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venerdì 30 settembre 2016

VITICOLTURA EROICA: ESPERIENZE A CONFRONTO FRA I TERRITORI UNESCO PER MIGLIORARE QUALITA’ E SOSTENIBILITA’


A Torino l’incontro fra le viticolture estreme delle diverse aree di produzione in Europa
Gaudio (Cervim): «Territori legati al tema del paesaggio». Celi (Viticoltori Valle d’Aosta): «lavorare compatti per sensibilizzare le istituzioni»

 

Esperienze “eroiche” sempre più a braccetto in Italia ed in Europa, 
per condividere gli esempi virtuosi e le problematiche comuni. E’ in sintesi quanto è emerso dal doppio appuntamento - che si è tenuto a Torino in occasione del Salone del Gusto -, organizzato da Arev-Assemblea Regioni Europee Viticole, con la collaborazione del Cervim.
Si è parlato di viticoltura estrema, della produzione di vini in vigne a forte 
pendenza, montagna e piccole isole, con le esperienze europee, della viticoltura come Patrimonio dell’Umanità confrontando le Regioni europee.
 
«I territori della viticoltura eroica – ha sottolineato il presidente Cervim, 
Roberto Gaudio – sono legati in modo indissolubile al tema fondamentale del paesaggio. I territori in cui sono presenti le aziende Cervim, sono delle “isole della biodiversità viticola“, vere perle enologiche, che, corrono però il rischio di scomparire a causa degli alti costi di produzione; dal momento che la coltivazione di un vigneto in queste zone costa dieci volte di più di un vigneto in pianura. La viticoltura eroica rappresenta quindi una “sentinella” nei territori impervi, e per questo eroici, dove si producono comunque vere e proprie eccellenze enologiche. Mettere le esperienze italiane ed europee a confronto sta già portando a risultati importanti».
 
Durante l’incontro è stata ribadita da più parti l’opportunità di avere 
una sinergia e collaborazione costante fra l’Arev ed il Cervim. Fra gli interventi quelli dei produttori, che sono i veri protagonisti della viticoltura eroica, e che hanno raccontato le loro esperienze dirette: vignaioli delle vette estreme come delle isole, italiani e di altri paesi a vocazione vitivinicola.
 

«E’ stato un confronto importante quello tra diverse esperienze di viticolture eroiche – ha aggiunto Stefano Celi, presidente Vival (Associazione Viticoltori della Valle d’Aosta) -. Abbiamo portato l’esperienza valdostana e confrontandola con altre realtà, si è evidenziato come le problematiche siano piuttosto simili, la difficoltà di coltivazione, la quasi assenza di meccanizzazione, siano tutti aspetti che producono molte più ore lavoro e necessariamente aumentano i costi, senza contare un difficile ricambio generazionale che in molte zone è davvero preoccupante. Per questo – ha detto - dobbiamo lavorare compatti per sensibilizzare le istituzione ad una maggior tutela delle nostre aree e del nostro lavoro che è importantissimo per la salvaguardia dell’ambiente – ha concluso Celi -; per questo siamo aiutati da organismi come il Cervim e l’Arev che portano le istanze della nostra viticoltura nelle sedi opportune».

lunedì 26 settembre 2016

LA “CULTURA DEL TARTUFO” PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UMANITA’


Michele Boscagli Presidente dell’Associazione Città del Tartufo -  PiercarloGrimaldi, Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche - Stefano Colmo responsabile Relazioni Istituzionali Slow Food e Segretario Generale Fond. Terra Madre

 

La candidatura “CULTURA DEL TARTUFO” PATRIMONIO IMMATERIALE UNESCO  è stata presentata venerdì 23 settembre alle ore 12 presso la Sala Giunta Regionale con la relazione del prof. Piercarlo Grimaldi, Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Sono intervenuti: Stefania Baldinotti funzionario Mibact,  Antonella Parigi Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo, Stefano Colmo responsabile delle Relazioni Istituzionali di Slow Food e Segretario Generale Fondazione Terra Madre, Michele Boscagli Presidente dell’Associazione Città del Tartufo e Antonio Degiacomi Presidente del Centro Nazionale Studi tartufo di Alba.  

 

L’Unesco, istituzione internazionale d’eccellenza impegnata nella valorizzazione e preservazione dei patrimoni materiali dell’umanità, ha redatto nel 2003 la prima lista mondiale dei patrimoni culturali orali e immateriali. Essi sono “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi” (Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, art. 2) e rappresentano un elemento fondamentale distintivo della cultura e dell’identità di una comunità e di un territorio.

La candidatura negli anni è stata portata avanti dal Centro Nazionale Studi Tartufo che ha sede ad Alba e dall’Associazione nazionale Città del tartufo con due importanti partner scientifici quali l’Università di Scienze gastronomiche e l’Università di Siena. Si è voluto risalire oltre l’intensa promozione commerciale, i testimonial, l’utilizzo del prodotto nella ristorazione di prestigio in tutto il mondo che hanno felicemente caratterizzato gli ultimi anni, contribuendo alla valorizzazione turistica di molte aree in Italia. Si sono volute documentare e analizzare antropologicamente le conoscenze orali e gestuali e le narrazioni intimamente connesse al tartufo attraverso interviste etnografiche raccolte lungo molte regioni italiane, dal Piemonte alla Campania, passando per la Lombardia, la Toscana e l’Umbria negli ultimi venticinque anni, completate dalla ricerca bibliografica e d’archivio.  L’obiettivo della candidatura, che prende il nome di Cultura del Tartufo, è quello di certificare e formalizzare, difendere e tramandare il “mito del tartufo”, non solo come frutto dall’inestimabile valore, ma simbolo di una storia di rapporti tra uomo, natura, animale e tradizione.

Alla base del fascino del Tartufo c’è la ricerca. Nella notte, in aree boschive, nella segretezza assoluta, uomini preceduti dal loro cane, fendono le brume notturne cercando riferimenti tra le piante alla ricerca di un albero che l’anno precedente ha garantito una raccolta fortunata.

Pratiche e informazioni su luoghi propizi sono spesso tramandate di generazione in generazione verbalmente o al massimo annotate su quaderni o agende assolutamente non divulgabili. Il tartufo è lusso e ristoranti di tendenza, cene memorabili e profumi indescrivibili, ma tanto del suo fascino si perderebbe se non ci fosse la cerca, non la semplice raccolta, come succede per le più comuni specie vegetali.

La cerca è un gesto individuale, vissuto in simbiosi con il cane, è intuito e fortuna, conoscenza della delicata pratica dell’estrazione che avviene con il solo ausilio di uno strumento specifico per tipologia di terreno: in Piemonte si usa un particolare zappino mentre nell’area centro – sud un vanghetto.

La cerca del tartufo è un rito talmente impresso nel genius loci delle sue terre da renderlo parte integrante della cultura più intima del territorio.

La ricerca del tartufo: un patrimonio complesso di saperi, di tradizioni, di convenzioni non scritte che nascono come pratica di raccolta per diventare molto di più. Il cercatore ha un rapporto elettivo con il proprio cane, il “suo” bosco, i suoi segreti. Quando il cane inizia a “segnare” un punto specifico, il trifolao si china, raccoglie la terra, la annusa per verificare se il profumo di tartufo è forte e quindi il tartufo vicino, ma non sfugge un gesto altamente simbolico: la condivisione di un odore ancestrale, il ritorno ad un’epoca in cui il rapporto con la terra era proprio della condizione umana.

“La tradizione della raccolta del tartufo bianco, spontaneo e di libera ricerca, è un prodotto culturale nazionale, lo si fa in tutta Italia, pur con declinazioni tradizionali diverse da luogo a luogo – sottolinea Antonio Degiacomi, Presidente del Centro Nazionale Studi tartufo e Michele Boscagli Presidente dell’Associazione Città del Tartufo -. A partire dalla cultura del tartufo che ci proviene dalla tradizione vorremmo che si rinnovasse e aumentasse la coscienza della necessità di difendere il patrimonio naturale, che assomma piante simbionti, suolo, clima, ambiente idrogeologico e che riguarda istituzioni, proprietari di fondi, cercatori. È un aspetto strategico per il futuro del prodotto e delle terre che lo generano che la candidatura può favorire.”

 

"La candidatura del tartufo a patrimonio immateriale Unesco ha un'importanza rilevante in termini di ampiezza territoriale. Tredici le regioni coinvolte, che condividono gli stessi valori culturali che sottendono al riconoscimento del tartufo come simbolo di unicità e contemporaneamente di unità nazionale, dal Piemonte alla Sicilia". Così l'assessore alla cultura e al turismo della regione Piemonte Antonella Parigi, che aggiunge quanto sia "grande la soddisfazione per il contributo messo a disposizione dal territorio piemontese, forte della sua tradizione e dell'attività di ricerca: l'Università di scienze gastronomiche di Pollenzo e la Fiera del tartufo bianco di Alba sono eccellenze internazionali". 

 

Il Piemonte oltre ad annoverare 4000 cercatori paganti tesserino ha inoltre una rete di tartufaie didattiche o sperimentali disseminate su tutto il territorio.

 

 “I saperi materiali e immateriali connessi alla raccolta del tartufo costituiscono un complesso patrimonio orale, di gesti e parole che appartengono soprattutto alle generazioni più anziane” spiega il prof. Piercarlo Grimaldi, Rettore e Professore ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

“Questi saperi oggi a rischio di estinzione, vanno raccolti, archiviati e comunicati al fine di consegnare alle future generazioni queste preziose conoscenze altrimenti destinate all’oblio, al fine di dare nuova energia ad un territorio e ai territori coinvolti ed alla loro gastronomia. A partire da queste considerazioni, L’università degli Studi di Scienze gastronomiche ha partecipato alla realizzazione del progetto della Candidatura della Cultura del Tartufo quale patrimonio immateriale dell’Umanità, predisponendo un libro ed un filmato che mettono in luce in modo approfondito e cognitivo, la cultura del tartufo” .

Fondamentale l’appoggio di Slow Food che arriva nei giorni di Terra Madre a Torino dalle parole di Stefano Colmo: “Lo sdoganamento della gastronomia e della cultura materiale contadina al pari di quella fino ad oggi considerata ‘alta’ è una sfida per il futuro”.

Contatti


Associazione Nazionale Città del Tartufo
Presidente Michele Boscagli - 340.9027891
Direttore Antonella Brancadoro  - 338 7169874
Associazione per il Centro Nazionale Studi Tartufo
Presidente Antonio Degiacomi 348 4991005
Direttore Mauro Carbone 3357535050
Info@tuber.it
 

 l'affollata conferenza stampa
 Stefania Baldinotti, Mibact-UNESCOAntonio Degiacomi Presidente del Centro Nazionale Studi tartufo di Alba

 

Antonella Parigi, assessore Cultura e Turismo Regione Piemonte
Stefano Colmo responsabile Relazioni Istituzionali Slow Food e Segretario Generale Fond. Terra Madre

  

 

 

 

 

 

domenica 25 settembre 2016

NASCE IL "PINGUINO" PEPINO AL VERMOUTH DI TORINO COCCHI



Golosa novità  che ha debuttato a  Terra Madre Salone del Gusto 2016 di Torino
 
L'incontro di due case storiche piemontesi, Cocchi e Pepino, legate anche dall'appartenenza alla compagine Exclusive Brands Torino, ha portato alla creazione di un nuovo gusto di culto dal carattere sabaudo. 
Due anime della città, il gelato di Pepino e il Vermouth di Torino Cocchi, insieme in un unico prodotto. 
 
Il percorso che ha condotto alla creazione del Pinguino al Gusto Vermouth si è sviluppato attraverso diversi test; nel corso delle prime prove si è tentato di armonizzare i gusti classici della produzione Pepino, in primis la Crema Pepino, con la complessità dei bouquet dello Storico Vermouth di Torino Cocchi.
 
La volontà di valorizzare il pregio aromatico del Vermouth ha portato a  privilegiare la strada della pulizia e dell’assoluta purezza delle note caratterizzanti del tipico vino liquoroso torinese, non utilizzando invece latte e panna perché che tendevano a soffocarne la varietà di profumi.
 
Una ricetta semplice e ben bilanciata, a base di acqua, zucchero di canna e succo di limone ha fatto da supporto agli estratti che costituiscono il cuore deciso del Vermouth Cocchi, armonizzandosi con equilibrio e permettendo di ottenere un prodotto  unico e originale, in cui l’identità di Cocchi si sposa perfettamente con la tradizione gelatiera di Pepino.
L’associazione con la tradizionale copertura al cacao, da sempre sinonimo di Pinguino, richiama infine tipiche degustazioni del Vermouth in abbinamento con il cioccolato, donando un’esperienza golosa e appagante.
 




GIULIO COCCHI
Giulio Cocchi è una casa storica fondata ad Asti nel 1891. È conosciuta per i suoi vini speciali: i Vermouth (Storico Vermouth di Torino, Dopo Teatro Vermouth Amaro e Vermouth Riserva La Venaria Reale), l’Aperitivo Americano (bianco e rosa) e l’iconico Barolo Chinato. Per i suoi prodotti Cocchi utilizza ancora oggi la ricetta originale formulata dal fondatore.
Artigianalità della produzione, rigore nella scelta degli ingredienti e altissima  qualità hanno reso il fondatore Giulio Cocchi sin da subito famoso in tutto il mondo come  dimostrano i documenti delle esportazioni di fine Ottocento: da New York a Londra, da Sydney  all’Africa coloniale e al Venezuela.
Cocchi  è da 125 anni anche produttore di spumanti metodo italiano e metodo classico, oggi con la denominazione Alta Langa Docg.
 
 
GELATERIA PEPINO
L'azienda Pepino produce gelati di alta qualità dal 1884 a Torino. In oltre un secolo di vita si è affermata come ambasciatrice della grande pasticceria fredda tra i palati più importanti d'Europa. Nel 1939 l'azienda inventa e brevetta il famoso "Pinguino®", primo gelato al mondo su stecco ricoperto di cioccolato (brevetto N. 58033), prodotto in sei gusti.
Fiore all'occhiello del marchio Pepino è la storica "Gelateria Pepino" di piazza Carignano nel cuore di Torino, la piazza che ha visto la nascita dell'Italia. Il locale si è affermato non solo nella vendita del gelato ma anche nei servizi di ristorazione, aperitivi, colazioni e catering.
Al timone dell'azienda c'è Edoardo Cavagnino che, con carisma ed entusiasmo, ha dato l'impronta giusta per rinnovare il brand e rilanciarlo sul mercato.
 
 




martedì 20 settembre 2016

WINE TASTING EXPERIENCE® OLTRE LA DEGUSTAZIONE TRADIZIONALE.


 I MIGLIORI ESPERTI DEL TERRITORIO
RACCONTANO I GRANDI VINI DELLE LANGHE

RITORNANO LE DEGUSTAZIONI GUIDATE DELLA STRADA DEL BAROLO: ALLA FIERA DEL TARTUFO DI ALBA - DALL’8 OTTOBRE AL 27 NOVEMBRE -
E PER TUTTO OTTOBRE APPUNTAMENTI SPECIALI ALLA CANTINA COMUNALE DI CASTIGLIONE FALLETTO
 
La Wine Tasting Experience®, originale formula di degustazione ideata dalla Strada del Barolo e divenuta negli anni un evento irrinunciabile per centinaia di winelover in visita nelle Langhe, fa parte come di consueto del programma ufficiale della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Gli incontri si terranno tutti i sabati alle 17.30 (in inglese) e tutte le domeniche alle 15.30 (in italiano) dall’8 ottobre al 27 novembre nel Cortile della Maddalena.


“Il gusto del territorio”, “I Cru del Re” e “I volti del Nebbiolo” sono i temi che si alterneranno per tutta la durata della Fiera. “Il gusto del territorio” è un percorso introduttivo tra le produzioni più caratteristiche del Piemonte, con la degustazione di quattro differenti vini fra Arneis, Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Barolo e Moscato; “I Cru del Re” rappresentano un viaggio scandito dalla degustazione di tre diverse etichette di Barolo; la vera novità della stagione è “I volti del Nebbiolo”, degustazione che proporrà il confronto fra Barolo, Barbaresco e Roero spiegando le diverse espressioni del vitigno Nebbiolo.


La durata delle degustazioni è di circa un’ora e i biglietti possono essere acquistati direttamente sul sito www.winetastingexperience.it al costo di 23 euro persona (comprensivi di materiale didattico e ingresso al Mercato del Tartufo).


Da quest’anno poi, sono in programma le “Food& Wine Experience”, una serie di appuntamenti speciali con le Wine Tasting Experience® abbinate a prodotti agroalimentari d’eccellenza del Piemonte che si terranno per tutto il mese di ottobre alla Cantina Comunale di Castiglione Falletto, nel cuore della Langa del Barolo.
I migliori vini piemontesi incontrano le specialità gastronomiche della regione in un eccezionale connubio di gusto. Protagonisti di queste degustazioni saranno la Robiola di Roccaverano D.O.P., l’unico caprino storico d’Italia, degno di confrontarsi con i celebri chèvres d’oltralpe, i salumi di eccellenza del Piemonte forniti dall’agrisalumeria “Luiset” e una selezione di dolci a base di Nocciola Tonda Gentile del Piemonte I.G.P., universalmente riconosciuta come la migliore al mondo. I temi saranno sempre “Il gusto del territorio” e “I Cru del Barolo” e vini saranno selezionati attentamente sulla base degli abbinamenti gastronomici, in modo da esaltare le peculiarità organolettiche dei diversi prodotti in assaggio. Il costo delle “Food& Wine Experience” sarà 28 euro a persona.
 


LA FORMULA DELLA WINE TASTING EXPERIENCE ® - Sull’esempio delle Ecole Du Vin francesi, gli appuntamenti vanno oltre la tradizionale degustazione in cantina, classica tappa di ogni enoturista, soprattutto per la possibilità di confrontare etichette di produttori diversi in un unico appuntamento, guidati da esperti del territorio in grado di illustrare ogni segreto dei vini e pronti a soddisfare tutte le curiosità. I “docenti” sono infatti produttori, enologi o sommelier d’esperienza, ciascuno con il suo personale punto di vista, dal valore dei profumi in un calice di vino agli abbinamenti fra vino e cibo, fino alle caratteristiche dei vini in rapporto al terroir. Domande dal pubblico, approfondimenti, consigli sulla degustazione, vini di produttori sempre diversi: tutti questi elementi rendono le Wine Tasting Experience® un modo nuovo per avvicinarsi alla conoscenza dei vini, oltre a rappresentare un’occasione unica per approfondire i dettagli della produzione del territorio di Langhe e Roero. Per rendere sempre più esperienziali le Wine Tasting Experience® e coinvolgere direttamente i partecipanti, i docenti utilizzeranno video di supporto, ricchi di infografiche e mappe interattive.


LINGUA INGLESE  - Con un occhio di riguardo per i sempre più numerosi enoturisti stranieri, le Wine Tasting Experience® sono condotte anche in lingua inglese.


WINE TASTING EXPERIENCE® ESCLUSIVE - Oltre agli appuntamenti “a calendario”, è sempre possibile organizzare una Wine Tasting Experience® personalizzata in esclusiva per gruppi di almeno sei persone, che possono definire insieme agli organizzatori date, orari, location, lingue (oltre all’italiano: inglese, francese e tedesco) e naturalmente l’offerta di vini in degustazione.
 
 
 
Date e orari delle Wine Tasting Experience®:

·      Sabato 8 ottobre - ore 17.30: The taste of the hills (ENG), Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo.
·      Domenica 9 ottobre - ore 15.30: Il gusto del territorio, Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo.
·      Sabato 15 ottobre - ore 17.30: The crus of Barolo (ENG), Degustazione di tre differenti cru di Barolo
·      Domenica 16 ottobre - ore 15.30: I cru del Barolo, Degustazione di tre differenti cru di Barolo.
·      Sabato 22 ottobre - ore 17.30: The many faces of Nebbiolo (ENG), Alla scoperta dei diversi volti del Nebbiolo. Degustazione di 3 vini ottenuti dal vitigno Nebbiolo: Roero, Barolo e Barbaresco.
·      Domenica 23 ottobre - ore 15.30: I volti del Nebbiolo, Alla scoperta dei diversi volti del Nebbiolo. Degustazione di 3 vini ottenuti dal vitigno Nebbiolo: Roero, Barolo e Barbaresco.
·      Sabato 29 ottobre - ore 17.30: The crus of Barolo (ENG), Degustazione di tre differenti cru di Barolo.
·      Domenica 30 ottobre - ore 15.30: I cru del Barolo, Degustazione di tre differenti cru di Barolo.
·      Lunedì 31 ottobre - ore 17.30: The taste of the hills (ENG), Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo.
·      Martedì 1 novembre - ore 15.30: Il gusto del territorio, Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo.
·      Sabato 5 novembre - ore 17.30: The many faces of Nebbiolo (ENG), Alla scoperta dei diversi volti del Nebbiolo. Degustazione di 3 vini ottenuti dal vitigno Nebbiolo: Roero, Barolo e Barbaresco.
·      Domenica 6 novembre - ore 15.30: I volti del Nebbiolo, Alla scoperta dei diversi volti del Nebbiolo. Degustazione di 3 vini ottenuti dal vitigno Nebbiolo: Roero, Barolo e Barbaresco.
·      Sabato 12 novembre - ore 17.30: The taste of the hills (ENG), Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo.
·      Domenica 13 novembre - ore 15.30: Il gusto del territorio, Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo.
·      Sabato 19 novembre - ore 17.30: The crus of Barolo (ENG), Degustazione di tre differenti cru di Barolo.
·      Domenica 20 novembre - ore 15.30: I cru del Barolo, Degustazione di tre differenti cru di Barolo.
·      Sabato 26 novembre - ore 17.30: The many faces of Nebbiolo (ENG), Alla scoperta dei diversi volti del Nebbiolo. Degustazione di 3 vini ottenuti dal vitigno Nebbiolo: Roero, Barolo e Barbaresco.
·      Domenica 27 novembre - ore 15.30: I volti del Nebbiolo, Alla scoperta dei diversi volti del Nebbiolo. Degustazione di 3 vini ottenuti dal vitigno Nebbiolo: Roero, Barolo e Barbaresco.
 
 
 
“Food & Wine Experience” in Cantina Comunale a Castiglione Falletto:
 
·      Sabato 8 ottobre - ore 11.30: The crus of Barolo (ENG), Degustazione di tre differenti cru di Barolo in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·      Domenica 9 ottobre - ore 11.30: I cru del Barolo, Degustazione di tre differenti cru di Barolo in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·      Sabato 15 ottobre - ore 11.30: The taste of the hills (ENG), Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·      Domenica 16 ottobre - ore 11.30: Il gusto del territorio, Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·      Sabato 22 ottobre - ore 11.30: The crus of Barolo (ENG), Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo, in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·   �  Domenica 23 ottobre - ore 11.30: I cru del Barolo, Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero: Arneis, Dolcetto, Barbera e Barolo, in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·      Sabato 29 ottobre - ore 11.30: The taste of the hills (ENG), Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.
·      Domenica 30 ottobre - ore 11.30: Il gusto del territorio, Degustazione di quattro differenti vini di Langhe e Roero in abbinamento a Robiola di Roccaverano, salumi piemontesi “Luiset” e dolci a base di Nocciola Piemonte IGP.


Informazioni e prenotazioni:
telefono +39 0173 288968
e-mail: tasting@stradadelbarolo.it  
sito prenotazione online: www.winetastingexperience.it




lunedì 19 settembre 2016

WINE STREET TASTING - ASTI, centro storico – 23 / 24 settembre


 
 Tornano le degustazioni itineranti che animeranno enoteche, ristoranti, gastronomie e bar del centro storico con il vino come protagonista

 

 Ormai nel settembre astigiano, ricco di eventi storico culturali ed enogastronomici non può mancare l'appuntamento con le degustazioni itineranti di  WINE STREET  tASTIng, organizzato dall’associazione culturale  CRE[AT]IVE di Asti .

 

Il weekend del 23 e 24 settembre, dalle 19 alle 24,  sarà all’insegna della riscoperta della  buona cucina e dei prodotti d’eccellenza  proposti da ben 25 locali del centro storico alla scoperta delle prelibatezze locali, dallo street food alle antiche ricette, dagli antipasti, ai formaggi ai dolci...

Da via Cavour a piazza San Martino, da via Balbo a via Quintino Sella, passando per piazza Roma e Via Garetti, fino a via Testa, il cammino dei degustatori si snoderà tra le prelibatezze proposte da ristoranti, bar, enoteche, circoli e locali del cuore storico della città.

Ogni visitatore avrà la possibilità di costruire il proprio personale menu a base di  antipasti, primi, secondi e dessert cucinati secondo le antiche ricette e abbinati  alle migliori etichette enologiche del territorio: tra i piatti proposti ci saranno chicche della cucina contadina piemontese come insalata russa, acciughe al verde, lingua in salsa, friciule, agnolotti, anche d'asino e al plin, tagliolini, fritto misto, vitello tonnato, finanziera, polenta e torta di nocciole, salame al cioccolato…tutto accompagnato dalle migliori etichette di vini locali.

Non mancheranno contaminazioni innovative, piatti creativi che rispettano la genuinità delle materie prime ma che strizzano l'occhio ad una gastronomia più aperta alle influenze di altre regioni: tagliolini con guazzetto di moscardini ed olive taggiasche, cous cous di pesce, plin di nocciole allo zenzero, spaghetti alla chitarra, chili di carne, arrosticini di calamari...

Grazie alla mappa disponibile presso tutti i punti di degustazione, nell’atrio del Municipio in piazza San Secondo, presso l’ufficio dell’Atl in piazza Alfieri e teatro Alfieri, sarà possibile  creare il proprio personale "diario di degustazione”:  un itinerario culturale  che  offrirà non solo la riscoperta di sapori ma anche di luoghi storici e panoramici ed edifici storici nel centro antico di Asti.

WINE STREET  tASTIng, infatti, oltre ad offrire il meglio della tradizione culinaria ed enologica locale, sarà una buona occasione per soffermarsi sulle bellezze artistiche e architettoniche, visitare i musei e conoscere meglio il cuore storico di Asti.

  

Punto informazioni in Municipio-PIAZZA SAN SECONDO – ASTI

 

PER INFORMAZIONI ASSOCIAZIONE CRE[AT]IVE

 

 www.creativeasti.com -   info@creativeasti.com  - telefono   335 1410833
Twitter: @CREATIVEASTI
Instagram: @creativeasti
Facebook: CRE [AT] IVE

 

 

domenica 18 settembre 2016

NEI GIORNI DELLA DOUJA D'OR AD ASTI E' NATO IL "GRANDE MONFERRATO"


 

La firma del protocollo di intesa Monferrato On Tour ha visto riuniti ad Asti sindaci e amministratori delle provincie di Asti e Alessandria per un programma di promozione comune che comincia con la candidatura a European Community of Sport

La foto di gruppo con tante fasce tricolori è significativa di un Monferrato che vuole superare i confini e antiche divisioni e creare un'unica identità territoriale.  E' la conclusione di una cerimonia che si è svolta nella mattina di sabato 17 settembre alla Camera di Commercio di Asti, dove si è dato atto a progetti destinati a dare identità e sviluppo per un vasto territorio diviso tra due provincie.

L'immagine vede insieme gli amministratori di 14 Comuni, i rappresentanti politici delle Provincie, i dirigenti degli enti di promozione turistica e i vertici delle Camere di Commercio di Asti e Alessandria. Circa 30 autorità riunite insieme per la firma di un Protocollo di intesa “Per la promozione di iniziative e attività finalizzate a valorizzare il sistema istituzionale economico e sociale del Monferrato” e per il lancio della candidatura di questo 'territorio esteso' a European Community of Sport del 2017.

Il protocollo siglato oggi ha origini nel 2014 nell’alessandrino con la partecipazione del Comune di Asti. Nel 2015, anche grazie all'esperienza di promozione comune compiuta a Expo, la Provincia e la Camera di Commercio di Asti hanno richiesto di aderire all'intesa. Oggi il Protocollo si è allargato decisamente nell'astese e denominato “Monferrato on Tour”, ha infatti visto la sottoscrizione, oltre alla Camera di Commercio Astigiana, anche della Provincia di Asti, di Fondazione CRAsti, e dei Comuni di Canelli, Nizza, San Damiano, Costigliole, Castelnuovo Don Bosco e Moncalvo. 

Lo spirito della giornata è stato ben evidenziato dal discorso dei due presidenti camerali: “Recuperiamo quel macro disegno del Monferrato che andava da Milano a Varazze, dalla Lomellina alla Val Bormida - spiega Erminio Renato Goria della Camera di Commercio astigiana - un'area vastissima di interesse che rese il Monferrato protagonista della costruzione della vecchia Europa. Oggi, proprio nei giorni in cui la Douja d'Or vede tante iniziative nel nome di questo territorio, sottoscriviamo il Monferrato della conoscenza reciproca, del dialogo, della collaborazione pubblico-privato finalizzata a creare economia reale e sviluppo del territorio con le imprese”.

Gian Paolo Coscia, Presidente della Camera di Commercio di Alessandria, lo conferma:  Unire tanti sindaci, amministratori ed enti differenti non è stato un percorso facile, ma questo allargamento era la logica conseguenza di un percorso comune. Siamo due zone vicine che hanno avuto in passato grandi contrasti, ma che devono lavorare insieme”.

Un primo risultato del Protocollo è evidente già pochi minuti dopo la ratifica da parte di tante firme eccellenti, tra cui del Sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, che vede nel convenire proprio in camera di commercio un impulso e una forte volontà nel proseguire decisi verso una la meta comune.
E’ un progetto in cui tutti i partner di Monferrato on Tour si trovano a lavorare insieme e che potrebbe dare visibilità europea a tutto il territorio, trasformandolo in una capitale dello sport a livello continentale.

L'incontro ad Asti, infatti, ha visto  la presenza della commissione Aces Europe impegnata in questi giorni a valutare gli impianti sportivi dei comuni coinvolti nella candidatura del Monferrato a European Community of Sport. L'ente certificatore no-profit, con sede a Bruxelles, consegna dal 2001 il premio European Capital of Sport e negli anni successivi ha creato l'European City of Sport (per i municipi sopra i 25.000 abitanti), l'European Town of sport (municipi sotto i 25.000 abitanti) e appunto il riconoscimento per le comunità sportive, destinato all'unione di più municipi. 

Le parole del Presidente di Aces Europe Gian Francesco Lupatelli nella sala di Palazzo Borello, fanno ben sperare per il successo. “Abbiamo trovato una realtà territoriale unita e persino più grande di quello che ci aspettavamo, penso anzi che sia la più vasta tra quelle viste in Europa, tanto che questa candidatura può essere un esempio per altri territori italiani. Tra i tanti principi fondamentali indicati nella proposta del Monferrato siamo rimasti molto colpiti dall'idea di sviluppare sport e turismo per tutti, con accessibilità anche a categorie più in difficoltà”.

Il verdetto arriverà l’8 ottobre. Se la candidatura sarà accettata i rappresentanti del ‘Monferrato allargato’ verranno ricevuti dal CONI a Roma e poi a Bruxelles, per ricevere la bandiera che sventolerà nei comuni coinvolti. Non si tratta di una candidatura olimpica, non ci saranno gare e competizioni, ma come ha sottolineato il Presidente Goria alla conclusione dell'incontro “L'obiettivo è vincere insieme”.