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lunedì 15 aprile 2024

IL TALENTO NON HA GENERE: AIS E LE DONNE DEL VINO FORMANO LE SOMMELIÈRES DEL FUTURO

 




 

 È STATO PRESENTATO  AL VINITALY IL PROGETTO «ESSENZE DI VITE» IN MEMORIA DELLE SOCIE DONATELLA BRIOSI E MARISA LEO. SARÀ UN’OPPORTUNITÀ PER SETTE GIOVANI DONNE  

 

«Chi è il sommelier del futuro? È donna, scommette negli abbinamenti vino-cibo, sa sorprendere e parla al cuore». È stato presentato oggi a Vinitaly «Essenze di Vite», il nuovo progetto formativo che vede alleati l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino e l’Associazione Italiana Sommelier. L’iniziativa prevede la formazione gratuita di sette giovani donne, selezionate in collaborazione con gli Istituti Alberghieri e Turistici. Le beneficiarie avranno l'opportunità di frequentare i tre livelli del corso per sommelier, acquisendo una preparazione di alto livello nel mondo del vino. Un progetto che nasce per valorizzare il talento e la professionalità delle donne sommelier, promuovere la rappresentanza femminile nel settore del vino, e per dare un’opportunità professionale a giovani che vogliono costruirsi un futuro. Un’iniziativa nata per ricordare concretamente due Donne de Vino, Donatella Briosi e Marisa Leo, vittime di violenza, donne solari e positive che, della loro passione, avevano fatto una professione.

«Le donne sono circa il 30% dei sommelier italiani – ricorda Daniela Mastroberardino, presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino - e continuano ad aumentare nei corsi per chi assaggia e serve il vino così come fra gli studenti delle scuole alberghiere. Da sempre sono più attente all’abbinamento cibo-vino. Fra le Donne del Vino sono circa il 10% delle socie, molte meno delle produttrici, ma comunque tante e autorevoli. Tuttavia la presenza femminile fra chi si occupa del vino nelle sale dei ristoranti è ancora scarsa specialmente fra i “main chef sommelier” cioè i manager di strutture grandi. Con questo progetto vogliamo aiutare giovani donne a trasformare una passione in un lavoro».

L’approccio, trasparente e meritocratico, prevede la selezione delle beneficiarie attraverso criteri rigorosi che includono l’iscrizione a un Istituto Alberghiero o Turistico, eccellenti risultati scolastici, e passione per il vino.

«L’Italia è tra gli stati con la maggiore percentuale di donne al timone di aziende vitivinicole, circa il 25 per centouna cifra incoraggiante ma non sufficiente – dice il presidente nazionale AIS Sandro Camilli - Attraverso la formazione e il sostegno a giovani talenti femminili, vogliamo valorizzare la diversità e l'eccellenza che contraddistinguono il mondo del vino. La collaborazione con le Donne del Vino rappresenta per AIS una partnership strategica verso un futuro in cui le donne sommelier apporteranno sempre di più una prospettiva unica e preziosa al settore, e noi siamo lieti di contribuire alla loro crescita professionale».

Giuseppe Baldassarre, Consigliere Nazionale AIS e coordinatore della Commissione Tecnico-Scientifica di AIS, è stato incaricato di seguire il progetto: «Accolgo con grande entusiasmo l'iniziativa, che rappresenta un'ulteriore opportunità per affermare la natura aperta, inclusiva e creativa delle nostre associazioni. Il mondo del vino, come ogni ambito della società, della cultura e del lavoro, ha un bisogno impellente del talento femminile e del suo ingegno. Questo progetto, pur nella sua semplicità, assume un valore straordinario: crea attenzione, e offre spazio e opportunità a giovani donne che, per diverse ragioni, potrebbero non aver avuto accesso alla formazione in questo settore. Grazie a questa iniziativa, potranno acquisire competenze di alto livello, aprendosi la strada verso un futuro professionale nel campo dell'enogastronomia».

Ha moderato l’incontro Lara Loreti, giornalista Il Gusto (La Repubblica, La Stampa) e sommelier.

UN PO’ DI NUMERI. In Italia, secondo dati ISTAT, le sommelières rappresentano circa il 30 per cento del totale; tuttavia, sono ancora troppo poche a occupare ruoli apicali. I numeri, però, sono in crescita da almeno tre decenni: secondo uno studio della Università Bocconi, dal 1981 al 2011 l’occupazione femminile nel settore è passata dal 29,6 al 41,7 per cento. I settori del marketing e della comunicazione sono preponderanti, seguito da quello commerciale; in coda l’ambito produttivo, enologico e agronomico, cui comunque le donne contribuiscono per il 28 per cento del PIL agricolo. A un'analisi più approfondita emerge una correlazione significativa tra la presenza femminile nel management delle cantine e l'adozione di politiche aziendali orientate alla qualità, alla sostenibilità e all'internazionalizzazione. L'esempio di queste cantine dimostra come la diversità e l'inclusione non solo arricchiscono il settore del vino, ma contribuiscono attivamente alla sua crescita sostenibile e al successo nel panorama internazionale.

LE ASSAGGIATRICI DEI CONCORSI. In Giappone il principale concorso enologico Sakura ha una giuria interamente femminile. Poi sono il National Women’s Wine Competition “Wine Women Wont” Santa Rosa California vini giudicati alla cieca da esperti donne (www.nwwc.info). Femmes et Vins du Monde Principato di Monaco con giuria femminile. Presieduta dall’enologa Régine Le Coz (www.femmesetvinsdumonde.com). Feminalise, Beaune Francia, vini assaggiati alla cieca da 350 esperte (www.feminalise.com). Premios Vino y mujer nato nel 2007 dove una giuria di donne giudica vini fatti dalle donne (www.vinoymujer.com). Women.s Wine & Spirits Awards prima edizione 2018 a Londra, la giuria è composta da 100 buyer e esperte donne. Organizzato da China Wine & Spirit Awards (CWSA). Altra curiosità: il Wset – Wine & Spirit Education Trust, con corsi in 70 Paesi del mondo, ha mostrato come nel 1970 le donne costituissero il 10,6% dei diplomati mentre nel 2018 fossero il 42,8%.

UN PO’ DI STORIA AL FEMMINILE. La prima sommelier donna in Italia è stata la milanese Maria Luisa Ronchi, diplomata sommelier AIS nel 1969, seguita dalla piemontese Laura Pesce nel 1972, entrambe con una lunga militanza nelle Donne del Vino. La sarda Lucia Pintore è stata la prima campionessa italiana dei sommelier nel 1987, anche se prima di lei Franca Rosso di Tavagnacco (Udine) arrivò a pari merito con un uomo sommelier nel 1975. La prima presidente donna di un’associazione di sommelier è Graziella Cescon nel 2015 e il primo direttore di una testata dei Sommelier è stata Marzia Morganti nel 2003.

 

domenica 14 aprile 2024

PASQUALE PELISSERO, 100 VENDEMMIE NELLA LANGA DEL BARBARESCO A VINITALY 2024 DEBUTTA IL BARBARESCO DEL CENTENARIO

 


 All’azienda Pasquale Pelissero. Madre e figlio eredi di una famiglia contadina di Langa che coltivano vigne da oltre un secolo.
Siamo a Neive, sulle colline che restituiscono una delle espressioni migliori del nebbiolo: il Barbaresco. È uno dei quattro comuni dove si può produrre questa denominazione. L’azienda Pelissero ha oggi più di cento vendemmie. Acquistarono la cascina Giuseppe e Giovanni Pelissero, nonno e pro zio di Ornella. Con papà Pasquale avvenne la svolta: fu lui nel 1971 a imbottigliare la prima bottiglia di Barbaresco Cascina Crosa e a investire negli anni in terra e vigne. Nel 2007 tocca a Ornella raccogliere l’eredità dopo la scomparsa del padre. Oggi la Pasquale Pelissero sono otto ettari di vigne a corpo unico attorno alla cascina. Dal cortile si ascoltano lo scoccare delle ore del campanile di Neive. Facendo pochi passi si è tra i filari del cru San Giuliano, una delle 66 Menzioni Geografiche Aggiuntive consentite dal disciplinare del Barbaresco.

Vinitaly 2024  debutta  il Barbaresco del centenario vendemmia 2021: sono 8 mila bottiglie di Barbaresco Bricco San Giuliano e 4 mila di Barbaresco Cascina Crosa. Saranno contrassegnate da un bollino.

L’azienda Pasquale Pelissero è al Padiglione 10 Piemonte stand i3.

 

LA STORIA DELLA FAMIGLIA PELISSERO

La storia della famiglia Pelissero inizia il 5 gennaio 1921, quando i due fratelli Giuseppe e Giovanni Pelissero stipulano l’atto di acquisto di Cascina Crosa. È una storica cascina di Neive, da sempre proprietà nobiliare e residenza di campagna dei Conti Cocito. Ci sono già due ettari di vigneti piantati intorno all’azienda. I fratelli Pelissero curano la campagna, la stalla, le vigne e conferiscono le uve alla cantina sociale di Neive. Giuseppe è contadino e falegname. Sposa donna Aurelia Cesarina, da cui ha dieci figli: nove femmine e un solo maschio, Pasquale, che nasce il 24 settembre 1939, sotto il segno della Bilancia. Giuseppe muore nel 1956 a causa di un grave incidente sul lavoro. Sono tempi in cui Piemonte vige ancora la regola dove l’azienda passa in eredità solo per parte maschile. Pasquale ha 17 anni e tocca a lui: prende in mano l’azienda. Accanto a lui mamma Aurelia e la sorella più piccola Rosa, che all’epoca ha 15 anni. I due giovani sono smarriti davanti al tanto lavoro: devono portare avanti da soli campi, vigne e stalla. Nonna Aurelia vende le uova al mercato per arrotondare e poter comprare le scarpe ai figli. È ancora la Langa della malora. Un giorno mentre portano l’uva alla cantina sociale, al rondò di Neive comincia a grandinare: l’uva è salva ma il carro si riempie di grandine. Siamo negli Anni 60 e inizia a svilupparsi l’industria anche qui. Tanti contadini s’impiegano nelle fabbriche che danno un lavoro e uno stipendio sicuri, non come quelle «botteghe a cielo aperto» che sono le vigne. Anche Pasquale è tentato, cerca un lavoro e lo trova in una delle aziende più prestigiose di Langa, la Ferrero. Ma quella non è la sua vita e infine, dopo pochi anni, torna nella sua vigna. Negli Anni 70 Pasquale inizia a imbottigliare il Barbaresco e inizia la storia dell’autonomia dell’azienda. In cantina ci sta poco. È solito asserire: «Quando curi tanto e bene la tua vigna, in cantina hai poco da fare». È un bell’uomo, elegante, un «contadino gentiluomo»: si veste bene anche quando va in vigna. È un tratto tipico di chi ha nel segno la Bilancia. Negli anni, con tanto lavoro e tanti sacrifici, mette insieme la proprietà. È del 1971 la prima bottiglia di Barbaresco Cascina Crosa. Nel 1970 si sposa con Gregorina Isabella e ha tre figlie: Ornella è la primogenita. La sorte per lei ha scelto la vigna: nasce il 5 novembre 1971 mentre la mamma sta vendemmiando. Il destino è segnato: sarà lei a prendere in mano le redini dell’azienda paterna.  

ORNELLA E SIMONE, LE NUOVE GENERAZIONI

Ornella entra ufficialmente in azienda il 6 giugno 1986. Ha 15 anni ed è cresciuta correndo tra i filari. Conosce già bene gli umori della terra e il profumo dell’uva. Le piace tanto studiare. Ha appena finito il primo anno alla Scuola Enologica di Alba con ottimi risultati. Sa di essere sulla strada giusta e sa che cosa vuole fare. Dei 700 studenti è una delle pochissime donne che frequentano quella scuola molto maschile. All’epoca c’erano meno di dieci studentesse. Pasquale è un uomo intelligente ma ha la mentalità vecchio stampo del contadino di Langa: decide che Ornella deve smettere di andare a scuola. «Alle donne non serve studiare» è solito ripetere. Ornella lascia gli studi e comincia a lavorare accanto al padre: ascolta, impara e carpisce i segreti del mestiere. È attenta a tutto quello che lui dice e fa. Arriva l’autunno del 2007: l’uva è matura, è quasi ora di vendemmiare. Ma succede l’imprevedibile. È il 27 settembre, da pochi giorni ha compiuto 68 anni, Pasquale muore. La famiglia Pelissero è scossa. Ornella si rimbocca le maniche e il giorno dopo il funerale del padre, il 1° ottobre, incomincia a vendemmiare. Inizia così la guida femminile nell’azienda che porta il nome del papà. Con lui, si producevano il Barbaresco Cascina Crosa, il Langhe Favorita, il Dolcetto d’Alba, il Langhe Nebbiolo e il Langhe Freisa. Negli anni, Ornella ha portato novità: nasce con lei il Barbaresco che rivendica la MGA, la Menzione Geografica Aggiuntiva, San Giuliano. Prima dalla vendemmia 2007, il Barbaresco Bricco San Giuliano, in commercio dal 2010; poi, nel 2010, il Barbaresco Riserva Bricco San Giuliano uscito nel 2015. Dalla vendemmia 2009, Carlo Arnulfo porta la sua esperienza agronomica ed enologica in azienda. «Questa cascina è una bumbunera!», questa cascina è una bomboniera, ha esclamato il primo giorno che ha visto Cascina Cosa. Una realtà piccola ma ben fatta, come una bomboniera. Oggi accanto a Ornella, lavora anche il figlio Simone, classe 1999, diplomato alla Scuola Enologica nel 2018. A giovane di casa, piace innovare in vigna e in cantina ma «sul Barbaresco non mette ancora le mani» sentenzia mamma Ornella. Ma ha già creato la sua novità: il Langhe Nebbiolo che porta il suo nome. Un’etichetta che va ad affiancare l’altro Langhe Nebbiolo che porta il nome in dialetto del nonno: Pasqualin. L’ultimo nato viene vinificato in acciaio, l’altro fa un anno in botte. Due espressioni diverse dello stesso vitigno. Due generazioni così lontane, così vicine.

LA MENZIONE GEOGRAFICA AGGIUNTIVA SAN GIULIANO

La famiglia Pelissero è proprietaria di un vigneto nella Menzione Geografica Aggiuntiva (MGA) San Giuliano. È il «cru» che riunisce quattro generazioni della famiglia Pelissero. La vigna fu piantata negli Anni 90 da Pasquale. Sono quattro ettari attorno a un ciabot - una casetta in mattoni o tufo che viene utilizzata dai contadini per ricoverare attrezzi agricoli o per ripararsi dai temporali - con la statua di San Giuliano che dà il nome al cru o, come la chiamano qui, la Menzione Geografica Aggiuntiva. «Non c’è documentazione certa ma c’era già quando nacque mio nonno Giuseppe nel 1901 - racconta Ornella Pelissero - era falegname, e fece la porta e le finestre del ciabot. Mi piace pensare che questa vigna e questo vino siano il legame che unisce le nostre quattro generazioni di contadini di Neive: da mio nonno a mio figlio Simone». Qui nascono il Barbaresco Bricco San Giuliano e il Barbaresco Riserva Bricco San Giuliano. Nel 2007 quando muore Pasquale, l’azienda produce solo il Cascina Crosa, lo storico Barbaresco. Il Bricco San Giuliano è il vino di Ornella. «Siamo rimasti produttori tradizionali – dice la vignaiola – utilizziamo solo botti grandi e metodi di fermentazione tradizionali».

LA FILOSOFIA: UN GRANDE VINO NASCE IN VIGNA

I Pelissero sono una famiglia contadina di Langa che produce con passione Barbaresco a Neive da quattro generazioni. Ornella è cresciuta correndo tra i filari: il profumo del vino, della terra e dell’uva sono impressi nella sua memoria di bambina. Se c’è un ricordo, sono gli occhi di suo padre: si illuminavano quando era in vigna. Prendere in mano la sua eredità non è stato facile. È stato un lavoro impegnativo che ha richiesto tanto impegno. Oggi Ornella e il figlio Simone curano ogni parte di quanto c’è da fare a Cascina Crosa. Sono impegnati in vigna, cantina, sala degustazione, nell’accoglienza clienti, nei rapporti commerciali con l’estero. Vanno alle fiere e si occupano degli ordini dei vini e dei contatti con i fornitori e gli importatori. Da sempre, la filosofia è la stessa: un grande vino nasce in vigna. Per questo, nel loro lavoro quotidiano, investono molto tempo a curare la terra. Vinificano solo uve di loro produzione e affinano i vini e il Barbaresco in modo tradizionale, in botti grandi di rovere francese da 25/30 ettolitri.

LA CANTINA: VINCE LA TRADIZIONE 

In cantina, i Pelissero sono tradizionalisti. Vinificano solo uve di loro produzione e affinano i vini e il Barbaresco in modo tradizionale, in botti grandi di rovere francese da 25/30 ettolitri. Da tempo, non utilizzano più barrique. Ornella ha fatto alcune prove per fare un Barbaresco con passaggio in legno piccolo ma poi non la convinceva. Le barrique vengono solo usate “di servizio”, per fare travasi. Nel 2009la cantina è stata ristrutturata e gli spazi sono raddoppiati, in modo da poter vinificare tutte le uve che l’azienda produce. Si producono 45 mila bottiglie all’anno. Il 60% della produzione va all’estero. I mercati sono: Stati Uniti, Canada, Nord Europa, Olanda, Belgio, Norvegia, Giappone, Singapore, Turchia e Australia.

I VIGNETI: DAL CRU SAN GIULIANO AI VITIGNI AUTOCTONI PIÙ RARI

La azienda Pasquale Pelissero sono 8 ettari di vigneti in un corpo unico attorno a Cascina Crosa.  Sono stati quasi tutti reimpiantati da Pasquale negli Anni 90.

La vigna di cui Ornella e Simone vanno più orgogliosi è la San Giuliano. «San Giuliano» è una delle 66 Menzioni Geografiche Aggiuntive consentite dal disciplinare del Barbaresco. Fino al 1995 era Mga «Gallina», poi fu suddivisa. Un ciabot, casettina in mattoni tipica della Langa, domina collina e vigna. Custodisce la statua del santo che dà il nome alla Mga. È di proprietà della Curia ed è Patrimonio Culturale. Vigna e ciabot sono l’anello di congiunzione di quattro generazioni della famiglia. Nel 2010 sono state ristrutturato porte e finestre in legno che fece nonno Giuseppe a inizio Novecento. Simone dice che quel luogo è magico. Ornella sostiene che lì c’è il genius loci, l’anima dell’azienda. Ogni anno, a capofilare, lei pianta qualche rosa color Barbaresco. Nascono qui le 8 mila bottiglie di Barbaresco Bricco San Giuliano e le mille di Barbaresco Riserva Bricco San Giuliano.

Altra vigna di proprietà è il Cascina Crosa: sono 4 mila metri ed è lo storico vigneto dell’azienda. È stato piantato 65 anni fa da nonno Giuseppe ed è sotto il campanile di Neive. Dalla vigna, si sentono battere le ore.

Curano anche un piccolo vigneto di Freisa, poco meno di 4 mila metri, un vitigno che sta scomparendo in Langa. Era il vino preferito da papà Pasquale. Se ne producono circa 4 mila bottiglie. La vendono bene all’estero, soprattutto in Canada, dove stanno crescendo consumatori curiosi interessanti ai vitigni di nicchia.

Infine, completa l’azienda una «giornata» (misura piemontese per 3800 metri) di Favorita, anche in questo caso un vitigno che mantiene il contatto con le radici della famiglia.

                                              veduta dei vigneti dell'azienda vitivinicola

 

giovedì 11 aprile 2024

LE DONNE DEL VINO A VINITALY 2024 TRA INCONTRI, TAVOLE ROTONDE E DEGUSTAZIONI

 


 DOMENICA DEBUTTA UN PROGETTO PODCAST AL FEMMINILE CON LA REGIONE PUGLIA. LUNEDÌ SI PRESENTA UN’INIZIATIVA CON L’AIS PER FORMARE GIOVANI DONNE SOMMELIER. MARTEDÌ OSPITE LA WINE EXPERT CINESE MICHELLE LIU. CURIOSA DEGUSTAZIONE DI VINI LIBANESI A CURA DELLA DELEGAZIONE FRIULI

 

È stata presentata ufficialmente durante Vinitaly 1988: allora era costituita da una ventina di socie che ben presto videro radunarsi intorno a sé decine di altre protagoniste del mondo del vino, fino a raggiungere le attuali 1150 iscritte. Questo è il 36° anno di presenza delle Donne del Vino alla manifestazione veronese. Tanti gli appuntamenti tra incontri, tavole rotonde, degustazioni che coinvolgeranno le socie in questo Vinitaly.

Domenica (ore 15.30 – Pad. 11 - Regione Puglia – Sala Convegni) si presenta “Donne, Vino e segreti”, un progetto podcast di inebrianti storie di emancipazione al femminile creato in sinergia con la Regione Puglia.

Lunedì (ore 14.30 – Pad. 10 – 1° Piano - Sala Lounge AIS), debutta il progetto “Essenze di Vite” che nasce per valorizzare il talento e la professionalità delle donne sommelier, promuovere la rappresentanza femminile nel settore del vino, e per dare un’opportunità professionale a giovani che vogliono costruirsi un futuro.

Martedì (ore 13.00 – Pad 10 - Regione Piemonte - spazio Istituzionale) “Guardando a Oriente”, focus sul mercato del vino in Cina. Entrare con successo in questo mercato richiede una comprensione approfondita delle dinamiche culturali locali, delle preferenze dei consumatori e una strategia di comunicazione ben pensata. Ospiti Michelle Liu, wine consultant, founder di Women in Wine & Spirits Award, Corinna Gianesini, sommelier, Wine communicator & educator, Ugo Mura, docente ICIF.

«Ci prepariamo a un Vinitaly ricco di iniziative – dice la presidente nazionale dell’Associazione Daniela Mastroberardino – saremo impegnate con l’Ais a lanciare un progetto per dare opportunità professionali a giovani donne nel mondo del vino. Un’iniziativa nata per ricordare concretamente due Donne del Vino, Donatella Briosi e Marisa Leo, vittime di violenza, donne solari e positive che, della loro passione, avevano fatto una professione. Martedì saremo ospiti della Regione Piemonte per una tavola rotonda dedicata al mercato del vino in Asia: Michelle Liu ci parlerà di strategie per conquistare i mercati più popolosi del mondo dove il wine business è dominato dalle donne. Oltre la metà del vino, nel mondo, è acquistato dalle donne.  L’Asia è l’avanguardia di un nuovo protagonismo femminile nel mercato enologico, in molti Paesi il consumo del vino è dominato dal genere femminile: in Giappone l’acquisto allo scaffale è per l’80% nelle mani delle donne; in Cina, Rabobank ha stimato che le donne consumino il 52% delle bottiglie di vino con un prezzo superiore ai 78 RMB, i Master of Wine in Asia sono donne. Chi vuole vendere il suo vino in Asia deve dunque chiedersi come lo valuterà un buyer o un consumatore donna: packaging, profilo organolettico, prezzo, momento del consumo».

«Donne, Vino, Cultura» è il tema dell’anno 2024 che racchiude in sé i valori delle Donne del Vino: amore per la terra, salvaguardia del paesaggio vitivinicolo e del patrimonio culturale.  Il logo e lo stand (PAD 6/7 al Centro Servizi Arena – Box 25) sono stati creati dalla wine designer Federica Cecchi, socia toscana che ha messo a disposizione dell’Associazione il suo talento e la sua professionalità. L’immagine raffigura una donna elegante, raffinata e saggia che, in perfetto equilibrio, sembra sorreggere e sostenere il nostro tema dell’anno, il copricapo richiama l’acino, connettendo la donna e il suo pensiero con il mondo del vino, l’abito elegante con motivi vegetali, richiama il legame antico come il decoro e l’armonia con la natura e il paesaggio. Le braccia aperte sono anche un auspicio e un benvenuto a tutte le donne che desiderano far parte del nostro mondo.

ECCO IL CALENDARIO CON TUTTI GLI APPUNTAMENTI DI VINITALY 2024

DOMENICA 14 APRILE

ore 14.00 – Pad. 8 - Regione Sardegna – area istituzionale

“La vigna sul mare”

Un racconto dedicato all’eleganza del Cannonau, vitigno principe della Sardegna. Intervengono Nina Puddu, Cristina Mamusa. Luisa Bayre, Nadia De Santis, Valeria Pilloni. Modera Giuseppe Carrus, giornalista

 

ore 15.30 – Pad. 11 - Regione Puglia – Sala Convegni

“Donne, Vino e segreti” un podcast di inebrianti storie di emancipazione

Racconti di donne, di vino, di territori attraverso uno strumento antico, il racconto corale, che ha saputo straordinariamente conservare nel tempo la sua efficacia, anche nella sua veste più contemporanea: il podcast. Voci al femminile di donne curiose, ironiche, emancipate alla scoperta dell’universo vitivinicolo e del ruolo delle donne in Italia negli spazi sociali, familiari, professionali.

Intervengono:

Donato Pentassuglia, Assessore Agricoltura, Industria agroalimentare, Risorse agroalimentari, Riforma fondiaria, Caccia e pesca, Foreste, Regione Puglia

Daniela Mastroberardino, Presidente Associazione Nazionale Le Donne del Vino

Marianna Cardone, Vicepresidente Associazione Nazionale Le Donne del Vino

Silvia Di Bello, Account business La Content

Laura Donadoni, giornalista e Wine educator

Giulia Blasi, scrittrice, conduttrice radiofonica, giornalista

 

ore 17.30 – Pad 8 – Stand G2 La Cappuccina

Brindisi “Donne, Vino, Cultura”

Le Donne del Vino del Veneto brindano alle nuove iniziative. L’appuntamento è presso lo stand della socia Elena Tessari, La Cappuccina. Sarà presente la delegata regionale Corinna Gianesini

 

LUNEDÌ 15 APRILE

 

Ore 10.30 – Pad 12 - Calabria area istituzionale

“KORALE”

Il vino delle Donne del Vino della Calabria contro la violenza di genere. Con Chiara Giannotti
Vino-TV-e le socie della Delegazione Calabria. Saluti della Vicepresidente Vicaria Francesca Poggio

 

ore 10.45 - Pad. 6 - Regione Friuli-Venezia Giulia - Sala degustazione Istituzionale ERSA

Masterclass sui vini del Libano e del Friuli-Venezia Giulia inerente il Progetto di cooperazione internazionale “Twinning partnership for Sustainable SMEs Development in Lebanon" sostenuto da UNIDO e Regione Friuli Venezia Giulia. Presentazione a cura di Elena Roppa, delegata Donne del Vino FVG, e degustazione guidata da Maria Teresa Gasparet, giudice sensoriale e sommelier professionista di Sorsi e Percorsi.

 

Ore 11.00 - Pad 11 - area Enoteca Regione Puglia

“Anteprima Bolle di Puglia 2024” Masterclass a cura di Paola Restelli, wine immersive ambassador: degustazione di bollicine delle produttrici Donne del Vino di Puglia


Ore 14.30 – Pad. 10 – 1° Piano - Sala Lounge AIS

“Essenze di Vite” presentazione progetto

nasce per valorizzare il talento e la professionalità delle donne sommelier, promuovere la rappresentanza femminile nel settore del vino, e per dare un’opportunità professionale a giovani che vogliono costruirsi un futuro. Un’iniziativa nata per ricordare concretamente due Donne de Vino, Donatella Briosi e Marisa Leo, vittime di violenza, donne solari e positive che, della loro passione, avevano fatto una professione.

Modera Lara Loreti, giornalista Il Gusto (La Repubblica, La Stampa) e sommelier

Con Sandro Camilli, Presidente Nazionale AIS, Daniela Mastroberardino, Presidente Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Marianna Cardone, Vicepresidente nazionale Le Donne del Vino.

 

Ore 20.30 EVENTO FUORI SALONE - Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona

“Benvenuti in Puglia” Serata di promozione dell’enogastronomia pugliese, con degustazione dei vini e oli di Puglia. Tra i partner la delegazione Puglia delle Donne del Vino sarà presente con alcuni vini delle produttrici e con il progetto “Adotta una vite”, barbatelle dei vitigni autoctoni pugliesi omaggiate agli ospiti. Serata riservata a stampa e operatori del settore.

 

MARTEDÌ 16 APRILE

Ore 10.30 – Pad. 2 - Regione Umbria – spazio istituzionale

"Sorsi di Cultura"

racconto dei territori umbri attraverso la cultura enologica regionale al femminile. Con l'occasione verrà presentata la Carta dei Vini de Le Donne del Vino Umbria.

 

Ore 13.00 – Pad 10 - Regione Piemonte - spazio Istituzionale

“Guardando a Oriente”

Focus sul mercato del vino in Cina. Entrare con successo in questo mercato richiede una comprensione approfondita delle dinamiche culturali locali, delle preferenze dei consumatori e una strategia di comunicazione ben pensata.

Modera – Danilo Poggio, giornalista

Saluti

Daniela Mastroberardino, presidente Associazione Nazionale le Donne del Vino, Ivana Brignolo Miroglio, delegata Donne del Vino Piemonte, Simone Incontro, General Manager at Veronafiere Greater China

Intervengono

Michelle Liu, wine consultant, founder di Women in Wine & Spirits Award, Corinna Gianesini, sommelier, Wine communicator & educator, Ugo Mura, docente ICIF

 

ore 15.45 – Pad.  7 - Stand C9 - Regione Marche – spazio istituzionale

“Le Marche: le scoprirai all’infinito” Convention Nazionale Le Donne del Vino nelle Marche 20-24 giugno 2024

In occasione di Vinitaly, le DDV delle Marche presenteranno il programma che vedrà protagoniste Le Donne del Vino di tutta Italia in visita in questo splendido territorio.

Modera, Agnese Testadiferro, giornalista

Saranno presenti: Andrea Maria Antonini Assessore Agricoltura Regione Marche, Francesca Severini Direzione sviluppo rurale Regione Marche, Daniela Mastroberardino, Presidente Le Donne del Vino, Francesca Poggio, Vicepresidente Vicaria Le Donne del Vino, Daniela Sorana Associazione Nazionale Le Donne del Vino, delegata regione Marche e le vice delegate Nazzarena Ceci Togni e Stefania Palazzesi

 

MERCOLEDÌ 17 APRILE

Ore 12.00 – Pad. 6/7 Sala Puccini

Assemblea delle socie - Associazione Nazionale Le Donne del Vino

Ore 19.30 – Palazzo della Gran Guardia – P.zza Bra – Verona

CENA DI GALA DI FINE VINITALY in collaborazione con Veronafiere.

Le giornate de le Donne del Vino a Vinitaly si concluderanno con la cena di Gala di fine Vinitaly, a Palazzo della Gran Guardia, organizzata in collaborazione con Veronafiere e curata dalla Chef Piemontese Marina Ramasso, servizio vini a cura della squadra di servizio de Le Donne del Vino referente la sommelier Piercarla Negro. La serata sarà condotta da Mariangela Bonfanti. Oltre cento etichette in degustazione delle Donne del Vino di tutta Italia che hanno donato i propri vini.

 

 

lunedì 8 aprile 2024

958 Santero presenta al Vinitaly 2024 di Verona il libro romanzo sulla storia di famiglia e sul brand

 


La storia da romanzo di una famiglia che ha fatto del vino le fondamenta di un’impresa arrivata alla quarta generazione. La narrazione delle gesta di donne e di uomini che hanno creduto nel valore delle proprie radici e le hanno fatte diventare ali per riuscire a raggiungere traguardi professionali e personali

 C’è questo al centro di “Con la vigna negli occhi - Il segreto di 958 Santero, il vino che sa di futuro”, il libro romanzo che racconta la storia dei Santero di Santo Stefano Belbo, saldamente alla guida di un Gruppo vitivinicolo con un brand che negli anni è sempre più ricercato e apprezzato, in Italia e all’estero.

Il volume sarà presentato al 56° Vinitaly, in calendario a Verona dal 14 al 17 aprile 2024. È edito dalla Casa Editrice Rubbettino ed è inserito nella collana “La bellezza dell’impresa” diretta dal giornalista e scrittore piemontese, Adriano Moraglio. L’autore è il giornalista Filippo Larganà, anche lui piemontese.

L’appuntamento è per lunedì 15 aprile, dalle 17, nello stand di 958 Santero, Padiglione 5, stand B7. Per l’occasione ci sarà un aperitivo con le bollicine e i prodotti firmati 958 Santero.

Ma com’è nata l’idea di un romanzo sull’impresa di famiglia 958 Santero? Spiega Gianfranco Santero, presidente del Gruppo 958 Santero: «Non volevo che fosse un libro autocelebrativo, né commerciale. Doveva essere la storia della nostra famiglia e dell’azienda che mio nonno fondò, come la intendiamo ancora oggi, alla fine degli Anni Cinquanta e che, prima mio padre e i miei zii, e oggi io, i miei cugini Lorenza e Pierpaolo, e i nostri figli, stiamo portando avanti».

Dice Filippo Larganà«Raccontare la storia di una famiglia è un viaggio tra sentimenti, emozioni e ricordi. Quella della famiglia Santero e del brand 958 Santero è stato questo, ma è stato anche il racconto di una visione e delle vite degli uomini e delle donne che l’hanno portata a termine e oggi la rinnovano con il loro impegno e lavoro».
Il racconto comincia con la cascina di famiglia a Calosso, paese in provinciadi Asti a pochi chilometri da Santo Stefano Belbo. Lì, nel 1889 nasce e cresce Pietro Santero che avrà la visione della dimensione commerciale delle vigne di suo padre e, con l’aiuto della moglie Pierina, costruirà le basi dell’azienda attraverso mille difficoltà ed eventi, anche drammatici, che segnarono la storia d’Italia e del mondo in quegli anni.
«Il libro - annota Gianfranco Santero - racconta la storia di famiglia, ma anche quella dell’azienda, di come sono nati alcuni prodotti, idee, progetti e collaborazioni che hanno fatto diventare 958 Santero un brand di tendenza che in qualche modo ha innovato e rinnovato la comunicazione nel mondo del beverage».

E di innovazioni 958 Santero ne ha lanciate e ne lancia moltissime. L’ultima, in ordine di produzione, è una linea dedicata all’Horeca, poi c’è la gamma Italian Aperitivo, con Aperitivo Red e Aperitivo Orange, nel solco della grande tradizioni italiana degli aperitivi, in purezza e nella mixology. Non manca un tributo allo Spritz con il Ready to Drink in versione classica e anche analcolica, uno dei trend più moderni del bere di oggi.

Tra i prodotti che 958 Santero presenterà a Verona, anche le iconiche bottiglie POP, le lattine eco-friendly, l’Asti docg Otto e Mezzo che testimonia il legame con il territorio, le bottiglie illustrate da artisti tra cui Romero Britto, pittore, scultore e serigrafia brasiliano della corrente neo-pop che ha creato illustrazioni su licenza in esclusiva per 958 Santero, e quelle dedicate all’indimenticata stella del Calcio mondiale, Diego Armando Maradona e alla squadra del Napoli che lo ebbe tra i suoi calciatori insieme al brand “D10S” nato dalla collaborazione con Stefano Ceci, che fu amico e socio di Maradona e ne cura i diritti di immagine, fino alle bottiglie della serie Love e ai millesimati extra dry.

Insomma un mosaico di creazioni e di bollicine che fanno festa in perfetto “italian style”.



 


sabato 6 aprile 2024

Regione e Piemonte Land of Wine insieme al Vinitaly 2024 (14/17 aprile) all’insegna del vino piemontese che fa squadra

 

                                                            area Piemonte al VinItaly  di Verona 

Un nuovo grande stand Piemonte al Vinitaly 2024, un’area espositiva comune che comprenderà le attività della Regione Piemonte e di Piemonte Land, il superconsorzio che raggruppa tutti e 14 i Consorzi, insieme a più di un centinaio di piccole aziende vinicole. L’intenzione di dare un’unica immagine e voce al Piemonte del vino e la conferma, concreta, che Regione Piemonte e Piemonte Land of Wine operano insieme al fianco di Consorzi e produttori per lo sviluppo e la promozione del vino piemontese in Italia e in tutto il mondo.

Di questi temi si è parlato giovedì 4 aprile, a Torino, nella sede della Regione Piemonte, in occasione della presentazione della partecipazione di Regione e Piemonte Land of Wine alla fiera del vino, giunta alla 56ª edizione, che si svolgerà a Verona dal 14 al 17 aprile.
Intanto ad accogliere i visitatori al Padiglione 10 di Veronafiere, ci sarà l’Area Piemonte: 1.500 metri quadrati espositivi a cura di Piemonte Land of Wine (l’ente che riunisce i 14 consorzi piemontesi del vino) che, con il sostegno di Regione Piemonte, Assessorato all’Agricoltura e Cibo, rappresenta 112 aziende insieme ai consorzi di tutela e alle associazioni di produttori. Altre 30 aziende saranno presenti solo con i vini al banco di assaggio.A questo proposito ha detto l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa: «Per l’edizione 2024 abbiamo creato massima sinergia tra le varie realtà del mondo vitivinicolo piemontese e con Piemonte Land of Wine. L’Area Piemonte accoglie sotto un’unica egida oltre 100 aziende vitivinicole consorziate, per dare più visibilità ai produttori e ai territori. Il Piemonte - ha aggiunto Protopapa - con i suoi vini eccellenti è punto di riferimento sui mercati internazionali, forte per la qualità e storicità delle produzioni e anche per un’offerta di prodotti innovativi».
Per il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso: «A Verona il Piemonte porta la grande qualità vinicola che è richiesta e apprezzata dai mercati internazionali. Per questo continuiamo a difendere i nostri prodotti certificati e la biodiversità delle produzioni».
Francesco Monchiero, produttore vitivinicolo e presidente di Piemonte Land of Wine ha dichiarato: «Per il Piemonte il Vinitaly 2024 sarà caratterizzato da una novità assoluta. Per la prima volta, infatti, secondo la volontà partita dai produttori associati a Piemonte Land e assolutamente supportata dalla Regione Piemonte, le imprese vinicole piemontesi si presenteranno in un’unica area espositiva. L’idea - spiega ancora Monchiero - è di dare un’immagine compatta della nostra regione che, vale ricordarlo, è tra le più importanti aree vinicole del mondo. È un segnale - ha annotato ancora Monchiero - di forte unità che promuove il Piemonte del Vino nella sua interezza e vuole essere strumento per affrontare le sfide che l’attualità impone. I cambiamenti del clima e le ripercussioni sulle coltivazioni, le crisi economiche e quelle geopolitiche con le tensioni in varie zone del mondo, non possono essere ignorate e vanno affrontate con senso concreto verso mete comuni. Procedere in ordine sparso sarebbe un errore. Il Vinitaly 2024 servirà anche per dare il segno di un’unione reale del vino piemontese, in tema di intenti come di azioni».


Infine è stato presentato il programma di incontri promozionali dedicati ai vini e distillati del Piemonte e ai territori di produzione che avranno luogo nello spazio incontri collocato al centro dell’area Piemonte.

Domenica 14 aprile alle 14 si terrà l’apertura ufficiale dell’Area Piemonte con l’assessore  regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa, il presidente di Piemonte Land of Wine Francesco Monchiero e l’artista Ambra Viviani (1993, vive e lavora tra Basilea e Napoli), ideatrice dell’immagine grafica del Piemonte del vino 2024, vincitrice del concorso “L'arte contemporanea per il Piemonte del vino” indetto da Regione Piemonte in collaborazione Piemonte Land of Wine e Artissima, la fiera internazionale di arte contemporanea che si svolge a Torino. 
Domenica verrà inoltre annunciato il “vitigno dell’anno 2024”, nominato dalla Regione Piemonte nell'ambito di un'iniziativa che da alcuni anni punta a valorizzare e raccontare i vitigni autoctoni del Piemonte al grande pubblico.
Inoltre lunedì 15 aprile alle 14 ci sarà la presentazione delle iniziative del progetto “Città Europea del vino 2024” e alle ore 15,45 “I 10 anni di Territorio Unesco”. Alle 16,30 “2024: Martinotti, 100 anni di spumante”; martedì 16 aprile alle 16 “La Grappa è la donna”, a cura dell'Associazione Donne della Grappa Anag; mercoledì 17 aprile alle 12 “Il vino biologico in Piemonte”, presentazione dell’Osservatorio del vino biologico del Piemonte, a cura di Associazione Produttori del vino Biologico del Piemonte e Fondazione Agrion

All’esterno del Padiglione 10 si accederà al Ristorante Piemonte, unico tra le regioni che partecipano alla fiera. Quest’anno è stato ampliato e con una maggiore disponibilità di coperti. Sarà curato dagli chef stellati piemontesi Maurilio Garola e Massimo Camia, che proporranno un menù a base dei prodotti di qualità del territorio in abbinamento ai vini piemontesi. Altra novità di quest’anno è lo spazio lounge annesso al ristorante a cura del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg.

 

                                                  Monchiero e Proropapa alla presentazione