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lunedì 30 marzo 2015

LE STRADE DELLA SINDONE - Itinerari in Piemonte e in Valle d’Aosta


 

Organizzati da Città e Cattedrali e Museo della Sindone


 

In Piemonte e in Val d’Aosta, così come nel resto dell’Italia, esiste uno straordinario patrimonio culturale ecclesiastico con un notevole valore storico e artistico, oltre che devozionale.

Grazie al progetto Città e Cattedrali, ideato dalla Fondazione CRT e dalle Diocesi del territorio, con il concorso della Regione Piemonte e del Mibact, e iniziato nel 2005 con la finalità del restauro, della manutenzione straordinaria e della valorizzazione delle Cattedrali del Piemonte e della Valle d’Aosta, è stato creato  un programma di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico fruibile sul territorio.

I luoghi di storia e arte sacra sono aperti e organizzati in itinerari di visita geografici e tematici, accessibili anche sul web grazie al portale www.cittaecattedrali.it che raccoglie le schede descrittive dei beni e le informazioni utili alla visita (orari di apertura, distanze tra un luogo e l’altro, contatti telefonici, servizi). 

In occasione dell’ostensione della Sindone Città e Cattedrali e il Museo della Sindone inaugurano Le strade della Sindone, quattro itinerari di visita in Piemonte e in Valle d’Aosta, che saranno fruibili dal venerdì alla domenica. Sarà inoltre organizzato sul territorio un interessante calendario di eventi, congressi e mostre sulla Sindone (per i dettagli consultare www.cittaecattedrali.it).

Si tratta di itinerari pensati e organizzati intorno a temi strettamente legati alla storia della Sindone che permetteranno di effettuare viaggi di conoscenza e esperienze di visita attraverso alcuni tra i più significativi luoghi culturali presenti sul territorio piemontese e valdostano.

La sensibile diffusione della notorietà e del culto della Sindone in Piemonte e in Valle d’Aosta, è da correlarsi alla progressiva influenza sul territorio della casata dei Savoia e al contemporaneo propagarsi dello spirito della Riforma Cattolica, anche e soprattutto attraverso importanti figure come quella di San Carlo Borromeo.

L’accoglienza in molti dei beni culturali ecclesiastici inseriti negli itinerari sarà garantita dalla presenza di volontari preparati ad accompagnare i visitatori attraverso narrazioni coinvolgenti. Il progetto delle “Strade della Sindone” non sarà limitato al periodo dell’Ostensione 2015: gli itinerari andranno a costituire un’offerta stabile nel tempo per pellegrini e visitatori.

Il primo itinerario, LA STRADA DI SAN CARLO, si ispira al pellegrinaggio di San Carlo Borromeo del 1578, da Milano verso Torino. San Carlo partì a piedi da Milano nel settembre 1578 con dodici compagni, assolvendo al voto di venerare la Sacra Sindone, espresso per la fine della pestilenza milanese.

L’itinerario si snoda attraverso diversi luoghi che seguono il pellegrinaggio di San Carlo verso Torino che fu compiuto in quattro giorni sotto la pioggia e interpretato come una forma di esercizio spirituale, diviso tra preghiera, meditazione e penitenza fisica, si potranno visitare le Cattedrali dove san Carlo predicò di Novara e Vercelli (che tra l’altro ospitò la Sindone tra il 1553 e il 1561). Sempre a Vercelli si potranno ammirare l’Abbazia S. Andrea, S. Cristoforo e la Confraternita S. Bernardino.

Nel suo viaggio più noto del 1578, così come nei viaggi successivi che compì da Milano verso Torino nel corso della sua vita, San Carlo scelse di passare al ritorno dal Sacro Monte di Varallo.  Nella costruzione del Sacro Monte di Varallo furono impegnati pittori, scultori e architetti di fama, tra cui Gaudenzio Ferrari e i Lanino. Dalla seconda metà del Cinquecento, il complesso, detto “La nuova Gerusalemme”, si trasformò secondo le esigenze della Controriforma, sotto il controllo di San Carlo Borromeo e del Vescovo di Novara Bascapè, in un grandioso spettacolo unitario, destinato alla diffusione della fede mediante il coinvolgimento emotivo dello spettatore. Il percorso dei Sacri Monti, luoghi simbolo della religiosità barocca e oggi sito dell’Unesco costituiscono dunque una parte rilevante dal punto di vista storica e artistica di questa proposta di itinerario. Si potranno conoscere e ammirare oltre a Varallo con la Cappella della sindone, Crea, Belmonte, Oropa, Graglia (con l’affresco della sindone del XVII sul portone dell’edificio detto dei Gastaldi), Orta, Griffa e Domodossola.

Completano il percorso la Cattedrale di Biella e il Castello di Masino, antica residenza dei Conti Valperga, discendenti di Arduino di Ivrea, primo re d'Italia, che contiene al suo interno una cappella dedicata a San Carlo Borromeo.

 
Il secondo itinerario, LA STRADA PER TORINO, racconta come, nel grande viaggio da Chambery a Torino (1578), la reliquia sia con buone probabilità transitata attraverso il Piccolo San Bernardo passando per Aosta, Ivrea, Ciriè.

In origine il pellegrinaggio di San Carlo era diretto in Savoia, a Chambery quando Emanuele Filiberto di Savoia trasferì la reliquia a Torino ufficialmente per agevolare il viaggio del Cardinale, ma sostanzialmente per stabilire definitivamente la sede della Sindone, che i Savoia consideravano il simbolo religioso di legittimazione della casata, nella nuova capitale. Da allora è custodita in Palazzo reale, nella secentesca Capella della Sindone di Guarino Guarini.

Questo itinerario segue e coincide con la strada dei pellegrini e dei viandanti denominata Via Francigena.

Ad Aosta si potrà visitare la Chiesa di Sant'Orso. Già esistente nel V secolo, venne ricostruita all'epoca del vescovo Anselmo (994-1025), assumendo le dimensioni                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            attuali,con tre navate e il campanile inglobato in quella centrale, a sinistra dell'ingresso. A questo periodo appartengono anche gli importanti affreschi di cui restano testimonianze nel sottotetto. All’interno si trova l'altare della S. Sindone, su cui campeggiano immagini del Sacro Sudario, della Visitazione e di San Pantaleone, circondate da tondi con i Misteri del Rosario. Il Museo del Tesoro della cattedrale di Aosta presenta una significativa selezione del patrimonio d'arte sacra della Valle d'Aosta.

All’ingresso del paese di Issogne: Chapelle du Sainte  Sudarie, posta all’ingresso del paese, fondata probabilmente dal priore di S. Orso, Giorgio di Challant.

La devozione della famiglia Challant alla Sindone era legata alla funzione di luogotenente della Savoia assegnata ad suoi esponenti, impegnati così quali custodi del castello di Chambéry e della Sainte-Chapelle, in cui era conservata la preziosa reliquia.

Altri luoghi da visitare sono Agliè, dove sarà esposta nella Chiesa Parrocchiale una copia della Sindone a grandezza naturale, opera di Fantinus (1706), normalmente ospitata nella Chiesa di Santa Marta e, ad Ivrea, la Cattedrale e San Nicola da Tolentino.

 

Il terzo itinerario, LA STRADA DELLE ALPI, corre lungo i valichi alpini che la Sindone percorse più volte al seguito della corte sabauda: nel corso del Medioevo, infatti, le corti erano spesso itineranti per ragioni di ordine militare, politico ed economico. Già nel1476 Jolanda di Savoia, moglie del duca Amedeo IX il Beato, attraversò le Alpi portando con sé le reliquie della cappella di Chambery, e verosimilmente anche la Sindone. Si è propensi a ritenere che questo primo spostamento possa essere avvenuto attraverso la Valle di Susa, anche se, per motivi di segretezza che rendono rara la documentazione, i percorsi del lenzuolo, prima del suo definitivo trasferimento a Torino, sono circondati da un’affascinante aura di mistero.

In Valle di Susa si potranno visitare l’Abbazia di Novalesa, Fondata nel 726 per volere del patrizio merovingio Abbone, governatore di Susa e della Maurienne, l’abbazia è una delle più antiche dell’arco alpino occidentale. Le testimonianze artistiche ed architettoniche più antiche sono costituite dalle quattro cappelle site all’interno della cinta abbaziale (fra cui la Cappella di Sant'Eldrado, con affreschi di grande valore artistico datati al 1096-97, recanti scene della vita dei SS. Eldrado e Nicola e il Pantocratore), databili tra l’VIII e l’XI secolo.

Sempre in Valle di Susa si trova la Sacra di S. Michele, monumento simbolo del Piemonte, fondata tra il 983 e il 987, fu uno dei più importanti centri della cultura monastica benedettina europea. San Carlo Borromeo dopo l’ostensione del 1578, passò a visitare la Sacra di San Michele, che si erge in posizione strategica all’imbocco della Valle di Susa, sulla cima del monte Pirchiriano (m.962). Altri luoghi dal visitare in Valle sono la cattedrale di Susa, il Santuario Madonna dei Laghi ad Avigliana, che contiene un affresco dedicato al sacro telo e la Precettoria  di Sant’Antonio di Ranverso a Buttigliera Alta, sorta a partire dal 1188 per volere dei canonici dell’ordine di Sant’Antonio di Vienne, i quali si dedicarono all’assistenza dei pellegrini sulla Via Francigena e alla cura dei malati di herpes zoster (il “fuoco di Sant’Antonio”). L’interno, riccamente affrescato, ha visto all’opera Giacomo Jaquerio, attivo nella prima metà del ‘400 e annoverato come il più importante promotore del gotico internazionale in Piemonte. Da segnalare anche il bellissimo polittico della Natività con i SS. Rocco, Sebastiano, Antonio abate e Bernardino da Siena, realizzato nel 1531 da Defendente Ferrari, cui fa da corredo una predella decorata con scene della vita di Sant’Antonio Abate.
 
Al viaggio verso la Liguria è dedicato il quarto itinerario, LA STRADA DEL MARE.

Dal suo arrivo nel 1578, la Sindone risiedette stabilmente a Torino, fatta eccezione per due episodi.  Nel mese di giugno del 1706 venne trasferita a Genova per sfuggire all’assedio dei francesi.

Durante questo trasporto una tappa documentata è quella di Cherasco, dove la Sindone fu esposta per tre giorni a Palazzo Salmatoris, come testimonia una lapide commemorativa; il viaggio proseguì alla volta di Genova passando per Mondovì e Ceva. Oltre a questo episodio, la Sindone lasciò Torino solo nel nel 1939, quandò fu trasferita al santuario di Montevergine, in provincia di Avellino, per metterla al riparo durante il conflitto mondiale.

A Scarnafigi si potrà ammirare nella Cappella del Santo Sudario (1637-1644) la pala d’altare opera di Giovanni Claret, raffigurante Maria di Magdala, Maddalena e Maria madre di Gesù di fronte a due angeli che estraggono dal sepolcro il lenzuolo con l’immagine sindonica; a Racconigi, in una delle dimore di casa Savoia, la cappella della Sindone, con la Sacra Sindone retta da tre cherubini entro una cornice fiorita, (opera della seconda metà del XVII secolo); a Cherasco, nella Chiesa di S. Pietro un affresco della Sindone e l’Oratorio di S. Iffredo; a Magliano Alfieri, nel Castello, la cappella gentilizia dello SS. Sacramento con l’affresco del XVIII secolo, attribuito al pittore Pietro Paolo Operti, che raffigura la Sindone sorretta da angeli; a Benevagienna la Cappella Campestre del Santo Sudario con una pregevole tela di fine XVII secolo della Sindone sostenuta da San Donato e Sant’Agostino, la Parrocchiale dell’Assunta con sopra il portale, un affresco del 1659 con San Donato tra il beato Amedeo di Savoia e la Beata Paola Gambara che sorreggono la Sindone, la Chiesa di San Francesco con una tela riquadro del 1500-1600 raffigurante la Vergine, Sant’Antonio e una Santa che sostengono il Sacro Lino, e a Vicoforte, al Santuario, due opere di Sebastiano Taricco, in una cappella del 1600, con decorazione della volta con il trionfo della croce con Angeli reggenti la Sindone e la tela dell’altare raffigurante San Benedetto e San Carlo che adorano la Sindone.

 
Per informazioni


 

 

 

 

venerdì 27 marzo 2015

A casa Coppo si celebra La Vie en Rosé - a Canelli da sabato 11 aprile


 

           Dall’11 aprile al 24 maggio una serie di iniziative             celebrano le donne e il lato “rosa” del vino

A Canelli (At), le splendide gallerie sotterranee di Coppo, recentemente riconosciute dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, da metà aprile a fine maggio saranno l’inedito set di una serie di appuntamenti “en Rosé”.
Ogni anno, è tradizione che la storica azienda di Canelli organizzi una festa di primavera “a tema” per celebrare vini e prodotti gastronomici d’eccellenza. L’edizione 2015, sulla suggestione della celebre canzone di Edith Piaf, sarà intitolata La Vie en Rosé e vedrà il susseguirsi di una serie di eventi dedicati alla celebrazione della donna e del lato più “rosa” del vino. Un tema che sarà approfondito anche nel suo aspetto più sociale, diventando un’occasione di sensibilizzazione per la difesa della donna: il ricavato dell’evento finale verrà infatti devoluto alla Fondazione Doppia Difesa Onlus, presieduta da Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker, la cui finalità è quella di aiutare le donne vittime di violenze e abusi. 
Il primo appuntamento in ordine di tempo sarà sabato 11 aprile alle ore 17 con il vernissage della mostra Scatti Unici: un’esposizione di polaroid giganti che ritraggono alcuni dei più celebri volti femminili del mondo dello spettacolo.

Il progetto nacque nel 1996, quando Gillo Pontecorvo, allora direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, decise di allestire nel foyer del Palazzo del Cinema una speciale mostra fotografica. L’agenzia Photomovie ideò il progetto Unique Celebrity Pictures: utilizzando una rarissima Polaroid gigante, in grado di scattare foto di formato 50x60 cm, realizzò i ritratti ufficiali delle star presenti al festival. Per la sua eccezionalità e singolarità, il progetto verrà prolungato per 10 anni e poi esportato ai festival di Berlino, Cannes, Taormina, ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, formando una collezione di ritratti unica e irripetibile.
È da questa collezione privata che provengono le mega polaroid esposte durante la mostra: una ventina di scatti che ritraggono vere e proprie icone della femminilità, tra le altre, Monica Bellucci, Penelope Cruz, Michelle Hunziker, Gianna Nannini e Nicole Kidman. 
La mostra sarà aperta al pubblico ogni sabato e domenica dall’11 aprile al 17 maggio

Il punto di arrivo di questo percorso dedicato alla celebrazione della donna sarà la grande degustazione di vini rosati il 23 e 24 maggio. Dalle 10:30 alle 19:00, presso le storiche cantine Coppo, si potranno degustare i rosé, nella versione ferma e spumante, di importanti produttori internazionali come Arunda, Billecart-Salmon, Ca’Maiol, Chateau Vannières, Pojer e Sandri, Proprietà Sperino e Ronco del Gelso. Non mancheranno inoltre le eccellenze gastronomiche di Prosciuttificio Ghirardi (Emilia), I Formaggi del Boschetto (Liguria), Fattorie Fiandino (Piemonte), Frantoio Sant’Agata (Liguria) e Cioccolato Bodrato (Piemonte), che saranno abbinate ai vini di Casa Coppo. 
La Vie en Rosé avrà anche un lato social. Dall’11 aprile al 24 maggio, tutti coloro che realizzeranno un tweet contenente l’hashtag #coppowines e parteciperanno agli eventi in azienda, potranno ritirare uno speciale omaggio firmato Coppo. 
Per info e prenotazioni:
www.coppo.it

                                          immagini delle Cantina Coppo a Canelli


lunedì 23 marzo 2015

Il Consorzio ribattezzato: "BARBERA D’ASTI e VINI DEL MONFERRATO"


Nella foto: un momento dell'incontro presso il VinItaly a Verona
 

Cambio d’identità e una campagna di promozione in Usa
La presentazione domenica 22 marzo, nell'ambito del VinItaly

Il Consorzio dei Vini d’Asti e del Monferrato cambia identità e punta tutto sui mercati internazionali dove registra una costante crescita, con una vera e propria impennata negli Usa, divenuto primo mercato d’esportazione. La parola d’ordine, anche oltre confine, sarà Barbera, con un messaggio forte e chiaro ai consumatori sin dalla scelta del nuovo nome che sarà, non a caso, Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Una definizione che porta con sé il punto cardine della mission per il futuro: identificare ancor di più il territorio di Asti con il suo vino simbolo che farà ancor più da traino alle altre eccellenze di quest’area vinicola. L’annuncio del nuovo corso, a cui si accompagna l’avvio della campagna di comunicazione dal titolo “MY NAME IS BARBERA, AND I HAVE A STORY TO TELL”, è stato dato domenica 22 marzo, durante la prima giornata dell’edizione 2015 di Vinitaly, in una conferenza stampa che ha unito interventi di alto livello e degustazioni stellate. Il Consorzio ha saputo dunque cogliere i segnali giunti dai mercati: quelli stranieri, e gli Usa in testa, prediligono sempre di più la Barbera d’Asti di cui, nel 2014, sono state prodotte 22.000.000 bottiglie da 0,75 litri.
A parlare sono i dati dell’analisi effettuata dallo stesso Consorzio e ricavati da un campione di 100 tra le più importanti aziende produttrici di Barbera d’Asti: le vendite interne ed estere del Barbera d’Asti sono pressoché paritarie. Dal 2008, in cui l’Italia assorbiva il 55,93% della produzione di questo vino contro il 44,07% dell’estero, si è passati ad un 2014 in cui le esportazioni hanno raggiunto quasi il 50% con il 49,42%. Il trend di crescita più significativo si è registrato negli Usa: se nel 2010 questo mercato costituiva solo il 10% del totale, nel 2014, infatti, è salito al 22%, scalando ben 4 posizioni e superando la Germania che da quattro anni era al primo posto.
Da qui la decisione del Consorzio di valorizzare la sua Docg di spicco con una serie di progetti di stampo internazionale, come il lancio della nuova campagna “MY NAME IS BARBERA” che approderà anche sulle pagine dell’autorevole rivista americana Wine Spectator a partire da maggio.
Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha messo in agenda nuovi progetti anche per la comunicazione sui canali web e social: lo slogan della campagna diverrà anche un blog (mynameisbarbera.com) e profili con lo stesso nome prenderanno vita su Facebook, Twitter, Pinterest, Youtube e Instagram.
L’iniziativa digitale vedrà la partecipazione della giornalista e sommelier Francesca Rosso e di un ospite americano, John Murnane, esperto di turismo culturale e ristorazione. I due blogger, che cureranno tra le altre la sezione Landscapes, andranno alla scoperta dei luoghi in cui nasce la Barbera d’Asti – un territorio nella lista Patrimonio Unesco – per raccontarne i paesaggi, i sapori e le storie, da cui emana la passione per la viticoltura. Le due sezioni del blog ─ Lifestyle e Taste ─ si dedicheranno all’aspetto gourmet, con suggerimenti enogastronomici: dall’aperitivo agli abbinamenti di vino e cibo, tutto all’insegna di una sana convivialità e di un consumo moderato e gradevole. Ai volti della Barbera e alle loro storie sarà invece dedicata l’area People. Per presentare questa serie di progetti dal respiro internazionale, domenica 22 marzo, si sono alternati gli interventi del presidente del Consorzio Filippo Mobrici, che ha illustrato i programmi che sono sul tavolo in Italia e nel mondo, e il suo vice Stefano Chiarlo che ha annunciato la volontà di rendere la comunicazione efficace in ogni canale con particolare attenzione ai giovani consumatori e al loro linguaggio. Tra i contributi quelli di professionisti del calibro dell’enologo Ezio Rivella, Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, Cathy Huyghe, giornalista americana della rivista Forbes, e di figure istituzionali come il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dell’assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero. Durante l’evento si è potuto assistere al monologo “Barbera d'Asti, una storia da raccontare”, realizzato da Federico Francesco Ferrero, vincitore di MasterChef Italia 2014. Medico chirurgo nutrizionista, autore di libri e “food-teller” con un’importante esperienza nel campo dell’alimentazione, Federico Francesco Ferrero ha raccontato le emozioni che questo vino sa suscitare, in quanto memoria di un territorio ed espressione del suo spirito di convivialità. Dalla creatività dello chef Walter Ferretto, del ristorante stellato Il Cascinalenuovo di Isola d'Asti, sono nati invece gli innovativi abbinamenti che hanno messo in luce tutta la versatilità del vino prodotto tra i saliscendi del Monferrato, area divenuta Patrimonio Unesco.
 

sabato 21 marzo 2015

L’ICIF presenta ‘Nutrito’:dal web il nuovo impegno per produrre un domani di qualità


                            
 
Venerdì 20 marzo, presso l'Aula Magna, Orangerie Icif – Castello di Costigliole d’Asti è stata presentata una nuova importante iniziativa de  LItalian Culinary Institute for Foreigners (ICIF).  Una scuola di alta cucina che ha già formato e continua a farlo centinaia di  giovani cuochi provenienti da tutto il  mondo,  che apprendono tutti i segreti della grande cucina italiana e dei suoi principali prodotti agroalimentari che ne sono la base, trasformandosi così nei migliori e più qualificati ambasciatori del Made in Italy del settore.
Ospite d'onore dell'incontro con i giornalisti  è stato Andrea Olivero, Viceministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali , che si è complimento per la struttura e l'operatività dell'Istituto.
Olivero è stato introdotto da Piero Sassone, Presidente ICIF . che ha tra l'altro sottolineato che il progetto di realizzazione di NUTRITO MAGAZINE sia stato l'unico ad essere approvato dal Ministero per il Piemonte.
Giovanni Borriero , sindaco di Costigliole d'Asti, importante centro collinare che vanta la maggior estensione viticola del Piemonte, ha ricordato l'importante collaborazione con L'CIF in funzione dell'incremento del  turismo enogastronomico e per la conoscenza a livello internazionale dei vini e degli altri prodotti agroalimentari del territorio, ancor più importante in occasione dell'EXPO e dell'entrata nel giugno 2014 delle colline di Langhe.-Roero e Monferrato nel patrimonio tutelato dall'Unesco.

 

Il  nuovo portale promuove il made in Italy, il gusto e il sapore italiano. Un punto di confronto per le molteplici risorse che ruotano intorno alla nostra enogastronomia.
Con il patrocinio dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nell’ambito delle iniziative collaterali di Expo Milano 2015.
     

‘Nutrire il pianeta’ è la sfida lanciata da Expo Milano 2015.
L’Italian Culinary Institute for Foreigners (ICIF) raccoglie la sfida e risponde con Nutrito.
NUTRITO MAGAZINE
è, infatti, la nuova iniziativa web a cura dell’ICIF.

Il progetto è patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole nell’ambito delle iniziative collaterali di Expo Milano 2015. Magazine web, portale e molto altro ancora: sono numerose le definizioni per illustrare cosa è Nutrito e quale vuole essere il suo impegno.
Per precisare qual è la mission di questo nuovo strumento web si possono utilizzare tre semplici definizioni.

Nutrito è una finestra aperta sul panorama dell’enogastronomia italiana. Un mondo in continua crescita, le cui potenzialità effettive sono ogni giorno da ridefinire: la ricchezza dei nostri territori, il talento di chef e sommelier, la forza e la vision della nostra imprenditoria di settore (produttori, distributori, food and beverage manager, aziende agricole,  consorzi...), il desiderio delle nuove generazioni di crescere e dare il meglio di sé.

Nutrito è un canale aperto e ricettivo. Prodotti, professioni, servizi: una rete di soggetti che devono operare in sinergia, fare sistema per affermare non solo le competenze del made in Italy, ma anche la cultura, la tradizione, la filosofia che costituiscono un valore aggiunto, in grado di trasformare la qualità in eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Nutrito nasce e si sviluppa come un canale privilegiato per mettere a confronto opinioni, dati, analisi di settore, indagini scientifiche e di mercato, voci autorevoli che ruotano a 360° in questo settore.
Al centro, come sempre, l’Italia e l’italianità: al di là di ogni retorica, si tratta di un brand protagonista sul mercato in tutte le sue varianti.

Nutrito,   per concludere, è un manifesto d’intenti, sintetizzato dal payoff: Produciamo un domani di qualità. Questo futuro è l’orizzonte del made in Italy, alimentato dai valori del rispetto per il prodotto, rispetto per i consumatori, rispetto per la terra e per il lavoro. Una ricchezza che non conosce crisi, ma solo evoluzione, della quale Nutrito vuol essere motore, testimone e cassa di risonanza.
Buona navigazione.

    

da sin.: Andrea Olivero, Giovanni Borriero, Piero Sassone presentano il nuovo portale
 
altra immagine della presentazione con un gruppo di cuochi coreani che stanno frequentando attualmente  i corsi dell'ICIF
 

 


 

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sabato 7 marzo 2015

Ad Asti "Alle origini del gusto. Il Cibo a Pompei e nell’Italia antica" fino al 5 luglio

L’idea di una mostra ad Asti sull’alimentazione nel mondo antico si ispira alle linee guida dell’Expo 2015 di Milano: “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, quando ricordano che “la qualità e la genuinità del cibo vanno di pari passo con la tradizione consolidata nelle attività di coltivazione e di allevamento dei popoli e delle comunità locali, frutto di esperienze millenarie sulle quali oggi si innestano forti innovazioni scientifiche e tecnologiche”.

Oggi come in passato, il cibo è uno dei principali fattori che qualificano una civiltà, strettamente connesso alla sfera sociale e religiosa, concorre alla creazione del senso di appartenenza e a quella che definiamo “identità culturale”, e da lì alla comunicazione interculturale.
La mostra, Alle origini del gusto. Il Cibo a Pompei e nell’Italia antica, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione Palazzo Mazzetti, curata da Adele Campanelli e Alessandro Mandolesi, conduce il visitatore in un viaggio alle origini del comportamento alimentare italiano in un contesto, Asti e il suo territorio, rinomato per una produzione agro-alimentare che affonda le radici in un passato ricco di testimonianze locali.
 
Partendo dall’invito a un banchetto di età romana in un itinerario a ritroso nel tempo, anche attraverso approfondimenti su alcuni significativi prodotti della terra (grano, olio, vino) si compone un quadro esaustivo delle abitudini alimentari e produttive dei maggiori popoli antichi che vissero in Italia.
Un’impostazione innovativa e originale basata sull’incontro fra archeologia e tecnologia dove le ricostruzioni delle attività e delle consuetudini alimentari dei Romani focalizzeranno, di volta in volta, situazioni singolari relative alle altre importanti civiltà che si sono sviluppate sul territorio italiano: dai Greci agli Etruschi, fino agli Italici. Le conoscenze sulla produzione e sulla cucina romana, e in parte anche greca ed etrusca, sono vaste e basate su fonti di natura molteplice: letterarie, archeologiche, paleo-ambientali. I testi scritti in particolare sono numerosi: si cita a titolo esemplificativo il noto manuale di ricette pervenutoci sotto il nome di Apicio, o la cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio oppure la Edifagetica di Archestrato di Gela, una specie di prima guida gastronomica del mondo antico, ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Notevole anche il corpus delle informazioni fornite dall’archeologia, soprattutto la quantità di dati dall’area vesuviana: Pompei, Ercolano e Stabia centri seppelliti dall’eruzione del 79 d.C. restituiscono rappresentazioni figurate, ambienti completi di arredamenti, impronte di coltivazioni, reperti botanici, zoologici e anche veri cibi carbonizzati.
 
Una sequenza di luoghi e di ambientazioni collegati al consumo, all’elaborazione e alla produzione degli alimenti, corrispondenti alle varie sezioni espositive con un taglio mirato ad illustrare sia la preparazione e la presentazione dei cibi sia le tecniche di coltivazione con la ricostruzione di un antico paesaggio agrario italiano.
In occasione della mostra è possibile visitare la domus romana di via Varrone della seconda metà del I secolo d.C., situata presso la porta urbica occidentale (Torre Rossa) dove terminava il decumano massimo (coincidente con l’odierno Corso Alfieri). Tra i resti della costruzione, riaperta al pubblico con un allestimento aggiornato, è di particolare interesse il tappeto a mosaico che decorava il pavimento della sala da pranzo (triclinium).
Il programma didattico atto a coinvolgere gli studenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado si sviluppa attraverso visite guidate condotte da operatori specializzati e laboratori impostati su diversi livelli di approfondimento.
Un inedito ciclo di conferenze, sarà dedicato ad alcuni aspetti dell’alimentazione  nell’antichità e avrà inizio nel mese di marzo per proseguire, con cadenza mensile, fino a giugno. Più in particolare si parlerà, tra l’altro, di vino, olivocultura, produzione olearia, ma anche dell’alimentazione a Pompei grazie ai risultati degli studi su reperti organici e vegetali (come semi, frutti e pane, sopravvissuti all’eruzione del 79 d.C.), e del cibo consacrato alle divinità.
 
 

Alle origini del gusto… InContemporanea e gli eventi collaterali.

La mostra ha ispirato l’estro di sei artisti contemporanei che hanno sposato con entusiasmo questa iniziativa che fin da subito ha avuto il sapore di una sfida; l’arte contemporanea incontra l’archeologia dandosi appuntamento in un luogo inusuale: il bookshop di Palazzo Mazzetti.
Sensibilità, forza espressiva e grinta hanno preso così la forma delle creazioni di Roberto Amadè (cantautore e pittore), Simone Bordino (orafo), Gian Genta (scultore), Roberto Giannotti (designer e scultore), Paola Rattazzi (pittrice) e Sergio Unia (scultore).
Dalla geniale penna dell’artista livornese Luca Vinciguerra (pittore e scultore – www.eg-idea.com) è nata invece l’originale mascotte “Coco” che promette di diventare il simbolo di un ricco calendario di iniziative collaterali alla mostra (cene a tema presso i ristoranti convenzionati, laboratori di archeo-cucina, divertenti eventi rivolti ai bambini e alle famiglie e molto altro ancora) da condividere anche attraverso i social seguendo l’hashtag #originidelgusto e la pagina Facebook di Palazzo Mazzetti.
 
 

Info e prenotazioni

199.15.11.21 (dall’estero 02.89096942)

www.palazzomazzetti.it

 Date e orari

7 marzo – 5 luglio 2015

Da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30.
Lunedì chiuso ad eccezione di lunedì 6 aprile.
La chiusura della biglietteria è prevista un’ora prima.
Biglietti
Comprensivi del servizio prenotazione e della visita a Palazzo Mazzetti
€ 10,00           intero
€ 8,00             ridotto per gruppi superiori alle 15 unità, maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni
€ 6,00             ridotto per minori di 18 anni
€ 3,00             ridotto speciale per scolaresche delle scuole elementari, medie e superiori
Gratuito          per minori di 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per scolaresca
Attività didattiche
Su prenotazione per gruppi fino a 25 unità (oltre al prezzo del biglietto ridotto speciale per scolaresche)
€ 60,00          scuole, visita guidata
€ 80,00          scuole visita guidata abbinata a laboratorio
Visite guidate
Su prenotazione per gruppi fino a 25 unità (oltre al prezzo del biglietto)
€ 100,00       gruppi
€ 120,00       gruppi in lingua
€ 5,00           quota individuale di partecipazione alle visite fisse
 
La mostra, posta sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Piemonte e della Provincia di Asti, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione Palazzo Mazzetti, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta la Soprintendenza speciale per Pompei Ercolano e Stabia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e il Comune di Asti.; si avvale della collaborazione di Civita per l’organizzazione e la comunicazione; l’allestimento è di Percorsi di Luce, il catalogo è edito da Marsilio.
 PALAZZO MAZZETTI - Corso Vittorio Alfieri N° 357- 14100 ASTI / Tel. 0141 530403 / Fax 0141 599678