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mercoledì 29 novembre 2017

VINO, ISTITUTO GRANDI MARCHI E NOMISMA WINE MONITOR PRESENTANO UNA RICERCA SUL CONSUMO DEI “FINE WINES” ITALIANI IN USA



 
Aumenta la cultura del vino e la ricerca della qualità: la “premiumization” è una tendenza che si sta consolidando in molti mercati e i dati raccolti dalla ricerca ne sono la testimonianza. Negli Stati Uniti, nell’ultimo quinquennio, il prezzo dei vini fermi imbottigliati importati è cresciuto di quasi il 10% e, se si fa riferimento alle vendite off-trade, il posizionamento dell’Italia è tra i più alti tra i vini di importazione

 

Istituto Grandi Marchi e Nomisma Wine Monitor ha presentato i risultati di una ricerca sul consumo dei fine wines negli Stati Uniti. Accanto ai dati su import e vendite che mostrano un’evidente tendenza al consumo di vini di “alta qualità”, lo studio ha condotto un’indagine su 2.400 consumatori di vino dei 4 Stati federali maggiori importatori di vino italiano (New York, Florida, New Jersey, California) al fine di comprendere, da un lato, i fattori che definiscono un “fine wine” e i modelli che guidano il consumo di questi vini, dall’altro il posizionamento del nostro paese in questo segmento attraverso l’identificazione di perception e reputation dei “fine wine” italiani presso lo stesso consumatore statunitense.

“I dati che abbiamo raccolto indicano la via maestra al vino italiano:  la tendenza positiva deve ricordarci di lavorare con grande determinazione ed efficacia alla ricerca del corretto posizionamento di pregio per il nostro prodotto, lavorando sempre più per la crescita del valore perché i volumi discendano da un corretto approccio al valore e non da una logica di price competition” afferma il Presidente Mastroberardino. “Il primato sui volumi non può essere un tema da celebrare a prescindere, dato che i volumi senza il valore portano allo sgretolamento della filiera per mancanza di capacità di remunerare gli investimenti effettuati”.

Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per consumi di vino e dalle potenzialità di crescita ancora rilevanti. Nel corso degli ultimi dieci anni, i consumi sono aumentati a volume del 28% arrivando a 32 milioni di ettolitri; nonostante ciò pesano ancora per appena il 10% sul consumo totale di bevande alcooliche (per l’80% si tratta di birra). Inoltre, il 44% di tutti i consumi di vino si concentrano in appena 5 Stati: New York, California, New Jersey, Texas e Florida.

Circa un terzo dei consumi statunitensi di vino si riferisce a prodotti d’importazione. Anche in questo caso si evince nel decennio una significativa crescita delle importazioni pari al 33%, arrivando ad un valore di circa 5,5 miliardi di dollari. Rispetto alle principali tipologie di vino importato, la quota dell’Italia è passata dal 31% al 34% nel caso dei vini fermi imbottigliati e dal 13% al 32% nel caso degli spumanti.

“Gli Stati Uniti al pari di molti altri mercati internazionali stanno vivendo una rilevante fase di “premiumisation” dei consumi di vino” dichiara Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor. “Basti pensare che, nel corso dell’ultimo quinquennio, il prezzo dei vini fermi imbottigliati importati negli USA è cresciuto di quasi il 10%, passando da 5,32 $/litro ai 5,82 $/litro del 2017, così come, nel corso dell’ultimo anno, le vendite di vini fermi nel canale off-trade con prezzo superiore a 20 $ a bottiglia sono cresciute di quasi l’8%, contro il 2,4% dei vini con prezzo inferiore”.

La ricerca mette in evidenza come l’Italia, in questo contesto, abbia un enorme vantaggio competitivo rispetto ad altri paesi importatori dato dal fatto che il nostro paese gode di una reputazione molto elevata presso il consumatore americano. Il vino italiano piace soprattutto quando rispecchia il nostro stile, cioè l’Italian style, che è collegato, secondo gli intervistati, ai concetti di bellezza, moda e lusso.

E in effetti, il posizionamento dell’Italia nelle fasce “premium” in termini di quota sulle vendite nel canale off-trade è tra i più alti in riferimento ai vini di importazione. Nel caso dei vini rossi fermi, a fronte di una incidenza complessiva del 7% sulle vendite totali, la quota di mercato supera l’8% in tutte le fasce di prezzo superiori ai 20 $ a bottiglia; ma non solo: arriva a superare il 10% nella fascia di prezzo da 31 $ e oltre. A questo proposito è interessante evidenziare come, in virtù di questo “alto” posizionamento, il prezzo medio dei vini rossi italiani venduti nell’off-trade è in linea a quello dei rossi francesi (12,3 $ vs 12,4 $). Anche nel caso dei vini bianchi fermi a fronte di un’incidenza sulle vendite della tipologia del 13%, la relativa quota di mercato arriva al 42% nella fascia 20 – 24,99$ a bottiglia.

Tra i diversi risultati emersi, la survey ha messo in luce

·       come il 54% dei consumatori di vino americani dichiara di preferire vini di produttori noti, famosi; questa quota cresce fino al 67% tra i “frequent user”, tra coloro cioè che consumano vino almeno una volta a settimana;

·       che il vino viene scelto soprattutto in base al brand (il 18% indica questo fattore come principale criterio di acquisto), e che l’importanza del brand aumenta fino al 26% tra i criteri di scelta dei “fine wines”;

·       che il “fine wine” ideale per il consumatore americano è quello prodotto da un’azienda ben consolidata e con esperienza;

·       che il binomio “fine wine” e “Made in Italy” riscuote grande successo negli Stati Uniti: 1/3 dei consumatori di vino indica «Italia» quando pensa ai produttori di vini di alta qualità;

·       che Barolo, Amarone e Brunello di Montalcino i “fine wine” italiani più citati spontaneamente, così come Piemonte e Toscana sono le regioni che vengono più spesso ricordate, seguite da Veneto e Sicilia.

Dunque, reputation molto elevata per i vini italiani. Questo deve
essere il punto di partenza per lanciare la sfida del valore ai
 produttori italiani tutti.

 

Istituto del Vino Grandi Marchi:

Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Cà del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio and Giovanni Folonari, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido and Umani Ronchi. 

 


lunedì 27 novembre 2017

I tradimenti virtuali di Diego De Silva chiudono il Fuori Festival di Classico 2017


Sabato 2 dicembre a Canelli si presenta
il romanzo “Divorziare con stile”

 
Le corna virtuali, il tradimento solo su chat o via sms, possono essere motivo di separazione tra coniugi? È il tema principale del romanzo “Divorziare con stile” (Einaudi, 378 pagine 19 euro) che l’autore, Diego De Silva, scrittore, giornalista e sceneggiatore, presenterà a Canelli, in occasione dell’ultimo appuntamento del Fuori Festival di Classico 2017, sabato 2 dicembre, dalle 18, al Relais Villa del Borgo di via al Castello.
 
 
De Silva è autore di numerosi best-seller, con lui a presentare il romanzo ci sarà anche l'autore TV Luca Restivo.

Il libro racconta con ironia, un fenomeno di costume che sta mettendo alla prova società e giuristi: il tradimento virtuale, quello, cioè, consumato in chat, con messaggi, su WhatsApp o Messenger o via sms, sul web insomma e senza, magari, mai incontrare l’amante in carne e ossa e, dunque, senza che ci sia un tradimento vero, fisico, ma tutto resti nella sfera virtuale e platonica.

Al centro della storia di “Divorziare con stile” c’è l’avvocato Vincenzo Malinconico, personaggio che è protagonista anche di altri romanzi di De Silva, impegnato a dipanare due vicende: il risarcimento del naso rotto di un suo parente per l’impatto contro la porta a vetri di un negozio; e la causa di separazione di Veronica Starace Tarallo, moglie bella e sensuale dell’avvocato Ugo Maria Starace Tarallo, accusata di tradimento virtuale commesso tramite messaggini, che Tarallo (che al contrario di Malinconico è ricco, famoso, cinico, spregiudicato e cafone) vorrebbe liquidare con pochi spiccioli.
Inevitabile tra i due scoppia una feroce Guerra dei Roses che coinvolgerà Vincenzo, da anni divorziato, con risvolti inaspettati.

Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964). Con Einaudi ha pubblicato i romanzi La donna di scorta (2001, precedentemente pubblicato da Pequod Edizioni nel 1999), Certi bambini (2001, premio selezione Campiello), Voglio guardare (2002), Da un'altra carne (2004), Non avevo capito niente (2007, Premio Napoli; finalista premio Strega), Mia suocera beve (2010), Sono contrario alle emozioni (2011), Mancarsi (2013), Terapia di coppia per amanti (2015) (da cui è stato tratto un film ora nelle sale con Ambra Angiolini e Pietro Sermonti), Divorziare con stile (2017).
Da “Certi bambini” è stato tratto nel 2004 il film omonimo diretto dai fratelli Andrea e Antonio Frazzi, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, fra cui l'Oscar europeo e due David di Donatello.

De Silva scrive anche per il cinema e collabora al quotidiano Il Mattino.
I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Grecia, Israele, USA.

 


 
Altre info:


Marco Drago (Direttore Artistico): 340 4718145
Gianmarco Cavagnino (Coordinatore): 340 3537530
Filippo Larganà (Ufficio Stampa): 339 4730069


 

 

giovedì 23 novembre 2017

«LEI NON SA CHI SONO IO!»: UN SEMINARIO SUGLI ERRORI NEL MARKETING DEL VINO



 

LO ORGANIZZANO LUNEDÌ 4 DICEMBRE LE DONNE DEL VINO A WINE2WINE

Come si racconta un’azienda vitivinicola? Quali sono gli sbagli da evitare nella presentazione del proprio brand? Quali i punti di forza? «Lei non sa chi sono io!» ovvero i 10 errori più frequenti di chi vende vino diventano un role-play a wine2wine 2017. La sfida è dell’Associazione nazionale Le Donne del Vinoche ha affidato a WineMeridian –WinePeople il compito di proporre un seminario per imparare in modo attivo e divertente come battere i concorrenti.
Essere noiosi, parlare in modo vago, dire le stesse cose di tutti i colleghi/concorrenti, parlare al negativo. Tutti errori comunicativi che molti produttori commettono nel presentare i loro vini a cui si aggiungono i messaggi non verbali anche più dannosi: non sorridere, stare rigidi e con le braccia conserte, non guardare l’interlocutore. Per non parlare del tono di voce.

Questo è un esempio del campionario di sbagli che bisogna eliminare. La sfida è quella di rendere i partecipanti e soprattutto le partecipanti, capaci di comunicare la propria identità aziendale in modo riconoscibile, partendo dalla propria realtà.
Con il titolo provocatorio «Lei non sa chi non sono io! - Gli errori da evitare nella presentazione del proprio brand», lunedì 4 dicembre alle 16 in Sala Puccini, a Verona, durante wine2wine 2017 (il grande appuntamento sul wine business diretto da Stevie Kim, la brand manager di Vinitaly International), verrà organizzata un’autentica “caccia allo sbaglio” che coinvolgerà tutti i partecipanti.
 
Sul palco una produttrice di vino prestata al teatro Massimilla Serego Alighieri el’attrice Lorenza Cristanini Mion, in certi casi integrate dalla presidente delle Donne del vino Donatella Cinelli Colombini (nella foto), reciteranno brevi sketchcon pessimi comportamenti commerciali, accentuati in modo da risultare esilaranti, mentre sullo schermo compariranno titoli e sottotitoli per agevolare la caccia agli sbagli.  Sembra un gioco ma è invece un metodo didattico efficacissimo studiato da Lavinia Furlani (filosofa e comunicatrice) e Andrea Pozzan (filosofo e esperto in risorse umane).
Quello di wine2wine è solo l’esordio di un programma formativo che unirà le Donne del vino a Wine Meridian-WinePeople su una serie di 3 seminari (nel Nord, Centro e Sud Italia) progettati per le donne addette al marketing del vino. «Esiste uno stile femminile di vendere il vino che punta meno sui contenuti tecnici, come fanno gli uomini, e più sul racconto dei luoghi e delle persone» dice Donatella Cinelli Colombini evidenziando il desiderio di potenziare le specificità istintive dell’approccio femminile fino a trasformarle in una sorta diwine marketing “di genere” che sia un carattere vincente delle Donne del vino.
I seminari aiuteranno la componente femminile del vino anche a entrare nei CDA dei Consorzi di tutela con maggiore convinzione e competenza. Completa l’offerta formativa messa in campo dalle Donne del vino il progetto FUTURE. Una sorta di data base con tutte le offerte formative delle aziende delle socie alle giovani sotto i 30 anni. L’archivio parte da un’idea di Alessandra Boscaini e sarà pubblicato nel sito www.ledonnedelvino.it a partire da aprile mettendo direttamente in contatto con le aziende che propongono visite didattiche, stage, corsi e altre esperienze didattiche.
 
 

venerdì 17 novembre 2017

Il Consorzio festeggia con i produttori il nuovo ASTI Secco Docg


 
 

Domenica 19 novembre a Canelli, l’evento riservato alla filiera produttiva

 

Il Consorzio dell’ASTI Docg, dal 1932 impegnato nella tutela, valorizzazione e promozione dell’ASTI spumante e del MOSCATO d’ASTI, festeggia con tutta la filiera produttiva il lancio sul mercato dell’ASTI Secco. E lo fa, non a caso, a Canelli, dove la coltivazione del vitigno autoctono denominato anche "Moscato di Canelli" è sempre stata predominante.

L’appuntamento è per domenica 19 novembre , nel PALA ASTI allestito nella centrale piazza Carlo Gancia.
Spiega il presidente del Consorzio, Romano Dogliotti:Abbiamo voluto dedicare uno speciale momento di festa a tutti coloro che ogni giorno, con dedizione e passione, contribuiscono al successo della nostra denominazione. Presenteremo in anteprima ai conferitori di uva, alle aziende vitivinicole, alle case spumantiere, i progetti per il riposizionamento della DOCG, la nuova campagna di comunicazione istituzionale e le attività che coinvolgeranno il territorio di produzione a partire dalle prossime settimane fino a tutto il primo semestre del 2018”.

Alla festa parteciperanno anche gli chef stellati della provincia di Asti, Walter Ferretto (Il Cascinalenuovo), Mariuccia Ferrero (San Marco) e Massimiliano Musso (Cà Vittoria) che prepareranno le loro specialità per accompagnare l’ASTI Secco, l’Asti Dolce e il Moscato d’Asti.

Il Consorzio presenterà l’ASTI Secco e i nuovi progetti alla stampa nazionale e internazionale il 21 novembre nel centro Roma (La Lanterna di Massimiliano Fuksas, via Tomacelli) e il 28 novembre a Milano (Spazio Gessi, via Manzoni).

mercoledì 15 novembre 2017

I VINI DELLE COLLINE BIELLESI SI RACCONTANO AD “ASSAGGIOANORDOVEST”


 


 
Torna la manifestazione per appassionati e professionisti del vino al Polo Culturale del Piazzo, nei Palazzi Ferrero e La Marmora

Per il terzo anno consecutivo torna la manifestazione dedicata ai vini e ai prodotti tipici di Biella, promossa dall’Associazione Vignaioli Colline Biellesi che si terrà i prossimi 17, 18 e 19 novembre a Biella, al Polo Culturale del Piazzo

 

L’evento si propone di celebrare “la poesia della terra, il ritmo delle stagioni, il gusto delle alte perfezioni – ed è dedicato – a tutti quelli che vivono il vino, lo raccontano, lo bevono, lo amano”. Recita così quella che è diventata la frase simbolo del percorso che accoglierà appassionati e professionisti del settore, sommelier, operatori, importatori e giornalisti, in una tre giorni alla scoperta delle eccellenze del ricco territorio dell’Alto Piemonte, considerato da Forbes una delle 12 regioni vitivinicole da visitare nell’anno 2017.
La particolarità di questa terza edizione 2017 sarà l’incontro e il confronto – sul tema enologico – del territorio di Biella con la zona dell’Etna, rappresentata, sui banchi d’assaggio che popoleranno Palazzo Ferrero, dai produttori di alcune delle più rappresentative cantine siciliane.

La Sicilia etnea e il Piemonte delle Colline Biellesi condividono infatti le origini vulcaniche del terreno sul quale crescono e fruttificano le vigne che danno origine a prodotti unici e inconfondibili.
L’evento prenderà il via con una giornata interamente dedicata ai professionisti del settore che avranno la possibilità di conoscere da vicino 3 cantine partecipanti che li accoglieranno per una visita guidata attraverso vigne e bottaie da Lessona a Castellengo passando per Vigliano Biellese. La conclusione della serata sarà dedicata a un passaggio sui cibi tipici in una cena organizzata alla UnaGolf in collaborazione con Maserati ed una cena tra produttori e professionisti di settore.

 Le due giornate aperte anche al pubblico – quelle del 18 e 19 novembre – saranno popolate da una serie di appuntamenti, ad arricchire il già vasto programma di assaggi: da verticali di nebbioli nelle annate storiche da fine ‘800 ai primi del ‘900, a seminari tematici, da cene a tema a esplorazioni dei migliori birrifici locali e dei più rappresentativi prodotti locali.

Il sabato sera, a Palazzo La Marmora, si apriranno le porte alla tanto attesa cena di gala organizzata in collaborazione con Fuoriluogo, condotta dagli chef stellati Sergio Vineis, del ristorante Il Patio e Giovanni Grasso, del ristorante La Credenza. Gli ospiti saranno inoltre testimoni di un grande concerto di violino tenuto dalla celebre Olivia Jacobson, che inaugurerà l’inizio della serata.
Gli ospiti di ASSAGGIOANORDOVEST potranno arricchire l’esperienza sensoriale con “Bolle di Malto”, la ormai famosa rassegna delle birre del Piemonte, che sarà presente con i migliori produttori artigianali biellesi e accoglierà gli appassionati e i degustatori.

Sui banchi di degustazione le cantine dei produttori dell’Associazione vignaioli delle Colline Biellesi: Azienda Vitivinicola Eusebio di Stroppiana Marilena, Azienda Agricola La Badina di Di Betta Linda, Villa Era S.S. Agricola, Azienda Vitivinicola Rolej di A. Vallotto, Aziende Agricole Sella a.r.l., Centovigne Società Agricola, Donnalia S.S.A., Azienda Vitivinicola Pietro Cassina, Azienda Vitivinicola Castello di Montecavallo, Azienda Vitivinicola Massimo Clerico, Azienda Agricola Giuseppe Filippo Barni

Dalla Sicilia invece, saranno tutti da scoprire i prodotti di: Az. Agr. Calcagno, Vigneti Vecchio di La Guzza Rosa, I Custodi, Vini Franchetti Passopisciaro

La giornata del venerdì 17 accoglierà solo professionisti invitati, mentre il sabato e la domenica ASSAGGIOANORDOVEST aprirà le sue porte a chiunque voglia compiere un viaggio nei gusti e nei profumi del territorio.

I biglietti di ingresso e la cena di gala possono essere acquistati o prenotati sul sito web dell’evento a questo link: http://www.assaggioanordovest.com/biglietti/  il programma completo è anche riportato a questo link

Sono previste agevolazioni per i soci Onav/Ais/Fisar/Fis/Aspi/Slow Food

L’ingresso ad ASSAGGIOANORDOVEST è gratuito per stampa e professionisti che potranno registrarsi ai tavoli di accredito in loco esibendo un biglietto da visita identificativo.

 


 

martedì 14 novembre 2017

Quell'aglio molto speciale, più digeribile ed a prova di bacio



 


L’Aglione della Valdichiana è un raro prodotto orticolo toscano, degno di  scoperta per le sue particolari proprietà organolettiche, il sapore dolciastro e l’alta digeribilità,  non contenendo  allina

L'amico Roberto Campagna di Arezzo, grande esperto di libri antichi, ma anche raffinato gourmet, mi ha inviato qualche mese fa,  una gigantesca "testa" di questo aglio che non conoscevo, dal caratteristico aroma privo di allina e dei suoi derivati,  con un piacevole profumo piccante, molto più delicato e meno "invasivo" e persistente di quello delle varie tipologie di aglio tradizionale.

L'ho utilizzato in cucina in vari modi, dalla preparazione di sughi, all'abbinamento alla carne cruda battuta al coltello, ad una mini "bagna cauda" e in tutti i casi è stata una sorpresa piacevole sotto tutti i punti di vista.

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A PROPOSITO DI "BAGNA CAUDA" e altri piatti storici piemontesi che hanno (o avevano) l'aglio come ingrediente base

Negli ultimi anni ha preso piede in Piemonte ed altrove una sorta di rifiuto dell'aglio nei suoi antichi utilizzi che, non dimentichiamolo, oltre a rendere gustosi piatti altrimenti tendenti all'insipido, avevano anche una notevole funzione antibatterica,
Molti  oggi si dichiarano  "allergici" all'aglio ed ai suoi effetti collaterali dall'alito "pesante" alla digestione difficile.
La ristorazione si è subito adeguata e così ha fatto la sua comparsa, prima la carne cruda alla piemontese privata del medesimo storico ingrediente, ora praticamente sparito nell'offerta di questo piatto.
Più di recente ecco la comparsa della "bagna cauda senz'aglio" che, va subito precisato, BAGNA CAUDA NON E'  ma un semplice intingolo per le verdure di stagione, da scaldare  e con ingredienti  olio d'oliva (si spera di qualità) e acciughe.....anche il "Pesto" genovese che nell'aglio aveva un ingrediente basilare,  ha una versione  che ne è priva sempre più diffusa, Entrambe queste prelibatezze che arrivano dalla storia  gastronomica molto antica  di Piemonte e Liguria dovrebbero a mio avviso chiamarsi in altro modo, anche per non trarre in inganno il consumatore, ma mi rendo conto che ormai è una battaglia di retroguardia.....questa avversione preconcetta per l'aglio sta  privando le tavole anche dello storico "bagnetto alla piemontese" a base di prezzemolo, aglio, olio e acciughe, che era l'ideale accompagnamento in particolare del bollito misto.

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Tornando all'aglione  presenta colore bianco tendente all’avorio con forma quasi sferica leggermente schiacciato ai poli, al suo interno di norma sei bulbilli che si presentano separati e di grandi dimensioni. Questo tipo di aglio può raggiungere anche il peso di 800 grammi. L’Aglione della Valdichiana è una pianta utilizzata nella tradizionale cucina toscana, in particolare della Valdichiana e dintorni e per un  primo piatto  molto tipico  come i "pici all'aglione". A fianco ho inserito una foto tratta dal web che con il paragone della mano che lo regge da l'idea precisa della sua dimensione extralarge.

Attualmente viene coltivato nelle campagne, nate a seguito della bonifica, della Valdichiana dove vi sono terreni caratterizzati da alta fertilità e caratteristiche pedologiche adatte a questo tipo di coltura. Il territorio interessato alla produzione ricade nell'area di questi  comuni: Montepulciano, Torrita di Siena, Sinalunga, Chiusi, San Casciano dei Bagni, Chianciano, Sarteano, Cetona, Foiano della Chiana, Cortona, Lucignano, , Marciano della Chiana, Civitella in Valdichiana, Monte San Savino, Castiglion Fiorentino ed Arezzo.
 
 

LA DENOMINAZIONE
Per evitare l'estinzione di questo prodotto davvero  particolare e per sottolinearne il forte legame con il territorio di origine, i pochi produttori rimasti, a seguito anche dell'inserimento dell'Aglione nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali e nell'Arca del Gusto della Fondazione Slow Food hanno  recentemente fondato un'associazione sul cui sito www.aglionevaldichiana.net  
gli interessati possono trovare tutte le informazioni dettagliate e l'elenco dei produttori dai quali è possibile trovarlo.

lunedì 13 novembre 2017

A Moncalvo domenica 10 dicembre la Giornata del Ringraziamento di Coldiretti Asti


Ad Asti si terranno “L’Anteprima Barbera 2017” (giovedì 23 novembre) e il  “Forum dell'Economia Agroalimentare dell'Astigiano” (giovedì 30 novembre)

 

Quest'anno Coldiretti ha scelto Moncalvo per celebrare la Giornata provinciale del Ringraziamento. L’appuntamento annuale itinerante organizzato per suggellare la fine della stagione agraria, riunire la base associativa in un momento di festa aperto anche alla cittadinanza e proporre spunti e riflessioni sul presente e sul futuro del settore primario, si terrà nella città aleramica domenica 10 dicembre.

Il programma prevede alle ore 10,15 il ritrovo dei coltivatori, delle autorità e dei sindaci dell'Astigino nella Chiesa di San Francesco d'Assisi (foto). Alle 11 la solenne celebrazione Eucaristica del Ringraziamento presieduta dal Vescovo diocesano, Mons. Gianni Sacchi, con la concelebrazione di don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Asti, e dal parrocco don Giorgio Bertola. Seguirà la benedizione degli operatori delle macchine e delle attrezzature agricole.

Come ormai da tradizione, la giornata si concluderà con il pranzo sociale, in piazza presso la tensostruttura predisposta dalla Pro Loco e dall'amministrazione comunale.

La Festa provinciale del Ringraziamento, come ogni anno, oltre all'importante appuntamento spirituale, sarà anticipata da due importanti approfondimenti e riflessioni, sulle qualità della nuova annata vitivinicola e uno sull'intero stato di salute del settore primario. Entrambi gli appuntamenti si terranno al “Palco 19” di Asti,  il primo, l'”Anteprima della Barbera d'Asti Docg” è fissato per giovedì 23 novembre alle ore 17, il secondo, il “Forum dell'Economia Agroalimentare dell'Astigiano”, è programmato per giovedì 30 novembre alle ore 17,30.

Saranno due incontri di alto livello, l'Anteprima Barbera” confermerà la sua formula del Meeting di degustazione rivolto ai tecnici ed operatori del settore, per una prima analisi delle caratteristiche e potenzialità della nuova annata. La serata sarà condotta da Vincenzo Gerbi docente del Disafa dell'Università di Torino e Secondo Rabbione responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte.

Il “Forum dell'Economia Agroalimentare dell'Astigiano”, ricomprenderà la Conferenza Stampa di consuntivo dell'annata, e traccerà una rinnovata progettualità dell'intero settore primario, con l’analisi delle principali filiere produttive e le prospettive di accordi fra i vari attori del sistema agroalimentare dell'Astigiano.

Si può chiedere la partecipazione agli eventi del “Palco 19” telefonando a Coldiretti Asti n. 0141.380.400.

Per informazioni e prenotazioni per la Giornata Provinciale del Ringraziamento, si può contattare la segreteria di Coldiretti Asti al numero telefonico 0141.380431 oppure l'ufficio Zona di Moncalvo al numero 0141.916100.

 

All’attrice Jasmine Trinca il Premio Classico 2017



 
La consegna il 25 novembre al Castello    di Moasca (Asti)



L’attrice Jasmine Trinca (nella foto) ritirerà il Premio Classico 2017 sabato 25 novembre, alle 17, nel corso di una cerimonia che si svolgerà nel castello di Moasca, borgo storico a pochi chilometri da Canelli.

In quella occasione l’attrice terrà anche una lectio magistralis/intervista rispondendo alle domande di Alessandro Trocino, giornalista del Corriere della Sera.

L’ingresso è libero a tutti.
Jasmine Trinca si tratterà a Canelli il 25 e 26 novembre.

 
Nel 2015 e nel 2016 il premio, istituito dal festival dedicato alla lingua italiana e omaggio al linguista Giambattista Giuliani, andò rispettivamente a Diego Bianchi “Zoro” conduttore di programmi tv di satira e giornalismo d’inchiesta e a Emma Bonino, esponente del Partito Radicale, ex ministro e già commissario della Ue.
Il direttore artistico del festival, lo scrittore e autore radiofonico Marco Drago, ha motivato così l’assegnazione del premio 2017 a Jasmine Trinca:
 
«Nei sedici anni di carriera finora trascorsi (esordisce nel 2001 nel film La stanza del figlio di Nanni Moretti), Jasmine Trinca non ha mai dato l’impressione di accontentarsi del successo o di voler diventare popolare a tutti i costi.
 
Sarebbe stato facile per lei, dopo gli elogi unanimi seguiti al film di Moretti, provare a consolidare la sua fama con la partecipazione a lungometraggi prettamente commerciali o a fiction televisive di dubbia qualità.
Al contrario, Jasmine Trinca ha sempre scelto i film da interpretare con una serietà e una onestà intellettuale che meritano un riconoscimento.
 
E il riconoscimento che le arriva dal Premio Classico vuole essere soltanto una minuscola conferma alla qualità del suo talento, dopo il recente trionfo al Festival di Cannes, dove è stata insignita del prestigiosissimo premio come miglior attrice nella sezione Un Certain Regard.
 
L’edizione 2017 di Classico – precisa ancora Drago - è dedicata ai dialoghi e il premio non poteva che andare a un attore o a un’attrice, di cinema o teatro, i veri professionisti del dialogo, quelli che con la tecnica del dialogo si confrontano per tutta la vita.
 
Abbiamo scelto Jasmine Trinca perché vorremmo che tutti gli attori e le attrici avessero le sue caratteristiche: serietà, capacità di giudizio, poca mondanità e tanto lavoro quotidiano. Un’attrice esemplare, insomma, che, nonostante la giovane età, si sta già affermando come un modello per le nuovissime generazioni».
Altre info:

Marco Drago (Direttore Artistico): 340 4718145
Gianmarco Cavagnino (Coordinatore): 340 3537530
Filippo Larganà (Ufficio Stampa): 339 4730069

 
www.festivalclassico.it 

 
il castello di Moasca, sede dell'evento

 

 

giovedì 9 novembre 2017

Arione lancia il suo Asti Extra Secco docg: nuovo, giovane, di tendenza e per ogni occasione


 
La nuova versione dell'Asti Docg è sicuramente la novità più interessante del panorama vinicolo piemontese dell'anno che sta per concludersi.
Il potenziale produttivo, che parte dalle uve moscato, è infatti notevole e se, come già risulta, molte aziende di non piccole dimensioni iniziano a crederci, la nuova proposta è in grado di trovare buoni riscontri, anche nei numeri.
Le risposte. come sempre, le  daranno ovviamente il mercato nazionale ed internazionale , ma dietro c'è stata una sperimentazione ben precisa ed attenta sul nuovo Asti Secco Docg da parte di un buon numero di cantine e i validi risultati qualitativi le hanno convinte ad iniziare la produzione.
Ancora in tempo per le imminenti festività di fine anno che, da sempre, per le bollicine di qualsiasi tipologia sono un terreno di confronto e diffusione fondamentale. In questo periodo il Consorzio di Tutela dell'Asti ha programmato presentazioni ufficiali della nuova proposta, altrettanto stanno facendo  i produttori nei loro canali informativi e distributivi.

 
 «Il nostro Asti Extra Secco docg, versione non dolce del
 famoso Asti docg, è un prodotto nuovo e innovativo che nasce dall’idea di rilanciare un vino spumante che ha fatto la storia del nostro territorio e delle nostre colline diventate Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco».

Così i fratelli Mauro e Luca Arione, che conducono la Arione Spa, azienda vitivinicola con Cantine a Castiglione Tinella e Canelli, presentano il nuovo spumante secco ottenuto da uve moscato. Una assoluta novità che sta suscitando interesse e consensi tra gli appassionati di vino. 

L’Asti Secco docg firmato Arione è “Extra” perché è uno spumante extra dry che, come da disciplinare, ha tra i 12 e i 17 grammi/litro di zucchero residuo, decisamente meno zucchero rispetto all’Asti docg tradizionale che da sempre è stato realizzato nella versione dolce con oltre 50 grammi/litro di zucchero e che tutti ricordano come un prodotto italiano di pregio e lo spumante dolce a docg più conosciuto e brindato al mondo.
Non a caso per questo Asti Extra Secco docg Arione ha puntato su una elegante “trasparenza” sia nel packaging che per il gusto.
La scelta della bottiglia in vetro bianco, dell’etichetta trasparente e del collarino argentato è stata dettata dal desiderio di dare l’idea visiva della leggerezza e della naturalezza di questo spumante che nasce da uve di vigneti coltivati nel cuore della zona del Moscato che è al centro di un territorio tutelato dall’Unesco.
All’assaggio poi l’Asti Extra Secco docg Arione ha profumi e aromi che ricordano la dolcezza dei frutti esotici e la freschezza di fiori di giardino. Il colore è giallo paglierino e il perlage sempre elegante e sottile, degno di un grande vino spumante.
Al palato, infine,  risulta prorompente e complesso con un gusto che conserva la memoria dolce del Moscato e che, tuttavia, permane gradevolmente secco.
Mauro e Luca Arione precisano : «È uno spumante sorprendente che stupirà e rinnoverà l’idea stessa dell’Asti, regalando sensazioni di dolcezza e sapidità che danno vita a un mix perfetto per un vino che noi definiamo nuovo, giovane, di tendenza e adatto a ogni occasione».
 Mauro e Luca Arione nella loro cascina di Castiglione Tinella
 

 
 
 
Altre info:
0141.823172
 

 

 

 

 

mercoledì 8 novembre 2017

L'invenzione dell'uovo a prova di chef e di consumatore, da galline alimentate col latte


 

La storia di successo di Romina e Marco Accossato raccontata, in diretta da Ferrere d'Asti, dalla seguita trasmissione di Rai Uno “Buono a Sapersi” condotta da Elisa Isoardi

 

Ad ogni nuova generazione, tra le galline di Marco ce n'é qualcuna più debole, con qualche problema di crescita. Allora Marco per rinvigorirle e accudirle, con l'aiuto della sorella Romina, le allontana dalle altre e le mette nella stanza più calda, quella che chiama “infermeria”.
 
Lì, Marco e Romina, le imboccano, una ad una. Un giorno Marco si trova alle prese con un esemplare che non vuole saperne di mangiare, né di bere. Per caso scopre che l'unica cosa che ingerisce è il latte vaccino. Un toccasana per le galline che presto diventerà un nutrimento speciale per tutte le galline bianche dell'Azienda Agricola Accossato di Ferrere d'Asti e che darà alla luce al rinomato uovo da chef “La Piemunteisa”.

Anche la seguita trasmissione televisiva di Rai Uno, “Buono a Sapersi”, condotta da Elisa Isoardi, ha scoperto, con due collegamenti in diretta, le uova speciali dell'Azienda Agricola Accossato.
 
Umberto Salamone, inviato dalla Isoardi a Ferrere d'Asti, ha intervistato, direttamente dal pollaio dell'azienda, in un primo collegamento, Marco Accossato. Attorniati dalle galline bianche, hanno illustrato le qualità superiori delle uova ottenute alimentando gli animali con il latte a chilometro zero.
 
 “Grazie al latte, le nostre uova bianche – ha detto Marco Accossato – hanno proprietà particolari, sono più leggere, proteiche, incredibilmente adatte per cucinare. Il tuorlo, oltre modo schiumoso, in fase di montatura, incamera il triplo di aria di un uovo normale”.

Nel secondo collegamento, Salamone ha intervistato Romina che ha illustrato le fasi di selezione e confezionamento delle uova: “Se in cucina facciamo una frittata con queste uova – ha spiegato Romina Accossato – diventa due volte più alta rispetto ad una realizzata con uova normali ed anche i dolci hanno tutta un'altra consistenza, tant'è che le uva “La Piemunteisa” sono particolarmente apprezzate dagli chef”.
 


E' così che due volte al giorno, all'azienda agricola Accossato, si riempiono gli abbeveratoi di latte intero acquistato all'Agrilatteria del Pianalto distante poche centinaia di metri dall'allevamento. “Utilizziamo abbeveratoi speciali – spiega Romina –, li portiamo due volte a mano direttamente nel pollaio per dare il latte alle galline una ad una. Per il resto le nostro galline sono alimentate a terra con prodotti naturali: cereali, grano e granoturco. Il latte però è la cosa che prediligono e quando ci avviciniamo ci assalgono letteralmente, ne vanno veramente ghiotte”.

Con l'invenzione delle uova “al latte”, l'azienda agricola Accossato ha scoperto una nuova dimensione qualitativa, conferma il noto chef Ugo Alciati del ristorante “Guido” di Fontanafredda:
E' un uovo sicuramente diverso, ha un tuorlo corposo, denso, sembra concentrato. Il gusto delle uova di Accossato, ottenute dalle galline alimentate col latte, è molto più intenso e aromatico. In questo periodo lo stiamo utilizzando col tartufo, in camicia con fonduta fredda di parmigiano e passata di patate di montagna. In cucina, queste uova, hanno una particolare proprietà legante e le utilizziamo anche per le tagliatelle (solo con la farina, senza acqua, né sale), gli sformati (quando utilizzavamo 4 uova, ora ne bastano 3) e i dolci: per il Pan di Spagna, ad esempio, queste uova buone hanno maggiore potere addensante e monta di più ed è quindi più morbido”. Un vero uovo a prova di chef dunque, ma anche di consumatore, per il benessere della persona, ci tiene a puntualizzare anche Alciati: “Un uovo qualitativo, come ogni prodotto primario che utilizziamo nei cibi, vuol dire maggiori proprietà organolettiche e nutritive, a tutto vantaggio della salute, sia dell'uomo che, in questo caso, degli animali, le galline”.

 
 la famiglia Acossato al completo