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venerdì 22 marzo 2013

Si perde nel vino la nota di "cavallo sudato" e "pipì di gatto"?

 
 
Ecco una articolo, per molti aspetti divertente, pubblicato in rete da Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori. In effetti per chissà quanto tempo ancora degustatori più o meno improvvisati continueranno a rintracciare "note" che caratterizzavano vini di una particolare tipologia, ormai superate dalle moderne tecniche enologiche in cantina. Ma la "mania" di colorire gli esami organolettici da pubblicare, con commenti a dir poco estemporanei non  è mai passata e continuerà imperterrita, forse piacendo molto anche al lettore e a coloro che negli ultimi anni si definiscono "enoappassionati" ma spesso non troppo competenti....
 

Vini, note perse


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Esiste Vignenote, una bella azienda in Franciacorta, ed esistono le note perse, vale a dire sentori di profumi e di aromi - attribuiti ai vini da una consistente bibliografia quali fortemente caratterizzanti una tipologia - che stanno scomparendo.



Volendo fare qualche esempio possiamo rilevare che tra le prime a svanire è sicuramente stata la nota di cavallo sudato nei vini della Rioja, falcidiata dalle nuove conoscenze enologiche che hanno sterminato i Brettanomyces che inquinavano le cantine della nota regione iberica.




In Italia abbiamo il Tocai che, man mano si eleva in qualità evitando l'ossidazione, perde la mandorla amara e il Sauvignon che, con i nuovi cloni, non si esprime più con la celeberrima pipì di gatto (che poi pipì non è). Da quando si è scoperto che facendo maturare bene le uve le pirazine possono scendere sotto la soglia della percezione, anche Merlot e Cabernet stanno abbandonando la nota di peperone o edera come qualche assaggiatore amava chiamarla.

Ma non temete: per un bel po' di tempo ci sarà ancora qualcuno che sapendo che il vino è un Sauvignon vi inviterà a cercare la pipì di gatto e così per le note che furono caratteristiche per gli altri vini. Personalmente sto sognando che ci sia uno dei noti conduttori di degustazioni che mi inviti a sentire il legno in un vino barricato senza che io riesca a trovarlo.



lunedì 11 marzo 2013

Wild Wonders of Europe: mai visto, inatteso, indimenticabile


                               

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino presenta, dal 16 marzo al 27 aprile, la mostra  Wild Wonders of Europe”, con oltre 70 fotografie in grande formato realizzate da 69 tra i migliori fotografi naturalisti europei, in più di 125 missioni e in 48 paesi per documentare le meraviglie naturali del nostro continente.

La mostra prima di arrivare a Torino è stata esposta in tour in Cina, Madrid, Praga, L'Aia (Den Haag).

 

Il percorso espositivo è arricchito da una proiezione e da testi che mettono in evidenza i temi della salvaguardia e della conservazione della Natura.

Degli oltre 200.000 scatti realizzati per questo progetto, in quindici mesi, alcuni dei più belli sono stati selezionati per entrare a far parte di questa mostra: la grande fotografia d’autore celebra le bellezze naturali d’Europa, per svelare al grande pubblico la straordinaria ricchezza e varietà di un patrimonio naturale da proteggere e preservare, per noi e le generazioni future.

 

Wild Wonders of Europe è il più grande progetto di fotografia sulla Natura mai realizzato e  celebra la meravigliosa vita selvaggia che torna a ripopolare l’Europa ma sottolinea, allo stesso tempo, la perdita della biodiversità e le difficili sfide che ci attendono.

Dagli orsi polari delle Svalbard, nel Mare Glaciale Artico, alle tartarughe marine del Mediterraneo, dal bisonte selvaggio della Polonia ai ghiacciai coperti di neve del Caucaso – per la prima volta la bellezza incontaminata dei suoi paesaggi e l’immensa varietà della sua flora e fauna vengono mostrate tutte insieme al mondo.

Al progetto hanno partecipato 69 tra i migliori fotografi europei, impegnati in 125 missioni in tutta Europa, dal Portogallo alla Russia, dalla Norvegia, all'Italia, alla Romania, con lo scopo di documentare, con immagini straordinarie, la biodiversità europea e le meraviglie incontaminate del continente. Il progetto ha coinvolto i 48 Paesi europei ed è stato supportato, tra gli altri, dalla United Nations Environment Programme, dalla European Environment Agency dell’Unione Europea, dalla IUCN, dal WWF International e dal National Geographic.

 

Per maggiori informazioni:


 

Partner:

Le mostre Wild Wonders of Europe Indoor sono organizzate dall’agenzia  PAS EVENTS – events for art and science (www.pasevents.com ).

Tra gli oltre 50 partner internazionali del progetto i principali sono WWF International,  National Geographic, Nikon e Nokia, Rewilding Europe.  Una selezione di più di 10.000 fotografie è inoltre disponibile su Nature Picture Library, che è agente esclusivo per la gestione delle immagini.

 

Ingresso:

Biglietto intero: 6.50 euro

Biglietto ridotto: 4.50 euro (bambini fino a 12 anni, possessori Carta Musei)

Ingresso gratuito per i bambini fino a 4 anni

 

Biglietto ridotto per le classi di scuole elementari, medie e superiori e ingresso gratuito per l'insegnante accompagnatore.

 

 

Sede: Museo Regionale di Scienze  Naturali,  via  Giolitti 36, Torino

Mostra: Wild Wonders of Europe”

Periodo: 16 marzo – 27 aprile 2013

Orario: tutti i giorni: 10 – 19  | Chiuso il martedì

Biglietto museo: € 5,00 intero - € 2,50 ridotto

Info Museo: tel. +39 011 432.6354 

www.mrsntorino.it

venerdì 1 marzo 2013

"QUINTO QUARTO" Tre incontri per conoscere e gustare la carne dell'altra "piemontese"

                                         Devis Caffa, ideatore dell'interessante proposta
 
 
 
Molti tagli della pregiatissima carne bovina piemontese sono immeritatamente poco conosciuti. Un giovane macellaio astigiano ha avuto la bella idea di organizzare tre cene-degustazione, in collaborazione con il ristorante "Cambiocavallo"
 
 
La carne dei bovini di razza piemontese è senza dubbio da considerare come una delle migliori in assoluto, a livello mondiale. Le sue caratteristiche nutrizionali sono certificate come ottimali da tutti gli esperti, per l’alta concentrazione di proteine, vitamine e minerali, l’ottima digeribilità e lo straordinario rapporto muscolo/grasso che la rendono particolarmente morbida e gustosa.
Il venticinquenne, Devis Caffa, che gestisce con i familiari la nota macelleria di via Giobert ad Asti, ha constatato nella sua attività e nel rapporto quotidiano con la clientela, un problema di cui si parla raramente e che al contrario dovrebbe trovare maggiori spazi in chi fa informazione gastronomica.
Della “piemontese” che oggi conta anche su molti capi della cosiddetta “fassone” (o doppia groppa) la maggior parte degli acquirenti conosce soltanto i tagli più “facili” limitandosi a richiedere ai punti vendita Coscia, Filetto, Scamone, Noce, Rotondino, Fiocco. Rimangono così quasi sconosciuti e di conseguenza raramente richiesti, pur avendo eccellenti caratteristiche organolettiche e nutrizionali, i tagli di quello che tecnicamente viene definito con un termine che ci risulta poco noto ai più “Quinto Quarto”, ovvero Testina, Cervella, Lingua, Rognone, Trippa, Testicoli, Milza, Coda ecc.
Fortunatamente, grazie a ricette straordinarie, storiche  e buonissime come il bollito misto, la finanziera, la lingua al verde, trippa in umido  e molte altre,  questi tagli trovano ancora una discreta diffusione tra le proposte dei ristoranti monferrini, anche se probabilmente meriterebbero più attenzioni e perché no qualche ricetta innovativa e gustosa, come  ad esempio il tortino di riso con rognone,  che abbiamo assaggiato durante la presentazione dell’iniziativa.
Devis Caffa ha avuto così la bella idea di organizzare un breve ciclo di cene-degustazione, nei mesi di marzo ed aprile, in collaborazione con il ristorante “Cambiocavallo” di via Testa, accogliente locale a breve distanza dal suo negozio. Il menu delle cene propone ogni volta preparazioni dei tagli più noti e di quelli meno utilizzati nelle cucine di casa (ma anche  purtroppo nei ristoranti).
Il carattere didattico-promozionale dell’iniziativa, sottolineato dal costo di partecipazione di soli 20 euro a persona, tutto compreso, prevede una breve introduzione al mondo della “piemontese” ed ai suoi valori da parte del gastronomo  astigiano Giancarlo Sattanino, seguita dall’illustrazione del menu che sarà ogni volta differente, composto da quattro preparazioni a base di tagli noti e meno noti, dalla degustazione conclusiva di un taglio “misterioso” che i partecipanti dovranno individuare e da un dessert finale.  In abbinamento ai piatti vini astigiani di note aziende del territorio.
Ad ogni commensale sarà distribuito un breve questionario con alcune domande sul tema della serata, la cui giusta soluzione varrà la consegna di premi “campagnoli” di qualità.
 
Il calendario delle cene-degustazione
Martedì 5 marzo
Martedì 19 marzo
Martedì   9 aprile
Ritrovo alle ore 20, posti limitati. Necessaria la prenotazione allo 0141 351094
                            tutti i tagli della razza piemontese