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sabato 24 dicembre 2016

IL CONSORZIO BARBERA D'ASTI E VINI DEL MONFERRATO SEMPRE PIU' ATTIVO


 
PROMOZIONE
Deciso l’intervento in campo promozionale, con il Consorzio impegnato a sviluppare un ampio piano di comunicazione rivolto ai mercati su cui la Denominazione interviene. Il primo passo è stato quello di identificare la Barbera d’Asti come il vino pop per eccellenza, identificando così il suo passato, l’estrazione ed il legame con le sue colline, il suo presente, la piacevolezza e la facilità di beva, il suo futuro, fatto di incontri con nuovi mercati e cucine.

Partendo da qui si sono dettagliate le iniziative, che partendo dall’astigiano hanno interessato le principali piazze nazionali, rivolgendosi in ultima istanza ai mercati esteri. I principali eventi di cui possiamo rendere conto sono i seguenti:

-  Vinitaly: La partecipazione, organizzata attorno ad un’enoteca in cui erano presenti oltre cinquanta etichette di Barbera d’Asti, ha visto il suo momento clou nell’evento Barbera70, dove alcuni tra i principali opinionisti nazionali hanno festeggiato i 70 anni del Consorzio, in una degustazione comparata tra Barbere provenienti da varie parti del mondo.

-   Collisioni: Un incontro con Ian d’Agata e numerosi addetti al settore che caratterizzano il Progetto Vino, al cui interno si è tenuta una degustazione organizzata nelle sale di Palazzo Mazzetti ad Asti, al termine di una giornata in cui gli ospiti hanno potuto visitare il nostro territorio.

-  Golosaria: Importante partnership con il duo Massobrio&Gatti, che partendo dal matrimonio tra Barbera d’Asti e Champagne si è conclusa a Milano, dove sono stati premiati i Patriarchi della Barbera, per il loro impegno nella promozione e diffusione della nostra DOCG.

-   Press Tour: Una visita del territorio compiuta da dieci giornalisti internazionali, finalizzata a fargli conoscere in modo approfondito il territorio e culminata con una degustazione di 30 etichette di Barbera d’Asti.

-   Blog mynameisbarbera.com : uno spazio in cui la Barbera d’Asti parla di sé stessa e del suo territorio, redatto con la collaborazione di due importanti wine blogger internazionali; Joe Roberts e Anton Moiseenko. Un blog in cui troveranno spazio racconti di vita, interpretati secondo le più attuali regole dello storytelling. Il tutto supportato da un’intensa attività social, per rivelare al mondo l’universo Barbera d’Asti.

-   Wine Spectator: è proseguita la campagna pubblicitaria su Wine Spectator, rivista di settore leader mondiale, articolatasi oltre che sull’edizione cartacea anche sul sito internet, per il tramite di un banner nella home page.

-  Barbera70: il ritorno della Barbera d’Asti a Torino, nelle sale del prestigioso Palazzo Barolo. Una serata iniziata con la degustazione di nove barbere provenienti da diverse zone di produzione mondiali affidata a Joe Roberts. A seguire un brindisi con un selezionato pubblico di wine lover cittadini, che hanno potuto ascoltare il racconto che Adua Villa ha fatto del nostro vino.

-   Seminario Ian d’Agata: in occasione della douja d’or si è tenuto un seminario rivolto ai vitigni autoctoni del Monferrato, dove Ian d’Agata ha discusso, assieme ai produttori e ad alcuni esperti internazionali, delle potenzialità delle Denominazioni monferrine.

-   Festival Spoleto: iniziativa realizzata nel piccolo ma suggestivo borgo umbro, dove Luca Gardini ha condotto una degustazione di quella che nell’occasione è stata insignita del “Vino nel mondo Awards”, assieme a nomi quali Franco Ziliani, inventore del Franciacorta, Daniele Cernilli, autorevole firma giornalistica di settore, Gianmarco Tognazzi, attore e produttore di vini.

Accanto a questi eventi si è sviluppata una fitta rete di iniziative locali, che  hanno inteso sostenere lo sforzo condotto dal territorio, a dimostrazione dell’importanza che il Consorzio gli attribuisce. Nizza Mon.to, Canelli, San Damiano d’Asti, Castagnole Mon.to, Agliano Terme, Mombercelli, Costigliole d’Asti, Celle Enomondo, sono solo alcune delle località su cui il Consorzio è intervenuto a vario titolo. A quanto descritto si è poi associata una campagna pubblicitario che ha coinvolto tanto la stampa locale quanto quella nazionale, e finalizzata alla promozione di singoli eventi.

Per il 2017 lo scopo è quello di continuare nella promozione delle nove Denominazioni tutelate e di tutto il Monferrato, sempre più centrale nella comunicazione che il Consorzio fa di sé.
Dopo un’analisi dei risultati raggiunti dalle iniziative trascorse sarà stilato un nuovo piano di comunicazione, sostenuto dai finanziamenti PSR e OCM e capace di intervenire sui mercati. Oltre che le suddette valutazioni, esso dovrà essere in grado di recepire i desiderata delle aziende, con cui si ricercherà un crescente dialogo.

Il tutto finalizzato a sostenere la diffusione del marchio Barbera d’Asti coerentemente con suoi i valori intrinseci, che come detto si rifanno ai concetti di tradizione e di qualità, che da oggettiva deve divenire anche percepita.

 


 
L'imponente castello di Costigliole d'Asti che ospita da dicembre 2016 la sede del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato

mercoledì 21 dicembre 2016

L’ARCHITETTURA DEL GUSTO, BONTA’ E CLASSE IN UN BOX


 

Ingredienti gourmet e ricette di grandi chef nella tua
 cucina con i box firmati L’Architettura del Gusto

L’Architettura del Gusto è l’innovativo progetto di e-commerce che vi regala una serata da chef, proponendo confezioni esclusivedotate di tutto il necessario per realizzare piatti stellati a casa vostra. Ogni box, ideato da chef stellati e non, comprende prodotti selezionati, una video ricetta, informazioni sullo chef, suggerimenti per impiattare e per scegliere il vino ideale da abbinare.

L’obiettivo della giovane start up è far conoscere le più ricercate eccellenze della gastronomia italiana e renderle accessibili a tutti. Ogni box è pensato come un viaggio all’insegna del gusto, in cui ingredienti sublimi si sposano con la creatività dei grandi chef italiani.

“Il progetto è nato circa due anni fa, pensando a cosa mi sarebbe piaciuto ricevere al posto dei soliti omaggi – spiega Gianluigi Siena, presidente a amministratore delegato della start-up -  È  così che ho pensato alla confezione deL’Architettura del Gusto dove abbiamo inserito i prodotti per realizzare la ricetta di chef stellati e non e mettere alla prova le persone”.

Il progetto non sarebbe possibile senza la preziosa collaborazione di rinomati cuochi del panorama italiano che non solo creano squisite ricette, ma selezionano ingredienti di qualità e propongono abbinamenti sorprendenti. “Ho collaborato con L’Architettura del Gusto, producendo buona parte delle cose che trovate all’interno dei box – racconta lo chef Davide Palluda - dialogando con i cuochi e cercando di trasformare e rendere conservabili le ricette, nel rispetto del giusto rapporto tra conservabilità e sapore”.

Gli amanti dell’alta cucina potranno scegliere il loro kit tra due tematiche: “Stile e innovazione” e “I sapori della tradizione”, spaziando tra percorsi culinari differenti e seguendo ogni volta la propria ispirazione.

Tradizione, innovazione, sapori e profumi vi aspettano nelle Confezioni degli Chef per assaporare ogni volta nuove emozioni.

Per maggiori informazioni: www.architetturadelgusto.com


#architetturadelgusto

 
 videoricette

lunedì 19 dicembre 2016

L’ALTA LANGA PUNTA A 2 MILIONI DI BOTTIGLIE

 
Nell'incontro natalizio tra produttori e parte agricola
il bilancio di un anno eccezionale per le alte bollicine del Piemonte
 
 
Un incontro tra i soci del Consorzio dell’Alta Langa Docg nella tenuta di Fontanafredda ha rappresentato l’occasione, il 15 dicembre, per fare tutti insieme il punto della situazione e tracciare le linee per lo sviluppo delle alte bollicine piemontesi.

Piero Bagnasco (AD di Fontanafredda), nel dare il benvenuto, ha ricordato il grande momento di coesione che il Consorzio sta vivendo, tanto più importante se si considera come l’Alta Langa sia allo stesso tempo un prodotto e un territorio.
“L’Alta Langa - ha detto Bagnasco - per me è una grande città diffusa che ha coscienza di sé, abitata da gente laboriosa, solidale, orgogliosa. Nelle nostre terre la disoccupazione è al 5.3%: gli stessi livelli della Germania e degli Usa. È il segno che da noi si lavora, e si lavora bene. Il metodo classico Alta Langa rappresenta nel mondo il nostro sapere”.
Per Fontanafredda, la crescita nell’ultimo periodo della commercializzazione di bollicine Alta Langa è stata importante. “Ma soprattutto - ha voluto ricordare Piero Bagnasco - lavoriamo tutti insieme per far crescere il Consorzio. C’è una splendida armonia tra parte agricola e parte industriale. Adesso più che mai è il momento di aprirsi, di favorire l’ingresso di nuove aziende”.

Giulio Bava, al suo secondo mandato come presidente del Consorzio, ha parlato dei numeri: “Siamo un piccolo consorzio che funziona molto bene. 85 soci, ben 70 aziende presenti oggi, segno che Alta Langa è sentito. Un progetto nato circa 30 anni fa per volontà di una manciata di viticoltori e sette aziende originarie. Tutti insieme stiamo sviluppando un vino, una denominazione e un territorio: è da qui che deriva ancora oggi la nostra energia. Se piantiamo una vigna per Alta Langa è perché crediamo nella scommessa di un vino che non sarà pronto prima di sei anni, e che dunque dovrà essere per forza un vino importante. La crescita e la qualità che Alta Langa oggi dimostra arrivano da lontano”.
Per promuovere la denominazione, in questo ultimo anno sono state organizzate decine di degustazioni in tutta Italia, Alta Langa ha preso parte al Progetto Vino in seno a Collisioni ed è stata bollicina ufficiale a Terra Madre - Salone del Gusto. È in corso una campagna pubblicitaria sulle principali testate nazionali.
Il Consorzio adesso chiede nuovi impianti “ma vuole che gli impianti siano sostenibili - ha specificato Bava -, l’uva valorizzata, la crescita regolare, parametrata alle vendite”.
Per questo ci sono stati nuovi bandi e la Regione Piemonte ha sostenuto la crescita del vigneto Alta Langa: da 70 ettari si è arrivati prima a 110 e adesso si punta a 200 non ancora tutte in produzione. Se nel 2012 si producevano 5.800 quintali di una per Alta Langa - circa mezzo milione di bottiglie -, il millesimo 2016 avrà 760.000 bottiglie da 8.850 quintali di uva. In quattro anni la crescita è stata del 48%.
“Nel frattempo, con le nuove vigne in parte già piantate. abbiamo programmato il futuro del Consorzio. Quando tutte saranno interamente in produzione, fra 4 anni, le bottiglie saranno 2 milioni. Il prossimo anno dovremo preoccuparci delle vigne che entreranno in produzione tra il 2022 e il 2025: questi sono i tempi di Alta Langa” ha detto Giulio Bava.

“I lunghi tempi di affinamento previsti dal disciplinare Alta Langa richiedono che il vino sia perfetto - ha detto il vicepresidente del Consorzio Carlo Bussi -. Il prezzo concordato in base alla qualità delle uve è sicuramente un incentivo per tutti a fare meglio. Minimizzare l’impatto dei trattamenti sull’uva è una priorità di ogni sistema di coltivazione, per questo abbiamo avviato un monitoraggio analitico sulle uve e sui vini con test sensibilissimi per avere la certezza della qualità offerta. Ci muoviamo nella direzione della sostenibilità delle coltivazioni”.


Al tavolo dei relatori anche il magnifico rettore della Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Pier Carlo Grimaldi: “La scelta del Consorzio Alta Langa raccoglie l’eredità di un territorio conservato dagli avi e mantenuto intatto per molto tempo. Un territorio che non è stato trasformato come le basse colline. Prezioso, fragile, certamente da sostenere, in cui salvaguardare la biodiversità. Le alte colline di langa conservano un patrimonio naturale che la bassa langa non ha più  più. La narrazione di questo vino avrà questo punto di forza: l’origine nel paesaggio fenogliano, terra straordinaria di resistenze - di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti, li ha assecondati, senza perdere il suo bagaglio di memoria”.

Il prossimo obiettivo? Dopo il consolidamento in Italia, l’export. Parola di Andrea Farinetti (Fontanafredda): “Con l’ingresso di Coppo, Contratto e Rizzi siamo ormai 17 produttori. Molti di noi prima, di essere conosciuti per l’Alta Langa, erano noti per la produzione di Barolo, Barbera, vini piemontesi eccezionali. L’Alta Langa dovrà competere nella stessa categoria, e dovrà farlo in tutto il mondo”.


Virtuosa la scelta del Consorzio di affiancare la quota delle contribuzioni dei soci con risorse da partner privati: Vetreria Etrusca e BIM - Banca Intermobiliare hanno stretto un accordo di collaborazione con l’Alta Langa per assicurare il loro sostegno in attività di promozione, studio e ricerca. 
 
 
 
ALTA LANGA, ALTE BOLLICINE PIEMONTESI - Prodotto ottenuto da uve Pinot Nero e Chardonnay, Alta Langa può essere solo millesimato e coltivato in vigneti sopra i 250 metri s.l.m. in una zona limitata delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.
L’Alta Langa possiede notevole ampiezza dei profumi e complessità, caratteristiche che si sviluppano grazie all’affinamento sui lieviti che avviene per non meno di trenta mesi in bottiglia. È prodotto come brut (bianco e rosé) e può diventare Riserva con più lunga permanenza sui lieviti nei migliori millesimi.
 
Foto di gruppo dei produttori
 
 La sala di Fontanafredda affollata dai protagonisti della filiera produttiva di Alta Langa


 

martedì 13 dicembre 2016

"SUTHERLAND-VANGI. UN ALTO DIALOGO TRA PITTURA E SCULTURA" Palazzo Mazzetti - Asti



Dal 17 dicembre 2016 al 12 marzo 2017 Palazzo Mazzetti ad Asti ospita la mostra “Sutherland-Vangi. Un alto dialogo tra pittura e scultura”, a cura di Francesco Poli
 

La mostra, promossa da Fondazione Palazzo Mazzetti e Città di Asti, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è realizzata con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Asti.
La Fondazione Palazzo Mazzetti ha portato nell’antica residenza settecentesca di Asti uno straordinario evento espositivo che presenta, in un dialogo stimolante, opere dipinte e opere plastiche modellate. Alla base di questo progetto che dedica, in contemporanea, due mostre antologiche a Graham Sutherland (1903 - 1980), protagonista della scena artistica britannica e a Giuliano Vangi, tra i più grandi scultori figurativi della nostra epoca, c’è la stretta amicizia del collezionista torinese Gianni Tinto con l’artista toscano e l’ammirazione condivisa per Sutherland.  
 
 
GRAHAM SUTHERLAND
Sutherland arriva al grande successo internazionale a partire dal secondo dopoguerra. La sua figurazione carica di profonde impressioni naturalistiche con inquietanti valenze esistenziali, e a caratterizzata da surreali suggestioni biomorfiche e meccanomorfiche influenza molto giovani artisti, confrontandosi dialetticamente anche con le tendenze informali degli anni ’50. Anche dopo l’esplosione delle neoavanguardie degli anni ‘60/70, e la svolta postmoderna dei decenni successivi, la qualità formale, espressiva e visionaria della sua pittura ha continuato a mantenere intatto il suo autentico fascino. Alla base dell’intensa visione poetica della natura di Sutherland ci sono due fondamentali componenti culturali: da un lato quella storica legata all’estetica romantica e alla grande tradizione del paesaggismo inglese e in genere nordico, e dall’altro lato quella moderna d’avanguardia del biomorfismo metamorfico di matrice surrealista. L’autoritratto dell’artista (di cui esiste solo una versione alla National Portrait Gallery di Londra) inaugura il percorso della mostra.

 


GIULIANO VANGI

In una recente intervista Vangi ha dichiarato: L’uomo di oggi e la sua lotta contro un mondo ostile resta comunque il tema fondamentale della mia opera, tutto il resto m’interessa poco. Voglio raccontare i suoi conflitti interiori e i problemi che affronta a livello sociale, solo così sento di essere a posto con la mia coscienza: aver ‘raccontato’ qualcosa che riguarda tutti gli uomini e non essermi limitato alle mie piccole gioie o dolori personali”. La mostra antologica a Palazzo Mazzetti presenta, con un’attenta regia allestitiva, ventisei sculture di varia grandezza realizzate negli ultimi decenni, accompagnate da una decina di grandi disegni di studio; opere che documentano nel modo migliore in tutte le sue complesse sfaccettature (esistenziali, aggressive, drammatiche, stranianti, enigmatiche, suggestive, seducenti) la singolare trasformazione delle figure umane in organismi plastici, dotati di una intensa vitalità estetica essenzialmente legata alla capacità dell’artista di controllare e far fluire nelle forme statuarie l’espressività primaria dei materiali costitutivi.

 SCHEDA TECNICA DELLA MOSTRA

Anteprima per la stampa

Venerdì 16 dicembre 2016 ore 11 (Palazzo Mazzetti, Corso Alfieri 357 – Asti)

A seguire aperitivo con la partecipazione speciale dell’Associazione Produttori del Nizza docg e presentazione a cura del Presidente Gianni Bertolino della nuova denominazione punta di diamante di un Territorio di eccellenze.

Inaugurazione

Venerdì 16 dicembre 2016 ore 18 (Palazzo Mazzetti, Corso Alfieri 357 – Asti)

A seguire rinfresco con la partecipazione speciale dell’Associazione Produttori del Nizza docg e presentazione a cura del Presidente Gianni Bertolino della nuova denominazione punta di diamante di un Territorio di eccellenze.

 
Apertura al pubblico

17 dicembre 2016 – 12 marzo 2017

Orari: fino al 28 febbraio, da martedì a domenica: ore 10.30 - 18.30.

Dal 1° marzo al 12 marzo, da martedì a domenica: ore 9.30 - 19.30.

Biglietto intero € 5,00, ridotto € 3,00 (gruppi, minori di 18 e maggiori di 65 anni, scuole, titolari di apposite convenzioni). Gratuito per minori di 6 anni, un accompagnatore per gruppo, due insegnanti per classe, disabili con accompagnatore, guide turistiche, giornalisti con tesserino. Libero accesso per i possessori di Abbonamento Torino Musei + Piemonte Card Junior.

Catalogo Silvana Editoriale.

Con lo SmarTicket, acquistabile presso la biglietteria di Palazzo Mazzetti, è possibile visitare: Palazzo Mazzetti (comprese le mostre) – Domus Romana – Cripta e Museo di Sant’Anastasio – Complesso di San Pietro (durante i rispettivi orari).

 
PER INFORMAZIONI

Fondazione Palazzo Mazzetti - Corso Vittorio Alfieri, 357 - 14100 Asti - Tel. 0141 530403

giovedì 8 dicembre 2016

"ASPETTANDO INDIGENA" ALLA SCOPERTA DEI GRANDI VITIGNI AUTOCTONI DEL MONFERRATO


 Il Castello di Costigliole d'Asti, nuova sede del Consorzio della Barbera, che ospita l'importante appuntamento
 
 
 
CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI DEL MONFERRATO

e

COLLISIONI PROGETTO VINO

 Presentano domenica 11 dicembre a Costigliole

"ASPETTANDO INDIGENA"

ALLA SCOPERTA DEI GRANDI VITIGNI AUTOCTONI DEL MONFERRATO

A cura di Ian D'Agata

 
Domenica 11 dicembre, presso il Castello di Costigliole, alla presenza dell'Assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero e del Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, Filippo Mobrici, verrà presentato il nuovo Progetto"Indigena" ideato e diretto dal Senior Editor di Vinous Ian D'Agata (nella foto) , direttore creativo del Progetto Vino di Collisioni, pluripremiato autore del libro Native Wine Grapes of Italy, interamente dedicato ai vitigni autoctoni del Piemonte e d’Italia,vincitore nel 2015 del Louis Roederer Book of the Year e nella Top 10 wine books of the year delNY Times, LA Times, e Financial Times.

 
ASPETTANDO INDIGENA

La prima fase del progetto si delineerà attraverso incontri di avvicinamento diffusi sul territorio. Si tratta di una nuovissima iniziativa, condivisa con l'Assessorato all'agricoltura della Regione Piemonte alla scoperta di quelle varietà di vitigni e vini che sono il patrimonio specifico del territorio, con l’obiettivo di rilanciare l'immagine di quei vini spesso a torto ritenuti minori, e promuoverne la conoscenza grazie a un progetto che impegnerà esperti internazionali, importatori, giornalisti, sommelierstellati in incontri, seminari, alla scoperta dei grandi paesaggi vitivinicoli degli autoctoni piemontesi, e non solo.

 Giorgio Ferrero
Dichiara Giorgio Ferrero , Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte: “I vitigni autoctoni in Piemonte sono una realtà importante, unica in Italia. Rappresentano infatti la più alta concentrazione di vitigni autoctoni a denominazione d’origine del nostro paese, e la stragrande maggioranza della nostra produzione a denominazione d'origine. Valorizzarne dunque l’immagine, meno nota, ma non per questo meno interessante, significa valorizzare al meglio la nostra viticoltura, legarla sempre più al territorio, alla sua cultura e tradizione, in sostanza alla sua bellezza. Non stiamo parlando di nicchie minuscole, ma di una realtà complessivamente significativa sul piano sia quantitativo che qualitativo, che merita di rappresentare il Piemonte delle eccellenze vitivinicole”.

Tra le tante novità, la presenza alle tavole rotondeanche di produttori stranieridi varietà autoctone piemontesi, che incontreranno i produttori del territorio per un confronto sulle caratteristiche distintive di queste denominazioni. Un modo per riaffermare "la piemontesità" di questi vini, i cui ambasciatori saranno proprio gli ospiti stranieriche hanno scelto di coltivare queste varietà botaniche e produrre questi vini piemontesi in Usa, Australia, Cile.

"Sono veramente felice che questo nostro progetto abbia incontrato l'interesse e il plauso di produttori e istituzioni insieme,” dichiara Ian D’Agata, “l'incontro tra produttori di nazionalità diverse ma che condividono linguaggi comuni, in questo caso l'utilizzo e l'amore per le stesse varietà di uve da vino, non può che tradursi in un'occasione per uno scambio di esperienze, di aneddoti, di ricordi e di conoscenze, in breve, una collisione fra culture diverse ma in fondo simili. Per la mia esperienza, gli stranieri sono onorati e felici di stare allo stesso tavolo con i produttori italiani che essi considerano in qualche modo loro mentori, o comunque stelle polari che indicano loro la strada da seguire, una via attraverso la quale imparare. Ma trattasi di strade a due corsie, anche noi possiamo imparare da loro".

 
LA PRIMA TAPPA

La prima tappa ufficiale di Aspettando Indigena partirà proprio dal Monferrato(dopo il successo del primo appuntamento sperimentale in Alto Piemonte), territorio vitivinicolo che custodisce nella regione il maggior numero di vitigni e vini autoctoni: non solo il più famoso Barbera, ma fra gli altri anche il Grignolino, la Freisa, il Ruché, la Malvasiadi Schierano e la Malvasia di Casorzo. Tesori vinicoli del Piemonte ancora poco conosciuti all'estero e con un grande potenziale di crescita grazie a quelle peculiari qualità che potrebbero dare ad essi un appeal su specifici mercati esteri.


Dichiara Filippo Mobrici (nella foto)Presidente del Consorzio di Tutela vini Asti e Monferrato: "Il progetto Indigena rappresenta per noi il pieno riconoscimento della natura del Monferrato, dove, a fianco della Barbera, esiste un universo di vitigni autoctoni capaci di conferirgli unicità. Questo territorio si contraddistingue infatti per un'eccezionale varietà ampelografica, alla base del grande numero di Denominazioni da noi tutelate. In ossequio dunque alla natura del Monferrato ed ai più attuali compiti che la legge riconosce ai Consorzi di tutela, siamo lieti di sposare nel modo più pieno possibile il progetto Indigena. A tal proposito voglio ringraziare a nome di tutta la nostra filiera la Regione Piemonte per la sensibilità dimostrata, nonchè Collisioni e Ian D'Agata, nostri partner nell'iniziativa”

 

IL MERCATO DEI VINI DA VITIGNI AUTOCTONI ALL'ESTERO

Ruoli e esperienze di un importatore, un ristoratore, e un giornalista di fama internazionali a confronto.

 Dopo la conferenza organizzata a settembre ad Asti da Collisioni nell’ambito delle sue Collisioni Conferences, che ha visto protagonisti i produttori americani di uve autoctone monferrine Patrick Taylor e Mick Unti, e dopo la tavola rotonda in Alto Piemonte organizzata in collaborazione con il Consorzio di tutela alla presenza della Master of WineBarbara Philip (Canada) e delle giornaliste Lawren Mowery (USA), Michaela Morris (Canada) e  Luzia Schrampf (Austria), Aspettando Indigena finalmente entra nel vivo, con un nuovo imperdibile appuntamento.

 

IL PROGRAMMA

L’iniziativa si svolgerà domenica 11 dicembre presso il Castello di Costigliole D'Asti. Alle ore 10.30 Ian D'Agata condurrà una conferenza dedicata interamente ai vini da vitigni autoctoni italiani, in cui saranno ospiti Bernard Burtschy, il massimo esperto di vini di Francia e capo redattore di Figaro Vin, Laura De Pasquale, Master Sommelier e Vice Presidente di Artisanal Fine Wine & Spirits, uno dei più importanti importatori USA, e Shelley Lingren ristoratrice di fama internazionale proprietaria dei ristoranti A16 e SPQR e vincitrice del prestigioso premio James Beard per la migliore carta dei vini in USA. Prenderanno parte al convegno anche Giorgio Ferrero, Assessore all'agricoltura della Regione Piemonte e Filippo Mobrici, Presidente Consorzio di Tutela Vini D'Asti e del Monferrato.  

Nel pomeriggio, alle ore 14.30, dopo un light lunch e un round tasting delle diverse qualità autoctone del Monferrato, Ian D'Agata con gli ospiti internazionali e i produttori guiderà una tavola rotonda dedicata ad alcuni vini del Monferrato selezionati dallo stesso D'Agata allo scopo di capire le possibilità di costruire nuovi mercati all'estero per vini prodotti a partire da uve autoctone piemontesi. Un’occasione unica per i nostri produttori di ascoltare le esperienze e i consigli di questi tre grandissimi personaggi di riferimento del mondo del vino internazionale e discutere insieme le prospettive commerciali degli autoctoni del Monferrato all'estero.

 

 

 

sabato 3 dicembre 2016

A CLAVESANA TORNANO IL VINO, IL BLUES e una novità importante dal 7 all'11 dicembre


 
E ARRIVA UN’IDEA:

CREARE IL “BIODISTRETTO DEL DOGLIANI”

 

Con l’ormai tradizionale “Rock & the Wine”, che coniuga il Dolcetto e musica d’autore, anche quest’anno Clavesana porta la grande stampa a conoscere i tesori della Langa: dal bue grasso al Dogliani docg. E con un convegno propone di costituire un biodistretto legato alle eccellenze del territorio: vino, tonda gentile, razza piemontese.
 

Se l’arrivo della stampa italiana che conta è ormai una piacevole abitudine a Clavesana grazie al “Rock & the Wine”, l’evento che la cantina organizza ogni anno tra le vigne del Dolcetto per valorizzare il Dogliani docg, i prodotti del territorio e il suo paesaggio, attraverso l’abbinamento musica d’autore-vino di qualità, lo è ancora di più l’intraprendenza con la quale Clavesana è da sempre promotrice di idee e di iniziative, cosa che fa di essa un punto di riferimento ideale per l’intera area monregalese.

 

È in quest’ottica che nell’ambito dell’edizione 2016 della manifestazione, in calendario dal 7 all’11 dicembre prossimi, si svolgerà un convegno pensato ad hoc su una prospettiva che potrebbe essere rivoluzionaria per il futuro del comprensorio rurale: la creazione, sull’onda di quanto sta accadendo nel resto d’Italia, di un biodistretto che faccia fulcro sulle tre eccellenze agroalimentari di quest’angolo di Langa: il Dogliani dog, la nocciola Tonda Gentile e il bue di Razza Piemontese.

 

Cos’è un biodistretto? È un “patto” che imprese agricole e non, enti locali, istituzioni e cittadini di un determinato territorio stringono tra di loro per indirizzare in senso virtuoso le politiche di gestione del territorio stesso. Non solo produzioni biologiche ad alto valore aggiunto ma, ad esempio, pasti a base di cibo biologico nelle mense pubbliche, raccolta differenziata, utilizzo di tecniche biologiche per la manutenzione stradale. Pubblico e privato a braccetto per difendere il benessere collettivo nei luoghi in cui si vive. Il tutto anche come riconoscimento ufficiale che dà prestigio e credibilità.

 

Di questo parleranno sabato 10/12 alle 9.30, presso la Chiesa di Sant’Anna delle Surie a Clavesana (CN) nel corso di un dibattito pubblico dal titolo “Razza Piemontese, Tonda Gentile, Dogliani: tre pilastri per un'ipotesi di lavoro. Un nuovo biodistretto a cavallo del Tanaro?”, il vicepresidente del Biodistretto del Chianti, Monica Raspi, Anna Bracco, Direttore Cantina Clavesana e l’agronomo biodinamico, Patrizio Michelis. Interverranno i rappresentanti delle organizzazioni dei produttori (Anaborapi, Asprocor e Bottega di Dogliani), sindaci e amministratori dei paesi a cavallo del Tanaro, agronomi e esperti. L'incontro – aperto a tutti gli interessati - sarà coordinato dal giornalista Stefano Tesi.

 

Ma questo è solo una tappa del ricco programma, che prevede per l’8 dicembre una full immersion dei giornalisti nell'atmosfera carrucese della Fiera del Bue Grasso e la sera, alle 19,30 nella chiesa di Sant'Anna alle Surie, un concerto (aperto a tutti su prenotazione) del grande cantautore britannico Jason McNiff, in duo con Emma Tricca. Il giorno successivo, un’escursione alla scoperta del territorio e la degustazione tecnica dei vini di Clavesana.

 

Per informazioni e per partecipare al dibattito dedicato alla nascita del Biodistretto (10/12) o al concerto Jason Mc Niff e Emma Tricca con cena a seguire, in compagnia dei musicisti (08/12) > www.inclavesana.it | manuela@inclavesana.it oppure tel. + 39 0173 790451

 

Clavesana Siamo Dolcetto è il più grande produttore al mondo di uva Dolcetto e di vino Dogliani docg: produce infatti il 12% (circa 3 milioni di pezzi) dell’imbottigliato planetario di vino da Dolcetto, vitigno tipico della Langa meridionale, che rappresenta anche il 90% della produzione aziendale e dei vigneti, coltivati dai 280 soci: 400 ettari (pari a 1.050 “giornate” piemontesi), di cui 300 destinati al Dogliani docg. Consapevole del suo ruolo di punto di riferimento, non solo vinicolo, sul territorio, la cantina è impegnata da sempre a garantire il mantenimento di una viticoltura a misura d'uomo, delle tradizioni e del paesaggio. Ha fatto di una vecchia scuola rurale il proprio “pensatoio aziendale”, circondandolo di vigneti sperimentali. E organizza con regolarità eventi di approfondimento culturale su vino, ruralità e enogastronomia. Clavesana produce Dogliani docg e Dogliani Superiore docg in varie linee, premiati su numerose guide specializzate. Sito www.inclavesana.it.

 

 
Jason McNiff ed Emma Tricca

 

Tra le tante parole della musica che oggi, forse per fortuna, stanno perdendo un preciso connotato di genere c'è anche "folk".

Che vuol dire, di questi tempi, "folk"? Musica popolare, musica di protesta, musica acustica, musica politica, musica tradizionale, musica d'autore?

Bob Dylan è, o meglio era, "folk"? Maria Carta era "folk"?

 

Più che nel folk, Emma Tricca e Jason McNiff si collocano dunque in quel filone della musica che in inglese è dei "singer-songwriter", termine che però non corrisponde esattamente alla nozione italiana di "cantautore". I due, piuttosto, attingono a un modo di fare musica che "è" folk. Cioè molto diretto, molto a contatto con pubblico e musicisti, con poche sovrastrutture, poche produzioni, poca industria. Un modo attualissimo e modernissimo, una musica niente affatto semplice nè banale. Frutto anzi della ricchezza compositiva di chi ha ben metabolizzato i maestri e si fa vanto di conoscerli, senza scimmiottarli.

Jason McNiff ("One of the UK's best kept secrets" lo definì anni fa la prestigiosa rivista britannica "Mojo") è nato a Bradford nel 1974 e ha all'attivo alcuni cd che hanno riscosso grande successo di critica. Musicista delicato, fortemente legato all'Italia e a Fabrizio De Andrè, dichiara influenze chitarristiche solo in parte imprevedibili (Mark Knopfler) e sa spaziare tra sonorità intime, classici reinterpretati, freschezza d'ispirazione e complessità di arrangiamenti.

Emma Tricca, d'origine abruzzese ma da 18 anni di stanza a Londra, è ormai un'artista di culto in Gran Bretagna: due cd all'attivo, un paio di incontri musicalmente "fatali" alle spalle (Odetta e John Renbourn), si colloca nel solco del "nuovo" (e trasversale, nel senso detto sopra) movimento folk internazionale. Individuare i punti di riferimento nel suo modo di comporre e di cantare è un esercizio appassionante, ma la sua musica è meglio.

Insieme, nel 2016 Jason e Emma hanno inciso "Southern Star", un magnifico album che ora presentano anche a Clavesana in occasione di questa unica data italiana fissata ad hoc per "Rock & the Wine", l'enominifestival organizzato dalla cantina Clavesana per coniugare vino d'autore e musica d'autore. Per McNiff si tratta un piacevole ritorno: fu lui, nel 2012, a inaugurare infatti la prima edizione del festival.