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giovedì 25 maggio 2023

Dal 23 giugno a 23 settembre in Piemonte - QUEST’ESTATE SI GIOCA IL CARPIONATO DEL MONDO

 

   
L’ASSOCIAZIONE ASTIGIANI DOPO IL SUCCESSO DEL BAGNA CAUDA DAY PROPONE UNA NUOVA IDEA LEGATA A UN PIATTO DELLA TRADIZIONE SI POTRÀ GUSTARE IN NUMEROSI LOCALI

Il Carpionato del mondo vuole far “giocare” con un piatto tipico della nostra tradizione estiva, dandogli nuova dignità e visibilità. Il carpione è una marinatura con aglio, aceto, vino, cipolle e salvia. In questo “bagnetto” si fanno riposare (almeno per una notte prima di gustarli, rigorosamente freddi) ortaggi, uova, carni o pesci, prima fritti o bolliti. L’origine del carpione risale probabilmente al Medioevo (ma ce ne sono tracce già tra i Romani) e rispondeva alla necessità di conservare gli alimenti quando ancora i frigoriferi erano di là da venire.

Il carpione è ecologico e a basso impatto ambientale. Non serve il freddo, basta il fresco. È un piatto della tradizione contadina estiva. Il Carpionato del mondo vuole rilanciare l’uso dell’agro, delle marinature e del classico aceto di vino piemontese.

Dove si disputa questo “Carpionato del mondo”?

Saranno coinvolti con la stessa vitalità e fantasia del Bagna Cauda Day un gruppo di ristoranti e agriturismo piemontesi che si rivolgeranno al grande pubblico dei bagnacaudisti proponendo il nuovo appuntamento da “carpionisti”.

Il Carpionato del mondo si gioca tutta l’estate 2023 dal 23 giugno al 23 settembre per un totale di 12 settimane.

Chi potrà partecipare

Ristoranti, trattorie, agriturismi che si impegnino ad avere in carta per tutta l’estate 2023 un loro piatto di carpione proposto a prezzo libero e dichiarato. I locali possono aggiungere al prezzo indicato comunicandolo altre cose tipo antipastini, dolce, caffè, ecc.  (come avviene per il Bagna cauda day).

Il locale metterà sul conto il piatto di carpione come da indicazione comunicata in precedenza. Altri piatti o servizi se richiesti e concordati saranno addebitati sul conto finale.

Possono aderire per serate e week end speciali a tema anche alcune Pro loco, la cui adesione al Carpionato è da concordare volta per volta.

I molti modi di fare il carpione

Ogni locale dovrà fornire la ricetta e gli ingredienti dettagliati del proprio carpione (uova, carni, pesce, verdure, ecc) che sarà pubblicata e divulgata sul sito dell’evento. Le prenotazioni vengono raccolte direttamente dai responsabili dei locali che le gestiscono al meglio.

Astigiani sul sito www.carpionatodelmondo.it , collegato a quello del bagnacaudaday pubblicherà l’elenco di tutti locali che partecipano al Carpionato del mondo con la loro descrizione (posti all’aperto ecc) e su come raggiungerli.

Ogni locale avrà una scheda dove raccontare come fanno il carpione. Durante le settimane e i mesi dell’evento ogni locale oltre che la pagina fissa sul sito verrà presentato sui social con foto e scheda

 

Fatevi dare il lasciapassare del Carpionato del mondo

Ogni locale aderente riceverà da Astigiani il libretto-lasciapassare da regalare ai carpionisti. Il libretto conterrà il racconto del contesto storico del carpione nel mondo con interventi e citazioni letterarie. Potrete leggere la storia affascinante di questo piatto straordinario. Nelle due pagine centrali ci sarà lo spazio dove mettere i timbri identificativi del locale che certificano il passaggio del carpionista dal locale. I timbri con il logo del Carpionato del mondo saranno personalizzati con il nome del locale e forniti a tutti i locali.

Premi ai carpionisti più assidui

Al termine del Carpionato chi avrà raccolto tra i carpionisti più bolli di locali diversi (5- 10- 15) e lo presenterà o ne manderà la foto ad Astigiani riceverà una dotazione di prodotti o servizi da Astigiani tramite gli alleati dell’evento. Ci sono a disposizione decine di cene e altri premi gustosissimi per chi avrà raggiunto i dieci timbri. E infine chi arriverà ad avere 15 timbri entrerà nell’albo d’oro del “carpionato del mondo” con la celebre musica di sottofondo rivisitata: “We are the carpions”!

Molti modi per dire “carpione” nelle cucine del mondo

Una precisazione etimologica è necessaria per motivare la diffusione di questa preparazione. Lo storico Franco Cardini pone all’origine il termine castigliano escabeche, a sua volta proveniente dal persiano sikbaj. Sembra però che la tradizione culinaria araba non abbia recepito questo termine, mentre grande fortuna ha avuto negli idiomi della penisola iberica (escabeche) e italica (scapece). A questi paesi, e a quelli sotto l’influenza spagnola e portoghese, dobbiamo guardare per rintracciare i piatti “in agro”, il cui comune denominatore, a parte l’aceto e i variabili aromi aggiunti (aglio, cipolla, salvia, rosmarino, mentuccia, zafferano), è la frittura dell’alimento base.

In Liguria c’è lo scabeccio, con piccoli pesci come le acciughe, al Centro-Sud predomina la/lo scapece: da quella molisana (a base di pezzi di pesce) a quella gallipolina, particolare per l’uso del pangrattato e dello zafferano, passando per la scapece di zucchine (Campania), per lo scapece trapanese (con le parti meno pregiate del tonno). In Sardegna, sia per il pesce sia per le olive, si fa su scabecciu, mentre a Orbetello lo scaveccio prevede l’anguilla a tranci. In Piemonte e in Veneto le parole cambiano: da un lato il carpione, dall’altro il saor, buono per marinare le sarde ma anche alcuni ortaggi.

Nella cucina spagnola e portoghese è abituale trovare piatti “escabechados”: cozze, sardine, tonno, baccalà fino ad alcune carni bianche, come il pollo e le quaglie. Anche la Francia ne è toccata, con le provenzali sardine (o sgombri) en escabeche.

Gli escabe che sono diffusissimi in Centro e Sud America: Argentina e Bolivia (con le carni), Perù, Cuba, Giamaica (con il pesce), Cile (con la cipolla fresca).

lunedì 15 maggio 2023

Convegno scientifico promosso da Cia Asti il 19 maggio all’Istituto Penna di Asti: Vitigni resistenti a che punto è la ricerca


  

Tra i relatori il direttore del CREA-VE Riccardo Velasco e i ricercatori del CNR di Torino 



Il 2022 ha consegnato al Piemonte la medaglia di regione d’Europa maggiormente siccitosa e il 2023 s’annuncia ancora peggiore a causa delle scarsissime precipitazioni dell’inverno e dell’inizio della primavera.  
La vite è una pianta estremamente resistente ma lo stress accumulato la rende più facilmente sensibile ai fitoplasmi: la flavescenza dorata o il mal d'esca sono in forte aumento.
Da qui la necessità di trovare vitigni resistenti alle crescenti minacce naturali.

Se ne parla il 19 maggio in occasione del convegno scientifico organizzato da Cia Asti in collaborazione con il CREA e il Consiglio Nazionale della Ricerca.
I lavori dal titolo “Viticoltura resiliente in Piemonte. Quando e come vitigni piemontesi resistenti?” si svolgeranno nell’aula magna dell’Istituto tecnico Penna, dalle 9,30 alle 12,30

Dopo i saluti del preside del Penna Renato Parisio e del presidente di Cia Asti Marco Capra, interverranno Riccardo Velasco, direttore del CREA-Ve (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura- Viticoltura Enologia), le ricercatrici del CNR- Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante Irene Perrone e Chiara Pagliarani, Domenico Mastrogiovanni, referente nazionale della vitivinicoltura per Cia.

Dal Veneto al Piemonte si intensificano le ricerche, in laboratorio e in vigneto, per trovare pratiche colturali e cloni adatti a superare i cambiamenti climatici in atto. Il CREA con il progetto Biotech è riuscito ad ottenere cloni di Chardonnay potenzialmente resistenti a malattie, quali peronospora e oidio, e resilienti allo stress idrico. ll gruppo di ricerca del CNR-IPSP grazie ad una tecnica innovativa di gene editing ha individuato un nuovo clone di Nebbiolo potenzialmente resiliente a diverse patologie.

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha in corso il progetto AGEBA che coinvolge l’Università Cattolica di Piacenza: l’obiettivo è individuare e mettere a dimora piante più resistenti alle mutate condizioni climatiche che conservino le potenzialità enologiche della cultivar. 

Lo studio della composizione chimica delle uve ottenute nei vigneti preclonali è in capo alla sede astigiana del CREA. Se ne parlerà nel corso della mattinata affidata alla regia di Giovanni Gambino, ricercatore del CNR-IPSP.

Chiuderanno i lavori l’assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo, Marco Protopapa, e il presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini.

Il convegno è riconosciuto dal Collegio dei dottori agronomi e forestali e dal Collegio dei periti agrari per il rilascio di crediti formativi.
Al termine l’Agrivan Gourmet Cia servirà un aperitivo curato dagli studenti dell’indirizzo enogastronomico del Penna.


martedì 2 maggio 2023

“IL COLORE DEI SOGNI” Sabato, 6 maggio, alle ore 17, inaugura nel Salone Riccadonna, in Corso Libertà 25 a Canelli, la personale di Enrica Maravalle

 


La mostra rimarrà aperta fino al 4 giugno 2023, ogni venerdì  (ore 16,30- 19,30) ed ogni sabato e domenica : ore10,30 - 12,30 e 16,30 - 19,30 

L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Canelli e della Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato (Ente gestore del sito Unesco)

 Nel 1974 , in occasione del debutto del Gruppo Teatro Nove a Canelli, diretto dall'indimenticabile amico Alberto Maravalle, con la "Cantatrice Calva" di Eugene Ionesco, scoprii che la sua giovane  sorella Enrica era un ottima  artista, grazie al bel dipinto omonimo da lei realizzato come essenziale ed efficace scenografia  dello spettacolo. Da allora ho sempre seguito la sua brillante attività pittorica, di seguito sintetizzata.  

Apprezzo da sempre l'efficace utilizzo del colore nelle sue opere, il tratto figurativo molto moderno e la capacità evocativa per chi le ammira. Trovo inoltre perfetto il titolo della mostra,  in quanto  osservandoli  con attenzione, si individuano spesso in questi  dipinti  ispirazioni oniriche ed al tempo stesso riflessive, nel lavoro  di questa artista, capace di non deludere mai chi la segue nella sua continua ricerca espressiva. 

La Mostra, presso l'elegante ambientazione del Salone Riccadonna, in Corso Libertà a Canelli, sarà presentata da Elena Capra e  propone  un ampia selezione di dipinti, al cui allestimento ha collaborato l'architetto Rosangela Pescarmona che con l'attore Aldo Delaude interpreterà alcuni brani in occasione dell'inaugurazione. Entrambi sono stati protagonisti di punta dell'intensa storia ed attività del Gruppo Teatro Nove e con loro ho condiviso importanti esperienze  umane, culturali e grande amicizia che dura tuttora.

 



ENRICA MARAVALLE, diplomata al Liceo Artistico a Roma, sua città di origine, ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento del disegno, professione che ha esercitato per alcuni anni in vari istituti della città e, in seguito, a Canelli dove si è trasferita.

Il suo è stato un lungo percorso artistico con la organizzazione di mostre personali e la partecipazione a mostre collettive in varie città, tra le quali Milano, Torino, Genova, Parma e Bruxelles e, in particolare, alla mostra “Quattro Donne nell’arte” dello scorso anno a Canelli alla chiesa di San Rocco.

Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all’estero. Lo scorso anno una sua opera è stata installata sulla Via degli Innamorati, la Sternìa, antica strada suggestiva in acciottolato che si inerpica dalla parte bassa della nostra città fino al Castello.La strada è stata denominata "La via degli Innamorati" in ricordo di Raymond Peynet, il celebre autore francese creatore dei "fidanzatini", che aveva visitato Canelli nel 1983.

Nelle opere di Enrica Maravalle si percepisce una personalità forte, introspettiva, ricca di riferimenti culturali. 

La ricerca della forma e del colore è improntata ad un rigore geometrico che si potrebbe avvicinare al cubismo, al simbolismo ed alla metafisica, che sono elementi che le appartengono e le consentono di elaborare un linguaggio proprio.

I sentimenti sono espressi attraverso il dipinto in forme e colori. La fantasia prende il sopravvento, i colori diventano il linguaggio espressivo più forte: tinte pure e di impatto o mischiate in toni e sotto toni.

Il suo è un discorso in continua evoluzione, sempre alla ricerca di vie nuove.Essa percorre strade diverse, dai personaggi fantastici e giocosi, alle opere astratte, ricche di movimento e di musicalità, alle composizioni ieratiche che fissano un tempo indeterminato.

I soggetti, dalla figura umana, al paesaggio, alla natura “viva”, appaiono sulla tela come una sorta di rappresentazione con le parti assegnate ben definite, mai scontate, mai casuali.

Chi osserva deve comprendere l’invisibile oltre al visibile. È una visione del mondo, un processo creativo che porta alla realizzazione di lavori emozionanti al di là del tempo e dello spazio.

Enrica Maravalle è presente, da alcuni anni, nel “CAM - Catalogo dell'Arte Moderna” edito dalla Editoriale Giorgio Mondadori e dedicato agli Artisti italiani dalprimo Novecento ad oggi.

                

                           

Info: enricamaravalle.com

enrica.merlino@gmail.com

tel. +39 320 703 4545