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giovedì 25 novembre 2021

Le Giornate del Gran Bollito Misto con il bue grasso di razza Piemontese e il cappone San Damiano Dal 5 al 30 dicembre in macellerie, agrimacellerie, ristoranti, agriturismi e gastronomie in provincia di Asti

 



Fiera del Bue Grasso e del Manzo di Nizza M. - domenica 5 dicembre 2021
Fiera di Sua Maestà il Bue Grasso di Moncalvo - mercoledì 8 dicembre 2021
Fiera Storica del Cappone di San Damiano d’Asti - domenica 12 dicembre 2021
Fiera Elogio della Bionda di Villanova d'Asti – ogni prima domenica di ottobre,
“Promotional Edition” con San Damiano il 12/12


Per la gioia di tutti i gourmand tornano, per il terzo anno consecutivo, le “Giornate del Gran Bollito Misto”. Nella cornice del suggestivo territorio di Astigiano, Monferrato, Langhe e Roero, quando le caratteristiche colline patrimonio Unesco sono avvolte nella tipica nebbiolina di fine autunno, si è invogliati a cercare il calore di un piatto fumante e goloso. Il Gran Bollito Misto è un piatto regale, non solo perché la “Bela Rosin” lo preparava per il suo Re con la ricetta “risorgimentale”, ma anche per l’effettiva ricchezza che immerge i buongustai in una sorta di ozio sensoriale inebriante.
Tutto questo grazie alla sapiente tradizione degli allevatori dei bui grassi, mastodontici bovini di razza Piemontese dal mantello bianco e muggito possente che fanno del loro impressionante peso, anche oltre le 2 tonnellate, il successo delle tradizionali fiere di fine anno e anche di ristoranti e agriturismi, macellerie e agrimacellerie, e tutte le gastronomie di questi territori.

E' stata presentata la rassegna di quest’anno: le “Giornate del Gran Bollito Misto” si terranno dal 5 al 30 dicembre, con il Bue grasso di razza Piemontese e il Cappone San Damiano di razza Bionda di Villanova d’Asti (elemento imprescindibile fra i sette ammennicoli della ricetta). Motori dell’intera manifestazione: la Fiera del Bue Grasso e del Manzo di Nizza Monferrato di domenica 5 dicembre, la Fiera di Sua Maestà i Bue Grasso di Moncalvo di mercoledì 8 dicembre e la Fiera del Cappone di San Damiano d’Asti di domenica 12 dicembre. Queste rassegne zootecniche vedono l’esposizione degli animali migliori, “toelettati” per l’occasione e, nel caso dei buoi, anche protagonisti di una vera e propria sfilata a favore di pubblico e intenditori.

Alla presentazione sono intervenuti: Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo; Christian Orecchia, Sindaco della Città di Moncalvo; Luisella Braghero, Presidente della Fiera del bue di Moncalvo; Simone Nosenzo, Sindaco della Città di Nizza Monferrato; Arturo Cravera, assessore al Turismo e Commercio di Nizza M.; Davide Migliasso, Sindaco della Città di San Damiano d'Asti; Flavio Torchio, assessore alle Manifestazioni di San Damiano; Mauro Carbone, direttore dell’ente turismo Langhe Monferrato Roero; Tiziano Valperga direttore dell’Associazione Allevatori (A.R.A. Piemonte); Fausto Solito medico veterinario cultore delle tradizioni della filiera della carne.
L’assessore Protopapa ha ringraziato i promotori dell’iniziativa e in particolare i sindaci che hanno compreso l’utilità di fare un discorso sinergico e collaborativo nella promozione del territorio. Il sindaco Nosenzo, nell’esporre il programma della Fiera di Nizza Monferrato ha rilevato come, anche grazie alla rassegna delle Giornate del Gran Bollito Misto, ci sia un impulso a incrementare la qualità dell’offerta, sia da parte delle stesse fiere, come ad esempio la partecipazione di quest’anno dell’Istituto alberghiero per la preparazione del pranzo, sia da parte di tutta la filiera, dagli allevatori, ai ristoratori, fino ai macellai. Il sindaco Orecchia ha illustrato le numerose iniziative previste per questa 383° edizione della Fiera di Sua Maestà il Bue Grasso di Moncalvo che vede il coinvolgimento diretto dell’intera città, a cominciare dall’associazione fiera e dalla pro loco per la preparazione del bollito non stop. Il sindaco Migliasso, affiancato da un bellissimo esemplare di cappone portato da Fabio Monticone, ha ringraziato tutti gli allevatori e ha annunciato l’istituzione, anche in collaborazione con il comune di Villanova d’Asti, di un Albo degli allevatori di Cappone e di Gallina della razza Bionda.
Una delle novità di quest’anno è stata illustrata da Mauro Carbone: un percorso formativo per i “Narratori delle carni pregiate” con il coinvolgimento di alcuni giovani che sappiano illustrare l’esperienza sensoriale e le tradizioni legate al bue grasso e al cappone.
Un’altra iniziativa inedita è la proposta di istituire un Albo del Bue Grasso, con la possibilità per i consumatori di seguire il percorso di filiera di questi fantastici animali. Dopo il successo dell’anno passato sarà riproposta, con prenotazione online e in quantità limitata, la “Meat Box” con quattro tagli di bue o manzo, mezzo capone o una gallina bionda e due cotechini, in totale oltre 4 chilogrammi di carne al costo di 50 euro con una bottiglia di Barbera d’Asti Docg e un vasetto di bagnet in omaggio.

Tutti gli aggiornamenti e gli elenchi di quando e dove gustare, sui territori di riferimento delle Fiere, il Gran Bollito Misto con il bue grasso di razza Piemontese e il cappone saranno pubblicati sul sito ufficiale www.granbollitomisto.com . Sullo stesso sito internet tutti possono segnalare le proprie macellerie, agrimacellerie, ristoranti, agriturismi e gastronomie, a patto di proporre esclusivamente bue grasso o manzo di razza Piemontese e cappone San Damiano.




Le Fiere:

Fiera del Bue Grasso e del Manzo di razza Bovina Piemontese di Nizza M.
Domenica 5 dicembre 2021

Fiera di Sua Maestà il Bue Grasso di razza Bovina Piemontese di Moncalvo
Mercoledì 8 dicembre 2021

Fiera Storica del Cappone di San Damiano d’Asti
Domenica 12 dicembre 2021

Fiera Elogio della Bionda di Villanova d'Asti
già tenutasi il 3/10/21, “Promotional Edition” con San Damiano il 12/12

Programmi, menù e ulteriori informazioni su www.granbollitomisto.com

mercoledì 24 novembre 2021

NUOVO PANETTONE PERA E CIOCCOLATO: L’ALLEANZA PIEMONTESE TRA ALBERTENGO E GOBINO



LA NOVITÀ DEL NATALE 2021 DELL’AZIENDA DI TORRE SAN GIORGIO (CN) NASCE DA UNA PARTNERSHIP CON LA CIOCCOLATERIA ARTIGIANA DI TORINO. OLTRE UN MILIONE E MEZZO DI LIEVITATI ALL’ANNO, EXPORT IN 27 PAESI E NUOVI PROGETTI AGRICOLI IN ALTA LANGA

Un’alleanza «made in Piemonte», quella tra Albertengo Panettoni di Torre San Giorgio (Cn) e Guido Gobino di Torino, nata in vista del Natale 2021: è il nuovo Panettone Pera e Cioccolato creato dall’azienda cuneese in partnership con la cioccolateria artigiana torinese. Si tratta di un panettone della Selezione Piemonte, in cui sono protagoniste materie prime prodotte nella regione.

Dalla “regina” dell’Alta Langa, la Nocciola Piemonte IGP delle Langhe coltivata nella Tenuta San Giorgio Pian delle Violette, azienda agricola della famiglia Albertengo a Levice, in Alta Langa. La Tonda Gentile è riconosciuta come la migliore nocciola al mondo, e viene utilizzata sia nella glassa che nella decorazione dei Panettoni. Altra materia prima è il burro di panna ricavato da latte piemontese, trasformato da un’azienda vicinissima ad Albertengoin una filiera controllata per garantire gusto e qualità. E infine, il Moscato delle colline di Santo Stefano Belbo, dolce e aromatico, un’eccellenza vinicola piemontese.

Un’alleanza con la loro terra che si rinnova anche in importanti investimenti in Alta Langa: dal 2012, Albertengo ha avviato un progetto agricolo per produrre Nocciole Piemonte IGP delle Langhe.

«Nove anni fa abbiamo cominciato a mettere insieme i terreni e a sistemare l’area a corpo unico che oggi è la nostra Tenuta San Giorgio Pian delle Violette a Levice – dicono Livia e Massimo Albertengo, titolari dell’azienda con mamma Caterina - 14 ettari tutti impiantati a nocciole. Sono 7 mila piante, di cui la metà entrate in produzione nel 2019. L’obiettivo è di utilizzare solo la nocciola prodotta nella nostra azienda per glassaree decorare i nostri lievitati».

Il Panettone Pera e Cioccolato, ricco di morbidi pezzi di pera e gocce di cioccolato Guido Gobino, ricoperto con glassa e decorato con nocciole intere, va ad aggiungersi agli altri tre prodotti realizzati con materie prime piemontesi che completano la Selezione Piemonte: il Panettone Gran Moscato, glassato, decorato con nocciole intere senza scorze di agrumi; il Panettone Classico Glassato, decorato con nocciole intere, uvetta e canditi; e il Panettone Classico senza glassa con uvetta e canditi.


                                                   
Oltre trent’anni di Panettone ai vini

Albertengo nasce in Piemonte, una terra di grandi vini e di forte cultura enologica: misurarsi con ricette che esaltano questo ingrediente e questa tradizione straordinaria è stato un passo importante e allo stesso tempo una sfida. Così alla fine degli anni ‘80, sollecitati da clienti e amici, la famiglia Albertengo ha iniziato a utilizzare il vino come ingrediente del Panettone. Sono stati pionieri: i primi esperimenti sono stati fatti con il Moscato d’Asti, a cui si sono aggiunti i passiti di Moscato, il passito di Pantelleria, la grappa, i distillati e, ultimi, il Brachetto d’Acqui e il vin santo. All’impasto non vengono aggiunti solo vini dolci: funzionano anche unioni meno convenzionali, come quelle con Fiano, Torcolato e Albana. La produzione di panettoni al vino ha raggiunto dimensioni importanti: quasi un quarto della produzione Albertengo. Sono disponibili in tutti i formati, da 100 grammi a 20 chili.

Moscato Passito: specialità nata dall’unione tra il dolce e pregiato Moscato Passito dei Vignaioli di Santo Stefano Belbo e il soffice impasto del Panettone Albertengo. Ricco di morbida uvetta, ricoperto con glassa e decorato con mandorle.

Brachetto d’Acqui: una grande specialità nata dall’incontro tra il dolce e profumato Brachetto d’Acqui Docg Giulio Cocchi e il soffice impasto del Panettone Albertengo.

Vin Santo: una grande specialità nata dall’incontro tra l’intenso e aromatico Vin Santo Santa Cristina Valdichiana Toscana e il soffice impasto del Panettone Albertengo.

                                                    il panettone Albertengo da 20 kg


ALBERTENGO PANETTONI E COLOMBE|LA STORIA

Maestri dell’arte bianca già dalla fine dell’Ottocento, gli Albertengo sfornavano pane fresco ogni mattina per gli abitanti di Torre San Giorgio, in provincia di Cuneo, in un’antica panetteria ai piedi del Monviso.

Negli anni Cinquanta del secolo scorso Domenico Albertengo, che aveva ereditato il mestiere dai suoi nonni, intuì che era arrivato il momento di aggiungere qualcosa di nuovo alla produzione di famiglia e iniziò a preparare i suoi primi panettoni e colombe alla piemontese: nel soffice impasto dei lievitati Albertengo, la grande conoscenza dell’arte della panificazione, dei segreti della lievitazione naturale e dell’importanza di materie prime di qualità rappresentarono fin da subito le chiavi di un successo straordinario; i riconoscimenti non si fecero attendere.

Insieme a Domenico, all’epoca giovanissimo, c’era la moglie Caterina, che lo affiancava e credeva in lui e nei suoi progetti. Ancora oggi, da presidente, Caterina segue con occhio attento le scelte, la crescita dell’azienda e dei nipoti Giorgia e Amedeo, figli di Massimo e futuri eredi della Albertengo. Insieme a lei, i figli Livia e Massimo: con circa un milione e mezzo tra panettoni e colombe prodotte ogni anno, Albertengo sa riunire la sapienza della pasticceria artigianale ai metodi di lavorazione e alla garanzia di qualità di una grande azienda moderna.
Lo slogan aziendale è: «I Piemontesi sono fatti di un’altra pasta!».

 


domenica 14 novembre 2021

CIA sulla Nocciola Piemonte “Per difendere la qualità è decisiva l’alleanza con il mondo della ricerca”



 Venerdì scorso presentate a Nizza Monferrato le novità per la corilicoltura

 Le ricerche del CNR e dell’Università Cattolica di Piacenza

Aziende innovative: il Vivaio Roveta con le prime piante di nocciolo con Dna certificato
Economia circolare: dagli scarti della nocciola risorse preziose per la cosmetica e la nutrizione
Il presidente nazionale Dino Scanavino: “Dal Pnrr una spinta alla tracciabilità di filiera”
 

***Il Premio Agrestino 2021 al giornalista Paolo Monticone***

 

 

La Nocciola è una grande risorsa per l’agricoltura piemontese, per difenderla e valorizzarla è sempre più importante l’alleanza tra i corilicoltori, il mondo della ricerca e l’Università. Il convegno promosso da Cia Agricoltori Italiani di Asti – venerdì 12 novembre al Foro Boario di Nizza Monferrato – ha confermato quanto questa relazione possa essere virtuosa e promettente per consentire alle aziende di stringere un patto sempre più forte con il consumatore finale. Certificare la Tonda Gentile dal campo alla tavola sta diventando un obiettivo raggiungibile grazie ai passi avanti fatti dalla ricerca e in parte già applicati ad alcuni processi produttivi. E’ il caso del Vivaio Roveta di Bubbio, dove sono state prodotte le prime 4000 piante di Tonda Gentile Trilobata con DNA certificato. Diego Breviario, esperto dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR di Milano, ha spiegato come - grazie al contributo dell’azienda astigiana che ha sostenuto interamente i costi del progetto - sia stata sviluppata la metodologia “FoodCode” per il Nocciolo. Il metodo assegna un profilo di DNA semplice e distintivo, leggibile da cellulare tramite codice QR.


La ricercatrice Francesca Scandellari di Tointech srl ha presentato il progetto “CoRyTeVa” - realizzato in collaborazione con Università di Torino e Università Cattolica del Sacro Cuore e finanziato dalla Regione Piemonte-  che punta a individuare i “marcatori” della nocciola. “L’assunto di base – spiega la studiosa – è che nocciole prodotte in zone diverse abbiano una “firma isotopica” diversa che si ottiene analizzando le varianti naturali degli elementi chimici”. Se i risultati preliminari saranno confermati, le aziende avranno un’arma in più per garantire al consumatore finale che la nocciola è davvero made in Piemonte. Il professor Luigi Lucini dell’Università Cattolica di Piacenza, partendo dagli studi sui marcatori della nocciola, ha fornito indicazioni sui benefici che la Nocciola Piemonte, grazie alla presenza di vitamine, sostanze antiossidanti e anti colesterolo, ha dal punto di vista nutrizionale e della salute. Uno dei focus della giornata di studio è stata l’economia circolare applicata all’agricoltura. Poliphenolia, il laboratorio astigiano che dal 2015 applica alla cosmetica il potere benefico dei polifenoli estratti dalla vinaccia, sta studiando gli scarti della nocciola. Giorgio Iviglia, ingegnere biomedico, co-fondatore di Poliphenolia ha spiegato che le potenzialità sono molte. “Nella cuticola abbiamo grandi quantità di polifenoli, è possibile estrarre un olio ricco di sostanze benefiche come acido oleico e linoleico, trigliceridi e tocoferolo che hanno effetti positivi sui sistemi biologici. Tutti elementi che possono trovare applicazione non solo in cosmetica ma anche in campo alimentare e medicale”, conclude Iviglia.


Con il presidente Alessandro Durando, esperto corilicoltore, Cia Asti spinge l’acceleratore su innovazione e politiche di filiera che garantiscano alle aziende agricole un ritorno commisurato alla qualità del prodotto. “La corilicoltura è sempre più importante per la nostra economia, basti pensare che solo in provincia di Asti gli ettari coltivati sono più di 5700 e crescono di anno in anno – commenta Durando – dobbiamo proteggere questa produzione di qualità garantendo agli agricoltori un reddito adeguato che consenta investimenti in ricerca, tecniche di produzione all’insegna della sostenibilità, riuso degli scarti, tutele assicurative contro i danni sempre più frequenti provocati dal cambiamento climatico”.

Il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, è intervenuto sul PNRR.

L’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è agire in un’ottica d’insieme, per costruire veri e propri “sistemi imprenditoriali territoriali” interconnessi, dove le attività produttive e le forze sociali possano fare rete per resistere meglio alle crisi. “La pandemia ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita. Ora la ripartenza dipende dalla capacità di interpretare il cambiamento -ha spiegato Scanavino- utilizzando le ingenti risorse a disposizione per progetti concreti e innovativi, realizzabili con tempi certi e ragionati in un’ottica più verde, digitale e resiliente, come ci chiede l’Europa con il Green Deal”.

Più in dettaglio “dovranno rientrare misure e strumenti specifici per modernizzare e digitalizzare il settore, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibili e competitivi i produttori nazionali, avendo a disposizione tecnologie innovative a supporto delle scelte di tecniche culturali e input produttivi, razionalizzazione delle risorse, raccolta dati, tracciabilità delle filiere e blockchain, rinnovamento del parco macchine agricole”. Non meno strategica, poi, “la creazione di sistemi produttivi a vocazione territoriale, tramite un coinvolgimento attivo e condiviso tra agricoltori, artigiani, commercianti, logistica, turismo, enti locali, consumatori”.

 Il settore primario “può diventare il paradigma di un nuovo modello di sviluppo in sinergia con le altre forze economiche e sociali, sostenendo una logica di progettualità trasversali tra le varie Missioni del Piano -ha concluso il presidente di Cia-. Si tratta di un’opportunità unica per consentire all’Italia di imboccare la strada della ripresa, attraverso il rilancio dei territori dal punto di vista sociale, economico e ambientale”.

 


 
Il Premio Agrestino 2021 al giornalista Paolo Monticone

 

Paolo Monticone, giornalista esperto di temi agricoli, direttore di testate locali, per molti anni “colonna” della comunicazione per la Cia Agricoltori Italiani di Asti, ha ricevuto venerdì 12 novembre il Premio Agrestino 2021.

Il riconoscimento è stato consegnato dal presidente provinciale Alessandro Durando e dal presidente nazionale Dino Scanavino al Foro Boario di Nizza, in occasione della giornata di studio sulla corilicoltura. Componente del direttivo dei Pensionati Cia e della direzione regionale di Cia Piemonte, Monticone va a impreziosire l’Albo d’oro del Premio annuale dedicato al personaggio che si sia segnalato per la sua attività di valorizzazione e promozione del mondo agricolo e dei suoi “attori”. Dal 1987 ad oggi sono state insignite personalità della politica, della cultura, della scienza, dell’imprenditoria. Nel 2020 il Premio è stato consegnato ad enti, istituzioni pubbliche, forze dell’ordine, medici, infermieri e volontari che si sono spesi con dedizione assoluta e coraggio per contrastare l’emergenza Covid.

 

Foto;
Il gruppo dei relatori: da sinistra Ernesto Roveta, Diego Breviario, Dino Scanavino, Francesca Scandellari, Luigi Lucini, Alessandro Durando, Giorgio Iviglia, Francesca Serra tecnico Cia, Marco Pippione direttore Cia
Uno scorcio della sala
Agrivan Cia, il presidente Scanavino con insegnanti e studenti dell'Istituto agrario Penna
Durando e Scanavino consegnano il Premio Agrestino 2021 al giornalista Paolo Monticone

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SERVE LA QUARTA DOSE LA PROPONE IL BAGNA CAUDA DAY - IN ARRIVO IL BAGNA PASS CHE GARANTIRÀ ACCOGLIENZA SPECIALE NEGLI OLTRE 130 LOCALI CHE PARTECIPANO ALLA PIÙ GRANDE BAGNA CAUDA CONTEMPORANEA E COLLETTIVA AL MONDO. LA KERMESSE CONTRIBUIRÀ A FAR NASCERE IL BOSCO DEGLI ASTIGIANI

   

                                                                              Foto di Franco Bello 

Potrebbero bastare i numeri a raccontare la voglia di bagna cauda che si sta diffondendo in Piemonte. Più di 130 locali tra ristoranti, cantine storiche, agriturismo, con una disponibilità di ventimila posti a tavola, hanno aderito alla kermesse proposta per il nono anno dall’Associazione Astigiani che si svilupperà in due fine settimana (26,27, 28 novembre e 3,4, 5 dicembre)

«Il Bagna Cauda Day di quest’anno ha il profumo speciale della voglia di ripartire nel rispetto delle regole e con il consueto pizzico di ironia» ha sottolineato il direttore di Astigiani Sergio Miravalle, alla conferenza stampa di presentazione. «Tutti i bagnacaudisti che nell’ultimo fine settimana di novembre e nel primo week end di dicembre andranno nei locali aderenti riceveranno in omaggio il bavagliolone in stoffa “Quarta dose!”, firmato da Sergio Ponchione, un modo per dire che, dopo i vaccini, una bella bagna cauda aiuta a stare in salute».

È prevista anche la possibilità di avere la bagna cauda a casa, già pronta con tutte le verdure giuste nei ristoranti che propongono la versione «Sporta a ca’».

E la manifestazione che si è diffusa in tutto il Piemonte e la Valle d’Aosta con adesioni anche in Liguria e significative presenze all’estero da Shanghai a Berlino aggiunge quest’anno un obiettivo di alto valore simbolico in tempi di cambiamenti climatici.

«Crediamo nell’azione concreta della messa a dimora di alberi – spiegano ad Astigiani - Il Bagna Cauda Day contribuirà a finanziare la nascita del Bosco degli Astigiani sulle colline di Viatosto su un terreno di oltre 5 ettari messo a disposizione del Comune di Asti dalla Banca d’Asti. Possiamo dire che andando a mangiare la bagna cauda si contribuirà così a far crescere un grande parco pubblico nel segno della sostenibilità ambientale a tutela della biodiversità».

Quest’anno il bavagliolone del Bagna Cauda Day avrà un valore in più.Basterà farsi un selfie indossando il bavaglione dell’edizione 2021 e conservare la propria foto sul telefono cellulare. Quell’immagine diventa il «Bagna pass», un lasciapassare che avrà valore fino al 21 marzo 2022 e sarà riconosciuto da tutti i locali che aderiscono al Bagna Cauda Day. Mostrando il Bagna pass in tutti i locali aderenti all’iniziativa (proprio come si fa con il Green pass) si avrà un’accoglienza speciale e un brindisi omaggio con una coppa di Asti docg o Moscato d’Asti docg. E ci sono anche decine di negozi amici del Bagna Cauda Day che a chi mostrerà il Bagna Pass, garantiranno sconti e omaggi.Con il Bagna pass si può partecipare al contest fotografico Bagna Cauda Clic sui canali Instagram e Facebook. Le migliori 12 foto saranno premiate con un magnum di Asti docg offerto dal Consorzio dell’Asti.

Basta una telefonata per prenotare 

Per sapere quali sono i locali che aderiscono all’originale formula è sufficiente andare sul sito www.bagnacaudaday.it e scorrere gli elenchi, suddivisi per aree geografiche: Astigiano, Monferrato, Langhe, Torinese, Alto Piemonte e non solo.

Per ogni locale è pubblicata una scheda con il numero di posti messi a disposizione e il telefono per prenotare direttamente i propri posti a tavola.

Basta una telefonata direttamente al numero del locale prescelto.

La fortunata formula non cambia. Il prezzo di riferimento del piatto in tutti i locali sarà di 25 euro. La bagna cauda potrà essere proposta in varie versioni segnalate da un semaforo: Come dio comanda (rosso), eretica (giallo) o atea senz’aglio (verde). Previsto anche il Finale in gloria con tartufo. Il vino è proposto al prezzo di 12 euro a bottiglia.

Il Bagna Cauda Day vede alleate quattro importanti case vinicole astigiane leader della barbera: Bava di Cocconato, Braida di Rocchetta Tanaro, Cascina Castlet di Costigliole e Coppo di Canelli.

Al Bagna Cauda Day aderiscono quest’anno anche la Coldiretti che ospiterà il mercatino dei prodotti per la Bagna Cauda nella sede di Campagna Amica di corso Alessandria ad Asti e la Cia (Agricoltori italiani) che avrà il suo Agrivan nel centro di Asti con assaggi di bagna cauda, proposti in versione food street, in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Agrario di Asti.

La bagna cauda non è solo un piatto che coinvolge l’intera filiera agricola, dall’olio alle verdure, ha un valore storico e sociale, un momento di incontro a tavola che quest’anno ritorna, pur mantenendo per chi lo vorrà anche la possibilità di ordinarla e farsela portare a casa con tutti gli ingredienti, bavagliolo compreso.

Sono arrivate adesioni anche dall’estero. Quest’anno tornerà a celebrarsi il Bagna Cauda Day anche in Cina grazie all’adesione dell’associazione piemontesi di Shanghai.

All’associazione Astigiani sottolineano: «Ringraziamo fin da ora i titolari dei locali, i cuochi e le cuoche, le centinaia di camerieri che nei giorni del Bagna Cauda Day saranno impegnati nel rispetto delle norme di sicurezza per far vivere al meglio l’evento nello spirito di convivialità regolata e attenta. Torniamo in presenza, dopo l’esperienza dello scorso anno, che fu obbligatoriamente in versione solo da asporto. Dopo le vaccinazioni vere e necessarie crediamo che anche una “quarta dose” sottoforma di una bagna cauda a modo suo contribuisca a tener lontani i virus visto che, oltre alle note qualità antisettiche dell’aglio, certamente favorisce il distanziamento sociale”.

 Gadget imperdibili: Acciù portafortuna, Acciculata e il Kit del dopo bagna

Nel periodo del Bagna Cauda Day la sede di Astigiani in via San Martino 2 ad Asti, in corso Alfieri, di fronte alla pinacoteca di Palazzo Mazzetti, diventa il quartier generale della manifestazione.

 Si possono trovare i bavaglioloni che il vignettista astigiano Sergio Ponchione ha disegnato con lo slogan “Quarta dose!”, un modo per dire che, dopo i vaccini veri, anche una bella bagna cauda può aiutare ad allontanare le paure e restare in salute.

In via San Martino 2 ci sono anche le Acciù in stoffa. Colorati pezzi unici portafortuna nel formato portachiavi da 12 centimetri e distanziamento sociale da mezzo metro. Se infatti si fanno baciare le due Acciù tenendole per la coda si ottiene il metro indicato per il distanziamento sociale, ancora più evidente e garantito dopo che si è mangiata la bagna cauda.

 La novità di quest’anno è la confezione delle Acciculatadella Barbero: due deliziose acciughe (da 70 grammi di finissimo cioccolato fondente e al latte) proposte nella scatoletta in metallo serigrafato vintage della famosa torroneria astigiana. Un oggetto regalo sfizioso, prodotto in esclusiva per il Bagna Cauda Day.  

 Altro ironico gadget considerato ormai un classico dell’evento un sono i kit del dopo Bagna Cauda composti da: lattina di Molecola, bicchiere di magnesia Tortoroglio, dentifricio alle sette erbe in versione “baciamisubito”della famacia Moderna di Asti, torroncini Barbero, cremina rigenerante per la pelle della Poliphenolia ottenuta dall’uva dei vigneti astigiani. 

C’è anche la versione con grappa di Moscato d’Asti della Ab selezione italianspirits di Canelli.

Il tutto può essere ordinato anche on line sul sito www.bagnacaudaday.it.

 Bagna Beauty: yoga, creme e relax nella torre medioevale

Sabato 27 e domenica 28 novembre la storica Torre dei Roero Monteu, nel centro storico di Asti in via Roero, ospiterà il Bagna Beauty. Giulia Marcelli, Azienda Agricola Fratelli Durando e Poliphenolia organizzano un evento straordinario dedicato al benessere fisico e mentale.Costo 50 € a persona – Massimo 4 persone per ogni mezza giornata. Per info e prenotazioni: 338 5089194 Giulia

 Bagna trekking, le camminate del Bagna Cauda Day

 Una bella camminata sulle colline dell’Astigiano è l’ideale per farsi venire l’appetito e “meritarsi” ancor di più la bagna cauda. Lo propone Gabriella Lago istruttrice di Nordic Walking e guida ambientale escursionistica. In occasione del Bagna Cauda Day propone tre diversi itinerari, che si concluderanno immancabilmente in uno dei locali del circuito del Bagna Cauda Day.Per info, costo e prenotazioni: Gabriella colibriescursioni@gmail.com – cell. 333.2387218

 “Sfogliamo”, la mostra mercato dei libri di enogastronomia

 Vecchi libri di cucina ed enogastronomia tornano a nuova vita alla Cascina del Racconto di via Bonzanigo con la mostramercato “Sfogliamo”. Sabato 27 e domenica 28 novembre e sabato 4 e domenica 5 dicembre dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.Il ricavato della mostra Sfogliamo sarà destinato alla Croce Verde di Asti.

 


 

 

 

 

mercoledì 10 novembre 2021

IL SAUVIGNON ABBRACCIA IL PANETTONE (di Fabrizio Salce)

 


La giornata si presenta tipica di questa stagione con le foglie delle vigne impreziosite da mille colori che vengono dolcemente accarezzate da una leggera nebbiolina. Anche la temperatura è autunnale e il calore di un buon bicchiere di vino è linfa vitale per scaldare anime e corpi. C’è poi la piacevole compagnia di alcuni colleghi della stampa enogastronomica e di un piccolo gruppo di ristoratori.

Siamo tornati in quella terra di Langa, Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2014, quella Langa che ha sempre il potere di affascinare e stupire chi la raggiunge. Le armoniose colline, i vigneti cesellati dalla mano dell’uomo, e poi casolari, strade, bricchi e quel nobile passato testimoniato da castelli e torri impreziositi da tante storie.

Ci accomodiamo all’interno della cantina, seduti ad un lungo tavolo che per certi versi ricorda l’allegria delle feste popolari di paese. L’atmosfera è conviviale nel momento in cui Piergiorgio Marengo prende la parola ed inizia a raccontarci la storia della sua azienda agricola di famiglia: Poderi la Collina sita in borgata Pianezzo a Dogliani (CN).

Dogliani è quella deliziosa località adagiata sul fondovalle, con le sue frazioni dislocate sull’ampio territorio comunale che salgono e avvicinano i grappoli al sole. Questa Alta Langa contraddistinta da un’agricoltura diversificata che abbraccia pascoli e noccioleti per poi sfociare nelle cantine, alcune delle quali ormai famose in tutto il mondo. Un territorio che vive prevalentemente di agricoltura di cui il vino ne è parte integrante di grande rilevanza economica ed ambientale.

E’ questa la terra del Dolcetto il cui nome deriverebbe da “DoliumJanuae", la "Coppa di Giano".

                                             Piergiorgio Marengo con Anna Schellino

Piergiorgio racconta dei nonni materni Maria e Gabriele, degli anni difficili diventati proibitivi con lo scoppio della Seconda Guerra. Per Gabriele arrivò il fronte, Africa, Grecia, Albania e poi la prigionia, per Maria il duro compito di crescere due figli in solitudine. La vita di quei tempi non si focalizzava sul produrre e vendere i frutti della terra, bisognava ingegnarsi e andare oltre le colline, oltre le montagne il naturale confine tra le verdi langhe e la Liguria. E allora Maria caricava le damigiane di vino su di un carretto e lo trainava con la bicicletta percorrendo le antiche via del sale. Giorni e giorni di fatica a pedali per potere tornare con il sale, l’olio, le acciughe. Un baratto fatto a distanza tra gocce di vino, gocce d’olio, rigagnoli di sudore e tanta paura.

 Fu poi la volta di Margherita, figlia di Maria, che con il marito Virginio portarono avanti nel tempo la tradizione agricola contadina della famiglia. Erano gli anni 50 e 60 quando si comperavano uve e vini e si commercializzavano. Fu quel lavoro, tutt’altro che semplice, che scavò a fondo le fondamenta dell’attuale realtà produttiva gestita da Piergiorgio e la moglie Anna Schellino.

Arrivarono gli anni 80, Piergiorgio prende le redini dell’azienda agricola e decide di diventare vitivinicoltore a tutti gli effetti. Acquisisce altri appezzamenti in diversi momenti fino ad arrivare agli attuali 14 ettari e le circa 100 mila bottiglie prodotte annualmente.

La qualità senza transigere, questa oggi la filosofia della cantina che propone l’intera gamma dei vitigni e dei vini locali a denominazione di origine controllata. Le peculiarità del terreno e la consona esposizione al sole, rendono le vigne di proprietà ottimali per la produzione di vini rossi importanti, dalla grande struttura, e di bianchi freschi e raffinati.

Massima cura dei vigneti, sin dall’inerbimento, una gestione attenta all’ambiente e al rispetto della salute umana, il ricorso a una agricoltura che integri antiche tecniche ai più moderni ritrovati. Niente uso di diserbanti di sintesi mentre per la reintegrazione della sostanza organica si predilige l’utilizzo del sovescio: (fave, piselli, orzo, mais) che riporta il suolo alla sua dimensione naturale.

I vini: Dogliani DOCG Pian MarieDogliani DOCG Superiore Bricco CastigliaBarbera d’Alba DOC,Barbera d’Alba Superiore DOC,Langhe DOC Nebbiolo Bricco Barone, Langhe DOC Rosso Marengo, Langhe DOC Arneis Pus-vej, Langhe DOC FavoritaLanghe DOC Sauvignon, Langhe DOC Rosato (Nebbiolo), Magnus Brut Rosé (Nebbiolo), Magnus Brut (Pinot nero e Chardonnay).

Al tavolo in abbinamento ad alcuni sapori tipici di questo lembo di Piemonte come le acciughe al verde, il salame nostrano, la frittata e la battuta al coltello degustiamo i vini di differenti annate. Ma c’è anche un altro motivo interessante per il quale abbiamo raggiunto Dogliani. Possiamo degustare in anteprima una dolce idea nata nel 2020. Vi parlo di una collaborazione tra Poderi la Collina e Albertengo nota azienda dolciaria di Torre San Giorgio (CN).

Il Langhe DOC Sauvignon è indiscutibilmente un vino piacevole, profumato e armonioso motivo per cui le due realtà produttive hanno unito il loro lavoro, la loro manualità e capacità e hanno creato un nuovo panettone impastato col profumato, fine, delicato ed unico Langhe DOC Sauvignon che in langa ha trovato una casa speciale. Il vitigno francese si unisce così alle altre materie prime, rigorosamente selezionate e frutto di rigorosa cernita. Il lievito madre che è necessario far “rinascere” ogni giorno, il burro di malga, i canditi da frutta locale e le nocciole della glassa di copertura non potevano che essere quelle piemontesi, coltivate in Alta Langa. Un panettone che nasce importante, buono, impreziosito proprio dal matrimonio col Sauvignon dei Poderi La Collina. Assaggiandolo lo scopriamo ingrediente ideale per le prossime Festa Natalizie, un compagno per allietare le tavole del prossimo mese e l’arrivo dell’anno nuovo. Il formato è quello classico da 1 Kg, arricchito da una bella confezione che esprime gioia e positività. Un dolce classico della tradizione e i vini di una famiglia per dirsi in armonia tutti insieme: Buone Feste.

Fabrizio Salce

 


 

 

 

 

giovedì 4 novembre 2021

SARA VEZZA VINCE IL PREMIO NAZIONALE DONNE E SOSTENIBILITÀ

PRODUTTRICE BIOLOGICA A MONFORTE D’ALBA, 41 ANNI E 4 FIGLI, SI È AGGIUDICATA IL PRIMO POSTO AL CONTEST ISTAT AGRICOLTURA CON UN VIDEO REALIZZATO DA LANGHE TV

Sara Vezza, produttrice di Barolo a Monforte d’Alba, ha vinto il premio nazionale «Donne e sostenibilità», un video contest promosso dall’Istat in occasione del 7° Censimento generale dell’Agricoltura.

Il video con cui si è presentata la giovane langarola ha convinto i giudici dell'Istat che l’hanno scelta tra tante belle storie e progetti di imprenditrice lavoratrici del settore dedicati al green.

Sara, 41 anni e 4 figli, «si definisce figlia d’arte – mamma e papà entrambi professionisti del settore – ma soprattutto figlia della propria terra, le Langhe – si legge nella motivazione del premio -. Nel 2004 Sara trasforma la produzione dell’azienda dandole pieno indirizzo biologico fino a sposare la tecnica della biodinamica. Il profondo legame con la natura e l’impegno culturale contraddistinguono il suo progetto, sviluppato grazie a un approccio virtuoso in ogni aspetto del lavoro».

Un premio che tiene in considerazione anche le attività di coinvolgimento del pubblico come l’iniziativa «Adotta un filare» lanciata da Sara nel 2016 e che oggi vede protagonisti in prima persona numerosi amanti del vino e della Langa da tutto il mondo. Gli «adottanti», a cui viene affidato un filare, vengono coinvolti durante l’anno in diverse attività del ciclo della vite come la potatura e la vendemmia.

«È davvero un onore aver vinto il primo posto – commenta Sara -: poter veicolare i valori di sostenibilità, agricoltura biologica e soprattutto il coinvolgimento della comunità è per me una mission importante. Ecco realizzato il mio sogno di lasciare alle generazioni future una Legacy di pilastri fondanti e di linee guida essenziali per l’agricoltura e il mondo di domani».

Il video vincitore, realizzato da Massimo Gavello e Rodolfo Carrara di Langhe Tv, si può vedere qui: https://youtu.be/SZnSX5fGpbc

 

                                   

Da Josetta Saffirio a Sara Vezza, cinque generazioni di vignaioli in Langa

Sara Vezza, classe 1980, mamma di Clara, Cecilia, Giovanni e Cesare, è la quinta generazione di contadini che coltivano vigne a Monforte d’Alba, in Langa. A 17 anni aveva un sogno: fare la vignaiola. L’ha realizzato due anni dopo, a 19 anni, rilanciando l’azienda di famiglia. Oggi cura una proprietà di 11,5 ettari vitati a varietà autoctone, principalmente Nebbiolo, Barbera e il raro Rossese Bianco. Produce circa 70 mila bottiglie all’anno. Ha fatto nuovi investimenti: 16 ettari a Murazzano dove Sara sta piantando Pinot Nero e Chardonnay per produrre Alta Langa, le bollicine piemontesi. Quella di Josetta Saffirio è una storia antica, che inizia alla fine dell’Ottocento con il primo Saffirio, Giovanni Battista, che si sposta a vivere nella Langa. Ai primi del Novecento, il padre di Josetta, Ernesto, inizia a coltivare i suoi vigneti. Nel 1975, giovanissima, Josetta decide di occuparsi dei vigneti del padre. Laureata in agraria e affiancata dal marito Roberto, enologo, inizia a coltivare le vigne piantate dai nonni subito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo alcuni anni, Josetta e Roberto vedono premiate le proprie fatiche e riescono a produrre un Nebbiolo di riconosciuta qualità. Nel 1985 viene presentato il primo Barolo con l’attuale etichetta, frutto di una passione e di un impegno mai venuto meno. Dopo un periodo di pausa negli anni 90, Sara, figlia di Josetta e Roberto, decide di dedicarsi anche lei ai vigneti di famiglia e di scrivere una nuova pagina nella storia di Josetta Saffirio. Ultimo nato il nuovo brand Sara Vezza che identifica la produzione dei vini cru dell’azienda: dal Barolo Ravera alla Barbera d’Alba Villar’o, all’Alta Langa.