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giovedì 29 novembre 2018

A Treiso, sulle colline del Barbaresco, Tenuta Carretta inaugura Villa Garassino, agriturismo e wine-shop


 
Villa Garassino, a Treiso (CN), è un luogo unico, con un legame speciale con la realtà vitivinicola delle Langhe e del Barbaresco soprattutto. Qui è stata appena inaugurata una struttura agrituristica multifunzionale, specializzata nell’accoglienza e a stretto contatto con le migliori eccellenze del territorio, guidata da una giovane donna, Ilaria Santorelli, appassionata ed esperta nel settore dell’ospitalità.

La cascina, completamente ristrutturata nella scorsa estate, si eleva sul crinale collinare dove si estendono i prestigiosi vigneti della MGA Garassino acquistati dalla famiglia Miroglio nel 2002. Qui Tenuta Carretta vendemmia i grappoli destinati alla produzione di una delle sue etichette più importanti: l’omonimo Barbaresco DOCG Garassino.

La struttura si compone di cinque ampie camere arredate con gusto, di una sala colazioni, di un wine shop dove poter scoprire i vini delle cantineTenuta Carretta, Malgrà ed Edoardo Miroglio, e di un ampio salone, ideale per feste e ricorrenze, matrimoni, ricevimenti, convegni e cookinglessons.

Villa Garassino completa in questo modo quella che è stata definita come la “Tenuta Carretta Experience”: la possibilità di vivere dall’interno la bellezza dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe e del Roero insieme con i vini e le tradizionali eccellenze gastronomiche: dal Roero (con il Ristorante 21.9 e l’Albergo di charme) alla Langa del Barolo (ristorante Locanda in Cannubi) cui si aggiunge adesso, con Villa Garassino, la Langa del Barbaresco. Tre modi anche di vivere i vini “a km zero”, gustandoli nel luogo stesso in cui nascono!

 

VILLA GARASSINO

Strada Rizzi, 18 – Treiso, Italia

Tel: +39 0173 328185 \ Cell. +39 345 0056512



 

 

 

 

 

sabato 24 novembre 2018

“ Vite…Sentieri…Tracce…Memorie…” Alto Astigiano. La cerimonia ufficiale dell’inaugurazione dell’ecomuseo avverrà sabato primo dicembre, ore 10, presso il castello di Moasca (At)


 
L’Ecomuseo è l’ambiente di vita delle persone di ieri, con le loro storie, case, cascine, cantine, difficoltà di sopravvivenza, strumenti di lavoro ed è l’ambiente di oggi, con le persone che vivono e mantengono bello e fruibile il paesaggio con le sue caratteristiche naturali, antropiche e gastronomiche

Il territorio dell’Alto astigiano conta 32 Comuni. Alcuni grandi, come Nizza e Canelli, altri di media e/o piccola dimensione, ma tutti con peculiarità proprie.
 
L’ecomuseo accoglie il visitatore all’interno delle proprie dinamiche e lo immerge nella vita naturalistica e nella storia locale facendogli sperimentare le emozioni che nascono dagli orizzonti ampi, propri della collina, e dal contatto con una realtà che offre vigneti a perdita d’occhio e vini noti e stimati in tutto il mondo di cui si è orgogliosi.
 
Il territorio circostante è la prima esperienza di appartenenza, oltre la propria casa, che la persona fa nei primi anni di vita e resta impresso, in modo indelebile, nella sua memoria: ecco perché chi se ne allontana sente nostalgia per le sue radici e il desiderio di tornarvi, anche se solo come visitatore. Se è così importante l’ambiente di vita per definire la propria identità personale e sociale, uno dei compiti primari dell’ecomuseo è offrire ai propri bambini/ragazzi la conoscenza delle bellezze paesaggistiche, della vita quotidiana di chi abita il territorio e lo custodisce col lavoro, delle caratteristiche peculiari che il territorio mette a disposizione di chiunque voglia fruirne, facilitato anche da attività proposte da associazioni che organizzano passeggiate su percorsi particolarmente significativi.

Compito immediato dell’ecomuseo è quello di costruire un Sito Web capace di offrire una documentazione ricca e aggiornata della realtà locale.
La cerimonia ufficiale dell’inaugurazione dell’ecomuseo avverrà sabato primo dicembre, ore 10, presso il castello di Moasca (nella foto).

Saranno presenti l’Assessore regionale all’ambiente e turismo dott. Valmaggia e il consigliere regionale dott. architetto Elvio Rostagno (relatore della nuova legge regionale degli Ecomusei).
Nell’occasione si raccoglieranno le quote di adesione all’essere promotori dell’Ecomuseo alto astigiano di: Comuni, associazioni (pro loco ecc.), aziende e singole persone.
  

   

venerdì 23 novembre 2018

NIZZA D.O.C.G. "BARCARATO 2015" CLEMENTE GUASTI



DA NIZZA MONFERRATO IL BINOMIO PERFETTO TRA VINO E TERRITORIO

Il nuovo millennio, ormai già "maggiorenne", ha portato una novità di rilievo nel mondo della Barbera. Partita come una "sottozona"  prevista dal disciplinare, la denominazione "Nizza" si è rapidamente fatta strada grazie al suo ispiratore Giuliano Noè, grande enologo e cultore e studioso del vitigno, consulente produttivo di parecchie Cantine della zona, tra le quali questa di cui parliamo. 

E' stato poi merito dei produttori della piccola area interessata (cartina a fianco), riunirsi in associazione con precise regole  che prevede, tra l'altro, l'assaggio collettivo in forma anonima delle bottiglie dei loro  "Nizza" ad ogni annata, con scambi di esperienze e giudizi utili a raggiungere la migliore qualità della produzione, regolata da un disciplinare molto severo e per questo ulteriore garante di un vino eccellente sotto tutti i punti di vista.
Dal 2014 è nata ufficialmente la nuova denominazione "Nizza" Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG)  e nel frattempo è salito costantemente il numero dei produttori aderenti all'Associazione, anche a seguito del grande successo di questo vino incontrato sul mercato in Italia ed all'estero, come prova l'aumento costante delle bottiglie prodotte negli ultimi anni.
Le Cantina fondata da Clemente Guasti è nel centro di Nizza Monferrato e lui avrebbe sicuramente apprezzato questa iniziativa attuata dopo la sua scomparsa e che ha visto la convinta adesione dei suoi figli Alessandro ed Andrea che ne hanno proseguito il lavoro.
Clemente Guasti , che ho avuto il piacere e l'onore di conoscere, facendo tesoro delle conversazioni avute con lui sul vino e la sua storia locale,  nell'immediato dopoguerra  fu ideatore di un'importante novità nel mondo della Barbera, scrivendo in etichetta la provenienza delle uve. Un indicazione precisa legata al concetto di "cru" relativi a ben precisi e selezionati vigneti di proprietà. Nacquero così quelle "Barbere di Cascina" che ancora oggi sono un fiore all'occhiello del produttore con la Barbera Docg "Cascina Boschetto Vecchio".
L'Azienda di Corso IV Novembre propone da sempre una gamma completa di ottimi vini Barbera nelle sue varie espressioni legate alla tradizione, ma anche gran parte dei vini piemontesi più celebri nel mondo dal Barolo e Barbaresco al Gavi, al Moscato, senza dimenticare ottimi spumanti, ben ricordando che Clemente Guasti fu tra i primi ad adottare negli anni '50 le autoclavi per produrli col metodo Martinotti-Charmat presentati in una storica intervista rilasciata a Mario Soldati nella  sua celebre trasmissione Rai del 1956 Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini , inaugurando da vero pioniere il giornalismo enogastronomico in Italia.

 
"Clems" per ricordare il fondatore  sono le ottime "bollicine" oggi prodotte anche col Metodo Classico.

Tornando al "Nizza"2015 che ho degustato con piacere, è un vino perfetto e ricco di personalità , che vi consiglio di provare anche in vista di un accompagnamento ideale con i ricchi piatti delle Feste di fine anno e non solo.

 


NIZZA D.O.C.G. "BARCARATO 2015"

Vitigno: Barbera 100%.

Zona di produzione: vigneti di proprietà, nel comune di Nizza Monferrato.

Ancor prima della vendemmia, nei vigneti più vecchi vengono scelti quelli con le uve pienamente mature, raccolte e vinificate con cura separatamente.

Segue un periodo di affinamento in barriques di rovere da 225 litri, che dura il tempo necessario per conferire un'aura di nobiltà ad un vino che era già grande all'origine.

Successivamente, prima di essere posto in vendita e distribuito in Italia ed all'estero, Barcarato evolve ulteriormente in bottiglia per almeno altri otto mesi.

 
Caratteristiche organolettiche:

Colore rosso rubino molto brillante. Bouquet armonioso, intenso e deciso, con sentori di viola.

Ha un gusto pieno ed appagante , giustamente tannico per il tempo in cui il vino rimane a maturare nelle botti, robusto nel carattere e personalità ma al tempo stesso ben equilibrato e piacevole al palato.

Quando si versa nel calice, i suoi numerosi ed intensi aromi, si espandono rapidamente aumentando la sensazioni piacevoli della degustazione .

Abbinamenti:  in particolare quelli  con piatti importanti, ideali  per una Barbera di alta classe.  Primi con sughi di carne e formaggi, secondi con carni  varie arrosto o stufate. formaggi stagionati.  Un vino che comunque ha tutto  quello che serve essere sorseggiato anche in modo contemplativo.

Temperatura di servizio consigliata: 18-22 ° C.












GUASTI CLEMENTE & FIGLI S.p.A.


Via IV Novembre, 80


14049 Nizza Monferrato (AT)


 Tel. 0141 721350




 

martedì 20 novembre 2018

LE DONNE DEL VINO A WINE2WINE: «CHE MANAGER DEL VINO SEI?»


 


LUNEDÌ 26 NOVEMBRE A VERONA INVITO AI WINE MANAGER PER AUTOVALUTARE L’AGGIORNAMENTO E LA PERFORMACE CON WINEMERIDIAN

Le Donne del Vino e WineMeridian tornano a wine2wine 2018, il forum mondiale del wine business ideato da Stevie Kim, con una nuova provocazione: «Che manager del vino sei?»

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Si è appena concluso il Forum internazionale di Matera che ha riunito, on line, le associazioni dell’enologia femminile di tutto il mondo ed è stato consegnato il premio Personaggio dell’Anno alla giornalista Matilde D’Errico. Le Donne del Vino si rimettono in moto rinnovando l’appuntamento annuale a Verona lunedì 26 novembre alle 17, in sala SignorVino, per offrire un’opportunità di autovalutazione e crescita ai manager del vino: un quiz e alcune pièces teatrali per capire se il proprio percorso professionale è fermo, leggermente in ritardo oppure up the date.
Una sessione di 45 minuti che parte da episodi veri e li sviluppa in chiave ironica – con testi scritti da Fabio Piccoli e interpretati da Massimilla Serego Alighieri, produttrice imprestata al teatro - per evidenziare cosa succede a chi non si tiene al passo con il cambiamento dei mercati, dei canali distributivi e soprattutto dei consumatori.

Donatella Cinelli Colombini
Un modo sorridente per mettere alla berlina chi pensa che basti la simpatia per vendere il vino oppure che ripetersi garantisca il successo perché “è sempre andata bene così”.  «È un appello alla formazione continua come complemento necessario al successo professionale dei nuovi manager del vino» dice la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.  In un Paese che consuma la metà del vino che produce (22 milioni di ettolitri rispetto a una media produttiva di 45) diventa indispensabile imparare a «presidiare costantemente i mercati internazionali, diventando un partner degli importatori e costruendo insieme a loro la notorietà e il posizionamento del proprio brand anche attraverso la relazione con un numero crescente di influencer» ha detto Fabio Piccoli di WineMeridian.
Le Donne del Vino, l’associazione femminile del comparto enologico più grande e strutturata del mondo, diventano le portabandiera di una strategia che punta a far crescere la competitività delle cantine italiane qualificando soprattutto le risorse umane e specificamente le donne. È infatti la componente femminile che spesso appare la più adatta a un nuovo stile di management grazie alla maggiore scolarizzazione e interdisciplinarietà, ma anche a una naturale vocazione a creare rapporti. Da queste considerazioni nasce l’alleanza fra Donne del Vino e Wine Meridian in un programma formativo innovativo e capace di incidere sul tessuto produttivo nazionale. Il vino italiano nasce, nella stragrande maggioranza dei casi, in piccole imprese «la dimensione non è, di sé per sé, una pregiudiziale per accedere ai mercati e a essere competitivi, ma lo diventa, e può essere una vero e proprio limite al suo sviluppo, quando manca cultura imprenditoriale» dice ancora Piccoli, evidenziando come i deficit tecnici siano «ben distribuiti un po’ in tutte le tipologie aziendali ma nella piccola dimensione rappresentino un “vincolo” non indifferente». Da qui la decisione condivisa di Donne del Vino e Wine Meridian di sviluppare azioni di formazione continua con risvolti importanti sia sul piano sociale che, finalmente, sulla parità di riconoscimento delle professionalità e delle remunerazioni.
 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 8 novembre 2018

ALTA LANGA E METODO CLASSICO, LA NUOVA DRINK BEAUTY- Il 2018 è l’anno di un’immagine completamente rinnovata e del ritorno all’utile per Gancia


 
Il 2018 rappresenta un anno di svolta per la casa piemontese che, grazie a una brillante intuizione di Carlo Gancia, inaugurò nel 1865 una nuova stagione nella produzione spumantistica italiana. La memoria storica di F.lli Gancia oggi si impone con orgoglio, rivendicando il primato di aver prodotto il primo spumante Metodo Classico in Italia e proponendosi con una nuova immagine, che recupera solo il meglio del passato e rappresenta un elogio a tutto ciò che di più bello c’è nel nostro Paese.

Così, la nuova veste dai colori audaci e gioiosi, frutto del restyling e della nuova brand identity Drink Beauty, avvolge le bottiglie di spumante di Metodo Classico con una capsula di alluminio colorato e cangiante, che ricorda le feste e l’allegria, ma anche la cura con cui, fin dal 1865, i mastri cantinieri di Casa Gancia proteggevano le bottiglie per non danneggiarle durante il trasporto sui pendii intorno a Canelli (Asti), sede dell’azienda.

La gamma Alta Langa di Gancia si arricchisce di due new entry: il prestigioso Brut Riserva 2006 120 mesi e il PasDosé 36 mesi, che si aggiungono agli Alta Langa DOCG Brut 36 mesi e Brut Riserva 2009 60 mesi. Gli altri Metodo Classico Gancia sono il 18 mesi Metodo ClassicoBrut, il18 mesi Metodo ClassicoBrut Rosée l’Asti DOCG Metodo Classico 24 mesi, in onore del primo spumante realizzato da Carlo Gancia nel 1865.

Drink beauty e questi spumanti parlano della bellezza del nostro Paese, delle vigne dell’Alta Langa, dell’Asti, dell’arte e della storia d’Italia, una bellezza che è profondamente radicata nell’identità, nella storia e nei vini di Gancia, “prodotti in Italia, prima dell’Italia”. Oltre a guardare alla bellezza, l’azienda rilancia la qualità dei suoi vini, risultato del lavoro e della passione che i maestri cantinieri mettono da sempre.

I risultati di questa rinascita si vedono anche nei numeri: F.lli Gancia registra finalmente un attivo di 4.635.000 € (nel 2013, si registrava -13.045.000 €): nel 2017 il fatturato ha superato i 60 milioni di €. La produzione è passata dal 2014 al 2018 da 19.234.689 a 28.050.000 bottiglie, con una crescita in termini di volumi prodotti di circa 8 milioni e 800mila pari al 46% in più (il comparto spumanti copre quasi il 90% della produzione).

Tutto ciò anche grazie a Roustam Tariko, proprietario del gruppo Roust, che ha acquisito Gancia nel 2011 e che, fiancheggiato dal Presidente Alessandro Picchi (alla sua  destra nella foto) , ha sostenuto ingenti investimenti in qualità e sicurezza, ridando uno slancio verso i mercati esteri e facendo ottenere all’azienda ottimi progressi nelle esportazioni. Incoraggiante, infatti, si rivela il dato sull’export, che nel 2017 ha rappresentato il 55% delle vendite in volume (45% mercato Italia) trainato dai mercati USA, Russia e Regno Unito.

mercoledì 7 novembre 2018

LANGA E-TOURING - ESPERIENZE ESPLORAZIONI E-BIKE - Presentazione a La Morra (Cn) sabato 17 novembre



Paesaggio e turismo outdoor: viaggio
nelle Langhe
 come esperienza autentica, personale e
 immersiva

 
Sabato 17 novembre, alle ore 9.30, presso la Cantina Comunale di La Morra, Fondazione CRC e Langa del Sole promuovono una tavola rotonda dedicata al turismo outdoor nelle Langhe. Ospite d’eccezione Andrea Bruno, campione italiano di Enduro MTB

 
Dal BarToBar alla GTL. Dall’esperienza di WOW – Wonderful Outdoor Week al progetto cicloturistico Bike Land, fino alla scoperta del nascente progetto di sviluppo locale Langa del Sole: LANGA E-TOURING sarà l’occasione per aprire una finestra su di un settore in pieno sviluppo, quello del ciclo-escursionismo e del turismo outdoor nelle Langhe.

La tavola rotonda avrà il compito di presentare al pubblico, ai media e agli operatori turistici della zona i risultati e le prospettive di un’infrastruttura materiale e immateriale, concreta e narrativa, che negli ultimi anni, grazie ad importanti investimenti della Regione Piemonte e della Fondazione CRC, ha portato alla creazione di un’offerta e di una rete ciclo-escursionistica integrata, capace di offrire esperienze ed emozioni a diretto contatto con il territorio.

Il cicloturismo e l’escursionismo sono un’opportunità di crescita per le Langhe perché rappresentano il naturale completamento dell’offerta enogastronomica, possono prolungare la permanenza dei turisti sulle colline e promuovono un prodotto diversificato e destagionalizzato, che implementa la consapevolezza ambientale e valorizza le naturali caratteristiche del territorio: storia, cultura, persone, tradizioni, accoglienza, paesaggio.

Secondo i dati disponibili, il ciclo-escursionismo genera annualmente un fatturato di 11 miliardi di euro in Germania e di oltre 7 miliardi in Francia. Con 2 miliardi di euro, l’Italia è ancora lontana da questi risultati, ma ha un potenziale stimato che supera i 3 miliardi di euro, parte dei quali potrebbero essere intercettati in provincia di Cuneo, dove la morfologia territoriale offre un’enorme possibilità espressiva per il cicloturista di ogni livello: dallo slow bike di pianura alla MTB di montagna, passando per le esperienze di pedalata assistita (e-bike) lungo le dorsali delle colline e le tratte di mezza montagna.[1]

GLI INTERVENTI

Aprirà la tavola rotonda Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC, principale sostenitore del turismo outdoor nella Granda. Nel 2013, con uno stanziamento annuale di 150 mila euro, Fondazione CRC, in collaborazione con ATL del Cuneese, Ente Turismo Alba, Bra, Langhe e Roero e Camera di Commercio Cuneo ha dato vita all’iniziativa WOW – Wonderful Outdoor Experience, le cui iniziative dedicate alla promozione del turismo all’aria aperta in montagna, collina e pianura verranno illustrate da Giuseppe Artuffo, presidente del Comitato che guida il progetto. Gli investimenti della Fondazione coinvolgono anche il prossimo futuro: tra il 2018 e il 2020 oltre 600 mila ero verranno stanziati a favore di Bike Land dalle Langhe alle Alpi, progetto di armonizzazione e valorizzazione del circuito ciclo-escursionisticoche collega il patrimonio paesaggistico delle colline delle Langhe e del Cebano, dell’asta fluviale del Tanaro, dell’Alta Val Tanaro e delle vallate Monregalesi.

Accanto al Presidente della Fondazione CRC, saranno presenti i principali attori e stakeholder dell’offerta turistica outdoor delle Langhe. Interverranno Paolo Caligaris, funzionario della Regione Piemonte specializzato nella programmazione e organizzazione della rete del patrimonio escursionistico locale; Roberto Passone, presidente Unione Langa del Barolo; Roberto Bodrito, presidente Unione Montana Alta Langa; Mauro Carbone, direttore dell’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero, Marialuisa Ascheri, primo cittadino di La Morra, comune che ospita l’evento, Giorgio Ferraris, sindaco di Ormea e Giuliano Viglione, Vicepresidente Fondazione CRC.

DAL BARTOBAR ALLA LANGA DEL SOLE

Anteprima di LANGA E-TOURING sarà la presentazione di due recenti iniziative promosse dalla Fondazione CRC.

Da una parte, il processo di targhettizzazione dell’offerta turistica del BarToBar, itinerario cicloturistico di 124 km che, all’interno del circuito Bike Land, collega Barolo a Barbaresco passando per l’Alta Langa.  L’analisi è stata realizzata dal Stefania Libietti (Outdoor Travel) in collaborazione con Andrea Bruno, campione italiano di Enduro MTB e ospite d’onore della giornata. Nel 2018, il BarToBar vede il raggiungimento di un altro importante traguardo: la realizzazione di 28 Shelter Pagus, stazioni multifunzionali di sosta e ricarica elettrica per le biciclette a pedalata assistita, ubicate nei principali comuni del percorso.

Dall’altra, la presentazione del progetto di sviluppo locale Langa del Sole, associazione di 19 comuni che ha come obbiettivo la creazione di un sistema coerente e integrato di suggestioni legate all’Alta Langa capaci di trasformarsi in esperienze e attività sul territorio attraverso interventi concreti e narrativi. Il progetto Langa del Sole verrà presentato da Ezio Cardinale, sindaco di Diano d’Alba, capofila dell’iniziativa e Francesco Minetti, Ceo di Well Com, agenzia che si sta occupando dello sviluppo dell’immagine coordinata e della comunicazione di Langa del Sole.

INAUGURAZIONE DEL DIORAMA DI LANGA DEL SOLE

Al termine della tavola rotonda, La Morra sarà protagonista del primo intervento realizzato da Langa del Sole. Alle 13.00 presso la Porta di San Martino, sarà svelato il Diorama Cycling Outdoor, mappa morfologica delle Langhe che, attraverso un sistema interattivo, informerà i ciclisti sui percorsi disponibili e promuoverà la diffusione di informazioni utili sui comuni attraversati.

SOCIAL

È possibile seguire LANGA E-TOURING sui social.

Pagina Facebook @langadelsole: www.facebook.com/langadelsole

Hashtag dell’evento: #langaetouring




[1] Fonti: Il valore delle due ruote, indagine Confindustria, ANCMA e The European House Ambrosetti; Pedalare per lo sviluppo – Il cicloturismo in provincia di Cuneo, Quaderni della Fondazione CRC)

 

domenica 4 novembre 2018

“PER MILLE STRADE”: MOSTRA AL MUSEO DIOCESANO SAN GIOVANNI AD ASTI


 
Venerdì 9 novembre alle ore 17,30 sarà inaugurata la mostra “Per mille strade. Asti, la sua Cattedrale e le antiche rotte commerciali”, curata dal dott. Alberto Crosetto, referente territoriale della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo. L’esposizione rientra nel progetto di quadrante 2018 di Città e Cattedrali “Basso Piemonte terra di passaggio” che vede coinvolte le diocesi di Asti, Acqui, Alessandria, Casale e Tortona. Il Progetto Città e Cattedrali è ideato da FONDAZIONE CRT e dalla Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici.
Il percorso espositivo presenterà al pubblico per la prima volta in assoluto alcuni tra i più significativi reperti archeologici rinvenuti nell’area compresa tra le due cattedrali (Santa Maria Assunta e San Giovanni). Questi ritrovamenti testimaniano la prosperità e centralità della città di Asti nell’ambito delle rotte commerciali in epoca tardo-antica e altomedievale e offrono al visitatore alcuni interessanti spaccati di vita quotidiana dell’antica Asti. Tra gli oggetti in mostra, per esempio, vi è un mattone di età romana (in foto) che presenta l’impronta di una caliga (un tipo di calzatura con suola pesante) lasciata sull’argilla fresca dall’operaio di un’antica fornace astigiana durante il processo produttivo.

Gli oggetti in mostra testimoniano come l’uomo da sempre si muova alla ricerca di luoghi più favorevoli all’approvvigionamento di materiali più funzionali per la produzione di strumenti o per una migliore qualità della vita. Questa ricerca, intessuta nella stessa sua natura, ha determinato nel corso del tempo la costruzione di percorsi e vie che sfruttano al meglio l’orografia dei luoghi e che facilitano trasporti e relazioni. I nodi di questa rete non sono altro che gli abitati, i villaggi, le città nelle quali, come ad Asti, si concentrano le fonti e le culture di diversa provenienza raccordandosi, contaminandosi e sommandosi con risultati sorprendenti.

La mostra, realizzata con il patrocinio del Progetto Città e Cattedrali, Fondazione CRT, Regione Piemonte e Città di Asti, resterà aperta al pubblico fino a domenica 27 gennaio 2019.

La mostra sarà aperta al pubblico con il seguente orario: venerdì 15-18, sabato e domenica 9,30-13 e 15-18, nei restanti giorni della settimana su prenotazione all’indirizzo museo@sicdat.it oppure allo 0141.592.176. Possibilità di visite guidate su prenotazione.

Per tutta la durata dell’evento l’ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.

Nell’ambito della mostra, venerdì 16 novembre alle ore 17,30, sempre presso il Museo Diocesano San Giovanni, l’arch. Luca Finco terrà la conferenza “Sull’uso medievale della Pietra da Cantoni in Asti e nell’Astigiano”


Durante la conferenza si esporranno i risultati parziali di una ricerca sull’impiego medievale della Pietra da Cantoni proveniente dal Basso Monferrato casalese, che caratterizza molti apparati decorativi della Cattedrale di Asti e di alcuni cantieri notevoli nel Piemonte centrale. Questa pietra in particolare ricopre un ruolo importante nelle produzioni del periodo, rendendo esclusivo il paesaggio collinare storico e colorando il centro urbano astigiano, con il rosso dei laterizi, in gradazioni dal bianco al giallo. Attraverso architetture e sculture se ne definirà la cultura d’uso in quanto espressione delle scelte attuate da maestranze e committenze, confrontandola anche con altre relative a litotipi simili nel nord Italia.

Ingresso libero.

 

 

RECAPITI

Tel.: 0141.592.176 – museo@sicdat.it – http://museo.sicdat.it/

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