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domenica 31 gennaio 2021

Consorzio Olio Dop Riviera Ligure: mantenere alta la competitività delle Indicazioni Geografiche


Il Consorzio dell’Olio Dop Riviera Ligure rilancia sulla necessità di mantenere alta la competitività delle Indicazioni Geografiche, garantire una gestione sempre più efficiente delle IG con più risorse e nuovi strumenti, riconoscere i Consorzi di Tutela come soggetti attivi nell’attuazione delle politiche di sviluppo

Lo fa insieme a tutti i Consorzi di tutela italiani che hanno partecipato all'incontro di Origin Italia, l’associazione che rappresenta circa il 90% delle produzioni italiane a Indicazione Geografica.
"E' arrivato il momento di affrontare con convinzione il tema della sostenibilità a 360 gradi guardando agli aspetti ambientali oltre che sociali ed economici che caratterizzano la filiera produttiva della DOP Riviera Ligure  – sottolinea Carlo Siffredi, presidente  del Consorzio dell’Olio Dop Riviera Ligure  -. L’obiettivo è di gestire al meglio la transizione ecologica che è in atto in ogni parte del mondo. E il contributo dei Consorzi di Tutela è fondamentale perché rappresentano le esperienze più avanzate in questo campo”.
I numeri in Liguria parlano chiaro. Nel 2020 l’olio extravergine di oliva Riviera Dop ha registrato 946 aziende iscritte al sistema di controllo: 825 olivicoltori, 69 confezionatori, 52 frantoiani. Sono 2100 gli ettari di oliveti, con 740.000 piante, iscritti a questo sistema di controllo.  E circa 6400 i quintali di olio realizzati  ad oggi con la campagna ancora in corso nella filiera controllata, di cui 2.700 già certificati ed immessi in commercio come olio DOP  in Liguria.
“ Per raggiungere questi risultati in Liguria – conclude Carlo Siffredi -  è però fondamentale l'unione non solo dei produttori ma anche delle istituzioni per progettare e sostenere un percorso che crei sinergia costante e duratura nel tempo tra i valori legati al territorio e quelli più strettamente eco – sostenibili ".
Al centro dell’attenzione la riforma del Testo unico dei Consorzi di tutela, oltre alle misure relative al Covid-19, il Recovery Plan, quindi il Patto per l’export ed il G20 di settembre in Italia.
Nelle prossime settimane Origin Italia avvierà un calendario di incontri con gli Assessori Regionali per illustrare l'Agenda 2021 in attesa che si chiuda la partita del Governo con la nomina del nuovo Ministro dell'Agricoltura.
In programma a fine primavera anche un'iniziativa sulla sostenibilità che vedrà coinvolti i principali stakeholder nazionali e europei.
Per Mauro Rosati, direttore di Origin Italia “ serve una partecipazione attiva di tutti i Consorzi di Tutela sui temi della riforma Green Deal UE, soprattutto per quanto riguarda i due dossier più strategici: Farm To Fork e Biodiversity”.



lunedì 25 gennaio 2021

Una bella certezza Il 2020 del Monferrato del vino si chiude bene: i mercati tengono, le bottiglie aumentano «Il comparto resiste nonostante le difficoltà»

Lockdown, stop agli spostamenti e sostanziale blocco dei canali Ho.re.ca. Misure che, nel corso del 2020, hanno inflitto colpi durissimi al comparto del vino, intimamente legato alle occasioni di incontro e di scambio. Le indagini statistiche registrano in larga parte un forte calo del settore, con oscillazioni marcate verso il basso e proiezioni incerte per quanto riguarda il futuro economico e produttivo

Ma esistono delle eccezioni. Che, oltre a fotografare lo stato di salute di certe realtà, ricordano l’importanza di ripartire con nuovi slanci e nuove prospettive. Una di queste è il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che chiude il 2020 con numeri incoraggianti. Con oltre 66 milioni di bottiglie e più di 11 mila ettari vitati, pari a circa il 30% della superficie a Doc e Docg del Piemonte, il Consorzio tutela 13 denominazioni, 4 Docg (Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri) e 9 Doc (Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato e Piemonte).

Uno scenario che si dimostra solido e colloca il Monferrato del vino in una posizione di rilievo. Comparando i dati del 31 dicembre 2020 rispetto a quelli del 2019 alla stessa data, l’imbottigliato cresce dello 0,4%, mentre restano pressoché invariati i numeri della vendemmia con un potenziale di 536.393 ettolitri di vino prodotti. Se il primo dipende dal mercato e dalle sue richieste – entrambi di buona tenuta, come dimostra la corrispondente decrescita delle giacenze – la seconda si conferma stabile anche in relazione alle condizioni climatiche del periodo antecedente alla vendemmia stessa.

 Emerge l’imbottigliato della Barbera d’Asti Superiore, con un incremento del 2,1% e un aumento di 1 milione di bottiglie in cinque anni, segno di un prodotto sempre più apprezzato. Vino longevo e di valore, registra quote importanti negli Stati Uniti e in Nord Europa, dove i prodotti affinati continuano a riscuotere grande interesse. Bene il Nizza (+ 4%) e il Ruché di Castagnole Monferrato, con quest’ultimo che si attesta ancora una volta sul milione di bottiglie.

 

                                        
«La nostra previsione si è dimostrata corretta: il Monferrato del vino, malgrado le grandi difficoltà legate all’emergenza sanitaria, ha dimostrato un’ottima tenuta – commenta Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del MonferratoI numeri confermano la solidità del nostro comparto di riferimento, che ha retto all’urto di questi mesi grazie alla capacità e al lavoro delle aziende, ormai ben piazzate sui mercati e sui consumi, sempre più attente a garantire il massimo profilo qualitativo del vino. Le nostre Docg si mantengono stabili e, in certi casi, registrano incrementi importanti. Un risultato che incorona il percorso intrapreso negli ultimi anni. Imprese consolidate e giovani produttori hanno capito il valore del nostro territorio e del nostro vino, arrivando a rappresentare una garanzia per gli investimenti che interessano tutto il nostro mondo. E questo lancia un grande messaggio di speranza che cogliamo per rinnovare i nostri obiettivi: quelli di garantire reddito e valore ai viticoltori, ma anche di continuare a raccontare il nostro territorio e le sue molte eccellenze».

 

 

 

mercoledì 13 gennaio 2021

LE RICETTE DEL VINO: ECCO I 900 PIATTI “LOCAL”DELLE DONNE DEL VINO

 



UN GRANDE RICETTARIO ON LINE APRE L’ANNO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CHE RIUNISCE PRODUTTRICI, SOMMELIER, ENOTECARIE, ENOLOGHE, RISTORATRICI, GIORNALISTE

Il primo ricettario che parte dal vino per arrivare al cibo: 900 ricette che insegnano a preparare la cucina tipica più adatta a gustare i vini della stessa regione.

900 ricette dalle 900 Donne del Vino con piatti locali e di antica tradizione, scelti in base all’abbinamento con i vini e i vitigni della stessa zona. Nasce così il primo ricettario al mondo che parte dal vino per arrivare al cibo e insegna a preparare la cucina tipica più adatta a gustare i vini della stessa regione. Nel suo complesso «Le ricette del vino» sono una raccolta di vini e tradizioni culinarie. Fanno conoscere anzi fanno entrare in quel patrimonio di saperi e sapori che caratterizza le tante «patrie locali» di cui è ricca l’Italia.

Sarà quindi il vino il vero protagonista di questo ricettario, ogni abbinamento è pensato per un piatto tipico e realizzato dalle associate nella tradizione regionale, della città, del paese o del borgo in cui la Donna del Vino vive o lavora. Produttrici, sommelier, enotecarie, enologhe, ristoratrici, giornaliste ed esperte del settore si sono messe letteralmente ai fornelli per realizzare le ricette, straordinarie professionalità del mondo del vino che grazie ai loro suggerimenti daranno un valore aggiunto al piatto.

«Le Ricette del Vino»sono raccolte e pubblicate con cadenza bisettimanale (il martedì e il venerdì) sul nuovo sito dell’Associazione www.ledonnedelvino.com in una sezione dedicata.



«Questo ricettario - spiega Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’Associazione nazionale - vuole diventare un punto di riferimento per chi ama la cucina tradizionale e i grandi vini italiani, in questo modo la nostra associazione intende dare un utile contributo alla salvaguardia della cultura materiale italiana e alla conoscenza dei territori del vino attraverso la valorizzazione degli abbinamenti storici fra vino e cibo». E aggiunge: «Un particolare ringraziamento a tutte le Donne del Vino che, con entusiasmo, stanno aderendo a questa speciale iniziativa, a Liliana Savioli per l’idea di un approccio diverso al classico ricettario valorizzando il vino, alle responsabili del progetto Cinzia Mattioli e Antonietta Mazzeo, a Camilla Guiggi per il contributo agli abbinamenti, a Paola Bosani per il coordinamento editoriale e allo splendido e affiatato gruppo di lavoro».



I gruppi di lavoro sono i seguenti:

Ricette Nord Ovest (Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia):Cinzia Mattioli, Josè Pellegrini, Marina Ramasso, Camilla Guiggi, Anna Pesenti

Ricette Nord Est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige):Liliana Savioli, Romina Togn;

Ricette Centro (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Umbria):Antonietta Mazzeo, Laura Bucci, Paola Rastelli;

Ricette Sud Ovest (Campania, Basilicata, Calabria):Lorella Di Porzio, Gilda Martusciello, Vincenza Alessio Librandi;

Ricette Sud Est (Puglia, Abruzzo, Molise):Sabrina Soloperto;

Ricette Sicilia e SardegnaRoberta Urso.

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com

 

Associazione Nazionale Le Donne del Vino

02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com