Pagine

giovedì 27 ottobre 2011

Antonino Cammarata ed i suoi solari paesaggi siciliani dipinti in diretta web



Dopo un'estate che sembrava non finire mai, con 30 gradi  a Torino ai primi di ottobre, che a queste latitudini non si erano mai registati nel periodo da quando esistono i rilevamenti (metà del '700), siamo ritornati alla  normalità dell'autunno con le temperature che si abbassano, i riscaldamenti accesi nelle case, le giornate sempre più corte e l'umore che tende ad uniformarsi al clima.....

Personalmente ho un rimedio per non piombare totalmente nel grigiore stabile imminente di questa stagione e sono un paio di bei dipinti dell'amico Antonino Cammarata, che hanno portato nella mia collezione la luce ed i paesaggi di Sicilia, terra che mi piace moltissimo per la  natura,  il mare, il clima sempre mite anche in inverno, le persone, enogastronomia, storia, cultura e monumenti. Ho messo queste mie preferenze in ordine sparso, perchè francamente non saprei fare una classifica di queste doti.
Antonino  è un artista professionista, dal 1985 la sua pittura   solare ed immediata, lo ha portato ad essere apprezzato non solo nella sua terra,  ma in tutta Italia ed all'estero.
Anni addietro, quando Internet muoveva ancora i primi passi e non era diffuso come ora, ha avuto un'idea geniale, che poteva permettersi  però, allora come oggi,  solo chi sa usare il pennello come lui....:
ha piazzato una web-cam a fianco del suo cavalletto e dipinge "in diretta"  video sul suo sito. Tutto da vedere il suo lavoro e piacevole da scoprire.
Questa novità fece parlare di lui mezzo mondo e la rete è diventata per questo artista un punto di riferimento anche per vendere e spedire ovunque i suoi lavori. 
Non sto a riportare  tutto  il bel curriculum di Antonino, che potete leggere sui suoi siti (ne ha anche altri) , ma mi piace ricordare che più di recente ha iniziato a realizzare anche dipinti, come sempre in prevalenza olio su tela, con la difficile tecnica "a spatola" ,che esalta ancor di più  la matericità dei colori e l'intensità dei paesaggi vividi che contraddistinguono la sua opera, anche se non dimenticherei il buon  livello delle  sue nature morte. 
Portarsi in casa la luce mediterranea ed i suoi colori in fondo non costa molto......
Collegatevi  a www.artecammarata.com 
 e troverete come me una persona speciale!

 Antonino Cammarata

 .

giovedì 20 ottobre 2011

Quella Barbera d'Asti che piace in Canada......



La Barbera d’Asti  Superiore Cascina Fonda San Nicolao 2005 ed il Barbaresco Riserva 2005 dell’azienda vitivinicola Clemente Guasti e Figli di Nizza Monferrato, inseriti nel listino dei vini  “top” del monopolio canadese (LCBO)


A partire dagli anni '90 a molti era sembrato, a cominciare da gran parte dei giornalisti più o meno noti ed estensori di guide,  che la Barbera  cosiddetta "tradizionale" avesse fatto il suo tempo e che  soltanto lunghe soste in barrique potessero farla entrare nel novero dei vini più celebrati. Cambiano i tempi ed anche le "mode" , dalle quali il settore vinicolo non è mai stato esente...anzi. Ci sono stati comunque  anche nell'Astigiano e non solo nella zona di Barolo, dei produttori storici che non si sono lasciati attrarre più di tanto dalle sirene dei vini a "tutto legno" ed hanno continuato a proporre Barbera selezionate, affinate in botte grande, che non temono il tempo, anzi migliorano dopo anni anche in bottiglia ed hanno quelle caratteristiche che fanno la differenza rispetto ai vini da vitigni "internazionali" tipo Merlot e Carbernet. che tendono ad assomigliarsi molto a qualsiasi latitudine vengano prodotti. Mantenere una linea coerente con la propria storia e metodo di lavoro alla fine premia  ed un nuovo e  prestigioso riconoscimento, in campo internazionale, è arrivato per l’azienda vitivinicola Clemente Guasti e Figli di Nizza Monferrato, guidata dai fratelli Andrea ed Alessandro Guasti.
Due suoi vini sono stati  inseriti  a listino,  lo scorso  15 ottobre,   dal  monopolio Canadese (LCBO), nella sezione Vintages, dedicata  esclusivamente ai vini  importanti e  di annate meno recenti.  Lusinghiera la scheda pubblicata, che descrive le loro ottime caratteristiche organolettiche.
Si tratta  del Barbaresco Riserva 2005 e  di  Cascina Fonda San Nicolao 2005 Barbera d’Asti Superiore,  quest’ultima in particolare fiore all’occhiello da sempre, per qualità ed immagine, della Cantina nicese, che ha sempre dedicato molta attenzione alla Barbera, protagonista della viticoltura del territorio.
Clemente Guasti, nell’immediato dopoguerra, creò  infatti per primo le Barbere “di cascina” col nome ben preciso in etichetta e prodotte vinificando esclusivamente le uve provenienti dagli specifici vigneti. Un'attestazione di precisa provenienza da vigneti molto vocati,  poi imitata da molti altri produttori. Era la strada giusta ed a distanza di tanti anni viene giustamente premiata.

sabato 15 ottobre 2011

“LE RICETTE REGIONALI ITALIANE” DI ANNA GOSETTI DELLA SALDA


DI NUOVO IN LIBRERIA UNA PIETRA MILIARE DELLA CULTURA CULINARIA

Pubblicato per la prima volta nel 1967 dalla Casa Editrice Solares, giunge alla diciassettesima edizione: in distribuzione nelle librerie dal 7 ottobre

Libri di cucina con ricette ne esistono moltissimi, forse anche troppi. Ultimamente ci si cimentano nel settore anche molti giornalisti o presentatori che "cavalcano" l'onda della loro popolarità televisiva, ottengono così ottimi riscontri di vendita di libri sui cui contenuti preferisco non fare commenti....
Assieme all'Arte di Mangiare Bene di Pellegrino Artusi questo volume rappresenta invece una pietra miliare della cultura gastronomica italiana. Più che un semplice libro di ricette è uno spaccato di storie e culture dell'Italia intera.

S'intitola “Le Ricette Regionali Italiane”, ed è il famoso libro di Anna Gosetti della Salda, distribuito nelle migliori librerie d'Italia dal 7 ottobre, nella sua diciassettesima edizione, curato come sempre dalla Casa Editrice Solares.
Nelle case italiane dal 1967, anno della prima edizione, questa preziosa opera ripercorre le regioni italiane all'insegna del gusto e della tradizione, ed è divenuta il modello di riferimento per i successivi ricettari. Le preparazioni sono riportate con la maggior fedeltà possibile e scritte tenendo conto delle reali possibilità di una cucina media italiana degli anni '60. Le ricette, inoltre, sono state tutte provate, nel solco di una metodologia che l'autrice aveva già formalizzato alla guida della rivista “La Cucina Italiana”, di cui Anna Gosetti della Salda è stata direttrice dal 1952 al 1981, e che ha rappresentato una delle maggiori fortune di questo periodico.
Nelle 1204 pagine dell'elegante volume sono racchiuse 2174 ricette, suddivise per regione nella classica partitura “antipasti e salse” “minestre (asciutte e in brodo)”, “pesci”, “verdure”, “piatti di mezzo” e “dolci”.
Il libro è in vendita al prezzo di 49 euro, che a qualcuno potrà  sembrare una cifra non bassa, ma posso garantire che sono soldi ben spesi rispetto ai tanti libri modaioli e "televisivi" in auge. Personalmente ho in libreria una vecchia edizione, ma ho constatato più volte quanto sia utile ed interessante ancor oggi.
A volere questa nuova edizione, che giunge a sei anni dalla precedente, l’architetto Alessio Brando Ravà, parte integrante di un entourage di “famiglia” caro ad Anna Gosetti.
La nuova edizione de “Le Ricette Regionali Italiane” rappresenta il primo tassello di una più ampia comunicazione, in fase di avviamento, a cominciare dalla creazione di un sito (www.edizionisolares.it ) e altre iniziative.
“Un lavoro di ben quattro anni: due volte il giro gastronomico attraverso l'Italia. Tutto questo per perfezionare questa raccolta di ricette regionali, attingendo a fonti ben precise ed attendibili - scrive l'autrice nella prefazione della prima edizione - Da chilometro a chilometro anche la ricetta più tradizionale può variare, perché ogni famiglia la elabora a modo suo e naturalmente ognuna ritiene valida la propria preparazione. Ricerca quindi non solo di ricette, ma di persone che ne fossero le fedeli e riconosciute depositarie, assicurandomi la possibilità di poter riproporre delle esperienze gastronomiche assolutamente autentiche e originali. Cibi che corrispondono ad un clima, ad un costume, che a volte non si possono neppure concepire oltre i limiti geografici del loro consumo, ma che sono spesso irripetibili”.
Il risultato di questo lavoro è un manuale che supera le dimensioni del semplice ricettario, pur basando la sua fortuna anche sulla schematicità e semplicità nella stesura delle ricette, per diventare fotografia viva della cucina italiana. Una fotografia che, pur nell'evolversi della cultura gastronomica, non perde nitidezza ed è estremamente attuale in un'epoca che tende a riscoprire le radici, il chilometro zero, e quindi l'autenticità della cucina italiana legata ai prodotti dei suoi territori.



venerdì 7 ottobre 2011

Organizzare i vini per "stili", ognuno per un tipo di cliente. Con risultati di vendita immediati.

                                                         Manuela Violoni



Il marketing del vino è notoriamente  tra i più complicati da gestire, causa una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare in questa sede.
Per questo  motivo studi ed approfondimenti in proposito, possono rivelarsi molto utili  ai produttori, nella ricerca di un approccio organizzativo  moderno dell’offerta al consumatore finale da consigliare agli esercenti.
Centinaia di referenze a listino, come affrontarle per venderle tutte? La Sdc, società distributiva del gruppo Lekkerland, ha adottato l'organizzazione dei vini per stili, ognuno per un tipo di cliente. Con risultati di vendita immediati.
Ne parla  
Manuela Violoni del Centro Studi Assaggiatori  di Brescia, in questo interessante  articolo che consiglio di leggere con attenzione a tutti gli interessati.

Vendere il vino, ma con stili

Centinaia di clienti, dalle drogherie alle macellerie agli ambulanti. Un assortimento di centinaia di referenze a listino, di ogni tipologia, denominazione e prezzo. Qual è il rischio? Che ogni venditore, a seconda di background, formazione e preferenze, familiarizzi maggiormente con una parte del listino e in qualche modo si specializzi nel venderla al meglio; a discapito però delle referenze meno note.
Un approccio diverso consiste nel suddividere il listino in parti, organizzandole in modo che acquisiscano un significato e sia più facile orientarsi al loro interno. È come organizzare una biblioteca: un elenco di libri casuale è poco utile, in ordine alfabetico è già qualcosa, per argomenti è decisamente più applicativo.
Quale criterio utilizzare per organizzare dei vini? Il sistema più classico va per tipologie (bianco o rosso, fermo frizzante o spumante, da pasto o da dessert…) e per territorio. Ma anche così le referenze per gruppo sono molte, ed è facile scegliere sempre le stesse.
Il metodo scelto dalla Sdc rivoluziona questo approccio. Il listino viene suddiviso in unità complete di ogni tipologia, che possono essere proposte a un cliente come un pacchetto completo; ma ogni pacchetto è studiato per una certa tipologia di cliente in base allo stile. Ogni gestore ha il suo stile, che si riflette nell’aspetto e nella gestione del suo locale o negozio, nella scelta dei prodotti che fa e di conseguenza nella clientela che sceglie di frequentarlo. Saper riconoscere lo stile di ogni cliente e consigliare prodotti coerenti significa facilitare al cliente la scelta e la vendita al suo pubblico e di conseguenza vendere meglio.
Il lavoro ha quindi implicato diverse fasi: innanzitutto la divisione del listino in stili di vino, trasversali alle tipologie e ai territori. Gli stili si intendono come dei criteri sensoriali di preferenza: un vino rosso fermo può piacere perché è elegante e sofisticato o perché è rude e sincero, a seconda di chi lo consuma. Per capire quali caratteristiche fanno di un vino un prodotto elegante o rude e quale tipo di pubblico le preferisce ci si è basati sulla ricerca dal Centro Studi Assaggiatori sulla personalità sensoriale dei prodotti, compiuta nell’arco di otto anni attraverso test sul consumatore e di laboratorio. Il risultato è stato l’individuazione di un assortimento completo di vini per ognuno dei seguenti stili: raffinato, tradizionalista, pratico, deciso, rude. Il kit di vendita è corredato inoltre da un questionario che permette di individuare facilmente lo stile del cliente attraverso l’aspetto del negozio e il suo assortimento, il comportamento del gestore e il tipo di clientela che frequenta il luogo, suggerendo le argomentazioni di vendita più adatte. Il progetto è culminato in una giornata di formazione ai quaranta venditori, che ha illustrato il listino in modo pratico attraverso l’analisi sensoriale (compiuta alla cieca su scheda) e la spiegazione di una serie di 16 vini rappresentativi di ogni tipologia e stile.
Commenta così Antonio De Bellis, Marketing Director presso Sdc-Lekkerland, i risultati a cui ha portato questa nuova metodologia di vendita: “A due mesi dall’effettuazione del corso, si è verificato un aumento significativo della base dei clienti trattanti la merceologia vino: +9,4% il dato ad anno mobile, con un conseguente aumento delle vendite breve periodo e delle prospettive di crescita strutturale”.
                                                                                       Manuela Violoni
 Altre informazioni ed approfondimenti su
www.assaggiatori.com


giovedì 6 ottobre 2011

101 COSE DA FARE IN PIEMONTE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA


             IL PIEMONTE COME NON L’AVETE MAI VISTO
                                   Interessante libro scritto da Sarah Scaparone
Il Piemonte è una terra dai molti paesaggi, dalle mille identità, dalla cultura e dai sapori che hanno fatto storia. Le montagne sono l’essenza di gran parte del territorio. Le colline sono il cuore delle Langhe, del Roero e del Monferrato. Le pianure richiamano alla mente le risaie vercellesi. I laghi sono perle paesaggistiche capaci di stupire per loro diversità. E poi ci sono i fiumi, come il largo e lungo Po, che qui nasce e racconta con i suoi argini storie diverse di una stessa gente. Ma il Piemonte è anche luogo di insediamento romano, crocevia di culture diverse, terra di forte influenza francese eppure profondamente italiana, culla del Risorgimento e sede della prima capitale. Ancora oggi tutto ci racconta questo passato: dalle residenze sabaude ai castelli, dai musei alle fortezze, alla struttura delle città. È terra vocata alla religiosità: custodisce la Sacra Sindone, ospita abbazie, pievi romaniche e sacri monti. Senza dimenticare i sapori: i dolci tradizionali apprezzati in tutto il mondo, i vini e la cucina. Una regione ricca di tradizioni popolari, di folclore e di musica che aspetta solo di essere scoperta.

SARAH SCAPARONE, laureata in Lettere moderne, è nata a Torino dove vive e lavora. Giornalista professionista free lance, collabora con diverse testate nazionali legate al mondo dell’enogastronomia. Appassionata di cucina, viaggi e buone letture, racconta e fotografa tutto ciò che la emoziona e da sempre ama scoprire la vera anima dei luoghi e delle persone che incontra sul suo cammino.
Ecco alcune delle 101 cose da fare in Piemonte almeno una volta nella vita

 Rilassarsi nelle storiche terme di Acqui sorseggiando un Brachetto

Perdersi tra castelli e dimore storiche

Passare una giornata con i trifulao in cerca del pregiato tubero

Scoprire che il Piemonte è anche il regno della birra artigianale

Ripercorrere la Via del Sale

Scorrazzare in vespa tra Langhe e Roero

Comprendere come un pizzicotto possa essere tanto gustoso

Ascoltare il silenzio dell’Isola di San Giulio

Ritrovare se stessi al Monastero di Bose

Meravigliarsi davanti a un “mare a quadretti”

PP. 288 circa
NEWTON COMPTON EDITORE
Euro 14,90

ISBN: 978-88-541-3306-8

                                                   Sarah   Scaparone