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domenica 29 gennaio 2017

ALTRE PILLOLE E SUPPOSTE - di Roberto Campagna


 
Pubblico molto volentieri le intelligenti "note" di costume (o malcostume) scritte da un mio caro amico di Arezzo, che mettono in evidenza atteggiamenti e problematiche contemporanee da non sottovalutare, il tutto con una pungente ironia di cui solo i toscani sono capaci

 

Una volta in tv e al cinema c'erano quegli eroi lì, alla Marlowe di Chandler, che a me piacevano tanto. Quei maschi sgualciti, con la barba di 3 giorni, che si svegliavano indolenziti, con qualche livido del giorno precedente, accendevano la sigaretta e uscivano di casa pronti a far fronte da soli a tutta l'amarezza del mondo.
Ora non si può più. I nuovi eroi sono belli, pimpanti e à la page, la barba, se lunga, è curata, e Dio li liberi dall'accendersi una sigaretta.
Le tendenze emulative degli spettatori impongono accortezza nel modo di proporre i personaggi. Tutto deve essere corretto. Se fumano, la gente cambia canale inorridita e la cosa non giova all'audience. Basta guardare i supereoi e le supereroine delle serie recenti.

Correttezza vuole che dopo aver menato come magli il villain di turno,l'eroina si slinguazzi con la compagna e il superoe sbaciucchi l'amico. C'è un numero di omosex impressionante nel mondo dei supereroi politicamente corretti. Boh, si vede che le mutazioni non danno solo una forza fisica sovrumana, ma hanno anche effetti collaterali sulle tendenze sessuali.
Occhio alla criptonite, se avete una visione all'antica della vostra virilità. Un'altra cosa hanno in comune i nuovi x-men: non fumano per non dare cattivo esempio ai giovani, ma cazzo quanto bevono. Non si dicono manco buongiorno senza un bicchiere in mano. Prima ancora di sedersi da qualche parte, versano qualcosa in un bicchiere.

Potenza delle mode e dei costumi sociali. La sigaretta è proibita, l'alcool no.
Emulazione per emulazione, il risultato sono i 5 ragazzi in coma etilico salvati ieri l'altro, e quelli che ho visto portare via con l'ambulanza stanotte mentre ero di turno al lavoro. Timidamente, e con le dovute cautele, il 118 locale ha detto che ormai è una piaga sociale, una guerra del fine settimana.
Timidamente perché nella città del vino non si può parlare male dell'alcool. Anzi, ormai passa il messaggio che il vino fa quasi bene.
Mi permetto di ricordare che un bicchiere di vino buono non uccide nessuno, ma nemmeno è una medicina. Non mi risulta che anche vini da 200 euro a bottiglia siano venduti in farmacia. E tutti, buoni o no, contengono un veleno noto come alcool etilico.
Un nemico subdolo e insidioso, contro il quale il nostro organismo non ha difese. Non faccio certo il moralista, tra l'altro non me lo posso manco permettere, un buon bicchiere non lo nego a nessuno e non sono mai stato uno che va a tavola come si va in un centro benessere (anzi è un atteggiamento che non sopporto proprio), ma se è sacrosanto l'invito a non imitare i fumatori, è pure sacrosanto non promuovere l'idea che si possa bere quanto si vuole solo per salvaguardare l'economia locale. Se poi volete imitare i vostri eroi negli sfregamenti omosex, no problem, cavoli vostri.
 
Roberto Campagna

lunedì 23 gennaio 2017

STIPENDI PIÙ BASSI DEGLI UOMINI, POCHI FIGLI E SPESSO VITTIME DEL SESSISMO: ECCO L’IDENTIKIT DELLA DONNA DEL VINO NEGLI ANNI DUEMILA



PRESENTATAA ROMA L’INDAGINE-SONDAGGIO CHE HA COINVOLTO PRODUTTRICI, GIORNALISTE, ENOTECARIE, RISTORATRICI E SOMMELIER DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GUIDATA DA DONATELLA CINELLI COLOMBINI

Laureate,fanno figli dopo i 30 anni, guadagnano spesso meno degli uomini e sono ancora alle prese con il sessismo:ecco la fotografia della Donna del Vino degli Anni Duemila.
È questo l’esito di un’indagine-sondaggio promossa dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino e presentata a Roma nella sala conferenze dell’Associazione Stampa estera. Un lavoro che in parte andrà a confluire nell’indagine mondiale di Wine Business International, la prestigiosa agenzia britannica di analisi sul vino.
“L’indagine 2016 sulle Donne del vino rivela il nuovo profilo del mondo del vino italiano al femminile. Alcune conferme e molte sorprese, soprattutto riguardo a un sessismo superiore alle aspettative” commenta la presidente nazionale dell’Associazione Donatella Cinelli Colombini.
Presenti con lei Gabriele Micozzi, docente di Marketing della Luiss Business School, e Alfredo Tesio, coordinatore del Gruppo del Gusto della Stampa Estera.
Al questionario inviato nei mesi scorsi,hanno risposto produttrici, giornaliste ed esperte, enotecarie, ristoratrici di tutte le parti d’Italia, cioè il 24% della compagine sociale.“Su due punti c’è un’assoluta omogeneità di vedute – rileva la presidente - sul ruolo delle donne nel mondo del vino le cose vanno meglio, ma non bene e c’è ancora tanto da fare per raggiungere una reale parità di genere. I
noltre le donne prendono esempio da altre donne assumendole come modelli (82%) elemento quest’ultimo da non sottostimare perché le recenti indagini di Wine Economics sulle donne del vino australiane hanno invece rivelato la propensione del settore femminile del vino a conformarsi a comportamenti professionali e sociali maschili adattandosi a un ambito che le vede in netta minoranza”.
Micozzi ha anticipato una ricerca che sta conducendo sulla psicologia che differenzia donne e uomini: “Sto analizzando la zona di confort del cervello che differenzia il modo di pensare della donna dall'uomo, la capacità di provocazione della mente, le attività in cui viene coinvolta una donna e quelle in cui viene coinvolto un uomo, le intelligenze diverse: radar per la donna, tunnel per gli uomini, la velocità del pensiero che oggi è molto più sviluppata nelle donne".
L’indagine sarà presentata ad aprile al Vinitaly.

Vediamo nel dettaglio cosa hanno risposto le intervistate:
PRODUTTRICI

Le conferme riguardano la scolarizzazione decisamente molto alta, per cui il 43% ha almeno la laurea e il 15% anche un diploma post universitario. Sorprende invece la difficoltà di conciliare la vita professionale e la nascita dei figli.  Le Donne del Vino produttrici sono all’88% titolari o contitolari della cantina in cui lavorano,ma devono rimandare la nascita dei figli molto avanti nel tempo per cui la metà di chi ha fra i 40 e i cinquant’anni ha ancora figli minorenni.
Una realtà diversa da quella idilliaca che tutti immaginano nel bucolico mondo del vino dove tutto sembra “a misura d’uomo” e dove invece i ritmi di lavoro e gli impegni professionali, spesso lontani da casa, creano una situazione poco conciliabile con la famiglia e simile a ogni altra attività di alto profilo.
Da sottolineare che nessuna delle produttrici intervistate si dichiara pensionata benché il 19% di esse abbiano più di 60 anni.
Evidentemente smettere di lavorare è un’eventualità non contemplata per le donne che fanno impresa. Si tratta nel 42% dei casi di piccole cantine con fatturato inferiore al mezzo milione di euro, solo il 17% raggiunge il milione e il 41% lo supera.

Nonostante una dimensione aziendale che potrebbe creare dei limiti tutte esportano molto e il 52% ricava oltre la metà del suo business nei mercati esteri.  Anche i dati sulla quota di vino con denominazione sul totale (69%) dimostra un deciso orientamento verso la qualità e il dinamismo, atteggiamenti confermati dalla diversificazione produttiva che riguarda l’85%delle Donne del Vino con quote di oltre un terzo del business aziendale.  Il 21%ha anche la ristorazione in azienda e il 30% offre pernottamenti; plebiscitaria la vendita diretta (91%). Forte l’attenzione all’ambiente per cui il 27% produce biologico o biodinamico.

Le parti più sorprendenti dell’indagine riguardano la sezione che andrà a confluire nell’indagine mondiale di Wine Business International– reputatissima agenzia britannica di analisi sul vino –sulla condizione femminile del settore enologico.Si tratta di qualcosa di coraggioso e di mai analizzato prima.
Alla domanda “Pensi di ricevere lo stesso stipendio che ricevono gli uomini che svolgono gli stessi compiti?”, il 29,9% ha risposto “no” e il 18% “forse no” benché, come detto prima, a rispondere siano state soprattutto le titolari delle cantine e le stesse abbiano dichiarato di retribuire, nel 96% dei casi, allo stesso modo dipendenti maschi e femmine.
Per gli stessi motivi non sorprende che la domanda sugli atteggiamenti sessisti abbia ottenuto un “no” quasi plebiscitario (85%) benché ci sia anche chi è stata “insultata per non essermi sottomessa al boss” e si ammette che “le donne continuano a faticare il doppio per affermarsi anche nelle aziende familiari dove sono contitolari con uomini”.
Più problematica la situazione nelle fiere dove il 21% delle produttrici ha dovuto difendersi dagli attacchi maschili o almeno contrastare un atteggiamento sessista.
ENOTECARIE E SOMMELIER DI ENOTECHE
Lo scenario peggiora quando a rispondere sono donne in posizione dipendente come le enotecarie e sommelier che nel 63%dei casi è certa o sospetta di guadagnare meno dei colleghi maschi, ma nella scelta del lavoro attuale ha privilegiato le imprese dove la differenza fra i generi è minore.
Si tratta per il 75% di laureate o con diploma post universitario, ma benché il 50% abbia meno di 39 anni nella stragrande maggioranza dei casi non ha figli.  Segno di un reale disagio a conciliare la carriera e la famiglia anche in presenza di contratti a tempo indeterminato.

RISTORATRICI
Meno scolarizzate (33% con laurea o diploma post universitario) e in grande maggioranza ultracinquantenni (72%) le ristoratrici che hanno risposto al sondaggio sono per la stragrande maggioranza titolari dell’esercizio in cui operano e, fra le Donne del Vino, quelle meno colpite dai problemi di genere.
GIORNALISTE ADDETTE ALLE PR E MARKETING, ESPERTE E CONSULENTI
Sul fronte opposto le giornaliste, PR e addette al marketing, consulenti ed esperte. La fascia di età delle intervistate si concentra fra i 40 e i 59 anni (63%) e il livello di istruzione è molto alto con un 66% che possiede una laurea o un diploma post universitario, mentre aumenta il dubbio o la certezza di venire retribuita meno dei colleghi uomini (62%).
C’è persino chi ammette che, dove lavorava prima, “non era “concesso” alle donne ricoprire ruoli di alte cariche aziendali perché ritenute non idonee”. Il 25% delle intervistate ha subito difficoltà collegate alla maternità arrivate, in un caso, fino al licenziamento. Il 39% ha dovuto difendersi da atteggiamenti sessisti: da battute semiserie del tipo “meno rossetto e meno Armani gioverebbe alla tua carriera” a atteggiamenti di discriminazione arrogante “i miei capi famosissimi che mi prendevano sempre per la cameriera” fino a chiare richieste di prestazioni sessuali senza le quali non si viene neanche pagate.
Anche per le giornaliste e le PR le fiere sono un momento delicato in cui la probabilità di venire infastidita cresce di molto così come la sensazione di essere meno considerata per il solo fatto di essere donna. Ecco che la reazione è quella di mettersi in proprio e il 73% delle Donne del Vino intervistate hanno creato la propria impresa, spesso molto piccola (39% dei casi sotto i 100.000di fatturato annuo).
CONSUMATRICI
Conferme e sorprese anche sulle donne consumatrici di vino prese in esame attraverso le interviste di ristoranti, enotecarie e sommelier. Tutte valutano le wine lovers donne in crescita quantitativa e qualitativa anche per l’abbandono di luoghi comuni che vedevano sconveniente il calice di vino in mano femminile in pubblico. Al ristorante la donna dice la sua nella scelta del vino solo se è in coppia, mentre quando è in gruppo è ancora l’uomo a decidere.
A tavola le scelte femminili si orientano sui bianchi e in seconda battuta sulle bollicine. Per la consumatrice donna conta il gusto personale e il nome del produttore perché nella stragrande maggioranza dei casi sceglie i brand che conosce.
CHI SONO LE DONNE DEL VINO
Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che intende promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi 700 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Altre info sul blog: www.ledonnedelvino.it

Associazione Nazionale Le Donne del Vino 02 867577, www.ledonnedelvino.com 

domenica 22 gennaio 2017

"CARDAMARO" TOSTI - da un'antica ricetta di Rachele Bosca



                                            CARDAMARO

                           Antica Ricetta di Rachele Bosca

 

Fa parte della secolare  storia enologica di Canelli (At) l'attenzione rivolta alla produzione di Vermouth  e amari a base di vino. 

Le aziende locali, nella città dove è nato il primo spumante italiano,  non hanno mai archiviato queste proposte e Tosti ne è tra i protagonisti da sempre.  

Nel solco di questa , ci piace per l'occasione segnalare "Cardamaro".

È un amaro, tonico, digestivo dalle innumerevoli proprietà salutari ricreato su antica ricetta dell’Enologo Erborista della Casa.

È preparato con infuso a base di vino e di erbe selezionate tra le quali il Cardo alimentare (Cynara Cardunculus) ed il Cardo Santo (Cardus Benedictus).

La conoscenza dei cardi risale ad epoca antichissima. Teofrasto, Plinio, Carlo Magno ne conoscevano le molte virtù attraverso
l’uso che ne facevano in erboristeria.

Molto diffusi in Piemonte, particolarmente nel Monferrato e nelle Langhe, i cardi trovano largo impiego nell’arte culinaria.

Di sapore gradevolmente amaro,  armonico  e che lascia un piacevole retrogusto al palato, è indicato in tutte le occasioni e particolarmente per il dopo pasto.
Oltre che in Italia "Cardamaro", per le sue caratteristiche e qualità, trova buoni riscontri di mercato sui mercati internazionali, in particolare negli Usa, dove viene utilizzato in particolare come ingrediente base di cocktail  di grande successo, come conferma l'articolo che riportiamo, pubblicato dal prestigioso "Wall Street Journal" 

Da provare.
 
 

 

Viale Italia, 295
14053 Canelli (AT)
ITALIA
Tel: +39 0141 822011   mail. info@tosti.it

giovedì 19 gennaio 2017

Ad Asti debutta Monferrato 1050: un laboratorio di idee

 La presentazione dell'iniziativa presso la Camera di Commercio di Asti


 Iniziativa per festeggiare Aleramo e promuovere il territorio

Presentati alla Camera di Commercio di Asti i primi step di un progetto  che dal 23 marzo prevede 8 mesi di appuntamenti


 

Il Monferrato sta per compiere 1050 anni, era infatti il 23 marzo del 967, quando l'imperatore Ottone I concedeva ad Aleramo la marca destinata a durare fino al 1708. Per celebrare la data è nato il Comitato Monferrato 1050, un pool tecnico di enti e forze locali pubbliche e private che vede capofila le Camere di Commercio di Asti e Alessandria, l'Unione Giornalisti e Comunicatori Europei e il sostegno della Regione Piemonte.

Alla Camera di Commercio di Asti mercoledì 18 gennaio è stato presentato proprio il prossimo step promosso dal Comitato: un intervento dal titolo la Cavalcata Intellettuale Aleramica che più che festeggiare la storia in sé, usa il glorioso passato del Monferrato per pensare al futuro, chiamando a raccolta tutte le forze del territorio per creare una serie di eventi e attività che nel nome di Aleramo faccia vivere in modo dinamico il Monferrato nei prossimi mesi. Il primo appuntamento dal 26 al 28 gennaio vedrà all’università di Asti un ciclo di tavole rotonde, incontri e forum in cui elaborare le iniziative che saranno realizzate dal 23 marzo all’11 novembre 2017, otto mesi di eventi che si propongono di attirare sul territorio visitatori, turisti, assaggiatori, imprenditori, buyer internazionali, con aree tematiche e anfiteatri naturali.

Nella presentazione astigiana il progetto è stato introdotto da Efrem Bovo. Il direttore creativo della commissione tecnica di Monferrato 1050 ha tracciato il percorso che le idee prenderanno dopo le tre giornate di discussione: i progetti saranno raccolti entro il 13 febbraio e portati il 20 febbraio agli Stati Generali dell'Economia all’Expo di Rho, organizzati dal Consorzio distretto 33 che ha per scopo la riqualificazione dell’ex Area Expo .

In sede di presentazione il professor Roberto Maestri ha ricordato le radici del Marchesato, arrivato con gli Aleramici a dominare un ampio territorio che si estendeva sulle provincie di Savona, Cuneo, Asti, Alessandria, Torino e Vercelli e che oggi si sovrappone in gran parte al Patrimonio Unesco. Una figura storica quella di Aleramo, diversa da quella della leggenda nata a posteriori, ma allo stesso tempo affascinante tanto da essere raccontata da Carducci.

 Alberto Fumi, Presidente dell’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei, ha sottolineato lo spirito di questa chiamata collettiva “l’impegno di tutti per completare qualcosa di unico: ma soprattutto un metodo di lavoro che prende spunto da quello che abbiamo imparato dall'Expo, chiamando subito in causa tutti gli operatori del territorio”.

Il Presidente della Camera di Commercio di Asti Erminio Renato Goria, in qualità anche di Presidente di Monferrato 1050, entra nel merito della storia del progetto: “Da quando sono stato eletto abbiamo portato avanti tutta una serie di attività relative al Monferrato: a settembre 2016, durante la Douja d’Or, abbiamo avuto il piacere di ospitare qui la firma del Protocollo di intesa tra Enti e Comuni delle Provincie di Alessandria e Asti che ha portato alla creazione di Monferrato on Tour, sotto la cui egida si svolge la Cavalcata, insieme ai Cavalieri delle Terre di Asti e del Monferrato e l'Associazione I marchesi del Monferrato. Sempre grazie a questo impegno il Monferrato è stato  Comunità Europea dello sport. L'obiettivo come Camera di Commercio è quindi più che mai di fare da collettore, integrando i progetti esistenti e coinvolgendo anche la parte più imprenditoriale del territorio nel sostenere gli investimenti necessari a rendere più forte il brand Monferrato.

Al Direttore del Polo Universitario ASTISS Francesco Scalfari, il compito di illustrare il programma della prossima Cavalcata Intellettuale Aleramica. Giovedì 26 gennaio dalle 14,30 verranno raccolte idee e proposte degli studenti, dei professori e dei docenti. Venerdì 27 alle 9,30 è fissato un incontro con professionisti e imprenditori del Monferrato che vogliano proporre strumenti, iniziative ed interventi. Alle 15 si terrà il forum del Comitato Promotore. Sabato 28 alle 10,30 Erminio Renato Goria in qualità di Presidente del Comitato terrà una relazione su “Cavalcata, ostacoli e traguardi”, seguirà un incontro del comitato stesso con valutazioni programmatiche con le rappresentanze economiche e sociali.

Per promuovere l’iniziativa a breve sarà aperto anche un sito espressamente dedicato a Monferrato 1050.

 

Comitato “Monferrato 1050”,

Presidente: Erminio Renato Goria Presidente della Camera di Commercio di Asti,

Roberto Maestri e Marco De Vecchi Storici,

Angela Motta Consigliere Regionale Piemontese,

Gian Paolo Coscia Presidente della Camera di Commercio di Alessandria,

Maria Teresa Armosino Avvocato,

Cesare Emanuel Rettore dell’Università del Piemonte Orientale,

Francesco Scalfari Direttore del Polo Universitario di Asti,

Andrea Cerrato Assessore al Turismo del Comune di Asti,

Luciano Pasquale Presidente della Camera di Commercio Riviera Ligure,

Francesco Bonaccorsi Ordine del Cavalieri delle Terre di Asti e del Monferrato,

Marco Morra l’imprenditore,

Giovanni Periale Presidente di Ethica onlus,

Daria Carmi Assessore alla Cultura  Comune di Casale Monferrato
 

 La tomba di Aleramo

WINE SKILLS TO MARKET 2017 - ad Alba giovedì 26 gennaio


Giovedì 26 gennaio, presso la Scuola Enologica,  si presentano i risultati di un'indagine sulle aziende vitivinicole di Langhe, Roero e Monferrato e si illustra lo scenario di mercato dell'internazionalizzazione del vino piemontese

Dalle 9 alle 12.30 , è in programma  il seminario conclusivo di "Wine Skills To Market. Come cambiano le sfide e le competenze delle aziende del vino”

Il progetto - nato con Mario Deltetto, WineInternetMarketing.it, Professione Lavoro e con il patrocinio della Scuola enologica e la collaborazione di varie organizzazioni - si propone di avviare un dialogo tra diversi soggetti investiti a livello locale dal cambiamento del mercato enologico internazionale e di acquisire e condividere informazioni.
Nel corso della mattinata, moderata dal giornalista Stefano Labate, si presentano i risultati di una indagine realizzata con un campione di aziende di Langhe, Roero e Monferrato circa la percezione delle nuove sfide di mercato e delle necessità legate alle competenze e alle risorse umane. Si condividono altresì le inclinazioni manifestate da alcuni studenti della Scuola enologica.
A seguire tre contributi sul tema delle competenze umane in azienda (Claudio Cortese dell'università di Torino), della formazione continua nel settore (Sabrina Dorigoni di Fondazione Mach a San Michele all'Adige) e dell'analisi del mercato per l'internazionalizzazione del vino piemontese (Tiziana Sarnari dell'Ismea di Roma).
L'accesso è libero dietro iscrizione online su http://www.wineskillstomarket.com/
IL PROGRAMMA
Ecco il programma della manifestazione del 26/1/2017: ore 9-12.30.
Saluti
Sessione 1 - (L’indagine)
- Sfide e competenze secondo i produttori
Mario Deltetto Wine Skills to Market
- Le nuove competenze: I feedback degli studenti della scuola enologica
Roberto Verano Professione Lavoro
Sessione 2 - (I Contributi)
- Diventare imprenditori: fare impresa con il capitale umano
Prof.Claudio G. Cortese Dipartimento di Psicologia dell’Università di
Torino
- Percorsi per la formazione nel marketing enologico
Sabrina Dorigoni Fondazione Mach
- La sfida dell’internazionalizzazione. Il caso del Piemonte.
Tiziana Sarnari Ismea
- Modera Stefano Labate WineInternetMarketing.it
DALL'INDAGINE
Quali sono le sfide delle aziende vitivinicole? In quale aree si collocano e quali nuove competenze risultano decisive? Le risposte ai questionari di Wine Skills To Market hanno indicato nel "miglioramento della comunicazione e della commercializzazione" i fattori di debolezza da colmare mentre assai meno preoccupa "il miglioramento della qualità del prodotto".
A proposito di queste sfide e con riferimento al fabbisogno di personale - spiega Mario Deltetto, coordinatore responsabile del progetto - solo il 23,53% degli intervistati ha risposto di avere necessità di più risorse con competenze specifiche mentre il 41% preferisce pochi dipendenti ma dotati di forte interdisciplinarità - la restante parte cerca poco personale ma con caratteristiche specifiche e ricorre a consulenti esterni in caso di necessità.
 
Per quanto molte aziende abbiamo mostrato negli ultimi anni un significativo incremento della produzione, spesso con la stessa organizzazione familiare, particolare attenzione pare rivolta a nuove competenze per i lavoratori più che all'ingresso di nuove figure specializzate.
 

 

mercoledì 18 gennaio 2017

AccademiaVino lancia i corsi WSET Livello 2 in italiano


 
È in arrivo un profondo rinnovamento della formazione sul vino in Italia: da oggi sono aperte le iscrizioni ai corsi Wine & Spirit Education Trust Livello 2 in edizione italiana proposti da AccademiaVino nelle sedi di Milano, Roma, Torino, Genova, Caserta e Brindisi. E fino al 28 febbraio l’iscrizione costa 100 euro in meno
 
Presenti e riconosciuti in oltre 60 paesi, i corsi WSET sono il punto di riferimento mondiale per la formazione nel vino. Una certificazione WSET è spesso un requisito essenziale specificato nelle offerte di lavoro come sommelier nei grandi ristoranti, ma anche per addetti in tutti gli snodi della filiera vitivinicola, dall’area commerciale al marketing per arrivare, sempre più, fino ai tecnici della produzione.
Le chiavi di questo successo planetario sono il rigore e l’ampiezza della formazione offerta e il continuo rinnovamento dei programmi. Per stare costantemente al passo con le veloci trasformazioni del mondo del vino, i contenuti didattici di tutti i corsi WSET vengono infatti aggiornati ogni tre anni.
Nell’offerta di libri di testo, lezioni ed esami finali tradotti in ben 17 lingue, spiccava finora per la sua assenza l’italiano. Lacuna che viene ora colmata da AccademiaVino, dal 2013 prima in Italia a proporre certificazioni WSET con un fitto calendario di corsi nelle principali città.
Stadio intermedio nel percorso formativo WSET, il Livello 2 è in assoluto il più frequentato in tutto il mondo. Le lezioni sono aperte a chiunque, senza bisogno di qualifiche precedenti. Il Livello 1, infatti è solo un breve corso introduttivo dedicato soprattutto a chi non ha alcuna conoscenza del vino nemmeno come semplice consumatore.
La versione italiana è del tutto identica a quella inglese e, così come l’originale, si conclude con un esame di teoria, un quiz di 50 domande a risposta multipla, emesso e corretto direttamente dalla sede centrale di Londra. Superando l’esame si ottiene il certificato, redatto in inglese e anch’esso del tutto identico a quello rilasciato a chi frequenta i corsi in altre lingue.
Per agevolare chi desidera unire l’apprendimento della terminologia inglese usata in ambito internazionale alla comodità di un corso tenuto nella nostra lingua, AccademiaVino offre la possibilità di acquistare a un prezzo scontato - in aggiunta al materiale di studio italiano fornito all’iscrizione - il libro di testo inglese.
AccademiaVino offre inoltre a tutti coloro che si iscrivono entro il 28 febbraio ai corsi Livello 2 in italiano una riduzione di 100 euro sulla quota di partecipazione. Chi vorrà approfittare di questa irripetibile offerta di lancio potrà quindi acquistare il corso a 490 euro invece della normale quota di 590 euro.
Informazioni sulle date e orari sono disponibili alla pagina Internet www.accademiavino.it/wset2-it, attraverso la quale ci si può anche iscrivere direttamente online.
 
 

 

 

 

sabato 14 gennaio 2017

A VINITALY LE CANTINE SCELGONO DI VALORIZZARE LA PROPRIA IDENTITÀ



Appuntamento a Verona dal 9 al 12 aprile 2017. In contemporanea Sol&Agrifood ed Enolitech
 
 
Riconferma quasi totale delle aziende singole e nuovi espositori, layout rivisto e ampliato per Piemonte, Toscana, Sardegna e Vininternational: sono queste alcune novità del 2017. Da gennaio attivo per le aziende il servizio di invito degli operatori esteri. Aperte le iscrizioni ai concorsi di Sol&Agrifood e Vinitaly
 
 

Aziende vitivinicole già al lavoro per la prossima edizione di Vinitaly, in programma dal 9 al 12 aprile 2017 (www.vinitaly.com). Proprio dalla conferma quasi totale delle iscrizioni delle singole imprese presenti lo scorso anno e dal numero di new entry arriva il primo segnale della dinamicità del settore enologico italiano. Ed è quello, inequivocabile, di una maggiore propensione ad investire in prima persona nella partecipazione alla fiera con stand individuali, marchio e stile riconoscibili.

«Per essere attrattivi nei confronti degli espositori – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – abbiamo messo in campo negli ultimi anni nuovi servizi e progressivi rinnovamenti dei padiglioni, che già per l’edizione 2017 garantiscono più spazio per aumentare il numero di cantine, con un miglioramento complessivo del layout del quartiere fieristico. Inoltre, il piano industriale del prossimo quadriennio di Veronafiere – prosegue Mantovani – destina 72 milioni su 94 al miglioramento delle infrastrutture di quartiere, alla digital transformation e alla costruzione di parcheggi per oltre 3.000 posti auto».

Più spazio e un nuovo padiglione. Cresce il Piemonte, grazie all’ampliamento e al restyling del padiglione 10: un miglioramento che incontra le esigenze di accogliere le richieste di nuovi espositori e dall’altro per alcune cantine di posizionarsi all’interno della propria area geografica di riferimento.

Aumentano l’area espositiva anche i produttori della Sardegna nel padiglione 8, quello che ospita i saloni speciali Vinitalybio e Vivit-Vigne Vignaioli Terroir e della collettiva Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti).

Novità pure per Toscana e Vininternational, con la creazione di un grande spazio espositivo di circa 4.000 metri quadrati che sostituisce le due tensostrutture separate allestite fino all’edizione 2016.

Modifiche al layout e nuovi arrivi. «Il rinnovamento del layoutsottolinea Gianni Bruno, area manager di Vinitaly - permette ad alcune aziende di collocare il proprio stand nel padiglione della propria regione o ad alcune di rientrare con una partecipazione importante e di immagine».

Tra i nuovi arrivi, per la prima volta a Vininternational cantine da Usa e Regno Unito, che si aggiungono alla collettiva spagnola realizzata in collaborazione con Icex e agli espositori di Svizzera, Francia, Azerbaijan, Georgia, Croazia, Argentina, Portogallo, Australia e Sudafrica.

Per i buyer esteri il servizio free badge e incontri b2b con Taste & Buy. Da gennaio sarà operativo per gli espositori il servizio di invito degli operatori esteri tramite Vinitaly, con invio dei free badge per l’ingresso gratuito. Attivato nel 2016, ha dato immediatamente ottimi riscontri, facilitando la gestione degli inviti da parte della aziende e migliorando la qualità degli operatori, grazie alle verifiche effettuate direttamente dalla Fiera.

Per il b2b puro, confermata l’iniziativa Taste & Buy, che organizza incontri tra i buyer esteri dell’incoming realizzato direttamente da Vinitaly e le aziende espositrici, la cui richiesta di partecipazione cresce di anno in anno. 

Tanti appuntamenti prima di Vinitaly. A precedere il salone veronese molte le iniziative realizzate sotto il marchio di Vinitaly, pensate per promuovere i vini e offrire strumenti di marketing alle migliori aziende. A fare da filo conduttore, tra gennaio e marzo, le tappe di Vinitaly International a San Francisco, New York, Miami, Houston e a Chengdu in Cina (www.vinitalyinternational.com/calendar).

In programma l’1 marzo il Concorso Internazionale Packaging, mentre dal 31 marzo al 2 aprile torna il 5 Star Wines Award con in contemporanea il primo giorno (31 marzo) il premio Wine without Walls, dedicato ai vini senza solfiti o con un contenuto non superiore a 40 mg/l (per tutte le competizioni iscrizioni aperte sul sito www.vinitaly.com).

Alla vigilia di Vinitaly, l’8 aprile, il calendario il grand tasting OperaWine (www.operawine.it le aziende e i vini del 2017) a cura di Vinitaly International, anticipato dal 4 all’8 aprile dal corso di certificazione della Vinitaly International Academy (www.vinitalyinternational.com/vinitaly-international-academy).

Sol&Agrifood ed Enolitech. In contemporanea con Vinitaly si svolge Sol&Agrifood (www.solagrifood.com), preceduto dal 15 al 20 febbraio da Sol d’Oro Emisfero Nord e, nei giorni del 20 e 21 febbraio, dagli Evoo Days, la nuova iniziativa di formazione e informazione dedicata agli operatori della filiera dell’olio extravergine di oliva.

Con Vinitaly anche Enolitech (www.enolitech.it), da quest’anno ancora più integrato con i padiglioni di Vinitaly, grazie a un ulteriore avvicinamento del padiglione F che lo ospita al padiglione del Piemonte (pad. 10).

Affari in fiera, wine lover in città. I 29.000 wine lover del 2016 trovano anche nel 2017 il loro spazio di degustazione, cultura del vino e convivialità a Vinitaly and the City, da venerdì 7 a martedì 11 aprile. Dopo il potenziamento dello scorso anno del fuori salone, con un programma ampliato e più diffuso nei luoghi storici della città, Veronafiere riconferma la volontà di tenere nettamente separati i momenti b2c da quelli b2b nel quartiere fieristico.

Viabilità. L’obiettivo di una mobilità sostenibile in termini di efficienza e ambientali verrà perseguito rafforzando i servizi di trasferimento tra i parcheggi scambiatori dislocati in prossimità delle uscite autostradali, oltre che dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova, dal centro città e dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona-Villafranca. Tutti gli aggiornamenti e le informazioni sulla viabilità da gennaio sul sito di Vinitaly (www.vinitaly.com), nei comunicati stampa e sui social di Veronafiere.

 

 

 

domenica 8 gennaio 2017

"BERE IL TERRITORIO" XVI edizione - Raccontare il vino attraverso un viaggio


 



Promosso da Go Wine, associazione nazionale di consumatori e turisti del vino, il Concorso intende contribuire in modo concreto a far crescere la cultura del consumo dei vini di qualità, mirando ad un consumatore sempre più consapevole sia nelle scelte, sia nell’attribuire il giusto valore e significato ad una bottiglia di vino.

Il Bando della sedicesima edizione invita i partecipanti a farsi idealmente viaggiatori.  Il tema proposto riguarda il viaggio in un territorio del vino, valorizzando i temi che sono cari ad ogni enoturista.
Un modo per raccontare il vino e valorizzare l’idea originaria del concorso.
 
La partecipazione è suddivisa in due fasce di età: la prima a favore di coloro che hanno un’età compresa fra i 16 ed i 24 anni, la seconda per tutti i soggetti di età superiore ai 24 anni.
Al contempo la sezione speciale riservata agli studenti degli Istituti Agrari invita a valorizzare e premiare lavori di ricerca rivolti ai vitigni autoctoni.

Nato nel 2001 tra i diversi progetti culturali di Go Wine, Bere il territorio ha visto negli anni confermare tutta l’attualità del tema.
 
Il titolo è a suo modo una provocazione: “Bere”… il territorio per attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità ed apprezzare, attraverso il calice, la cultura e l’ambiente in cui quel vino si afferma. Un modo per riaffermare con convinzione che il vino appartiene alla storia ed alla cultura rurale dell’Italia: il vigneto segna il paesaggio italiano e in ogni regione la coltivazione della vite è espressione del lavoro dell’uomo e caratterizza la vita sociale ed economica di molti territori.
Si conferma in questa edizione l’inserimento di un premio speciale a favore di un libro, edito durante l’anno 2016 che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione.

 Il bando completo del concorso è consultabile sul sito www.gowinet.it

 
 

sabato 7 gennaio 2017

OASIS PHOTOCONTEST 13a EDIZIONE - iscrizioni entro il 28 febbraio 2017


PREMIO OSCAR DELLA FOTOGRAFIA NATURALISTICA
Ha preso ufficialmente il via la nuova edizione del Premio Internazionale di Fotografia Naturalistica Oasis Photocontest, il più importante evento italiano legato alla fotografia della natura e del paesaggio e uno dei maggiori a livello internazionale.

Considerato come il “Premio Oscar della fotografia naturalistica”, il contest offre a tutti i fotografi, dai professionisti ai semplici appassionati, la possibilità di concorrere per aggiudicarsi i numerosi titoli e premi in palio, per un montepremi complessivo di oltre 30.000 euro. Le immagini più belle entreranno a far parte del prestigioso catalogo, stampato in lingua italiana e inglese, e della mostra, che per un intero anno farà tappa nelle principali città italiane. Le 1.000 immagini che raggiungeranno la fase finale saranno inoltre pubblicate sul sito del concorso, dove potranno essere votate per l'assegnazione del premio Oasis Web.
Le iscrizioni si chiudono il 28 febbraio 2017.

- I PREMI Al vincitore assoluto saranno consegnati un premio del valore di 2.500 Euro e un'opera in bronzo dello scultore Michele Vitaloni.
Al campione italiano un premio del valore di 1.500 Euro.
Al vincitore del Premio Oasis un premio del valore di 1.000 Euro.
Al vincitore di ogni sezione e allo sfidante al titolo (runner-up) sarà assegnato infine un premio rispettivamente di 800 Euro e 400 Euro
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- CECCHI PAONE
Per Alessandro Cecchi Paone, direttore editoriale della rivista Oasis: «L'Oasis Photocontest rappresenta per ogni appassionato di fotografia l'occasione per farsi conoscere e far conoscere il proprio lavoro, ad un pubblico enorme, considerata la grande attenzione riservata all'Oasis Photocontest su giornali e riviste specializzate di tutto il mondo».

- NOVITA DI QUESTA EDIZIONE La grande novità di questa edizione è legata alla possibilità di prendere parte al concorso anche con le immagini realizzate con smart-phone, tablet e compatte. Accanto alle tradizionali sezioni in cui è richiesto il file raw, quest'anno sono state aggiunte due sezioni Open in cui non sono richiesti i file originari.
SEZIONI RAW RICHIESTE

- Paesaggio
- Mammiferi
- Uccelli e chirotteri
- Tutti gli altri animali (rettili, insetti etc)
- Storyboard
- Fotografia subacquea
- Gente e popoli
- Mondo vegetale

SEZIONI OPEN

- Open Natura
- Open Animali

SEZIONI RAGAZZI

- Baby (per i bambini fino a 14 anni)
- Junior (per i ragazzi dai 14 ai 18 anni)

Tutte le informazioni e le modalità di iscrizione sono sul sito del concorso: www.oasisphotocontest.com