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martedì 30 gennaio 2024

Due Enti montani e 58 Comuni:nasce il “Distretto del Cibo dell’Alta Langa e del Cebano”


Firmato l’accordo per promuovere un innovativo modello di sviluppo
I presidenti Bezzone e Falletto: “Questo progetto rappresenta la svolta per i nostri territori e le loro peculiarità”.


  Due unioni montane, un vasto territorio ricco di eccellenze e un tessuto economico vivo dalle molte potenzialità. Sono questi gli ingredienti principali dai quali nasce il “Distretto del Cibo dell’Alta Langa e del Cebano”, grazie a un accordo siglato tra l’Unione montana di Alta Langa e quella delle Valli Mongia e Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida.

L’obiettivo è quello di realizzare uno strumento di politica economica finalizzato a organizzare e sostenere i sistemi produttivi agricoli e agroalimentari locali, favorendo l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, nonché salvaguardare il paesaggio rurale, come ha detto il sindaco di Ceva e presidente dell’Unione montana del Cebano, Vincenzo Bezzone, che ha aggiunto: “Sono convinto che il Distretto del Cibo rappresenterà una svolta fondamentale per tutte le nostre vallate sia nel settore agricolo e produttivo che in quello turistico. Abbiamo realizzato unimportante strumento di sviluppo che ci renderà più forti nell’affrontare le sfide del futuro”.

 


Il primo atto ufficiale per dare il via a questo Distretto del Cibo, è stata la firma dell’accordo, tra il presidente dell’Unione del Cebano Vincenzo Bezzone e il presidente dell’Unione Montana Alta Langa e sindaco di Serravalle Langhe Davide Falletto, e delle associazioni che ne fanno parte: Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Associazione Commercianti Albesi, Ascom Ceva e Confartigianato. Una forma aggregativa che, con i suoi 58 comuni, identifica il Distretto del Cibo dell’Alta Langa e del Cebano, tra i più grandi d’Italia.

La sfida ma anche l’obiettivo - ha sottolineato il presidente dell’Unione montana Alta Langa Davide Falletto - è quello di creare, come stiamo già facendo, un percorso condiviso di promozione sulle capacità produttive delle imprese e sulle produzioni locali, attraverso un sistema forte e coeso che ci renda competitivi sul mercato”.

Il nostro progetto”, ha spiegato il segretario generale dei due Enti montani, la dott.ssa Carla Bue, alla platea dei sindaci riunitisi nella sede dell’Ente montano di Ceva, “è stato presentato in Regione Piemonte per l’approvazione ed essere così inserito nel registro italiano dei Distretti del Cibo, avendo così la possibilità di partecipare a bandi per concessione di contributi e risorse nazionali e anche europee”.

“Ringraziamo i sindaci e tutti gli attori che hanno partecipato a questo importante accordo - hanno sottolineato i presidenti dei due Enti montani, Bezzone e Falletto - attraverso un’ampia condivisione di realtà simili nelle loro peculiarità, per una filiera agricola di alta qualità a cui il Distretto del Cibo offrirà più possibilità nei diversi passaggi di trasformazione, commercializzazione e formazione. Senza dimenticare il grande valore aggiunto del paesaggio e della cultura che caratterizzano i nostri territori. Un grazie particolare allo studio Vassallo per averci fornito il supporto tecnico e al segretario generale Carla Bue”.

I Distretti del cibo costituiscono un nuovo modello di sviluppo per l'agroalimentare, e nascono per fornire a livello nazionale ulteriori opportunità e risorse per la crescita e il rilancio sia delle filiere che dei territori. Strumento strategico del MASAF - Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste - mira a favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, favorendo l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale. Nello stesso momento tutelano anche la sicurezza alimentare, la diminuzione dell'impatto ambientale delle produzioni e la riduzione dello spreco alimentare, oltre alla salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.



venerdì 26 gennaio 2024

PIEMONTE: PRODUZIONE DI UVA GIÙ DEL 14%, MA LA VENDEMMIA 2023 È A «OTTO STELLE»



 PRODOTTI 2,06 MILIONI DI ETTOLITRI. PIEMONTE SECONDA REGIONE ITALIANA CON UN FATTURATO VINO DI 1.362 MILIONI DI EURO. FOCUS SUI MERCATI INTERNAZIONALI DI NOMISMA E ISMEA

Due fattori climatici hanno caratterizzato l’annata vitivinicola 2023 in Piemonte: le temperature record e la siccità prolungata. Nessuna inversione di tendenza rispetto all’anno prima, se non nella raccolta delle uve: questa volta il clima ha inciso fortemente facendo diminuire la produzione di circa il 14%. Sono stati 2,06 milioni gli ettolitri prodotti contro i 2,26milionidel 2022.La 2023 è un’annata che i tecnici definiscono «molto buona» assegnando alle uve una media qualitativa di «otto stelle» su dieci. Il Piemonte inoltre si conferma come la seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato con un giro d’affari per il comparto vinicolo che cresce a quota1.362 milioni di euro(erano 1.235 milioni nel 2022).Tiene l’export: i vini Dop piemontesi sono andati meglio della media italiana, bene l’Asti spumante anche se i rossi fermi hanno subito una contrazione.
Questa in sintesi l’analisi fatta da enologi, agronomi e giornalisti di settore in L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2023, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia appena passata e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. Un lavoro che Vignaioli Piemontesi porta avanti da più di trent’anni, dal 1992, raccogliendo minuziosamente i dati regionali di maturazione delle uve e dell’andamento climatico in varie zone vitivinicole del Piemonte e svolgendo un’attività di coordinamento di tutti i tecnici viticoli e agronomi presenti sul territorio. La pubblicazione è stata presentata a Torino, nel Palazzo della Regione.

L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte MarcoProtopapa ha evidenziato come la viticoltura e in genere l’agricoltura piemontese si trovino «di fronte a un cambiamento epocale: prima di tutto in vigna dove il clima mette a dura prova i nostri viticoltori. Anche nella nostra regione una siccità prolungata ormai da due anni, le alte temperature estive, la neve che non arriva e, di conseguenza, le riserve idriche che si riducono sempre più, sono tutte fonti di grandissima preoccupazione per l’agricoltura.La conseguenza più immediata è il calo di produzione delle uve. A questo si aggiunge un’incertezza che arriva dai mercati internazionali e che tocca in generale il sistema vino italiano. È evidente che il settore vitivinicolo si trova di fronte a sfide significative; tuttavia, nel mezzo di queste difficoltà, è importante riconoscere e sfruttare le opportunità che possono emergere. Investire nella promozione delle eccellenze locali, come la cucina di qualità, i vini pregiati e le nostre bellezze paesaggistiche riconosciute dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, può diventare un punto di forza per attrarre il turismo. Questo, a sua volta, potrebbe fornire un sostegno essenziale all’economia locale, creando opportunità di lavoro per i giovani e per coloro che sono coinvolti nel settore. Negli ultimi anni il Piemonte è tra le mete principali in Italia per gli enoturisti, con un aumento delle presenze degli stranieri in tutti i mesi dell’anno. La Regione Piemonte sostiene il comparto vitivinicolo attivando tutti gli strumenti di cui dispone: le misure dell’OCM per favorire investimenti e ristrutturazione delle aziende agricole e per promuovere i vini nei mercati extra UE».

«Stiamo affrontando un’annata dove da una parte diamo una grande qualità al consumatore, dall’altra con delle criticità dal punto di vista della produzione - ha detto Giulio Porzio (foto) di Vignaioli Piemontesi –È tempo di affrontare i problemi: la scarsità dell’acqua e le malattie, prima fra tutte la flavescenza dorata, che insieme abbassano le rese ad ettaro e quindi il reddito dei viticoltori. Questo ci rende estremamente vulnerabili. È ora di fare e non di professare. Bisogna guardare al futuro e investire su nuove strategie per dare un domani alla viticoltura delle colline Unesco e di chi ci lavora».

Conclusa la parte tecnica, presentata da Federico Spanna (Regione Piemonte) e Michele Vigasio (Vignaioli Piemontesi), la parola a Tiziana Sarnari (ISMEA) che ha fotografato «Lo stato di salute delle indicazioni geografiche – Focus sui vini a Denominazione d’origine piemontesi» e a Denis Pantini (NOMISMA) che ha presentato «Performances e posizionamento competitivo dei vini piemontesi nello scenario di mercato».Slide e presentazioni si possono scaricare sul sito www.vignaioli.it.

La giornata si è conclusa con la presentazione del libro «The Wines of Piemonte» di David Way, un racconto affascinante dei vitigni e dei loro territori di origine del Piemonte.

La moderazione della giornata è stata affidata ad Alessandra Biondi Bartolini, direttrice scientifica di Millevigne, la rivista tecnica di Vignaioli Piemontesi.

PERFORMANCES E POSIZIONAMENTO COMPETITIVO DEI VINI PIEMONTESI NELLO SCENARIO DI MERCATO

Il 2023 ha rappresentato dunque un anno dai molti risvolti complicati per il mondo del vino italiano, non solo per la produzione ma anche per i mercati. Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, ha analizzato le performance dei vini piemontesi, in particolare all’estero. Per quanto riguarda l’export di vini Dop italiani (-0,3% a valore, -3,9% a volumi), quelli piemontesi sono andati meglio della media, nel senso che l’Asti spumante Dop è cresciuto del 5,2% nei valori e leggermente calato nelle quantità esportate (-0,9%). I rossi fermi Dop piemontesi invece hanno subito una contrazione del 2,6% a valori e del 5% a volumi (contro, rispettivamente, un calo del 5,6% e del 8,1% che ha interessato l’intera categoria dei rossi Dop). Guardando ai principali mercati di export dei vini Dop piemontesi, le variazioni rispetto al 2022 si sono manifestate in maniera differente. Così, nel caso dei rossi fermi e guardando ai valori, i principali cali hanno interessato il Canada, la Norvegia, la Germania e il Regno Unito mentre all’opposto si sono registrati aumenti in Francia e Svezia. Per quanto riguarda invece l’Asti Spumante, il valore dell’export (gen-ott 2023 vs 2022) è cresciuto in Lettonia (si tratta per la gran parte di ri-esportazioni in Russia), Germania, Uk, Polonia e Austria mentre è diminuito negli Stati Uniti, Messico e Giappone. Infine, uno sguardo al lunghissimo periodo. Al di là dei fattori congiunturali che hanno interessato (e stanno interessando anche questo inizio 2024, tra l’altro a rischio di peggioramento alla luce delle tensioni geopolitiche in atto) il mercato del vino con gli effetti descritti sopra, vi sono altri elementi – in questo caso strutturali – che devono essere tenuti in considerazione per comprendere i possibili trend futuri del settore. Primo fra tutti l’evoluzione demografica dell'Italia e l’approccio al consumo di vino da parte delle nuove generazioni. Le previsioni demografiche rilasciate dall’Istat mostrano un Paese che al 2050 risulterà meno popoloso (-5 milioni di abitanti rispetto ad oggi) e più vecchio (il 35% della popolazione avrà più di 65 anni). Questo necessariamente si tradurrà in un minor consumo di vino (in quantità) che, comunque, già negli ultimi vent’anni è calato di quasi il 30%. Quindi per mantenere inalterata la struttura produttiva della filiera vitivinicola italiana (con tutti i risvolti positivi che esprime a livello socio-economico per il Sistema Paese e per i singoli territori), occorrerà sia esportare di più (andando anche ad interessare mercati oggi poco presidiati dai produttori italiani) che comprendere per tempo l’evoluzione dei gusti e delle abitudini di consumo dei giovani d’oggi. Giovani che, attualmente nella scelta di acquisto di un vino, sembrano prediligere attributi in parte condivisi anche con le generazioni dei meno giovani (come l’origine territoriale, la valorizzazione dei vitigni autoctoni), altri indicati con maggiore enfasi (vini sostenibili) ma altri ancora dove il divario con la media dei consumatori italiani risulta molto evidente. È il caso dei vini “limited edition”(promossi da influencer o realizzati in collaborazione con imprese del mondo della moda e del fashion), ma soprattutto dei vini adatti alla mixology.

I DATI DELLA VENDEMMIA 2023

Ricordiamo in sintesi quali sono i dati della vendemmia 2023.La raccolta delle uve è stata abbastanza precoce, in generale si è svolta tra agosto e settembre. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è calata del 14% rispetto all’anno prima attestandosi a 2,06 milionidi ettolitri.In Italia la produzione è stata dipoco sotto i44 milioni di ettolitri(-12% sul 2022).

La vendemmia comunque viene classificata come molto buona in qualità: dalle analisi e valutazioni svolte costantemente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, molti vitigni sono collocati tra le «otto stelle» (Arneis, Favorita, Nascetta, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo Alto Piemonte, Chardonnay) e le «otto stelle e mezzo» (Cortese, Erbaluce, Moscato bianco, Timorasso, Barbera, Brachetto, Nebbiolo (Langhe). Tre i picchi vicino all’eccellenza con nove stelle: Freisa, Pelaverga Piccolo, Ruchè. Sette stelle e mezzo a Vespolina, Sauvignon Blanc, Pinot Nero.«Il carattere più apprezzabile del 2023 – scrivono i tecnici - potrebbe essere quello delle ‘ridimensionate’ potenze alcoliche anche più in sintonia con le nuove richieste di mercato».
In generale, si delineano prospettive di migliore equilibrio e lunghezza nei vini, oltre che di maggiore complessità: «Occorre saper rintracciare e apprezzare nei vini anche l’impronta dell’annata oltre che quella territoriale».



Per il primo anno, dal 2017, gli ettari vitati piemontesi sono in flessione: oggi sono 44.285 (erano45.823 nel 2022). Guardando ai numeri, negli ultimi dieci anni (2013 - 2022), il vigneto piemontese ha evidenziato un andamento sostanzialmente stabile e con una situazione di incremento fino all’anno scorso. Nel 2013 la superficie vitata piemontese disponeva di 44.169 ettari, nel 2014 di 43.893, nel 2015 di 43.553, nel 2016 di 43.500, nel 2017 di 44.202, nel 2018 di 44.449, nel 2019 di 44.677 ettari, nel 2020 44.737 ettari e nel 2021 45.420. Anche nel 2022 è continuato il recupero della superficie vitata persa nel passato (45.823 ettari), con un netto incremento rispetto al valore del 2013.

La produzione di vini a denominazione di origine rappresenta il 94% con 1,95 milioni di ettolitri dichiarati nella vendemmia 2023. Ci sono 59 denominazioni con 18 Docg e 41 Docche coprono circa l’83% della produzione regionale; quasi tutta di vitigni autoctoni storici.

Positivi i dati economici del settore dell’agroalimentarepiemontese a cui fa riferimento anche il vino: secondo gli ultimi dati della Regione Piemonte, il valore della produzione piemontese è di 1.362 milioni di euro su un totale italiano di euro 11.334 milioni. Il Piemonte si conferma come seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato.

Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30% nei paesi extra Ue.

Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 35 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con circa 8.000 soci.

Sono poco più di19 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte nell'annualità 2023/2024 alla misura promozione sui mercati dei Paesi terzi dell’OCM Vino per l’internazionalizzazione e l’export delle aziende vitivinicole piemontesi, così ripartite: 8,4 milioni di euro per la misura promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi; 6,9 milioni di euro per la misura ristrutturazione e riconversione dei vigneti;3,8 milioni di euro per la misura Investimenti.

Sono 7,1 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte per il biennio di transizione 2023 - 2024 a favore della sottomisura 3.2 PSR 2014/2020, a sostegno delle attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno alla UE per la valorizzazione delle produzioni piemontesi rientranti nei regimi di qualità.

La pubblicazione è anche scaricabile gratuitamente online andando sul sito www.vignaioli.it

DATI E VALORI DEL PIEMONTE VITIVINICOLO NEL 2023

     44285 ettari di vigneto, (circa il 7% del vigneto Italia), che comprendono i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

 

  • Nel 2023 la produzione di vino è stimata in oltre 2,06 milioni gli ettolitri dichiarati di cui 1.95 milioni di ettolitri DOP (il 94%) e 114 mila ettolitri di vino generico.

 

  • 35 Cantine cooperative con circa 8.000 soci (rappresentano circa 1/3 della produzione vitivinicola regionale).

 

  • L’ultimo valore della produzione piemontese è 1.362 milioni di euro su un totale di euro 11.334 milioni. Il Piemonte si colloca come seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato.

 

  • 19 vini a DOCG (calcolando l’Asti e il Moscato d’Asti, il Roero e il Roero Arneis) e 41 DOC che coprono circa l’83% della produzione regionale; quasi tutta di vitigni autoctoni storici. A bacca bianca: Arneis, Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato Bianco; a bacca rossa: Barbera, Bonarda, Brachetto, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Malvasia, Nebbiolo, Ruché, Pelaverga

 

  • 14 tra grandi e piccoli Consorzi di Tutela che coprono tutte le doc e docg.

1 consorzio di II livello per la promozione, Piemonte Land of Wine costituito da tutti i Consorzi di tutela dei vini e dalla Vignaioli Piemontesi.

 

  • 15 Enoteche Regionali e 6 strade del vino e dei sapori del Piemonte riconosciute   con la Lr. 1/2019;

 

  • Risorse assegnate alla Regione Piemonte dal Programma nazionale di sostegno per il settore vitivinicolo OCM Vino per la campagna 2023/2024 pari a euro 19.093.214, così ripartite:

 

ü 8.400.000,00 di euro per la misura promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi;

ü 6.893.214,00 di euro per la misura ristrutturazione e riconversione dei vigneti;

ü 3.800.000,00 di euro per la misura Investimenti,

 

  • 7,1 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte per il biennio di transizione 2023 - 2024 a favore della sottomisura 3.2 PSR 2014/2020, a sostegno delle attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno alla UE per la valorizzazione delle produzioni piemontesi rientranti nei regimi di qualità.

 



martedì 23 gennaio 2024

FIRMATO A ROMA UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA LA POLIZIA DI STATO E LE DONNE DEL VINO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

 


Oggi 23 gennaio è stato siglato il Protocollo d’intesa tra la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e l’Associazione nazionale di enologia “Le Donne del Vino”

Finalità del protocollo è lo sviluppo del Progetto #TUNONSEISOLA, una campagna ideata per promuovere iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione, a livello territoriale, idonee a diffondere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche afferenti alla violenza di genere ed agli strumenti di tutela delle vittime e ad incoraggiare le donne vittime di violenza a denunciare.

L’intesa è nata dalla comune esigenza di incrementare i livelli di sicurezza delle donne, individuando modalità nuove ed efficaci per diffondere la cultura di genere, nel solco già tracciato con la campagna permanente della Polizia di Stato “Questo non è amore”, raggiungendo in maniera sempre più capillare le donne non solo nella sfera privata, ma anche nel luoghi di lavoro e di svago o aggregazione, atteso che l’Associazione “Le donne del vino” conta più di 1100 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte di vino in tutta Italia, ed è parte di un network internazionale di 10 associazioni del comparto enologico femminile presenti in tutto il mondo.

Saranno sviluppate, grazie all’accordo, iniziative rivolte sia al personale femminile delle imprese aderenti all’Associazione Nazionale “Le Donne Del Vino” che ai followers e agli amanti del vino, al fine di diffondere la conoscenza dei segnali della violenza, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi connessi a forme di violenza basata sul genere.

L’obiettivo dell’Associazione è quello di diffondere la cultura e la conoscenza del vino attraverso la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna nel settore vitivinicolo, promuovendo incontri nelle cantine, convegni e azioni di sensibilizzazione anche attraverso la creazione di uno spazio virtuale di ascolto sul sito web “ledonnedelvino.com”.


 Sul punto, Daniela Mastroberardino, presidente delle Donne del Vino, ha dichiarato: «Da anni le Donne del Vino sono in prima linea nel contrasto alla violenza di genere. Dopo l’assassinio di una nostra socia, la sommelier Donatella Briosi, per mano dell’ex marito, nel 2018 abbiamo incrementato le nostre iniziative per sostenere economicamente i centri anti violenza e portare all’attenzione politica i corsi per il rispetto di genere che insegnano a distinguere fra maleducazione e reati. È stata creata la catena di solidarietà “tu non sei sola” dove sul nostro sito mettiamo in evidenza tutte le iniziative culturali volte al rispetto e a combattere la violenza di genere. Della nostra associazione fanno parte molte donne imprenditrici che lavorano, sono economicamente indipendenti e hanno una fitta rete di relazioni. Il settore del vino è quello dove le donne sono più vicine alla parità salariale e di ruoli: le donne sono l’80% degli addetti al marketing e alla comunicazione, il 51% di chi si occupa di commerciale e il 76% di chi riceve gli enoturisti. Questo non ci mette al riparo dalla violenza, anzi: a settembre abbiamo assistito al femminicidio di Marisa Leo, la seconda socia uccisa in pochi anni. Motivo per cui oggi siamo qui a firmare questo accordo con la Polizia di Stato che ci rende ancora più forti e convinte ad andare avanti».

Roberta Urso, delegata delle Donne del Vino di Sicilia, ha aggiunto: «La delegazione Sicilia delle Donne del vino già da diverso tempo, inizialmente partecipando attivamente alla campagna nazionale #tunonseisola, tiene alta l’asticella nei confronti del tema della violenza di genere, tanto che a seguito di una intensa attività di progettazione a Febbraio 23 è nato il format “DxD: calici di vita” , fortemente voluto in particolare dalla socia Marisa Leo, che a Settembre di quest’anno ci ha lasciate per mano violenta da parte di chi diceva di amarla.  DXD “È un roadshow itinerante attraverso la nostra isola, una alleanza tra la nostra delegazione, chef “illuminati” e associazioni e centri antiviolenza nasce che attraverso dei wine lunch solidali supportiamo concretamente ponendo evidenza sulle loro attività quotidiane. Ma c’è di più, perché proprio in questi giorni è nata la “Marisa Leo Onlus”, con l’obiettivo di fornire un aiuto economico alle fasce deboli attraverso l’istituzione di borse di studio annuali rivolte ai figli delle vittime di violenza. formare, continuando il percorso già intrapreso da Marisa per diffondere e creare consapevolezza riguardo alla cultura del rispetto delle donne, delle diversità e dell’ambiente; creare rete affinché ciascuna vittima di violenza sappia in ogni momento a chi rivolgersi e cosa fare in qualunque territorio, Queste iniziative ed idee oggi hanno ancora più valore grazie alla firma del protocollo di intesa con la Polizia di Stato, che ci sarà accanto dando maggiore forza, credibilità a concretezza alle nostre azioni».

 Nelle foto:

 

-       Il direttore della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato Alessandro Giuliano con la presidente delle Donne del Vino Daniela Mastroberardino

 

-       Il direttore della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato Alessandro Giuliano con la presidente delle Donne del Vino Daniela Mastroberardino, la delegata delle Donne del Vino di Sicilia Roberta Urso e la sua vice Flora Mondello

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

 

Le Donne del Vino sono l’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi oltre 1100 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nel 2019 hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Durante la IIª Convention mondiale delle Donne del Vino ospitata al Simei Milano a novembre 2022, hanno siglato un patto internazionale di collaborazione con le rappresentati di Amuva – Argentina, The Fabulous Ladies’ Wine Society-Australia, 11 Frauen und ihre Weine - Austria, Chile, Wow- Croazia, Femmes de Vin - Francia, Baia’s Wine – Georgia, Vinissima – Germania, Women in Wine - Nuova Zelanda, Las Damas del Pisco - Perù. Le Donne del Vino italiane promuovono indagini sul gender gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 è partita la sperimentazione del progetto D-Vino per introdurre l’insegnamento del vino negli istituti turistici e alberghieri direttamente organizzato dalle Donne del Vino. Le socie stanno realizzando il primo ricettario italiano che parte dal vino o dai vitigni autoctoni per descrivere i piatti della tradizione locale. Le azioni in favore della salvaguardia dell’identità locale e del patrimonio storico del vigneto italiano comprendono anche le degustazioni sui vini da “vitigni reliquia” e da “vigneti antichi”. Le Donne del Vino promuovono il turismo del vino e contrastano la violenza sulle donne con raccolte di fondi, convegni e azioni di sensibilizzazione come #tunonseisola. Maggiori notizie sono nel sito e nel blog www.ledonnedelvino.com oltre che nel mensile D-News inserto del Corriere Vinicolo.

 

  

 

   

 

venerdì 19 gennaio 2024

LA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2024 AL TEATRO REGIO DI TORINO

 

La Prima dell’Alta Langa 2024 si terrà il prossimo lunedì 18 marzo, dalle 10 alle 17:30, al Teatro Regio di Torino, teatro tra i più grandi d’Europa e una delle più celebri istituzioni lirico-sinfoniche del panorama nazionale, con cui il Consorzio Alta Langa ha stretto una partnership dalla scorsa estate.

                          

La grande degustazione dei vini Alta Langa attualmente presenti sul mercato è riservata a un pubblico di operatori professionali: buyer, enotecari, ristoratori, sommelier professionisti, distributori, barman, giornalisti.

Per accedere all’evento è necessario registrarsi nell’area dedicata del sito del Consorzio www.altalangadocg.com

Si tratta della sesta edizione della manifestazione che negli anni si è spostata in luoghi diversi accomunati dalla bellezza: le prime due edizioni si sono svolte al Castello di Grinzane Cavour, un’edizione a Milano, a Palazzo Serbelloni, e una torinese, all’intLerno del Museo di Italdesign dove è stato presentato l’iconico calice “Terra”. L’edizione più recente, nel maggio 2023, si è svolta invece all’interno della suggestiva Reggia di Venaria.

Più di sessanta produttori di Alta Langa saranno presenti alla grande degustazione a Teatro Regio, con oltre 150 etichette in assaggio; ogni banco sarà assistito da un sommelier dedicato; due masterclass (a numero chiuso, su prenotazione) accompagneranno il pubblico all’approfondimento del potenziale di invecchiamento delle Alte Bollicine Piemontesi.

Sarà inoltre possibile visitare i dietro le quinte del Teatro accompagnati da una guida.

Questo il commento di Mariacristina Castellettapresidente del Consorzio Alta Langa“Anno dopo anno, edizione dopo edizione, l’evento del Consorzio Alta Langa cresce e si consolida, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Venaria eravamo in 60 aziende con 150 diversi vini. La Prima dell’Alta Langa si conferma l’occasione per poter assaggiare un’ampissima selezione di Alte Bollicine Piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”. 

I partner dell’evento sono:

Teatro Regio Torino

Consorzio per la tutela del formaggio Roccaverano dop
Consorzio di tutela e promozione del Crudo di Cuneo
Acqua S. Bernardo
Panificio Abrile
AIS Piemonte

Per informazioni scrivere a: eventi@altalangadocg.com

 @altalangadocg #altalangadocg #laprimadellaltalanga

 


 
IL CONSORZIO ALTA LANGA

Il Consorzio Alta Langa è nato nel 2001, dopo molti anni di ricerche e studi approfonditi e metodici sulla vocazione dell’area. È da sempre molto attivo: viticoltori e produttori sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio. Tutti legati da una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto dei vigneti, e che per questo deve necessariamente essere importante.
A oggi il Consorzio conta più di 70 Case spumantiere e 90 viticoltori associati.

Dal 2022 la presidente del Consorzio è Mariacristina Castelletta, vicepresidente è Giovanni Carlo Bussi.

Il Consorzio vanta partnership di lunga data con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, di cui Alta Langa DOCG è Official Sparkling Wine, e con il mondo Slow Food in particolare con la Banca del Vino e con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo; il Consorzio è inoltre partner tecnico del Teatro Regio di Torino.

 

L’ALTA LANGA DOCG

L'Alta Langa Docg è il metodo classico frutto della tradizione spumantistica piemontese. La denominazione ha oggi una produzione di 3.200.000 bottiglie dalla vendemmia 2023 e una storia molto lunga alle spalle: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento. È fatto di uve Pinot nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.  A ulteriore testimonianza della perenne ricerca della migliore qualità, l’Alta Langa è esclusivamente millesimato, è cioè frutto di un’unica vendemmia e riporta sempre in etichetta l’anno della raccolta delle uve.

Viene prodotto in un territorio collinare (dai 250 metri slm in su) che abbraccia le province di Asti, Cuneo e Alessandria: una terra che guarda le cime innevate delle Alpi e respira il mare e che raccoglie l’eredità conservata dagli avi, mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali come è avvenuto invece nelle basse colline. Quello dell’Alta Langa è un territorio prezioso, da sostenere, in cui è salvaguardata la biodiversità.  Terra letteraria, terra straordinaria di resistenze - di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti e li ha assecondati senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte identità.

L’Alta Langa ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008).

 

I NUMERI DEL CONSORZIO E DELL'ALTA LANGA DOCG:

·         Oltre 70 Case spumantiere associate al Consorzio

·         440,5 ettari di vigneto (215 in provincia di Cuneo, 178 in provincia di Asti, 47,5 in provincia di Alessandria)

·         Il vigneto Alta Langa è coltivato per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay

·         3.200.000 di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2023

·         Mercato interno: 90%

·         Export: 10%