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martedì 29 dicembre 2020

2020 – UN BILANCIO POSITIVO PER IL VERMOUTH DI TORINO - Il Consorzio del Vermouth di Torino traccia il bilancio di fine anno 2020 con importanti iniziative a venire nel 2021

 


 “Per essere il primo anno intero di vita del Consorzio e della sua rinnovata denominazione, è già stata una bella sfida, - commenta Roberto Bava, Presidente del Consorzio del Vermouth di Torino –abbiamo ottimizzato i mesi di lockdown per costruire una associazione solida e pronta a fare il suo lavoro negli anni a venire, il Vermouth di Torino ha trecento anni e pensa in lungo”

Il Consorzio del Vermouth di Torino si è concentrato nel 2020 sulla strutturazione interna e sui regolamenti necessari al suo funzionamento oltre alla promozione e protezione dell’Indicazione Geografica “Vermouth di Torino” ove resa possibile dalle diverse situazioni di mercato.  Pur soffrendo la chiusura quasi completa nel mondo del suo canale più naturale di sbocco come quello dell’Horeca, e dei cocktail bar nello specifico, le vendite da scaffale e di e-commerce hanno in parte temperato la diminuzione delle venditedovute alla pandemia.

Il 2021, sarà un anno importante che segnerà il trentennale della creazione dell’Indicazione Geografica, infatti fu il 14 giugno 1991 la data storica di pubblicazione del Regolamento che del riconoscimento ufficiale del “Vermouth di Torino” come denominazione geografica protetta dall’Unione Europea, ma intanto ecco a seguire una cronologia delle attività dell’anno in chiusura.

UN 2020 IN PILLOLE

 Gennaio

-iI I volumi complessivi del 2019 si presentavano ad inizio d’anno ben in aumento rispetto all’anno precedente, confermando il trend positivo generale del Vermouth di Torino che con un + 20% sul 2018 creava le attese di una grande annata.

A fine gennaio 2021 si avranno dati definitivi per valutare il peso della pandemia nel 2020 nel suo complesso.

Febbraio

-         La Gazzetta Ufficiale Europea pubblica il Regolamento 2020/108 che stabilisce che «Vermut di Torino»/«Vermouth di Torino» è una Indicazione Geografica e che permette di utilizzare il logo UE delle "indicazioni geografiche protette" sulle etichette  del Vermouth di Torino;

-         Sul portale eAmbrosia dell’Unione Europea viene pubblicato ufficialmente il Disciplinare di produzione del Vermouth di Torino;

-         EAT PARADE trasmette il servizio RAI di Fabrizio Salce che presenta storia e produzione del Vermouth di Torino.

Marzo

-         Nel suo compito di difesa dell’Indicazione Geografica, il Consorzio inizia efficacemente ad opporsi all’utilizzo del nome abusivo in etichette distribuite in Europa e negli USA.

Maggio

-         Il Consiglio di Amministrazione approva il regolamento consortile.

Giugno

-         Viene nominato il Direttore del Consorzio nella persona del Dr. Pierstefano Berta.

Settembre

-         Il Consorzio ha condotto la prima analisi sull’esportazione del Vermouth di Torino. I Soci del Consorzio esportano globalmente in 82 Nazioni.(mappa allegata);

-         Seminari e degustazioni con Fulvio Piccinino e Nicola Mancinone a Palazzo Ottolenghi in occasione della Douja D’Or in collaborazione con l’Unione Industriale di Asti.

Ottobre

-         Il Vermouth di Torino è presente alle iniziative di Terra Madre - Salone del Gusto e presenta la clip “Come si fa il Vermouth”;

-         Il Vermouth di Torino è protagonista alla Fiera del Tartufo di Alba.

Novembre

-         Il Consorzio del Vermouth di Torino si dota di un rinnovato marchio, che potrà essere utilizzato solo dai Soci;

-         L’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale, ha inserito il Vermouth di Torino nel suo portale. Oltre ai Paesi dell’Unione Europea, sono già 14 i Paesi extraeuropei che hanno riconosciuto l’Indicazione Geografica.

Dicembre

-         Il "Grande Libro del Vermouth di Torino" (di Giusi Mainardi e Pierstefano Berta) ha ricevuto il Premio OIV 2020 nella categoria "Monografie e studi specializzati";

Il percorso conduce ora a nuovi programmi di promozione e tutela dell’IG “Vermouth di Torino” in uno sforzo collettivo dei produttori storici e nuovi che stanno lavorando ad un importante programma per i prossimi anni.

Il vino aromatizzato nato all’ombra della Mole e conosciuto in tutto il mondo, ha visto un’evoluzione delle tecniche di produzione, della diffusione e del consumo negli ultimi tre secoli e la riscoperta di questi ultimi anni ne sta dimostrandone la giovinezza e continuandone l’evoluzione.

 È sempre l’ora del Vermouth di Torino.



Marchi iscritti al Consorzio al 31 dicembre 2020 (nuovi soci in ingresso da gennaio 2021):Berto, Bordiga, Calissano, Carlo Alberto, Carpano, Casa Martelletti, Chazalettes, Cinzano, Del Professore, Drapò, Giulio Cocchi, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Peliti’s, Sperone, Tosti, Vergnano.

Link di approfondimento

 

Link alla Clip “Come si fa il Vermouth”

https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=zW3q2A9QYXw

 

Link al Press Kit con immagini e logo del Consorzio

https://drive.google.com/drive/folders/1UfFE5haccQhfxsO30SmLoFe_Tyw3_joX 

 

Link alla mappa della diffusione nel mondo del Vermouth di Torino

https://drive.google.com/file/d/1hO1p1jL24VONAO65RPBCDlCS9QW8pbHV/view?usp=sharing

 Link Web eSocial

 

www.vermouthditorino.org

FB | tag @VermouthTorino | link https://www.facebook.com/VermouthTorino

IG | tag @vermouthditorino | link: https://www.instagram.com/vermouthditorino/

Youtube | Vermouth di Torino | link https://www.youtube.com/channel/UCRXocb5qLdYZS3axQWgfCsA



 

 

 


lunedì 28 dicembre 2020

Sergio Soria di Castiglione Tinella, prima cantina in Piemonte con la certificazione Equalitas: «Un valore aggiunto per i nostri vini e per l’intera filiera vitivinicola»

 



La Cantina Sergio Soria è la prima realtà produttiva piemontese certificata Equalitas, uno standard nato in Italia su misura delle aziende vitivinicole e riconosciuto a livello internazionale, che unisce in un unico strumento la dimensione ambientale, socioeconomica ed alcuni fondamentali valori etici, come il rispetto delle pari opportunità di genere e il rifiuto di ogni discriminazione.

Siamo a Castiglione Tinella, in provincia di Cuneo, tra le colline dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2014, in una delle zone collinari più belle e suggestive dell’area classica dedita alla produzione dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti DOCG, due volti di un’unica denominazione alla quale la famiglia Soria è dedita ormai da quattro generazioni.

Alcuni mesi fa la Cantina Sergio Soria ha avviato l’iter per l’ottenimento della certificazione Equalitas. «Lo abbiamo fatto perché convinti che produrre vini come l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti, così importanti per il nostro territorio, non possa e non debba ridursi ad essere una semplice operazione commerciale. Deve rappresentare, a nostro modo di vedere, il tassello di un quadro più ampio, fatto da azioni concrete e scelte produttive sostenibili che migliorino l’ambiente in cui viviamo, che garantiscano un’economia e un lavoro equi e che promuovano quella solidarietà tra impresa e comunità sociale che deve stare, ora più che mai, alla base di ogni attività agricola e produttiva»

Secondo questi ragionamenti, dopo aver ottenuto altre certificazioni come la ISO 9001, Sergio Soria ha intrapreso un percorso virtuoso, che ha portato, nei primi giorni di dicembre 2020, all’ottenimento della certificazione “Equalitas – Cantina Sostenibile” rilasciata da parte di Valoritalia, società leader in Italia nel campo delle certificazioni in ambito vitivinicolo.

L’Ente di normazione Equalitas è una cosiddetta “Standard Owner”, ossia è una società che non svolge direttamente le verifiche ma, a tal fine, accredita altri Enti di certificazione, in questo caso Valoritalia. Per certificarsi con questo standard l’azienda Soria Sergio ha dovuto adottare “buone prassi” definite da indicatori economici, ambientali e sociali tra loro integrati e che interessano tutte le fasi produttive, dalla vigna al trasporto del prodotto finito.

Nel concreto, si è partiti dalla costruzione di una nuova sede produttiva dotata di caratteristiche speciali per il contenimento della dispersione energetica e l’utilizzo razionale ed efficiente delle risorse necessarie alla produzione. Nello stesso senso, per l’imbottigliamento e il confezionamento, sono stati installati macchinari di ultima generazione a ridotto consumo energetico e interfacce digitali che ne ottimizzano l’attività.

Come da protocollo Equalitas, la Cantina Sergio Soria ha anche verificato sostenibilità ed equità di ogni fornitura con l’attenta selezione dei conferenti di uva e dei fornitori generici: dai contenitori in vetro, alle chiusure, alle etichette ed a ogni elemento della filiera produttiva. Si sono attuate, inoltre, disposizioni rivolte ai lavoratori dipendenti con servizi e agevolazioni destinate a favorire un migliore rapporto nell’ambiente di lavoro.

Infine, l’attenzione ai temi sociali, particolarmente sentita dalla famiglia Soria, con aiuti e supporti alla Casa di Riposo – Residenza Sant’Andrea di Castiglione Tinella e al tessuto stesso della comunità locale in cui la Cantina opera. «In questo anno difficile volevamo agire concretamente per il bene della nostra comunità, non solo nell’immediato per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid19, ma anche investendo sul benessere futuro. Per questo abbiamo partecipato con interesse alla realizzazione di una “Snoezelen Room”, un ambiente di stimolazione multi-sensoriale per pazienti con patologie gravi, un progetto unico in Piemonte» la spiegazione.

Al termine del percorso l’azienda ha dovuto redigere un Bilancio di Sostenibilità - consultabile pubblicamente sul sito www.sergiosoria.it - nel quale sono illustrati i risultati e stabiliti gli obiettivi di miglioramento, in quanto la certificazione Equalitas dovrà essere confermata e accresciuta, secondo l’iter previsto, nei prossimi tre anni.


Commentano i Soria: «Essere riusciti a ottenere questo primo step della certificazione Equalitas ci riempie di comprensibile orgoglio. La filiera vinicola alla quale apparteniamo non può prescindere dal testimoniare nei fatti - anche attraverso questi strumenti di certificazione riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale - quanta passione, dedizione e rispetto abbiamo nei confronti della realtà che ci circonda alla quale dobbiamo la nostra storia e il nostro futuro».

Ora, ottenuta la certificazione la Cantina Sergio Soria potrà apporre sulle etichette dei vini che produce il logo che la identifica come Cantina Sostenibile Equalitas. Un valore aggiunto per le etichette Soria già apprezzate, celebrate e brindate in Italia e nel mondo per l’alta qualità dei suoi vini.



martedì 22 dicembre 2020

Dalla vendemmia 2020 2 milioni e mezzo di bottiglie di Alta Langa Docg - Le Alte Bollicine del Piemonte dedicano a Torino gli scatti della campagna di comunicazione invernale

 


 Quaranta case associate al Consorzio che producono 70 diverse etichette di Alta Langa Docg; 90 viticoltori, 3 milioni di chilogrammi di uva raccolti dalla vendemmia della scorsa estate su circa 300 ettari di vigneto (1/3 chardonnay, 2/3 pinot nero), 2 milioni e mezzo di bottiglie che vedranno la luce tra non meno di 30 mesi, come prevede il disciplinare, lasciate ad affinare nelle cantine. Un valore commerciale di prodotto stimabile circa 100 milioni di euro. Questa, in numeri, la fotografia attuale della denominazione Alta Langa


In un anno di incertezze e complessità, il Consorzio Alta Langa ha saputo ripensarsi e scegliere obiettivi ambiziosi, senza perdere il senso della progettualità, del rigore e della forte coesione tra i diversi attori del sistema.

Dichiara il presidente del Consorzio, Giulio Bava: “In un periodo con minori occasioni di incontro, le vendite inevitabilmente rallentano ma l'Alta Langa non teme flessioni: produrre Alta Langa è un mestiere da ottimisti, che ci insegna il senso dell'attesa. Questo 2020 di difficoltà colpisce relativamente la nostra denominazione perché i millesimi che abbiamo oggi sul mercato sono quelli del 2015 e 2016 e sono tutti venduti in quanto la produzione di allora era inferiore al milione di bottiglie"

AVVIATO LO STUDIO PER UN DOSSIER TECNICO SULL’ALTA LANGA - Nel 2020 è stato approvato e avviato un articolato piano di studi e di ricerche che condurrà alla realizzazione di un dossier tecnico e di racconto completo della denominazione. 
Attraverso la collaborazione di esperti, si approfondiranno e si codificheranno aspetti rilevanti che vanno dai miti e dalla storia delle alte bollicine piemontesi fino alle caratteristiche del terroir; dagli indirizzi in materia di sostenibilità fino all’impatto economico della denominazione sulle colline di Langa; dalla conservazione delle bottiglie fino alle tecniche di servizio, la degustazione dei vini e gli abbinamenti.
Lo studio sarà indirizzato in primo luogo ad accrescere la consapevolezza e la cultura dell’Alta Langa Docg tra i produttori e avrà una funzione divulgativa.


L’ALTA LANGA DEDICA A TORINO IL SERVIZIO FOTOGRAFICO INVERNALE - Per il suo servizio fotografico invernale, Alta Langa ha scelto Torino: le  inconfondibili atmosfere del capoluogo sabaudo, tra la magia delle luci d’artista, piazze, strade ed eleganti architetture, la collina che abbraccia sinuosa il corso del Po e il fascino dell’arco alpino con le cime innevate sullo sfondo, saranno protagoniste degli scatti che il Consorzio sta realizzando in questi giorni. Ognuno degli scatti - circa quaranta in totale - sarà dedicato a uno specifico produttore e a una sua cuvée di Alta Langa. 
Le foto saranno pubblicate giorno dopo giorno sui profili Facebook e Instagram del Consorzio (@altalangadocg) e prossimamente raggruppati in una gallery sul sito istituzionale (www.altalangadocg.com) nutrendo e rafforzando quel sentimento di “Orgoglio Piemontese” che ancora oggi, come nei primi anni di vita del Consorzio, ispira l’Alta Langa.

ALTA LANGA DOCG - L’Alta Langa Docg è il metodo classico tradizionale del Piemonte. Una denominazione con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.

È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.

L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.

 

 

La brava pittrice Enrica Maravalle è stata inserita nell'importante Catalogo dell'Arte Moderna - Editoriale Giorgio Mondadori appena pubblicato

 


Ho avuto il piacere di conoscere personalmente  la pittrice Enrica Maravalle (foto in alto), quando suo fratello Alberto, regista ed attore con il quale avevo fondato con altri amici  il Gruppo Teatro Nove, utilizzò una sua bella opera come elemento scenografico principale  de "La Cantatrice Calva", celebre lavoro di Eugène Ionesco, che sarebbe poi diventata un cavallo di battaglia della compagnia anche negli anni a venire. 
Sono quindi particolarmente lieto che Enrica, la  cui pittura apprezzo da sempre,   sia  stata selezionata tra gli artisti contemporanei inseriti nel Catalogo dell'Arte moderna n° 56, appena pubblicato dalla Editoriale Giorgio Mondadori e dedicato agli  artisti italiani dal primo 900 ad oggi. Un'opera molto prestigiosa, punto di riferimento per artisti, galleristi, collezionisti, addetti ai lavori e appassionati d’arte.
La pittrice è presente nella pubblicazione, oltre che con le note biografiche e varie notizie sulla sua attività espositiva da luglio 2019 a febbraio 2020, con due dipinti ad olio su tela (Tempo sospeso, 2020, 60 x 80 cm e Tramonto, 2011,  100 x 70 cm), di  cui il secondo riprodotto a colori a piena pagina.


Enrica Maravalle

Nata a Roma, si è diplomata al Liceo artistico S. Orsola. Ha poi conseguito l'abilitazione all'insegnamento del disegno. Nella stesso periodo. ha approfondito i concetti della pittura moderna alla scuola di Arcangelo Leonardi, fondatore della "Rivista di arte cultura e attualità AL2".

Dopo successivi corsi di specializzazione ha insegnato per alcuni anni in vari istituti a Roma e, in seguito, a Canelli dove si è trasferita nel 1972. II suo è stato un lungo percorso artistico con la partecipazione a mostre collettive e personali.

Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all'estero.

La sua pittura inizialmente è di ispirazione cubista, con un'analisi attenta della purezza e della precisione delle linee, in una proiezione geometrica della realtà, la composizione cromatica è pura pittura tonale. II colore è protagonista e diventa sentimento, sensazione. Con l'andare del tempo l'espressione cambia e porta a un ammorbidimento dei toni e alla vicinanza con soggetti di altra natura: fiori, interni, nature morte. Poi riprende il suo primo stile immergendolo in un mondo fantastico, pieno di colore: "La fantasia e la creatività si incontrano in un luogo immaginario in cui tutto può avvenire".

Copertina del catalogo e spazio riservato all'artista canellese 


 

 

 

 

mercoledì 16 dicembre 2020

AIRALI - L’Alta Langa Docg secondo Tenuta Carretta

Airali Brut e Airali Pas Dosé sono gli ultimi due vini che vanno ad arricchire, con la denominazione Alta Langa DOCG, la gamma di Tenuta Carretta, storica azienda vitivinicola con sede a Piobesi d’Alba

Due Metodo Classico che provengono da vigneti ubicati nel comune di Cissone, in Alta Langa. Un’area, a quasi 700 metri sul livello del mare, caratterizzata da meravigliose estensioni boschive, noccioleti e pascoli, dove Tenuta Carretta possiede circa 15 ettari di cui 7,5 di vigneti dedicati a pinot nero, varietà che, ormai da secoli, si è acclimatata al terroir delle Langhe e viene impiegata anche per la produzione di spumanti a denominazione Alta Langa.

SUOLI E CLIMA DELL’ALTA LANGA

I vigneti di Tenuta Carretta si trovano a Cissone, sul versante detto Airali (lo stesso che dà il nome alle due etichette). I suoli sono di origine marina sedimentaria, originatisi nel Miocene da antichi fondali marini, esattamente come quelli della Bassa Langa. Ma qui prevalgono marne calcareo limose, con argille non preponderanti e uno scheletro pietroso. È la cosiddetta Pietra di Langa, la cui origine è da ricercarsi in frane sottomarine che andavano a sovrapporre strati di sabbia a fondali fangosi, finché, l’incredibile pressione degli oceani ancestrali compattava il tutto, creando lastre di arenaria (ovvero granelli di sabbia) cementate dai carbonati presenti nell’acqua.

Questo terreno “pietroso”, unito al clima più freddo dell’Alta Langa - spazzata dai venti provenienti dalle Alpi e dall’Appennino Ligure - costituisce il micro terroir ideale per vitigni che amano i climi rigidi e danno il massimo in condizioni “estreme”. Su tutti, il pinot nero, che regala alle sue uve freschezza e acidità adatte alla produzione di grandi vini spumanti.

GLI ALTA LANGA DI TENUTA CARRETTA

Airali Brut e Airali PasDosé sono i due Alta Langa di Tenuta Carretta, ottenuti, come previsto da disciplinare, con il Metodo Classico, ovvero attraverso una serie di lavorazioni manuali che portano il vino base (in questo caso 100% Pinot Nero) a una rifermentazione in bottiglia. Dopo che le uve sono state vinificate e avviate alla fermentazione (a temperatura rigorosamente controllata di 22°C), nell’aprile successivo alla vendemmia il vino è stato messo in bottiglia, con i lieviti, per la presa di spuma e posto ad affinare in catasta (anche detta pupitre). All’atto del degorgément è stata aggiunta la liqueur d’expedition che, per la tipologia Pas Dosé, si limita a una ricolmatura della bottiglia con lo stesso vino.

L’Airali Brut, a cui viene aggiunto il liquer, presenta intensi sentori di crosta di pane, frutti in guscio, fichi secchi e miele. In bocca è morbido e sapido, piacevole ed equilibrato, di ottima struttura. Il Pas Dosè, pur mantenendo un profilo aromatico simile al Brut, la stessa eleganza e struttura, in bocca si presenta leggermente più secco, di spiccata acidità e freschezza.

 

Entrambi gli Airali Alta Langa Docg di Tenuta Carretta sono ideali come aperitivo e si abbinano perfettamente a tutti i piatti a base di pesce, risotti e formaggi freschi.

 

LA NASCITA DEL METODO CLASSICO PIEMONTESE 

Le particolari caratteristiche della zona geografica nota come Alta Langa erano risultate così congeniali alla produzione di vini spumanti che, nel 1990 la Regione Piemonte fu spinta a dare vita al “Progetto Spumante” con l’intenzione di identificare un’area, all’interno del proprio territorio, atta a produrre vini Metodo Classico di qualità. Vini cioè ottenuti secondo il metodo artigianale detto anche champenoise, “inventato” (così vuole la leggenda) da quel Dom Perignon che ha fatto le fortune di quella parte dell’enologia francese. Il Piemonte, tuttavia, non era certo nuovo allo spumante. Proprio a seguito di un viaggio nelle terre dello Champagne, verso la metà del XIX secolo nasceva a Canelli, per opera di Carlo Gancia, il primo Metodo Classico italiano, realizzato utilizzando uve moscato. Da allora la tradizione rimase sempre viva. Fino agli anni ’90, però, non si erano mai verificati con una sperimentazione seria i presupposti ecologici e ambientali per dare identità qualitativa – e nome – a questa tradizione secolare.

A Bossolasco, dopo circa 10 anni di viticoltura e di vinificazioni sperimentali, il 1° maggio 1999 il “Progetto Spumante” (che intanto aveva cambiato nome in Tradizione Spumante, finanziato e gestito dall’associazione Case Storiche Piemontesi) poté brindare con le prime bollicine del “nuovo” Metodo Classico piemontese. Restava ancora da decidere il nome che, dopo qualche incertezza onomastica (tra le proposte, oltre a Piemonte Metodo Classico, anche Canelli e Alba), fu battezzato Alta Langa.

Nome azzeccato, a pensarci bene. Caratteristica fondamentale di questo Metodo Classico è l’altitudine dei vigneti, che deve essere superiore al “minimo sindacale” dei 250 metri. E la zona di origine, a grandi linee, comprende davvero i territori dell’Alta Langa geografica, albese e astigiana soprattutto, con le dovute concessioni ai ripidi versanti del Basso Monferrato alessandrino, sempre e comunque in zone certificate come adatte alla coltivazione dei vitigni pinot nero e chardonnay.

 

giovedì 10 dicembre 2020

A NATALE LA CULTURA DEL VINO SI REGALA ON LINE- ONAV lancia #VINODENTRO, il primo corso di conoscenza del vino interamente in modalità on line e lancia la promozione NATALE

 

Da oggi il vino non ha più barriere. Nasce #VINODENTRO, il primo corso di conoscenza enologica esclusivamente in modalità on line. Il format permette di imparare senza vincoli di orari e spostamenti, seguendo il corso comodamente a casa o dove si preferisce e quando lo si desidera 

<< #VINODENTRO nasce per contribuire alla crescita culturale del consumatore, ancora mediamente bassa nonostante l’Italia sia il primo paese produttore al mondo. – Afferma il presidente Vito Intini. –La nostra Organizzazione, la prima ad essere costituita in Italiacirca 70 anni fa ed ancora oggi statutariamentesenza scopo di lucro ,crede che, incrementando la conoscenza si possa dare nuovo impulsoa tutto il settore. >>

Per rendere più accessibile il corso sono stati rinnovati linguaggio e modalità di insegnamento, rendendoli più contemporanei e adatti anche ai giovani, che sono e saranno i consumatori di domani.#VINODENTRO prevede 21 lezioni per poter acquisire il titolo di Wine Connoisseur. Di queste, 15 sono teoriche e asincrone, quindi disponibili in modalità e-learning quando si desidera,1 in modalità mista e 5 invece sono in diretta e prevedono l’assaggio di vini, guidati da un docente tutor personale. Assaggio reso possibile grazie all’invio di un kit con una selezione di 20 bottiglie da 50 mL e una in formato commerciale, spedite comodamente a casa.

Con due lezioni integrative in presenza ed un esame finale, i partecipanti potranno acquisire anche il titolo di Assaggiatore Onav.

Il corso vedrà alternarsi undici docenti selezionati tra i più importanti nomi della ricerca e della formazione: professori universitari, consulenti enologi e viticoli, esperti e maestri assaggiatori. Per chi vorrà regalare o regalarsi la cultura del vino a Natale, ONAV ha attivato una speciale promozione.

Il nome del corso, #VINODENTRO, nasce dalla consapevolezza che il vino è DENTRO di noi italiani perché fa parte della nostra cultura.

Le iscrizioni al corso sono già aperte al link: https://www.onav.it/corsi/vinodentro---corso-online-per-wine-connoisseur-1--2020-12-04



lunedì 30 novembre 2020

Wine Enthusiast sceglie ancora il Nizza DOCG per la sua Top 100: Il Cipressi 2017 di Michele Chiarlo guadagna la 35esima posizione


Dopo aver conquistato il primo posto degli Enthusiast 100 nel 2018, il Nizza Cipressi di Michele Chiarlo torna nell’Olimpo dei migliori vini degustati dai critici dell’autorevole rivista americana Wine Enthusiast.

Un traguardo importante sia per l’azienda, oggi sinonimo di vini piemontesi di qualità, sia per la giovane DOCG, che in pochi anni è già entrata nel gotha dei grandi vini d’Italia.

Il Nizza DOCG Cipressi si è aggiudicato la posizione numero 35 nella classifica dei Top 100 Enthusiast distinguendosi tra gli oltre 25.000 vini degustati e recensiti dagli editors del magazine che per il 2020 hanno inserito nella classifica 16 etichette italiane, di cui il Cipressi è unico rappresentante della sua denominazione e dei vini a base barbera.

Questo traguardo ci riempie di soddisfazione e gratitudine.- dichiara Stefano Chiarlo, alla guida della Michele Chiarlo insieme al fratello Alberto e al padre Michele –Gratitudine per le persone che collaborano con noi, condividendo la nostra visione, anche in anni difficili come questo, e non in ultimo verso mio padre, Michele Chiarlo, che con le sue intuizioni ha reso possibili traguardi che potevano sembrare irraggiungibili. Proprio il suo sogno di valorizzare il vitigno barbera, ci ha portato oggi a diventare orgogliosi rappresentanti di questa varietà e di una giovane denominazione d’eccellenza, il Nizza DOCG. Un grazie speciale inoltre va a Kerin 0’Keefe,l’Italian editor della prestigiosa rivista, per aver compreso i nostri vini e la nostra filosofia produttiva”.

                                   Stefano, Michele e Alberto Chiarlo

Michele Chiarlo si appresta così a chiudere il 2020 orgoglioso di essere stato incluso per ben 7 volte all’interno delle prestigiose Top 100 di Wine Enthusiast e Wine Spectator e di far parte delle 200 migliori cantine d’Italia per Opera Wine 2021, evento-degustazione nato nel 2012 dalla collaborazione tra Veronafiere, Vinitaly e Wine Spectator, sempre con il Nizza Cipressi 2017.

Nizza DOCG Cipressi 2017

Un vino 100% barbera prodotto a partire dai vigneti meglio esposti del podere La Court, nel comune di Castelnuovo Calcea, caratterizzati dalla presenza dellesabbie astiane, suoli costituiti da marne argilloso-calcaree di origine sedimentaria marina, con buona presenza di limo e sabbia ricco di microelementi in particolare magnesio.

Figlio di una delle annate più calde e siccitose negli ultimi anni, la precoce vendemmia 2017, ha richiesto attente operazioni agronomiche in vigna per preservare l’eleganza del frutto, l’acidità e le note di freschezza tipiche della Barbera. Il risultato è un vino molto equilibrato che impressiona per la sua fresca morbidezza e rotondità che, date le caratteristiche dell’annata, non era facile avere e che lascia intravvedere appieno il notevole potenziale dei vigneti Cipressi della Tenuta La Court.



martedì 24 novembre 2020

Viti Centenarie: eleganza e corpo in profondi riflessi rubini Un progetto dedicato alla Barbera racchiuso nella nuova etichetta della Barbera d’Asti Superiore di Ferraris Agricola


Viti Centenarie 2017 Barbera d’Asti DOCG esce sul mercato nelle prossime settimane. Un’annata importante per la prima vendemmia dell’ultima nata in casa Ferraris. Un unico vitigno, quello della Barbera, mille espressioni diverse caratterizzate e racchiuse in un progetto che parte dalla vigna e cresce in eccellenza a Montegrosso d’Asti dove si trova la più recente acquisizione di Ferraris Agricola. Si tratta dei sei ettari di vigneto Cà Mongròss: un podere a corpo unico in una delle zone di produzione più vocate a questo vitigno. È da questi vigneti che nasce la nuova etichetta della Barbera Viti Centenarie.

«Posso possedere questi vigneti ma non le loro anime -racconta con orgoglio Luca Ferraris, a guida dell’azienda di famiglia dal 2001.Ed è solo lavorando una materia prima generata da terreni estremamente vocati a questo tipo di vitigno, che si può ottenere un risultato di grande pregio, dove l’anima stessa del vino possa esprimersi al vertice della sua denominazione.»

Un vino che trova identità nella sua terra

Da proprietari a custodi della terra diventandone responsabili e possibilmente con l’intento di lasciarla migliore di come la si è trovata. Una missione, senza dubbio, ma anche un processo, citando quello del divenire aristotelico: prendersi cura di un ambiente lungo tutto il percorso che porta la natura (in potenza) a diventare vino (in atto). Nasce così il progetto legato alla Barbera d’Asti che ne individua in Cà Mongròss e nel territorio di Montegrosso d’Asti la massima espressione qualitativa.

«Grazie a Viti Centenarie e al progetto legato a questo vino, continua Luca Ferraris -vedo la possibilità di contribuire a rilanciare una zona individuata nei Colli Astiani, già di per sé importante Menzione Geografica Aggiuntiva, che tuttavia merita più attenzione e son certo possa dare grandi risultati, in termini di qualità della Barbera d’Asti Superiore»

Conoscere a fondo ciò che abbiamo innanzi, la materia prima che la natura stessa ci dona: viti centenarie, appunto, che non rimangono entità a sé stanti, separate dal loro contesto ma in continuo dialogo tra passato e presente con le persone che ne bevono il frutto. La Barbera Viti Centenarie vuole dunque essere anche il racconto, la narrazione, anno dopo anno, di un vino in continuo divenire.

Tra Terra e vigneto: l’annata 2017

I vigneti da cui nasce Viti Centenarie hanno tutti posizione sud, come previsto dal disciplinare. Un vigneto che è stato piantato nel 1916, dunque più che centenario: grappoli spargoli e rari per natura con una resa di 50 quintali/ettaro.

Terreni particolarmente bianchi che conferiscono al frutto grande struttura.

L’annata 2017 è stata un’annata molto calda e siccitosa, non particolarmente complessa da gestire in vigneto, quanto difficile in cantina dove si è lavorato a cesello di vini con grande potenza, cercando di preservarne l’eleganza e la freschezza dei profumi.

La fermentazione malolattica avviene in tonneaux di rovere francese da 500 litri, così come l’invecchiamento, per 24 mesi, a cui segue l’affinamento di 12 mesi in bottiglia.

Elegante, viva, corposa: questo il ritratto di Viti Centenariechesi presenta come Barbera d’Asti Superiore nella sua prima annata di produzione, 2017 e verrà prodotta solo nelle annate migliori, arrivando dal 2020 a riportare in etichetta la MGA Barbera d’Asti Superiore Colli Astiani.

 

 

SCHEDA TECNICA

 


Ferraris Agricola è Luca Ferraris, un vigneron del Monferrato a guida dell’azienda di famiglia costruita e fatta crescere con determinazione nel nome della sua grande passione per il Ruchè. 34 ettari di vigneti di proprietà il cui nucleo originario nasce nel comune di Castagnole Monferrato per poi ampliarsi con altre due importanti acquisizioni: Vigna del Parroco e Cà Mongròss a Montegrosso d’Asti. 250mila le bottiglie prodotte di cui più della metà rappresentate dal Ruchè, distribuite nei principali mercati internazionali.

Oggi Ferraris è l’indubbio punto di riferimento del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG nel mondo, fiore all’occhiello di una denominazione riscoperta, frutto di quell’orgoglio contadino che ha ridisegnato le colline del Monferrato