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martedì 31 ottobre 2023

ARRIVA MAESTRI DI CANTINA, IL FORMAT TV DEDICATO AL TURISMO DEL VINO


   

ANDRÀ IN ONDA SU MEDIASET INFINITY. AUTRICI SONO DUE DONNE: ALESSANDRA CARDONE E ALESSANDRA FEDI. DAL 6 NOVEMBRE LA PRIMA PUNTATA DEDICATA AL PIEMONTE

A partire dal 6 novembre, sulla piattaforma Mediaset Infinity, è online MAESTRI DI CANTINA- Winery Masters, il primo format di intrattenimento con focus sulle cantine vitivinicole e i suoi protagonisti. Si tratta di un viaggio attraverso i territori italiani che porta a scoprire il mondo del vino mostrando e valorizzando le aziende ma soprattutto “i Maestri”, i produttori, che ci accompagnano attraverso i terroirs, le cantine e le loro storie di vita, per coinvolgere il pubblico in uno splendido racconto di-vino, e regalare “pillole” di conoscenza in modo semplice e immediato.

Dimore storiche, antichi borghi, cantine di design, ma anche piccole realtà emergenti, faranno da cornice allo storytelling dei Maestri, principalmente legato al vino e alle molteplici esperienze che è possibile fare durante le visite. Degustazioni sì, ma non solo: soggiorni in hotel, passeggiate a cavallo fra le vigne, bicicletta, ristoranti, itinerari interessanti e inaspettati che vengono suggeriti allo spettatore per un suo prossimo, ipotetico viaggio.

In ogni episodio (35 minuti circa) la sfida fra le tre cantine coinvolte avviene su tre prove: terroir e cantina, esperienza di cantina e degustazione con storytelling, poiché ciascun Maestro sceglie un vino da presentare e raccontare in circa un minuto.

Giudici della competizione, diversi di volta in volta, saranno un esperto appartenente al mondo del vino - ad esempio un sommelier del calibro di Vincenzo Donatiello e Davide Vaccarini, o un giornalista enogastronomico, come Giambattista Marchetto - e un’influencer che strizzi l’occhio ai millennials e a un pubblico trasversale che abbia voglia di ascoltare storie corredate da immagini mozzafiato.

Il titolo di ogni episodio svela la tematica che lega i tre protagonisti: “Chicche del Piemonte” (tre produttori di cantine piemontesi: Guido Alleva di Tenuta Santa Caterina, Grazzano Badoglio (At); Alessandro Locatelli di Rocche Costamagna, La Morra (Cn); Lidia Carbonetti di Rocco di Carpeneto(Al), “Ragazze sul Trattore” (giovani produttrici under 35: Nicole Vezzola con Costaripa, Moniga del Garda (Bs), Noemi Pizzighella con Le Guaite di Noemi, Mezzane di Sotto (Vr), Caterina Cordero con Cordero San Giorgio, Santa Giuletta (PV); “Vini Nobili in Toscana” (tre famiglie nobiliari: Ginevra dei Conti Venerosi Pesciolini con Tenuta di Ghizzano (Pi), il Conte Manfredo di San Bonifacio con Conti di San Bonifacio Wine Resort, Gavorrano (Gr), Il Conte Averardo Borghini Baldovinetti de Bacci con Tenuta San Fabiano, Arezzo).


«La novità è che i produttori non vengono messi in competizione sul vino, ma sulla loro capacità di raccontare al meglio, non solo il loro vino, ma anche tutto ciò che ci sta intorno» dicono le autrici del format la wine educator Alessandra Fedi  che ne è anche la conduttrice (foto), e Alessandra Cardone, che firma la regia. 


«È un format – spiegano le autrici - che mira a rendere il mondo del vino più divertente, ad avvicinare i giovani e a promuovere la cultura Italiana del vino in tutto il mondo».

Attraverso un meccanismo di votazione in tappi di sughero, alla fine di ogni episodio, vince il tappo d’oro di Maestri di Cantina chi ha comunicato meglio la sua azienda in tutte le sue sfaccettature.

Casa di produzione è RedFir del Gruppo Hellodì di Milano.

Partner tecnici: Antonio Carraro Trattori, Suber, Filson, Trivellato, Dimora Italia, Fondazione Riccagioia.

 

Tutte le immagini e il trailer di Maestri di Cantina sono scaricabili qui: https://shorturl.at/stuAH

CHI È ALESSANDRA CARDONE

È una regista sceneggiatrice milanese, laureata in Filosofia. Copywriter, lavora per anni in grosse agenzie di pubblicità finché l’amore per il cinema non la spinge a studiare sceneggiatura con il drammaturgo Gaetano Sansone. Insieme agli spot pubblicitari, spesso da lei ideati, gira cortometraggi e documentari selezionati e vincitori di vari festival, italiani e internazionali. Ha scritto e diretto il lungometraggio L’Abbaglio (2023, Scirocco Films) con Apulia Film Commission, che uscirà nel 2024.

CHI È ALESSANDRA FEDI

Alessandra Fedi Presenter è una Wine educator certificata WSET, ha conseguito nel 2014 l’ambito Diploma di Wines and Spirits Education Trust a Londra ed è un Master of Wine candidate.  Questo dopo essere diventata sommelier e degustatore ufficiale AIS nel 2008. Nata a Milano, con una laurea in Scienze politiche, Alessandra si è innamorata del settore vitivinicolo quando ha iniziato a viaggiare per i meravigliosi vigneti d’Italia, d’Europa e ormai di quasi tutto il mondo, dopo il master in Marketing e Comunicazione del vino conseguito ad Alma nel 2009. Ha trasformato la sua passione in un lavoro, fondando la sua Boutique Wine Academy, non solo insegnando ma anche organizzando eventi. È stata giudice a Londra presso IWC e IWSC e in Italia per Vinitaly ed è Chevalier du Tastevin di Borgogna e Sherry educator.

 

APPROFONDIMENTO SUI PRIMI TRE EPISODI

CHICCHE DEL PIEMONTE (online su Mediaset Infinity dal 6 novembre)

L’avventura di Maestri di Cantina inizia da qui, dalla regione più a ovest dell’Italia Settentrionale, culla di vini importanti e di terroirs prestigiosi: il Piemonte. La presentatrice wine-educator Alessandra Fedi incontra tre produttori molto diversi fra loro, come diverse sono le tre aree di provenienza: Guido Alleva di Tenuta Santa Caterina nel Monferrato, Lidia Carbonetti di Rocco di Carpeneto nell’Ovadese, Alessandro Locatelli di Rocche Costamagna nelle Langhe. Giudice d’eccezione il sommelier Vincenzo Donatiello.

 

RAGAZZE SUL TRATTORE (online su Mediaset Infinity dal 13 novembre)

Il secondo episodio di Maestri di Cantina vede come protagoniste tre giovani produttrici under-35. Nicole Vezzola di Costaripa ci racconta il suo rosé e la Valténesi, sul lago di Garda; Noemi Pizzighella con Le Guaite di Noemi ci mostra con orgoglio il suo spirito garagiste nel cuore della Valpolicella, mentre Caterina Cordero di Cordero San Giorgio, presenta un pinot noir dell’Oltrepò degno dei migliori francesi. Ad accompagnare Alessandra Fedi, durante la degustazione alla Fondazione Riccagioia, il sommelier Davide Vaccarini.


 

VINI NOBILI IN TOSCANA (online su Mediaset Infinity dal 20 novembre)

Il terzo episodio di Maestri di Cantina ci porta in Toscana durante la vendemmia presso tre produttori appartenenti a famiglie aristocratiche. Ginevra dei Conti Venerosi Pesciolini con Tenuta di Ghizzano, sulle colline pisane da centinaia di anni; il Conte Manfredo di San Bonifacio ci accoglie nel suo wine resort costruito 20 anni fa insieme a sua moglie Sarah, nel verde della Maremma; il Conte Averardo Borghini Baldovinetti de Bacci con Tenuta San Fabiano, nell’Aretino, vanta addirittura la cappella di famiglia dipinta da Piero Della Francesca. Il giornalista Giambattista Marchetto di VinoNews24 viaggia con Alessandra Fedi per raccontarci Sangiovese, Syrah e Chianti Classico, fino alla degustazione a Firenze, nella lussuosa Dimora degli Affreschi.

 

 

giovedì 19 ottobre 2023

“INTREPIDE”, IL LIBRO DI LAURA DONADONI SI PRESENTA AL CASTELLO DI UVIGLIE MERCOLEDÌ 25 OTTOBRE ALLE 18:30

 

CON L’AUTRICE DIALOGHERANNO RAFFAELLA BOLOGNA DI “BRAIDA”
E ALTRE INTREPIDE DEL TERRITORIO: OLGA RAIMONDI, PAOLA LEPORATI E PAOLA NANO

 Un incontro per parlare di donne e celebrare la loro forza e la loro determinazione contro gli stereotipi di genere che ancora oggi imperversano in tanti settori, a partire da quello enologico: si presenta mercoledì 25 ottobre alle 18:30 al Castello di Uviglie il nuovo libro di Laura Donadoni (foto) “Intrepide - Storie di donne, vino e libertà” (Slow Food Editore, 256 pagg, 18 euro).

Con l’autrice dialogherà una delle protagoniste del libro, “la regina della Barbera” Raffaella Bologna, dell’azienda vitivinicola “Braida” di Rocchetta Tanaro (Asti).

Ma non solo: dal mondo del vino la conversazione si allargherà ad altre realtà, per accogliere la testimonianza di Paola Leporati, presidente dell’Anffas di Casale Monferrato, Paola Nano, responsabile ufficio stampa Slow Food Internazionale e Olga Raimondi, tra le prime donne a laurearsi in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano, in uno scambio di racconti, esperienze e ispirazioni.

Paola Nano 

Nel corso dell’incontro si potrà degustare “La Monella”, Barbera del Monferrato DOC di Braida, il vino del cuore di Raffaella Bologna. Un vino “rivoluzionario” che fin dal 1961 ha tracciato la strada per definire il nuovo ruolo della Barbera nel panorama enologico italiano.

Al termine dell’incontro sarà offerto un aperitivo con i vini del Castello di Uviglie.

Sarà possibile per chi lo desidererà acquistare copie del volume.

L'ingresso all'evento è gratuito, ma è richiesta la prenotazione 337 1250397 – vini@castellodiuviglie.com

Località Castello di Uviglie 73, B, 15030 Rosignano Monferrato AL | www.castellodiuviglie.com

 

IL LIBRO - Intrepide è una raccolta di dodici storie di donne audaci straordinarie e ordinarie che a vario titolo appartengono al mondo del vino. Laura Donadoni nel suo terzo libro indaga con stile intimista, sociologico e confidenziale quali sono le difficoltà che una donna si trova ad affrontare in un settore ancora decisamente a predominanza maschile. Lo fa attraverso le vite di dodici Intrepide che si sono cimentate con professioni nel mondo del vino e confidano i fallimenti, le paure e i successi incontrati lungo il percorso. Laura, forse la prima intrepida, condivide anche la sua esperienza personale di abusi e bullismo online nel corso di dieci anni di carriera, e le centinaia di testimonianze raccolte sui social di donne che nel quotidiano affrontano le piccole grandi frustrazioni della discriminazione di genere.

Un’antologia che vuole essere di ispirazione e incoraggiamento alle nuove generazioni per un mondo del vino più equo e inclusivo. Dodici storie per raccontare il punto di vista femminile su uno dei mondi ritenuti maschili per eccellenza, quello del vino.

Un racconto per superare gli stereotipi del vino rosé come vino adatto alle donne, una narrazione che svelerà al lettore storie inedite di personaggi che hanno trovato riscatto nel mondo enologico.

LE PROTAGONISTE:

• Raffaella Bologna, la regina della Barbera
• Chiara Condello, la figlia ribelle
• Matilde Poggi, la presidente vignaiola
• Stevie Kim, l’integerrima di Vinitaly
• Josè Rallo, Donnafugata di domani
• Dominga Cotarella, promuovere e insegnare il vino
• Cristina Mercuri, la bellezza dell’imperfezione
• Federica Ponti, l’enoteca delle storie
• Lavinia Furlani, il lato umano della comunicazione
• Cristina Mascanzoni Kaiser, viaggiare tra le vigne
• Maria Beretta, dal riso al vino, da nord a sud
• Martina Broggio, l’enologa che cura il suolo

 

L’AUTRICE - Laura Donadoni, giornalista e wine educator che vive tra l’Italia e la California, ha fondato l’agenzia di comunicazione La Com per la promozione del vino. È sommelier certificata Ais, Vinitaly International Ambassador e l’unica donna italiana membro del prestigioso International Circle of Wine Writers di Londra. Tra le sue collaborazioni con riviste di settore e guide negli Usa ci sono la guida Slow Wine e i magazine Somm Journal e Tasting Panel. È giudice professionista in numerose wine competition a livello internazionale, tra cui la storica San Francisco Chronicle Wine Competition. Ha ricoperto il ruolo di wine educator per la University of California, la San Diego State University, la San Francisco Wine School, SommCon (conferenza nazionale dei sommelier Usa). Il suo blog The Italian Wine Girl e il profilo Instagram, sono molto seguiti sia in Italia sia oltreoceano.

 

“BRAIDA” DI GIACOMO BOLOGNA - "Braida" di Giacomo Bologna è una cantina di Rocchetta Tanaro, in provincia di Asti, fondata nel 1961. Sin dall'inizio, Braida ha legato il suo nome alla Barbera, proposta in tutte le sue espressioni, da quelle più semplici (l'iconica Barbera del Monferrato frizzante La Monella o la nuova Barbera d'Asti Curej) a quelle di ricerca e alle grandi riserve (Montebruna, il Bricco dell'Uccellone, il Bricco della Bigotta, Ai Suma), senza dimenticare gli altri vini della tradizione locale, in particolare il Grignolino d'Asti (Limonte) e gli aromatici Moscato d’Asti (Vigna Senza Nome) e Brachetto d’Acqui. Dagli anni Novanta, Braida ha aperto un bel capitolo legato ai vini bianchi di Langa che provengono dalla Serra dei Fiori di Trezzo Tinella (Cuneo). A Rocchetta, la storica barricaia in via Roma 94, le accoglienti stanze del Wine Resort in frazione Asinara e la "Trattoria i Bologna" sono i luoghi migliori per sorseggiare i vini Braida, ascoltando le tante storie che questi calici sanno evocare.

www.braida.itwww.braidawineresort.it

 

AZIENDA VITIVINICOLA CASTELLO DI UVIGLIE - Sono trascorsi più di cinque secoli da quando, all’interno delle proprietà del Castello di Uviglie, venne messa a dimora la prima vite (1491). Oggi, come allora, questa coltivazione preserva l’identità del castello e del territorio del Monferrato, caratterizzato da un terroir d’eccezione fatto di bricchi solitari, terre bianche e millenarie cave sotterranee. 
A prendersene cura, dal 2020, sono Francesca, Stefano e Simonetta Bonzano che hanno fatto convogliare, nel medesimo luogo, l’attitudine vitivinicola delle colline del Monferrato e un sogno condiviso da più generazioni. Una tecnologica e dinamica realtà produttiva in regime di sostenibilità che opera all’insegna di una promessa: vedere il Monferrato tra i territori prestigiosi del Piemonte, salvaguardandone i vitigni autoctoni e affiancandoli ad una sperimentazione d’eccellenza, lo Spumante Metodo Classico.

I vini Castello di Uviglie rispettano e si identificano, essendone lo specchio, nel territorio in cui dimorano. Nella scelta di valorizzare la tradizione, la famiglia Bonzano si prende cura soprattutto di vitigni autoctoni come Barbera, Albarossa e Grignolino, espressione più autentica delle colline del Monferrato Casalese. 

Le antiche Cave in pietra da Cantoni del Castello di Uviglie con i loro 10.000 metri quadrati, raccontano di un fondale marino antico 17 milioni di anni. Le Cave sono oggi visitabili al pubblico e destinate all’affinamento dei vini.

www.castellodiuviglie.com

 


 

giovedì 5 ottobre 2023

In Sicilia nasce la prima distilleria di Rum con coltivazione di canna da zucchero

 


 

A Modica prende vita un nuovo progetto imprenditoriale dedicato

 al settore Spirits, che affonda le radici nella storia del territorio.

Nella Sicilia sud orientale, a Modica, città patrimonio dell'UNESCO, nasce DISTILLERIA ALMA, la distilleria di Rum in Italia, frutto di un sapiente lavoro di ricerca e analisi sul campo.

Un progetto coraggioso e sfidante ideato da tre imprenditori - Annalisa Spadaro, Hugo Gallardo e Alejandro Lopez- (nella foto) , che intendono valorizzare il territorio siciliano attraverso la riscoperta di materie prime che sono state abbandonate per secoli. Tutto parte infatti dallo studio approfondito della canna da zucchero, introdotta in Sicilia dagli Arabi nel VII secolo a.c., rappresentando un’industria molto prospera per l’intero territorio, fino alla sua sparizione dopo sette secoli di coltivazione.

Oggi il clima subtropicale della Sicilia con estati calde e inverni miti, permette alla canna da zucchero di prosperare per un lungo periodo dell'anno, da marzo a novembre, quando la temperatura scende e avviene la concentrazione dello zucchero.

Nel 2022 l’azienda ha deciso di coltivare tre ettari di terreno dalle caratteristiche calcaree e ferrose, e una volta che la canna da zucchero raggiunge la maturazione viene lavorata per il Rum.

NEL CUORE DEL MEDITERRANEO

Dopo un lungo lavoro di ricerca che ha impegnato i fondatori per circa due anni, la sede della distilleria è stata aperta nella campagna siciliana tra la città e il mare, a picco su una collina, una posizione che regala una meravigliosa vista sul Mar Mediterraneo per assaporare tutta la bellezza della natura. All’interno sono presenti due alambicchi di rame e un’area dedicata alle degustazioni.

«Siamo partiti da zero in una regione senza tradizione nella produzione di Rum e questo ci permette di essere liberi di sperimentare ogni fase della produzione: fermentazione, distillazione e invecchiamento, perché non c'è un solo modo per ottenere un buon Rum, le variabili sono infinite e il nostro obiettivo è stato quello di creare un prodotto unico, frutto dell'unicità della terra in cui nasce», spiega il co-fondatore Hugo Gallardo. 




 

IL VALORE DEL TERRITORIO

Al centro della filosofia produttiva c'è l'impegno a diventare un'impresa di eccellenza del made in Italy, esempio di una Sicilia autentica. «Il nostro impegno fin dal primo giorno è quello di essere chiari sull'intero processo: qualità e provenienza delle materie prime, utilizzo di diversi ceppi di lievito, durata del processo di fermentazione e naturalmente la distillazione. Il clima subtropicale della Sicilia ci offre interessanti possibilità per l'invecchiamento dei nostri Rum, ma anche in questo caso non ci saranno indicazioni fuorvianti sulle nostre etichette che possano creare confusione. Il nostro impegno è la massima trasparenza», afferma Hugo Gallardo.

LA NASCITA DI UN NUOVO BRAND

Mater è il brand che accomuna tutti i prodotti raccontando l’affascinante storia della Sicilia, terra madre della distilleria e delle materie prime. In passato Alma Mater era l'appellativo latino dato nell'antica Roma alla divinità materna della terra e della fertilità. Oggi Mater intende essere più di un marchio, una vera e propria dichiarazione di appartenenza a una terra e a una cultura millenaria.

La linea comprenderà tre tipologie di Rum: Sugarcane Juice Pure Single Rum, e Sugarcane Syrup Pure Single Rum, con succo concentrato di canna da zucchero, e Molasses Pure Single Rum, con melassa organica. Il lancio dello Sugarcane Juice Pure Single Rum è previsto entro il 2023 mentre gli altri nel corso del 2024.


Oltre al Rum è stato appena lanciato il London Dry Gin, con una ricettazione dove la canna da zucchero è sempre protagonica, combinata a botaniche locali come ginepro, coriandolo, mandorla di Ragusa, limone e arancia siciliani, rosmarino, timo e ginestra locali. A questi ingredienti si aggiunge anche il miele di canna che apporta particolari sentori di liquirizia e cacao. La miscela ha una lenta distillazione discontinua in alambicco di rame e rivela un sapore delicato e morbido, ma persistente in bocca.

 

LE ORIGINI DELLA CANNA DA ZUCCHERO

La canna da zucchero fu introdotta in Sicilia nel VII secolo a.c. dagli Arabi durante la dominazione dell'isola. Pochi secoli dopo, la produzione dello zucchero divenne la prima operazione industriale della Sicilia con diversi mulini - trappeti - diffusi nella maggior parte delle zone costiere.

L'industria dello zucchero prosperò fino alla conquista delle Isole Canarie e di Madeira da parte di spagnoli e portoghesi ed ebbe fine con la scoperta dell'America. Lo zucchero siciliano non era più competitivo rispetto allo zucchero sul suolo americano, dove la coltivazione della canna da zucchero era più semplice grazie al clima favorevole e all’utilizzo di schiavi come manodopera a basso costo.

La Sicilia per diversi secoli fù la maggiore produttrice di zucchero al mondo. I siciliani la producevano e la commercializzavano i portoghesi. Ad Ispica in contrada Pantano Secco e vicino al rio Favara era collocato uno dei trapetti più importanti al mondo. La canna da zucchero fu coltivata anche nel territorio di Modica, ma con un'importanza minore e per breve tempo. E dopo ben sette secoli di coltivazione, la canna da zucchero scomparve per sempre dalla Sicilia senza lasciare traccia.

I FONDATORI

 

Annalisa Spadaro

Siciliana, diplomata allo IED in Fashion Design. Dopo un lungo periodo trascorso a Milano, dove ha collaborato con studi di stile per noti brand di moda, decide di trasferirsi a Modica, città di origine, insieme al marito Hugo per lanciare il nuovo progetto imprenditoriale. In DISTILLERIA Alma si occupa della logistica e della tasting room. È mamma di Alma.

 

Hugo Gallardo

Di origine spagnola vive in Italia da oltre vent’anni ed è sposato con Annalisa Spadaro, co-fondatrice della distilleria. Per diversi anni è stato direttore creativo di importanti agenzie di comunicazione, ottenendo riconoscimenti internazionali. Oggi segue la distillazione, le vendite, il marketing e la comunicazione di DISTILLERIA Alma. È papà di Alma.

Alejandro Lopez

Spagnolo, ha vissuto diversi anni in Inghilterra occupandosi di finanza per importanti aziende. Si trasferisce a Modica nel 2021 per lanciare la distilleria dove si occupa della parte finanziaria e della gestione agricola.

 

https://www.distillerialma.com/

https://www.instagram.com/distilleria.alma.sicilia/

 

Contatti: press@distillerialma.com

 




 

IL CONSORZIO ALTA LANGA MAIN SPONSOR DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO D’ALBA; LE ALTE BOLLICINE PIEMONTESI OFFICIAL SPARKLING WINE DELLA MANIFESTAZIONE



 

I Cooking Show, le Cene insolite, la Grande Enoteca della Fiera, un Laboratorio del Gusto:
ecco tutti i momenti in cui l’Alta Langa DOCG sarà protagonista in Fiera

 

Anche quest’anno il Consorzio Alta Langa sarà presente alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, giunta alla sua 93ª edizione: il Consorzio entra tra i Main Sponsor e l’Alta Langa DOCG si conferma Official Sparkling Wine della manifestazione, che andrà in scena dal 7 ottobre al 3 dicembre 2023.

 

Anno dopo anno lavoriamo per consolidare ed esaltare il legame tra Alta Langa Docg e Tartufo Bianco d’Alba – commenta la presidente del Consorzio Mariacristina Castelletta –: un matrimonio di gusto e di intenti, in cui l’impegno comune è quello di promuovere al meglio queste due eccellenze in Italia e nel mondo”.

Le aziende del Consorzio che partecipano alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco con i loro vini Alta Langa sono: Araldica - Il Cascinone; Banfi; Bera; Berutti; Bosca; Agricola Brandini; Cantina Alice Bel Colle; Cantina Vallebelbo; Casa E. di Mirafiore; Cascina Cerutti; Cerrino; Contratto; Coppo; Daffara & Grasso; Deltetto; Enrico Serafino; Ettore Germano; Fabio Perrone; Fontanafredda; Gancia; Giulio Cocchi; Il Falchetto; Ivaldi; Marcalberto; Mario Giribaldi; Mauro Sebaste; Pecchenino; Poderi Cusmano; Poderi Vaiot; Rapalino; Ravasini - Cascina Bretta Rossa; Rizzi; Roberto Garbarino; San Silvestro; Sara Vezza; Tenuta Carretta; Terrabianca; Terre del Barolo; Tosti1820.

Le Alte Bollicine Piemontesi accompagneranno i piatti dei Cooking Show

Tutti i fine settimana andranno in scena i Cooking Show nella Sala Beppe Fenoglio, all’interno del Cortile della Maddalena adiacente al Mercato mondiale del Tartufo.

I Cooking Show permettono di scoprire i segreti dei più quotati chef nazionali e internazionali che faranno assaporare le loro preparazioni con il Tartufo Bianco d’Alba.

In abbinamento sarà servito l’Alta Langa DOCG dei produttori del Consorzio, nell’iconico calice “Terra”, progettato da Italdesign e realizzato dai maestri del cristallo di Collevilca.

Questi gli chef che si avvicenderanno ai fornelli in occasione dei Cooking Show: Gabriele Boffa** (Locanda Sant’Uffizio – Enrico Bartolini); Alessandro Mecca (Al Castello di Grinzane Cavour); Flavio Costa* (Ristorante 21.9); Fabio Sgrò* (Guido da Costigliole); Pasquale Laera* (Ristorante Borgo Sant’Anna); Fernando Tommaso Fiorino (Arborina); Ugo Alciati* (Guido Ristorante); Enrico Marmo* (Balzi Rossi); Luca Zecchin (Coltivare); Alberto Quadrio; Giuseppe d’Errico* (La Madernassa Ristorante & Resort); Stefano Sforza (Ristorante Opera); Pino Cuttaia** (La Madia); Dennis Cesco (Ristorante Damà – Relais Villa d’Amelia); Gennaro Esposito** (Ristorante Torre del Saracino); Paolo Griffa* (Al Caffé Nazionale);  Michelangelo Mammoliti (La Rei Natura, Il Boscareto); Maurizio Bufi (Ristorante Il Fagiano, Grand Hotel Fasano); Andrea Rizzi (Ristorante 12 Monaci); Marco Stagi* (Bolle Restaurant); Andrea Berton (Ristorante Berton); Antonella Ricci e Vinod Sookar*; Davide Palluda* (All’Enoteca); Francesco Marchese* (Ristorante Fre – Réva Resort); Anna Ghisolfi (Anna Ghisolfi Ristorante); Antonio Ziantoni* (Zia Restaurant); Giorgio Pignagnoli* (Ristorante Nove – Villa della Pergola); Eugenio Boer (Ristorante Bu:r); Raffaele Lenzi* (Ristorante Al Lago); Andrea Larossa* (Andrea Larossa Ristorante); Mauro Elli* (Il Cantuccio); Margherita Giampiccolo (Très); Francesco Costantini (Moda Venue); Paolo Pettenuzzo; Michele Minchillo* (Vitium Restaurant); Massimiliano Musso* (Ristorante Albergo Cà Vittoria); Giuseppe Daniele (Unitum); Luigi Taglienti (Ristorante Io Luigi Taglienti).

 Alta Langa DOCG alle “Cene Insolite” e una speciale cena dedicata alle

Alte Bollicine Piemontesi

Anche nel corso delle Cene Insolite, cene d’eccellenza cucinate da prestigiosi cuochi stellati, così nominate perché si svolgono in luoghi non solitamente utilizzati per la cucina, l’Alta Langa DOCG sarà servito ai partecipanti in abbinamento con i piatti di grandi chef del panorama nazionale che incontrano il Tartufo Bianco d’Alba.

Al Teatro Sociale di Alba si succederanno Pino Cuttaia**, Gennaro Esposito**, Andrea Berton*.
Una speciale cena dedicata alle Alte Bollicine Piemontesi si svolgerà al Castello di Roddi, chef Michele Minchillo*, venerdì 10 novembre: durante la serata sarà possibile scegliere liberamente quale etichetta degustare in abbinamento ai piatti dello chef tra un’ampia carta di Alta Langa DOCG.

 

Alta Langa DOCG nella Grande Enoteca della Fiera

Come ogni anno, il metodo classico piemontese si potrà degustare all’interno della Grande Enoteca della Fiera dove un settore sarà espressamente riservato alle etichette di Alta Langa DOCG del Consorzio.

 

Laboratori del Gusto: “Alta Langa DOCG: alla scoperta delle Alte Bollicine Piemontesi”

Nella Sala Beppe Fenoglio nel Cortile della Maddalena il 22 ottobre alle 15 si svolgerà un laboratorio del gusto guidato dal sommelier Davide Buongiorno e dedicato alla scoperta delle Alte Bollicine Piemontesi dell’Alta Langa DOCG.
Biglietti sul sito della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.

 

 

martedì 3 ottobre 2023

Debuttano in società il Canelli docg Moscato e il Canelli docg Riserva Cresce l’interesse dei consumatori per il cibo e il vino biologici Il primo vino biologico italiano è astigiano ed è Coldiretti

  

                                                             Gianfranco Torelli 

 

La superficie agricola destinata a biologico in Italia raggiunge il record storico di 2,3 milioni di ettari (+7,5%), con quasi un campo su cinque (19%) del totale e oltre 82.000 produttori agricoli bio (il numero più elevato tra i Paesi dell’Unione Europea)

 

E’ quanto è emerso a fine settembre dall’analisi della Coldiretti, presentata in occasione della Giornata Europea del Biologico. In Italia, i terreni coltivati a bio sono: per il 43% seminativi (grano, orzo e avena), per il 28% prati e pascoli, per il 24 % colture permanenti (frutteti, oliveti e vigneto) e per il 2,5% ortaggi.

 

Il successo del biologico italiano e da filiera corta è confermato anche dalla riduzione delle quantità di prodotto biologico importate dall’estero: -31% di oli e grassi vegetali, -26% colture industriali e -22% cereali (ultimo Rapporto Bio in cifre, dati 2022 rispetto al 2021).

 

L’obbligo di scrivere in etichetta l’origine della materia prima e la volontà di valorizzare prodotti a km zero da parte dell’industria e dei consumatori, sta favorendo la costruzione di filiere biologiche nazionali. Il logo nazionale del biologico Made in Italy, previsto dalla legge nazionale di settore, e la possibilità di realizzare importanti contratti di filiera anche per il biologico, contribuiranno ulteriormente ad uno sviluppo sempre più sostenibile delle filiere agroalimentari. In questo scenario è nata Coldiretti bio, l’associazione di imprese ed esperti del settore, per contribuire a una transizione green sempre più sostenibile e a una valorizzazione del bio nel piatto.

 

“In Piemonte sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite. Molto richiesto a livello internazionale, poi, è il vino biologico piemontese, che conta oltre 3 mila operatori certificati biologici– spiega il delegato confederale Bruno Rivarossa.

 

E ad Asti piace ricordare che il primo vino biologico italiano è stato, nel 1992, il Moscato di Gianfranco Torelli di Bubbio, affinato nel crutin della vecchia cantina dei bisnonni costruita nel 1893 in pietra di Langa.

 

Il vino Moscato è una produzione di larga tradizione in Piemonte. Se ne ha traccia già nel 1606 (prima dello Champagne), con documenti che riportano come si produce il vino buono che, per l’epoca, era il vino dolce prodotto, prevalentemente, con l’uva moscatello.

 

“Ancora oggi, pur ricorrendo a moderne strumentazioni, seguiamo lo stesso principio di lavorazione messo a punto da Giovan Battista Croce nel XVII secolo” spiega Torelli.

 

Ma primati e novità non finiscono qui. “Da quest’anno entrano in società il Canelli docg Moscato e il Canelli docg Riserva” prosegue Torelli. “Nel cuore dell’area di produzione dei 51 Comuni, sono 17 quelli che producono Moscato proveniente da un terreno ricco di argille e di marne, che ne esaltano il profumo, per originare questo grande vino aromatico, forte di un terroir unico”.

 

Nel Crutin di affinamento a Bubbio, accanto al fresco e fragrante Canelli docg Moscato c’è la Riserva (dal 2012), il cui invecchiamento è caratterizzato dalla terziarizzazione degli aromi, come i vini da grande invecchiamento, quindi, profumi che ricordano pesca, albicocca, miele e idrocarburi come riesling alsaziani, ideali anche con la cucina orientale o con la pizza.

 

Attualmente gli ettari iscritti a Canelli docg sono 380 e la produzione potenziale potrebbe superare i 3 milioni di bottiglie/anno, ma per ora, Torelli punta al primo milione di bottiglie, confidando nell’approvazione dei consumatori. A creare ancora più appeal, anche per i winelowers, sarà sapere che l’affinamento avverrà per tre anni nelle cantine del vecchio monastero di Santa Giulia a Monastero Bormida. 

 

I risultati del biologico confermano l’impegno degli agricoltori italiani per la sostenibilità, ma anche la capacità imprenditoriale nel rispondere alle nuove domande dei consumatori per prodotti che rispettano l’ambiente, di alta qualità e legati al territorio” osserva il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone.

 

“Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale” prosegue il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia. “È necessario però ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione, che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone”.