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domenica 30 dicembre 2012

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà .......


io mi sto preparando è questa la novità........
 
Apro questa breve riflessione di fine anno con i versi conclusivi della celebre canzone di Lucio Dalla "L'anno che verrà". Brano sempre attualissimo a distanza di qualche lustro da quando fu composto e che mette in evidenza quanto non sia cambiato nulla da allora il mondo che viviamo, ma al contrario peggiorato....
Il professor Monti, di fatto ricandidatosi alla presidenza del Consiglio dopo aver più volte dichiarato che non voleva saperne,  quasi ci intima di non lamentarci e ne prendiamo atto.
Tuttavia il suo governo tecnico non è che abbia contribuito a metterci di buon umore, almeno stando a quanto si legge nelle statistiche economiche del Paese e  sui social network e sui blog, dove gli inferociti commenti di centinaia di migliaia di persone vessate da tasse e aumenti su tutti i fronti sono all'ordine del giorno.
Da almeno cinque anni non manca mai a dicembre chi pronostica per quello successivo una ripresa, che poi, visti i risultati sempre peggiori, cammin facendo è diventata "timida ripresa" giusto per non fare  troppe figuracce previsionali, ma ormai diventata risibile come la profezia dei Maya sulla fine del mondo....
Per non sbagliare aumentano con Capodanno i pedaggi autostradali, di conseguenza aumenteranno subito tutti i generi alimentari, trasportati nella quasi totalità su gomma.
L'elenco degli aumenti previsto per il 2013 è talmente lungo che mi esento dal riportarlo, anche per non farvi andare di traverso i festeggiamenti, per chi ha ancora voglia e soldi per parteciparvi.
Nel nuovo anno è contenuto il numero "13"  che da noi  per gli amanti della cabala, porta fortuna e ne avremmo bisogno, mentre ad esempio negli Usa al contrario porta sfiga.....
 
Beviamoci sopra comunque con un brindisi italiano.
 
BUON ANNO a tutti voi che, numeri alla mano, seguite in tanti il mio blog GRAZIE

martedì 18 dicembre 2012

Dalla Cantina di Vinchio e Vaglio Serra importanti indicazioni


Annata positiva: in crescita fatturato, bottiglie e bag-in-box. Perla rossa, un irripetibile barbera da uve stramature. Qualche preoccupazione per la scarsa produzione dell’ultima vendemmia

Se si parla di Barbera, in tutte le sue declinazioni, la Cantina di Vinchio e  Vaglio Serra, nel Sud Astigiano, rappresenta da decenni un punto di riferimento per questo importante rosso che qui trova punte di eccellenza sia per le versioni più strutturate e affinate in botte, sia per quelle giovani e spigliate, di "pronta beva" per usare un termine passato un pò di moda ma che tutto sommato rende l'dea....Bene ha fatto, a nostro avviso, a lasciar perdere da quest'anno il Novello, vino giustamente passato di moda, che non ci ha mai convinto, anche quando, come in questo caso, era prodotto da ottime cantine. Interessante leggere le impressioni che abbiamo ricevuto e che pubblichiamo di seguito.
 
Al terzo anno di vita, Arengo, la Doc Piemonte Barbera della Cantina di Vinchio e Vaglio Serra, ha raggiunto l’obiettivo “stagionale” del progetto e va in commercio già nei giorni che precedono le festività natalizie. Un vino fresco, leggermente fruttato, da bere giovane e soprattutto con gradazione “naturale” (quest’anno 12.5°, il minimo consentito da una vendemmia caratterizzata da alti tenori zuccherini) ottenuta utilizzando solo uve che raramente hanno prodotto vini superiori ai 12 gradi. Un vino, Arengo, che non deve essere confondere con il “novello” (da quest’anno non più in produzione), di cui non condivide né il metodo di vinificazione né le doti, obiettivamente superiori, di qualità e di prezzo (6,85 euro il bag in box da 3 litri n.d.r.).

Il battesimo di Arengo 2012 si è avuto nei giorni scorsi all’enopolio di regione San Pancrazio, tra Vinchio e Vaglio Serra, durante un incontro informale tra i rappresentanti dell’informazione ed i vertici della Cantina, il presidente Lorenzo Giordano, l’enologo Giuliano Noè, il direttore Ernestino Laiolo e l’export manager Emiliano Morando (nella foto). Un momento di riflessione e di discussione sui recenti risultati della Cantina e sul futuro dell’enologia del sud Astigiano che ha toccato i temi più diversi, dalla diffusione sempre più marcata dei bag-in-box alle oggettive difficoltà economiche di questi anni, dalla costante crescita dell’export, con conseguente necessità di avere “brand” più facilmente riconoscibile all’estero, alla minaccia ormai cronica della Flavescenza dorata.

Per quanto riguarda il recente passato, i “numeri” di Vinchio e Vaglio tendono tutti al segno più. A Luglio 2012 (i bilanci delle cantine sociali hanno cadenza “vendemmiale”), il fatturato è stato di 8milioni e 400mila euro, di cui 6 più di sei in Italia e 2,2 all’estero (+26%). Fuori dall’Italia, il mercato più fedele resta la Danimarca, seguita da Svizzera e Stati Uniti, ma è in Asia che si stanno aprendo nuove interessantissime opportunità di commercializzazione. Il numero delle bottiglie vendute ha superato quota 1milione e 700 mila unità, mentre i bag-in-box (nelle tipologie da 3, 5 e 10 litri) sono stati 267.637, pari ad oltre 13mila ettolitri di vino (+18%). Nuovi prodotti sono stati infine immessi al consumo come il Bianco “Ulisse” da uve Arneis e Favorita (bag-in-box), il Piemonte rosso doc da un blend di uve Barbera, Dolcetto, Freisa, Merlot e Cabernet e l’irripetibile, secondo l’opinione di Giuliano Noè, e fascinosissimo ”Perla Rossa”, da uve Barbera stramature.

Minor euforia si deve registrare sul fronte della produzione che nel 2012 è stata di 30.018 quintali di uva pari a 21.107 ettolitri di vino, con una drastica riduzione (-25%) rispetto al 2011 che a sua volta aveva già registrato un meno 13% rispetto all’anno precedente.

“Una situazione – ha ricordato Ernestino Laiolo – che non può non preoccuparci in quanto rischiamo di esaurire le scorte in un momento in cui la richiesta dei nostri vini è in crescita”. “Uno degli impegni prioritari di questi mesi – ha aggiunto Lorenzo Giordano – è proprio quello di favorire l’ingresso di nuovi conferitori che abbiano lo stesso principio produttivo della nostra cooperativa: controllo di qualità prima di tutto nel vigneto e poi in cantina”.

A proposito di qualità è da segnalare che ”Vinchio e Vaglio”, nel solco di una lunga tradizione di rispetto dell’ambiente, ha appena concluso l’installazione di un impianto fotovoltaico da 200 kw e nelle prossime settimane avrà a disposizione anche un nuovissimo impianto di fitodepurazione delle acque reflue.

“Guardiamo avanti malgrado la crisi – ha concluso Giordano – e credo che il 2013 sarà un banco di prova importante per verificare le nostre capacità di tenuta: non è il caso di farsi troppe illusioni su un’ulteriore crescita della commercializzazione, ma il nostro impegno sarà quello di mantenere il livello attuale nelle aree dove abbiamo già una buona diffusione e aprire, ove possibile, nuove teste di ponte dove invece erano finora assenti”.

lunedì 17 dicembre 2012

Dall'agricoltura una risorsa per combattere la recessione e la disoccupazione

                                   Francesco Giaquinta, Massimo Forno, Roberto Bocchino


Il messaggio trasmesso venerdì 14 dicembre dai vertici di Confagricoltura Asti in una conferenza stampa che si è tenuta presso il ristorante Cambiocavallo nel capoluogo,  è forte e chiaro: l'agricoltura in generale è un settore che sta tenendo, nonostante la forte crisi che colpisce il Paese in tutti i comparti produttivi e terziari. E' un indicatore che va attentamente analizzato, specie dal governo che scaturirà dalle ormai imminenti elezioni politiche previste in febbraio e riguarda tutta la penisola, sia pure in contesti produttivi e strutturali differenti tra regione e regione. Importante l'aspetto occupazionale che, sia pure in un contesto di ricambio generazionale, vede riaffacciarci i giovani al settore, che  di fatto offre più di altri possibilità di lavoro. Il presidente Massimo Forno e il direttore  di Confagricoltura Asti  Francesco Giaquinta, nel rilevare che l'agricoltura sta vivendo un mutamento strutturale importante iniziato ormai da anni, accorpando sempre più le piccole aziende agricole in strutture con maggiori ettari e più possibilità di produrre reddito, hanno posto l'accento sul fatto che non si è perduto terreno coltivato in provincia di Asti e che qualche vigneto di bassa collina, coltivato con vitigni a bassa redditività,  ha ceduto il passo ai seminativi di cereali che tornano ad essere remunerativi. Le preoccupazioni per il settore vitiivinicolo arrivano soprattutto dalla flavescenza dorata, che continua a falcidiare i vigneti estendendosi in aree pregiate prima non coinvolte, rivelando l'inutilità dei trattamenti, specie come sono applicati ad oggi. Qualche preoccupazione per l'Asti docg che dai primi indicatori sembra aver perso sensibilmente mercato, mentre il Moscato d'Asti docg tiene e continua ad incrementare. Un quadro  più preciso si potrà avere nei primi mesi del 2013 in base ai consumi tradizionali di fine anno.
Le problematiche del settore agricolo, come ha anche ricordato il responsabile economico Roberto Bocchino sono poi legate all'eccessive incombenze burocratiche che frenano di fatto l'attività (un problema che purtroppo affligge tutti gli ambiti produttivi), preoccupazioni anche per l'introduzione dell'IMU che in agricoltura non era mai stata applicata e di fatto aggrava i costi già aumentati per molte voci, come ad esempio i carburanti.
La zootecnia in provincia di Asti si difende bene, grazie soprattutto al valore aggiunto della carne bovina di razza piemontese, che ha pochi rivali al mondo per qualità. Il 2 marzo 2013, hanno annunciato Forno e Giaquinta, è prevista una giornata dedicata a questa carne davvero speciale con una inedita degustazione che, come si fa coi vini, la metterà a confronto con carni di altre razze bovine allevate in Piemonte.

Di seguito l'analisi dettagliata diffusa da Confagricoltura Asti


Zootecnia
Il Piemonte e l’Astigiano offrono eccellenze indiscutibili in questo campo, soprattutto per quanto riguarda l’allevamento bovino.
Il comparto tuttavia sta soffrendo dal punto di vista economico a causa degli aumentati costi di produzione dei mangimi (+25/30%) strettamente collegati ai rincari del carburante.
Nonostante questo gli allevatori astigiani si sono fatti responsabilmente carico di questa situazione e non hanno aumentato i prezzi. Che sono rimasti sostanzialmente quelli di 5 anni fa, con conseguente controllo anche dei costi al consumo il quale ha comunque avuto una contrazione conseguenza della grave crisi economica nazionale.
Ne è derivata una situazione di sostanziale stasi dove per le imprese zootecniche del comparto bovino i costi e ricavi si sono equiparati, persino nonostante l’utilizzo di risorse pubbliche.
Per fornire qualche dato, negli allevamenti astigiani di bovini i capi sono aumentati del 2,46%, pari a 1.500 esemplari in più rispetto allo scorso anno quando furono registrati circa 46,600 capi. Siamo in controtendenza rispetto alle percentuali nazionali che hanno segni negativi. È il segno che gli allevatori astigiani credono nelle potenzialità del loro prodotto che, nonostante la crisi, continua a riscuotere ilconsenso dei consumatori. È un atteggiamento che va premiato e incoraggiato. Anche per questo il prossimo 2 marzo abbiamo in cantiere una grande manifestazione dedicata proprio alla carne piemontese e astigiana, con notissimi testimonial del mondo dell’informazione agroalimentare.
Nei settori suinicolo e avicolo si registra una lieve ripresa dei prezzi, con aumenti di capi
rispettivamente del 2,5 e del 4%. Per il settore avicolo, in particolare, gli aumenti sono dovuti alla crisi economica che costringe molti consumatori ad orientarsi verso prodotti meno impegnativi dal punto di vista finanziario. In questo senso il settore avicolo offre scelte interessanti e per tutte le tasche. E parlando di allevamenti avicoli segnalo una curiosità: la popolazione di struzzi nell’Astigiano è calata drasticamente da 65 a 10 capi, ben l’85% in meno. Evidentemente la carne esotica non interessa più come in passato.
Cereali
Vale l’equazione delle carni: quando c’è una crisi economica e dei consumi alimentari, il pubblico si orienta verso gli alimenti a costo contenuto con un buon rapporto qualità/prezzo/apporto alimentare.
È il caso del grano e dell’orzo che quest’anno hanno spuntato i prezzi migliori degli ultimi dieci anni, nonostante la siccità abbia pesantemente compromesso parte dei raccolti. Entrando nello specifico le superfici arabili quest’anno sono aumentate del 4,5%, in particolare per grano e orzo. Tuttavia la resa media ad ettaro è calata del 15% per via della siccità. Complessivamente, dunque, nell’Astigiano abbiamo registrato 130 mila quintali di cereali in meno su una produzione complessiva di circa 1,6 milioni di quintali che derivano da una superficie totale coltivata di 40 mila ettari. Sensibile l’aumento di prezzo che ha raggiunto indici in positivo tra il 25 e il 30% rispetto allo scorso anno. Da osservare chequesto dato coincide perfettamente con quello relativo all’aumento dei mangimi per gli allevamenti bovini. Non è una combinazione, ma la riprova che per l’allevamento dei bovini nell’Astigiano si utilizzano solo alimenti di primissima qualità.
 Vino
Per questi settori ci siamo avvalsi dei dati diffusi in questi giorni dai principali Consorzi di tutela, soprattutto per quanto attiene i due vini più prodotti nell’Astigiano: Barbera e Moscato.
Barbera
Dal 2008 al 2012 c’è un netto calo di produzione della somma delle tipologie Barbera (sia le due DOCG, Asti e Monferrato Superiore sia le doc Monferrato e Piemonte). In questo anno ci si è fermati sotto la soglia dei 400mila ettolitri, precisamente a 380mila con un -80mila ettolitri rispetto al 2010 e un -15mila se guardiamo al 2011. Significativa la controtendenza sulla Barbera d’Asti che incrementa la produzione dell’8%, mentre la flessione maggiore si registra sulle doc di ricaduta come il Piemonte Barbera che fa segnare un -45%. Per quanto riguarda le bottiglie, nel 2012 se ne sono prodotte 57 milioni, un +6% rispetto al 2010 con numeri omogenei rispetto a tutte le tipologie di Barbera.
Asti e Moscato d’Asti
Il dato più eclatante è quello negativo di un -14 milioni di bottiglie che colpisce soprattutto l’Asti docg. In questo senso noi di Confagricoltura siamo preoccupati perché questa situazione fa tornare il comparto al 2010. Dopo i 106 milioni di bottiglie del 2011 ci aspettavamo un assestamento, ma certo non così pesante, nonostante i motivi legati a varie situazioni di mercato, soprattutto export.
A nostro avviso è necessario rivedere le rese ad ettaro ed individuate strumenti che aiutino a condurre il igneto moscato verso produzioni più aderenti alle sue reali potenzialità.
Superfici e aziende
Ecco qualche numero sull’andamento dell’anagrafe delle aziende agricole astigiane e sulla superficie agricola provinciale con dati rilevati incrociando i rapporti degli enti di controllo e previdenziali con l’ultimo censimento agricolo.
C’è stato un aumento della superficie media aziendale, si è passati da 4,1 a 7,8 ettari, ma se si guarda alle aziende attive, cioè quelle che investono e utilizzano risorse, ebbene siamo arrivati anche 9,5 ettari. Il che significa che in dieci anni la superficie e più che raddoppiata. Il motivo? In agricoltura piccolo è sempre meno bello, concorrenziale e soprattutto remunerativo.
Nell’Astigiano molte piccole aziende sono state cedute o sono state date in affitto a imprese più grandi. Il trend si conferma analizzando le giornate lavorative che dalle 320 mila del 2009 sono diventate 367mila nel 2011 e, secondo le proiezioni di fine anno, saranno 380 mila nel 2012.
È questo un dato che Confagricoltura, associazione datoriale più grande d’Italia a cui sono iscritte il 40% delle imprese rurali astigiane, segnala con forza. I campi sono oggi la più grande fonte di lavoro che c’è nel nostro Paese, in fortissima controtendenza rispetto a tutti gli altri campi imprenditoriali.
L’agricoltura dà ancora lavoro e reddito a tanta gente e, se adeguatamente aiutata e potenziata magari sburocratizzandola dai mille legacci, potrebbe avere uno sviluppo migliore.
Per quanto riguarda la superficie del vigneto astigiano, una voce importante nel quadro
agroecononomico provinciale, essa è calata di oltre 10 punti in percentuale negli ultimi 10 anni. Per la prima volta l’Astigiano, con 14.500 ettari coltivati a vite, il 12% in meno rispetto all’anno scorso, non è il territorio più vitato del Piemonte, è stato superato da Cuneo.
In chiusura il numero delle imprese agricole; in totale quest’anno sono 5892 (2012) erano 6011 nel 2011. Il calo è dovuto al mancato ricambio generazione, ma anche al ridimensionamento aziendale che, come abbiamo visto, non fa, però, perdere superficie coltivabile.
 
Confagricoltura Asti Via Monti n. 15 - 14100 Asti
ufficio stampa e comunicazione Tel. 0141.434943 - Fax 0141.434922
www.confagriasti.com
ufficiostampa@confagriasti.com
 

martedì 4 dicembre 2012

"ANTEPRIMA MOSCATO D’ASTI & ASTI 2012”


                                 Il castello dei Busca di Mango che ospita l''Enoteca Regionale

 
 
Quarta Edizione
6 – 16 dicembre

L’Enoteca Regionale

"Colline del Moscato” di Mango (Cn) 

 presenta l’evento dedicato ai prodotti dell’ultima vendemmia con un programma ricco diappuntamenti che prevede incontri enogastronomici, abbinamenti con la pasticceria del territorio, degustazioni libere e guidate ai banchi d’assaggio.
Anche quest’anno l’evento sarà strutturato seguendo la formula delle passate edizioni:

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Giovedì 6 dicembre ex Foro Boario di Nizza Monferrato, ore 18:00:

Un Dolce Brindisi al Futuro - dibattito tra esponenti della filiera del Moscato.



A seguire:

Cena di Benvenuto. Iniziative effettuate in collaborazione con il




Consorzio dell’Asti

e con l’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana. Ad



invito.

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Venerdì 7 dicembre Enoteca Regionale, Mango, ore 09:00:





Moscato Wine Tasting” della nuova annata di Moscato d’Asti D.O.C.G. e di Asti




D.O.C.G.. Evento riservato a giornalisti e personalità del settore.

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Da sabato 8 a domenica 16 dicembre Enoteca Regionale, Mango:




ore 09:00 – 12:00 e ore 14:00 – 17:00

banco d’assaggio aperto al pubblico.




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Domenica 9 dicembre Enoteca Regionale, Mango:




dalle ore 15:00 “

Matrimonio col Moscato”: le Pro Loco e gli Istituti di Arte Bianca

del territorio offrono in degustazione prodotti tipici, in abbinamento col Moscato

martedì 20 novembre 2012

Il celebre ristoratore Piero Alciati testimonial della Cantina Privata Bocchino

 
Uno tra i personaggi più noti del mondo della ristorazione piemontese e nazionale, diventa protagonista  della campagna di comunicazione  “Cantine Private - Viaggio esclusivo nelle cantine private d’Italia”
 
Continua nel segno dell’alta qualità, la campagna di comunicazione voluta dalla storica Distilleria Bocchino di Canelli fondata nel 1898, per la linea d’eccellenza Cantina Privata, una selezione delle migliori grappe affinate  in barriques di rovere che Carlo Bocchino collezionò a partire dal secondo dopoguerra e che va ad arricchirsi  della nuova Millesimata 1985, una grappa esclusiva risultato di vinacce di Uve Nebbiolo da Barolo e Moscato,  provenienti dai più prestigiosi Crus situati nel cuore del Piemonte, tra Langhe e Monferrato.
La campagna di comunicazione “Cantine Private - Viaggio esclusivo nelle cantine private d’Italia”, firmata dal  Gruppo Armando Testa, trova il suo fulcro in una docustory a puntate destinata alla rete e ai principali blogger di  settore. Obiettivo del progetto è quello di raccontare il valore, la storia e la tradizione dell’azienda attraverso un  viaggio nelle più importanti cantine private d’Italia, dove ristoratori, enologi ed esperti del settore collezionano  l’eccellenza vitivinicola italiana e mondiale. Carlo Micca Bocchino, Presidente e Amministratore Delegato Distilleria Bocchino, precisa:
Per la seconda tappa abbiamo scelto come compagno di viaggio Piero Alciati, membro della famiglia Alciati, famosa ambasciatrice della cucina piemontese nel mondo, enologo e responsabile della ristorazione presso Eataly a Torino, oltre che titolare dello stellato Guido Ristorante a Pollenzo. Una grande persona e un valido professionista, che continua con il fratello Ugo la tradizione della gastronomia regionale iniziata nel 1961 a Costigliole d’Asti dalla mamma Lidia e dal papà Guido e che crediamo fortemente possa farsi portavoce dei valori che sottointendono il nome Cantina Privata, sinonimo di segretezza, esclusività, collezionismo e per questo garanzia di pregio e di alta qualità”.
 Mi avvicino molto volentieri a Cantina Privata perchè Bocchino è storia che ho vissuto, è la passione di una famiglia per un prodotto eccellente, che porta con sè valori a me cari” queste le parole di Piero Alciati, responsabile della ristorazione presso Eataly a Torino, oltre che ristoratore di grande esperienza, sempre ai massimi livelli.
La cantina è per me uno spazio intimo e privato, il regno dell’attesa, del tempo necessario per ‘far bene’, della  condivisione, della famiglia. Un luogo prezioso, ma non esclusivo, che dà valore alla memoria di cose buone, mai  dimenticate.”
Dopo  una lunga pausa di silenzio la distilleria canellese ritiene fondamentale, nel percorso di comunicazione, ripartire dagli influenzatori, da coloro che, ancor prima del consumatore finale, determinano il successo di una marca, specialmente in un passaggio che segna la strada verso un nuovo  posizionamento.
Dalla scorsa primavera è inoltre on line il nuovo sito www.cantina-privata.it  dove è possibile seguire il “Viaggio  esclusivo nelle cantine private d’Italia”, tramite video e gallery fotografiche, entrare nel vivo della Cantina e scoprire l’intera linea di distillati Cantina Privata: le Grappe di Vitigno del Piemonte e le Selezioni di Annata 8, 12, 18 e 21 anni oltre che iscriversi alla Newsletter Cantina Privata per restare sempre aggiornati sulle future iniziative e novità dell’azienda.
 
 
Direttamente da questo link potete visualizzare il video che vede protagonista Piero Alciati:
 
 

lunedì 19 novembre 2012

COMPLETATA LA VIA FRANCIGENA DEL PIEMONTE


                               
 

Con il tratto “VIA FRANCIGENA VERSO IL MARE. Città, borghi e colline del Monferrato” si completa la Via Francigena che attraversa il Piemonte: ben 650 km di percorso, 107 comuni coinvolti, 5 province toccate (Torino, Vercelli, Biella, Asti e Alessandria) 4 parchi naturali interessati, 368 operatori aderenti.

 Numeri interessanti che testimoniano l’importanza del Piemonte nei secoli quale terra di passaggio dalle Alpi verso la Pianura Padana, con un ruolo di cerniera tra la Via Francigena che da Canterbury portava a Roma attraverso il Colle del Gran San Bernardo in Valle d’Aosta  e il percorso che collegava Santiago di Compostela con la Francia e l’Italia attraverso i Colli del Monginevro e del Moncenisio nella Valle di Susa; uno dei percorsi utilizzati dai pellegrini era la Via Fulvia, antica via consolare romana, che da Torino portava verso il mare, percorrendo le colline del Monferrato e attraversando la Provincia di Asti e i borghi dell’Alessandrino.

Il progetto di valorizzazione e promozione di questo inestimabile patrimonio storico e culturale è stato affidato dalla Regione Piemonte all’ATL Turismo Torino e Provincia nell’ambito del Progetto Interregionale sulla Via Francigena; iniziato nel 2010 con il tratto della Via Francigena di Sigerico (attraverso il territorio Morenico-Canavesano, tratto che entra in Piemonte dalla Valle d’Aosta), seguito dal tratto della Via Francigena della Valle di Susa (che, con il tratto Monginevro/Arles, si collega con il cammino di Santiago di Compostela) e del tratto Torino-Vercelli, oggi si conclude con la valorizzazione del 4 tratto del percorso da Torino alla Liguria, attraverso i territori di Asti e Alessandria, in collaborazione con le ATL di Asti e Alessandria.

Il titolo scelto, “VIA FRANCIGENA VERSO IL MARE. Città, borghi e colline del Monferrato”, connota l’itinerario individuato attraverso il Monferrato, territorio conosciuto per le bellezze paesaggistiche e artistiche, oltre che per l’enogastronomia di qualità.

Il percorso, di circa 170 km, con il coinvolgimento di 84 operatori privati, della ricettività, della ristorazione e dei prodotti artigianali e tipici, parte da Torino e si snoda nelle Province di Asti e Alessandria con una ricchissima offerta di beni culturali romanici, tra cui gran numero di edifici religiosi e abbazie romaniche che si incontrano in particolare nel territorio tra Torino e Asti, come l’Abbazia di Vezzolano, molti dei quali inseriti nel progetto dell’Associazione Internazionale Transromanica, riconosciuta nel 2007 dal Consiglio Europeo quale “Grande Itinerario Culturale”.

Il materiale realizzato ad hoc (tradotto in inglese e francese) comprende una cartina geografica dell’area con l’indicazione del percorso, le distanze, i beni culturali, le aree di sosta, i luoghi dove mangiare, dove dormire, dove acquistare prodotti tipici, i cui indirizzi sono stati riportati sul retro. Sempre sul retro della cartina sono state inserite le descrizioni delle varie tappe del percorso e delle chiese e dei beni culturali presenti lungo il cammino. Il materiale è in distribuzione presso gli Uffici del Turismo di Torino e Provincia, di Asti e di Alessandria e alle principali fiere di settore a cui le ATL partecipano in Italia e all’estero.

I ristoranti presenti nel materiale sono stati selezionati tenendo conto dei seguenti requisiti: una distanza massima di 15 minuti a piedi dal tracciato, apertura al sabato e/o la domenica, pagamento con bancomat/carte di credito e definizione di un menù (2 portate + 1 bevanda) al costo massimo di 20 euro. 

Agli operatori coinvolti nel progetto è stata inoltre consegnata una vetrofania in cui è raffigurato il pellegrino -  simbolo della Via Francigena universalmente riconosciuto – e la scritta “Benvenuti – Welcome – Bienvenu - Bienvenidos” che comunica una organizzazione pronta ad accogliere nel miglior modo i pellegrini e i turisti slow e a venire incontro alle loro esigenze.

Ed infine, ma non per importanza, per un’adeguata ed esaustiva comunicazione della Via Francigena del Piemonte, Turismo Torino e Provincia ha creato un sito dedicato www.turismotorino.org/viafrancigena 
nel quale sono stati inseriti i 4 itinerari e tutte le descrizioni, le tracce gps, il roadbook e gli indirizzi utili. Ma non solo. E’ stato realizzato un trailer di pochi secondi e un video promozionale che presenta i vari tratti della Via Francigena, dalle colline dell’Anfitetaro Morenico del Canavese alla Valle di Susa, passando per Torino e Vercelli sino al Monferrato, con le rispettive caratteristiche ed eccellenze storiche, culturali ed enogastronomiche. Il video sarà visibile sul sito e utilizzato durante le fiere ed eventi promozionali.

Per raggiungere Asti partendo dal Torinese si è scelto di privilegiare un itinerario collinare che tocca importanti luoghi di fede e pellegrinaggio e alcune delle più interessanti pievi romaniche, testimonianze affascinanti del transito in queste zone di pellegrini e mercanti e luoghi allo stesso tempo di grande interesse paesaggistico. Tra i luoghi attraversati dal cammino oltre allo splendido complesso della canonica di Santa Maria di Vezzolano e a Castelnuovo Don Bosco, vanno ricordate  anche la chiesa romanica di San Secondo di Cortazzone, le pievi San Giorgio di Bagnasco di Montafia, San Pietro di Albugnano, San Nicolao di Settime. Il percorso costeggia anche aree naturalistiche di pregio come la Riserva Naturale e Paleontologica di Valleandona per poi arrivare ad Asti con una tappa in località Viatosto con la chiesa di Santa Maria si raggiunge Asti. Nel centro storico il percorso suggerito segue proprio la romana Via Fulvia (attuale Corso  Alfieri) partendo dalla cattedrale gotica e proseguendo con l’ex monastero di Sant’Anastasio, importantissima presenza religiosa sin dal 1000, la Collegiata di San Secondo e il Complesso medioevale di San Pietro, che accoglieva i pellegrini nell’Ospedale dei Cavalieri Gerosolimitani.  Da Asti si esce poi in direzione di Alessandria nella valle del fiume Tanaro attraverso i comuni di Castello d’Annone e Rocchetta Tanaro.

Venendo al  percorso in provincia di Alessandria, questo  non ha la pretesa di essere una ricostruzione storica dettagliata, né di essere esaustivo di una rappresentazione del territorio, bensì si pone come possibile variante del percorso tradizionale di Sigerico, connettendo luoghi di religiosità storici (la Precettoria di San Giovanni di Roncaglia ad Abazia di Masio, Santa Maria e San Siro a Sale, la Pieve di Viguzzolo, la Madonna della Guardia di Genova) e contemporanei (i Luoghi Orionini) e valorizzando paesaggi e luoghi storico-artistici distinti dalle vie turistiche più tradizionali, attraverso un percorso misto: si cammina attraverso collina, pianura, montagna, fino a scorgere il mare dai valichi appenninici e dalla Guardia.

La Presidente di AstiTurismo – ATL commenta così l’iniziativa “L’Astigiano ha una grande tradizione sul fronte del turismo religioso e molte delle presenze registrate sul nostro territorio sono proprio generate da pellegrini in visita al Colle Don Bosco, all’Abbazia di Vezzolano e alle numerose pievi Romaniche che sorgono sulle nostre colline. Il  progetto ci ha offerto la possibilità di mettere in rete la nostra offerta con quella dei territori attigui e pensiamo che solo facendo sistema si possa realmente posizionare sui mercati nazionali e internazionali questo prodotto. L’esperienza dell’Ostensione della Sindone 2010, che ha portato molti pellegrini anche nell’Astigiano, ci consente oggi di collocarci sul mercato del turismo religioso con una maggiore consapevolezza circa le nostre potenzialità. Per la realizzazione del percorso nel tratto di nostra competenza dobbiamo ringraziare il C.A.I di Asti, grazie a loro i  pellegrini potranno effettuare il tragitto quasi totalmente su sentieri e strade secondarie a basso traffico e di usufruire di aree di sosta attrezzate e la collaborazione degli operatori turistici della zona per garantire possibilità di sosta e ristoro e anche  perché no, l’acquisto di prodotti tipici”

PROFILO DEL PELLEGRINO SULLA VIA FRANCIGENA DEL PIEMONTE

Da un’analisi realizzata sui pellegrini che passano per il timbro sulle credenziali all’Ufficio Turistico di Ivrea e Susa e al punto tappa gestito dai volontari dell’Associazione Via Francigena di Sigerico sempre a Ivrea, emerge che l’età del pellegrino è tra i 50-60 anni, sia uomini che donne, provenienti da tutto il Nord Europa ma anche da USA, Canada e Australia, il 30% cammina da Canterbury a Roma, gli altri percorrono alcune tappe dei 1600 km complessivi. I mesi più frequentati sono giugno e agosto e il pellegrino cammina da solo o in piccoli gruppi e ha già fatto altri cammini europei (quasi tutti il Cammino di Santiago) mentre è la sua prima volta sulla Via Francigena. La motivazione principale è conoscere l’arte, la cultura, l’enogastronomia e la gente dei luoghi attraversati e il suo giudizio sul tratto piemontese percorso è molto positivo per segnaletica, accoglienza e ospitalità. Si è stimato il passaggio di oltre 800 pellegrini all’anno mentre sono oltre 1000 i partecipanti che hanno preso parte alle camminate organizzate dall'Associazione Via Francigena di Sigerico. Interessante notare che per quanto riguarda il tratto della Valle di Susa, invece, la provenienza è in maggioranza di francesi e spagnoli,  incrementati rispetto agli anni passati grazie al collegamento con il Cammino di Santiago di Compostela.

 

 

lunedì 12 novembre 2012

NELL'ANNO DEL DRAGO - in mostra 4 importanti artisti contemporanei cinesi

dal 15 novembre 2012 al 10 febbraio 2013

Asti, Palazzo Mazzetti, Corso Vittorio Alfieri 357

Come ben sanno tutti coloro che seguono, anche marginalmente, il mondo dell'arte, il fenomeno Cina è esploso in questi ultimi anni anche in  questo settore.

A livello internazionale molti artisti dell'immensa nazione asiatica sono molto quotati e raggiungono cifre milionarie.
In Italia, escludendo gli addetti ai lavori, l'exploit cinese anche in questo campo probabilmente non è ancora molto conosciuto  dal grande pubblico e quindi l'iniziativa intrapresa ad Asti può essere interessante per far arrivare in città quel turismo culturale che si sta rivelando sempre più rilevante.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti in collaborazione con l’Associazione Piemontese Arte presenta, nello spazio espositivo della Fondazione Palazzo Mazzetti ad Asti, una selezione d’importanti artisti cinesi nella mostra “Nell’Anno del Drago” curata da Michelle Lai, Art Manager presso lo Shanghai Sculpture Park in Cina.
Si inaugura giovedì 15 novembre alle ore 17.30 e resta aperta sino al 10 febbraio 2013.
Li Xiao-wei, Luo Fa-hui, Wang Dong-chun e Yu You-han sono i quattro pittori, tutti noti
a livello internazionale, che espongono per la prima volta in Piemonte nell’ambito della
consolidata collaborazione esistente fra l’Associazione Piemontese Arte, presieduta dallo
scultore Riccardo Cordero, e lo Shanghai Sculpture Park diretto dallo scultore giapponese
Masayuki Koorida.
Le 23 opere esposte mostrano uno spaccato delle nuove tendenze
dell’arte contemporanea in Cina e, sebbene in apparenza denotino stilemi occidentalizzanti, lasciano filtrare la permanenza di una tradizione chiaramente orientale.
Come scrive nel suo testo introduttivo al catalogo la curatrice, Michelle Lai, che ha
selezionato gli artisti invitati “… Sebbene appartenenti a generazioni differenti, (gli artisti)
provengono tutti dalle esperienze (storico sociali) menzionate. Essi hanno tutti provato
intensamente a cercare diverse interpretazioni di forme e linguaggi per creare  un’espressione artistica di questa nuova generazione.
E’ nostro grande piacere collaborare a questa mostra e dare un contributo agli scambi internazionali della cultura tra Cina e Italia…”.
L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti attraverso la neo
Fondazione Palazzo Mazzetti, sarà inoltre arricchita da una serie di eventi collaterali ad
ingresso libero, organizzati con la collaborazione dell’Istituto Confucio di Torino, con finalità didattico divulgative per sviluppare una più approfondita conoscenza della cultura cinese attraverso alcuni temi selezionati, quali la scrittura per ideogrammi, la musica e l’arte di tagliare la carta.
Tutti gli eventi si terranno presso la sede espositiva o in locali attigui e avranno luogo
dal mese di dicembre per concludersi il 10 febbraio, data in cui ricorre il Capodanno cinese, nonché data di chiusura della mostra stessa.
 
scheda della mostra

NELL’ANNO DEL DRAGO
 
a cura di Michelle Lai
Asti, Palazzo Mazzetti
 Artisti
Li, Xiao-wei Luo, Fa-hui Wang, Dong-chun Yu, You-han
 
Promotore:
 Fondazione Palazzo Mazzetti, Asti
Organizzazione:
Associazione Piemontese Arte
 
Patrocinio di:
Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Asti
Collaborazione:
Shanghai Sculpture Park, Cina
Sede espositiva:
Palazzo Mazzetti, Corso Vittorio Alfieri 357, Asti
Apertura mostra:
dal 15 novembre 2012 al 10 febbraio 2013
Orario:
continuato da martedì a domenica, 10:30 – 18:30 (lunedì chiuso)
Ingresso al museo intero 5,00€, ridotto 3 €, scuole gratis
Ingresso alla mostra gratis
Catalogo: a colori, distribuito in sede
Info:  www.piemontearte.com  Tel. 011 248.1790  www.palazzomazzetti.it  Tel. 0141 530.403
                                         Palazzo Mazzetti