in attesa di benefattori. Il progetto sarà presentato domenica 29 settembre, alle 16, in Confraternita. Seguirà la messa concelebrata dal parroco don Giuseppe Pilotto, anche presidente dell’associazione, da mons. Vittorio Croce, vicario generale della Diocesi di Asti, da don Bruno Valente, già presidente dell’associazione e da don Paolo Prunotto, costigliolese, direttore dell’ufficio
diocesano Arte Sacra, cultore e storico d’arte sacra, oggi parroco di Montechiaro d’Asti. Dalle 18  percorso d’arte con una visita guidata alla scoperta delle opere già “adottate” e restaurate.
 

 

venerdì 20 settembre 2013

"Due giorni d'arte a Cerreto" sabato 28 e domenica 29 settembre al MAC


 
Il Mac (Museo d'Arte Cerreto) ospiterà sabato 28 e domenica 29 settembre, due interessanti appuntamenti con varie forme dìespressione artistica.
Il piccolo centro collinare ai confini tra le provincia di Asti e quella di Torino, si sta mettendo in evidenza per l'attività culturale che ha sede presso il Museo, all'ingresso del paese  e nelle salette al primo piano del vicino palazzo municipale.
Sabato 28, alle ore 17, è in programma l'incontro con l'ingegner Francesco Grassi, l'autore dei cerchi sul grano eseguiti a Robella d'Asti, che in piena estate fecero accorrere in zona migliaia di curiosi ed appassionati del genere,  suscitando anche molto interesse da parte dei media, non solo locali.
Queste complesse realizzazioni, in genere di grandi dimensioni, non sono opera di alieni come qualcuno in passato ha tentato di far credere (spesso riuscendoci), ma vere e proprie opere d'arte.
Sarà dunque interessante ascoltare dall'autore  la storia di queste realizzazioni.
Domenica 29, sempre alle ore 17, è prevista invece l'inaugurazione di due mostre.
Protagonisti Elena de Bono con le sue "forme d'argilla" ceramiche artistiche e  il pittore astigiano Massimo Rizzieri Paganini con "mental disorders", opere che affrontano il tema del disagio.
Ingresso libero per entrambi gli appuntamenti, che valgono una piacevole escursione culturale.
 

mercoledì 4 settembre 2013

Club di Giulietta, vino e lettere d'amore


Il balcone di Giulietta
 
I due più celebri innamorati della storia a livello mondiale conoscevano il vino? E’ praticamente certo, dal momento che la bevanda cara a Bacco era già ampiamente diffusa da molti  secoli all’epoca in cui vissero la loro breve esistenza.

Ed ecco arrivare, ad opera di una nota cantina del veronese, una simpatica iniziativa che non mancherà di coinvolgere i romantici di tutto il mondo, che fortunatamente. anche in tempi non proprio idilliaci come questi, sono ancora moltissimi, a giudicare dalle migliaia di lettere che arrivano ogni anno nella città scaligera.

 

Verona, città degli innamorati, scenografia della più struggente storia d'amore che il mondo conosca, quella tra Giulietta e Romeo. Una storia mai dimenticata, come testimoniano le migliaia di lettere indirizzate a Giulietta che ogni anno arrivano alla città scaligera. Un vero patrimonio di parole e di storie d’amore, che da sempre ispirano poeti e letterati di ogni tempo. E l’idea di premiare il più bel libro d’amore ha dato vita nel 1996 al Premio letterario internazionale "Scrivere per Amore". Un concorso unico nel suo genere, organizzato dal Club di Giulietta, che da ottobre 2013 avrà il sostegno della cantina Gerardo Cesari di Cavaion Veronese.

Una collaborazione che vedrà finalmente unite due autentiche passioni: il sentimento d'amore più puro, simboleggiato dalla figura di Giulietta, e la grande passione per il territorio e la cultura veronese, rappresentata dai vini Gerardo Cesari. Un connubio che non si limiterà solamente al Premio Letterario internazionale ma che proseguirà con tante interessanti iniziative.

A partire dal numero autunnale, la newsletter Cesari avrà infatti uno spazio curato direttamente dal Club di Giulietta, dove si potranno leggere le lettere d'amore più significative arrivate a Verona nel corso degli anni, mentre la pagina FaceBook dell'azienda ospiterà in bacheca le più belle frasi d'amore legate al vino che gli enonauti potranno inviare via mail all'indirizzo amordivino@cesariverona.it.
Le frasi postate potranno essere votate direttamente dalla pagina FB con un “mi piace”.

Infine, la Cantina Cesari di Cavaion Veronese diverrà un vero e proprio “ufficio postale di Giulietta”: chi visiterà la Cantina potrà infatti usufruire di una speciale cassetta per spedire i propri pensieri d'amore indirizzati a Giulietta. Le lettere raccolte saranno consegnate al Club di Giulietta che giudicherà  quali siano le migliori e meritevoli di partecipare al Premio “Cara Giulietta” dedicato alle missive d'amore, che si svolgerà a febbraio 2014.