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sabato 24 giugno 2023

1988-2023: 35° ANNI DI ATTIVITÀ OLTRE CENTO DONNE DEL VINO TRA LE MERAVIGLIE DELL’ALTRO PIEMONTE


  

LA CONVENTION NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE GUIDATA DA DANIELA MASTROBERARDINO È STATA OSPITATA TRA LE COLLINE DEL GAVI, TIMORASSO, MOSCATO E NEBBIOLI DELL’ALTO PIEMONTE. PRESENTATI I DATI DI UN SONDAGGIO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

 

Più di cento Donne del Vino da tutta Italia hanno raccolto l’invito a scoprire le meraviglie dell’Altro Piemonte per la loro Convention nazionale: cinque giorni a scoprire le colline del Gavi, del Timorasso e del Moscato, per poi puntare verso Nord tra le vigne del Nebbiolo di Ghemme, Gattinara e Boca. Produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste sono arrivate da tutta Italia per partecipare a questo appuntamento annuale organizzato dall’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo (ad oggi 1070 associate) che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva vitivinicola. Nata nel 1988, l’Associazione Le Donne del Vino festeggia i 35 anni di attività. È guidata dalla presidente irpina Daniela Mastroberardino affiancata dalla vice vicaria alessandrina Francesca Poggio, produttrice di Gavi. In Piemonte c’è una delegazione molto affiatata con più di cento associate guidate da Ivana Brignolo Miroglio. Sono pochi i dati raccolti sulle donne e il vino in Italia, ma è possibile affermare con certezza che l’incremento del numero e del ruolo delle donne, nel comparto enologico, abbia un effetto molto positivo. In generale, in Italia, le donne guidano il 28% delle imprese agricole con vigneto e cantina. Un rilevamento più recente ci fornisce un’indicazione dettagliata della presenza femminile nelle imprese italiane del vino: le donne sono l’80% degli addetti al marketing e alla comunicazione, il 51% di chi si occupa di commerciale e il 76% di chi riceve gli enoturisti. In vigna e in cantina la loro presenza si riduce al14%. La SAU, Superficie Agricola Utilizzabile, a conduzione femminile è solo il 21% del totale ma produce il 28% del PIL agricolo (Censis 2018). Il Forte di Gavi ha ospitato un momento di riflessione e confronto su sostenibilità, vitigni autoctoni, nuove sfide. Moderate dalla giornalista Lara Loreti, hanno portato il loro contributo Antonella Bosso, responsabile del Centro di ricerca viticoltura ed enologia di Asti, Silvia Guidoni, professoressa associata al Disafa - Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, e Giusi Mainardi giornalista, storica del vino e docente di Storia della Vite e del Vino. Daniela Mastroberardino ha presentato i risultati di un sondaggio interno alle Donne del Vino sui cambiamenti climatici e la loro influenza sulla viticoltura. Hanno risposto 109 produttrici. Vediamo nel dettaglio i risultati.

                                                  il convegno 
 

CAMBIAMENTO CLIMATICO: I RISULTATI DEL SONDAGGIO

Le produttrici intervistate dichiarano che i loro vigneti prevalentemente non presentano impianti irrigui di soccorso (51.4%). Chi ha nei propri vigneti impianti irrigui di soccorso (circa 48%) ha dichiarato di utilizzare come fonti di irrigue quelle provenienti da pozzi (42.31%) e dai consorzi di bonifica (32.69%). La maggior parte delle socie ha espresso un parere positivo all’applicazione di acque di recupero per l’irrigazione (86.1%). Il cambiamento climatico si sta manifestando attraverso l’arrivo di piogge violente ed improvvise con grandinate anomale (19.38%), aumento dei periodi di siccità (16.70%) e con un aumento delle temperature medie autunno-invernali (12.78%). Le conseguenze dei cambiamenti climatici influiscono sulla viticoltura principalmente con un sfasamento tra le fasi della maturazione tecnologica e della maturazione fenolica/aromatica (13.20%), ovvero sull’anticipo dell’epoca di maturazione dei grappoli (12.58%). Altri importanti fenomeni riscontrati sono l’anticipo delle fasi fenologiche della pianta (10.72%), diminuzione delle rese/ettaro (9.90%) e maggiore incidenza di parassiti e fitopatie (9.07%). Per contrastare i cambiamenti climatici in viticoltura, si ricorre alla riduzione della sfogliatura per schermare con la vegetazione i grappoli (88.37%); alla defogliazione all’invaiatura per ritardare la maturazione tecnologica (83.72%) e all’intensificazione della potatura invernale (81.48%). Il cambiamento climatico complessivamente è dannoso per la viticoltura per il 63.60%.  Le richieste alle istituzioni sono: sostegni economici concreti per migliorare l’efficienza delle reti idriche consortili e di creare nuove reti per una distribuzione capillare e per incentivare la ricerca e lo sviluppo. Consentire una formazione specializzata per gli operatori del settore (imprenditori agricoli e operai) in modo da far comprendere le esigenze del risparmio idrico e dare gli strumenti per avere una gestione efficiente. Promuovere l’installazione di nuovi impianti irrigui ad alta efficienza, come gli impianti di subirrigazione e impianti a bassa portata, per ridurre le perdite per evapotraspirazione e irrigare in base alle reali esigenze del vigneto. Favorire le consulenze agronomiche specializzate: un suggerimento potrebbe essere quello di coinvolgere le università per creare delle connessioni e incentivare le “consulenze junior” di studenti come suggerito dalla FAO. Promuovere l’installazione di sistemi di monitoraggio avanzati come capannine meteorologiche. Migliorare l’efficienza degli invasi artificiali per la raccolta delle acque piovane. Maggiore celerità nella gestione delle problematiche rilevate dalle aziende vitivinicole e snellimento del processo burocratico. Maggiori controlli sulle pratiche irrigue e sui disciplinari di produzione (soprattutto per le aree in cui non è consentita l’irrigazione di soccorso).



RINGRAZIAMENTI

Le Donne del Vino sono state ospitate da: Cantina Binè di Novi Ligure della socia Rosi Carlevaro, Cantine Bosca di Canelli, guidate da Pia, Poline e Luigi Bosca, Casa Vinicola Marenco della socia Michela Marenco con le sorelle Doretta e Patrizia a Strevi (Al); azienda La Mesma di Tassarolo, guidata dalle sorelle Anna, Francesca e Paola Rosina; cantina La Raia di Novi Ligure della socia Elena Passi; Cantina Vigneti Repetto di Marina Bernardi; Cantina Travaglini di Cinzia Travaglini; Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo.

Si ringraziano le sommelier Piercarla Negro, Anna Maria Palamone e Monica Garelli.

Con il patrocinio di: Direzione Regionale Musei Piemonte – Forte di Gavi, Regione Piemonte – Consiglio Regionale Piemonte, Comune di Gavi, Comune di Bosco Marengo, Città di Acqui Terme, Città di Stresa, Comune di Canelli, Comune di Tortona, Comune di Tassarolo, Camera di Commercio Alessandria Asti.

Si ringrazia: Gruppo Credem – Credem Euromobiliare Private Banking, Consorzio Tutela del Gavi, Amici del Forte e di Gavi, Amici di Santa Croce, Ais Piemonte, Abc della Cantina, Antonio Carraro, Diam, Ferrero Assicurazioni, Gamba Botti, Publigaf, San Bernardo, Sinergo, Step, Burky Agri Azienda, Spagliarisi Natalini, Ca da Lera.

 


LE DONNE DEL VINO FESTEGGIANO 35 ANNI DI ATTIVITÀ

L’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo che quest’anno festeggia i 35 anni di attività. Nata nel 1988, conta oggi 1070 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nel 2019 hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Durante la IIª Convention mondiale delle Donne del Vino ospitata al Simei Milano a novembre 2022, hanno siglato un patto internazionale di collaborazione con le rappresentati di Amuva – Argentina, The Fabulous Ladies’ Wine Society-Australia, 11 Frauen und ihre Weine - Austria, Chile, Wow- Croazia, Femmes de Vin - Francia, Baia’s Wine – Georgia, Vinissima – Germania, Women in Wine - Nuova Zelanda, Las Damas del Pisco - Perù. Le Donne del Vino italiane promuovono indagini sul gender gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 è partita la sperimentazione del progetto D-Vino per introdurre l’insegnamento del vino negli istituti turistici e alberghieri direttamente organizzato dalle Donne del Vino. Le socie stanno realizzando il primo ricettario italiano che parte dal vino o dai vitigni autoctoni per descrivere i piatti della tradizione locale. Le azioni in favore della salvaguardia dell’identità locale e del patrimonio storico del vigneto italiano comprendono anche le degustazioni sui vini da “vitigni reliquia” e da “vigneti antichi”. Le Donne del Vino promuovono il turismo del vino en plein air con il progetto Camper Friendly. Contrastano la violenza sulle donne con raccolte di fondi, convegni e azioni di sensibilizzazione. Maggiori notizie sono nel sito e nel blog www.ledonnedelvino.com oltre che nel mensile D-News inserto del Corriere Vinicolo.

 

LE DONNE E IL VINO: DATI E CURIOSITÀ

In Italia, le donne guidano il 28% delle imprese agricole con vigneto e/o cantina, il 24,8% delle imprese commerciali al dettaglio di vino e il 12,5% di quelle all’ingrosso. Dirigono il 12,3% delle cantine industriali e nel complesso il 26,5% delle 73.700 aziende italiane del vino (2017 CRIBIS Società del gruppo Crif specializzata nel business information).

Un rilevamento più recente (2022 Nomisma Wine Monitor Viaggio nell’Italia del vino) ci fornisce un’indicazione più dettagliata della presenza femminile nelle imprese italiane del vino: in vigna e in cantina la loro presenza è del 14%, dato che corrisponde anche alle iscritte donne di Assoenologi. Il gentil sesso cresce di numeri e di ruolo via via che il vino si avvicina al consumatore: sono l’80% degli addetti al marketing e alla comunicazione, il 51% di chi si occupa di commerciale e il 76% di chi riceve gli enoturisti.

La SAU, Superficie Agricola Utilizzabile, a conduzione femminile è solo il 21% del totale ma produce il 28% del PIL agricolo (Censis 2018).

La superficie media delle imprese agricole dirette da donne era di 11 ettari nel 2018.

Anche nell’impegno ambientale già nel 2016 il vigneto bio o in conversione delle donne era il 27,4% a fronte di un dato italiano dell’11,8%.

Secondo Divinea (2021) il 66% delle esperienze in cantina sono prenotate da donne. Dato confermato da un altro fortissimo portale di enoturismo Winedering (2022) secondo il quale le donne convertono il contatto in prenotazione il 14% in più degli uomini e sono il 53% dei visitatori delle cantine.

Il turismo del vino italiano è rosa anche per le persone che accolgono i visitatori in cantina: il 28% delle imprese enoiche aperte al pubblico ha solo personale femminile, il 27% una prevalenza femminile e solo il 6,1% ha uno staff tutto maschile alla wine hospitality.

Le donne sono più attente degli uomini al packaging del vino. Le bottiglie devono presentarsi bene. Mentre gli uomini preferiscono colori come nero, grigio e blu, le donne amano il viola, il rosso e in genere le tinte pastello.

I Paesi dove il mercato del vino è maggiormente in mano alle donne sono Giappone, India e in generale l’Asia.

Una curiosità: secondo un’indagine del Professor Gabriele Micozzi della Luiss di Roma e il Live Spin Off Università Politecnica delle Marche, l’uomo astemio appare alle donne noioso e poco interessante rispetto a quello bevitore a cui si collega a un profilo colto, interessante e 

 

 

giovedì 8 giugno 2023

DEGUSTAZIONE SPECIALE IN LANGA: “SINESTESIE” ASCOLTA IL VINO, ASSAPORA LA MUSICA, RESPIRA IL TERRITORIO Nella cantina Diego Morra a Verduno (Cuneo) | Sabato 17 giugno 2023 alle 17 Altre date in calendario: 1° luglio, 23 settembre e 21 ottobre




Alla cantina Diego Morra, a Verduno (Cuneo), accolti dall’abbraccio naturale di alcuni tra i più vocati cru di Barolo della zona, arriva il nuovo appuntamento per una degustazione straordinaria, dove vino, cibo musica coesistono armoniosamente e si contaminano in un percorso sperimentale e coinvolgente.

“Sinestesie”, questo l’evocativo nome del progetto che invita ad “ascoltare il vino, assaporare la musica, respirare il territorio”.

Prossimo appuntamento in calendario sarà quello di sabato 17 giugno, alle 17. Accompagnati dalla musica dal vivo di Monica Agosto (violino) e Gianpiero Gregorio (chitarra), i vini Diego Morra si potranno degustare insieme alle preparazioni della chef Clara Aimonetto in un pairing tra cinque calici, cinque portate e dieci brani musicali.

Crediamo che le emozioni possono contribuire a memorizzare momenti, sensazioni e fissare esperienze – dice Francesca Garbaccio, che insieme al marito Diego Morra guida l’azienda -. Creando un contesto stimolante a livello sensoriale, vorremmo sollecitare i nostri ospiti a richiamare alla mente le emozioni provate tutte le volte che prenderanno un calice di vino o ascolteranno un particolare brano oppure assaggeranno un certo sapore”.

In alcune cantine l'abbinamento “degustazione, cibo e musica” è una prassi consolidata: si mesce il vino, si servono piatti della tradizione i musicisti eseguono il proprio repertorio. Per “Sinestesie” la formula è diversa: si interpretano canzoni e musiche di genere ed epoche diverse in base al singolo vino servito.

Le scelte musicali – spiega Monica Agosto - sono state ispirate dalle caratteristiche dei vini, dalla storia e dalla tradizione. Questo esperimento è nato dalla domanda che ci siamo posti su come descrivere musicalmente un vino. Partendo dall'ascolto del sommelier, che durante la degustazione racconta i vini attraverso un viaggio di percezioni, profumi, aromi, abbiamo voluto ricreare un’atmosfera appropriata affinché anche l’udito potesse entrare in simbiosi con gusto e olfatto, ideando una tipologia di degustazione non raccontata attraverso le parole, bensì rappresentata da sensazioni ed emozioni”.

La musica e il cibo si abbinano così alla freschezza dello Chardonnay, alla texture vellutata del Rosato, alla sensualità del Pelaverga, all’essenza tradizionale del Dolcetto, alla profondità del Barbera, all’eleganza del Nebbiolo, alla regalità del Barolo

Ricreiamo un “ambiente musicale” adeguato a ogni vino, proponendo interpretazioni diverse che rispecchiano in chiave musicale le sensazioni descritte. Abbiamo spaziato in stili, generi ed epoche diverse per poter offrire agli ospiti un percorso ricco di stimoli ed emozioni” conclude Monica Agosto.

I momenti importanti della nostra vita - commenta la chef Clara Aimonetto - sono sempre accompagnati da buon cibo e buon vino. Lo scopo dell’evento è creare piacevolezza cercando di unire tre fattori fondamentali della nostra cultura: l’arte della musica, l’arte del vino e l’arte del buon cibo, per cui ci siamo focalizzati sulla ricerca dell’armonia dei tre fattori. Le emozioni sono lo spirito della vita e il cibo è uno dei motori più forti, che suscita sentimenti. L’ospite verrà accompagnato in questo percorso sensoriale attraverso un gioco di consistenze, sapori e profumi espressi in modo singolare per ogni finger food. Assaggiando il vino e ascoltando i miei ricordi, ho voluto creare degli abbinamenti che esprimessero il mio modo di cucinare, che è anche un po’ il modo in cui vivo la vita: in armonia con la natura, con curiosità per tutto ciò che mi circonda.  L’esperienza si concluderà con l’assaggio di un cioccolatino, creato appositamente per il Barolo Diego Morra: una camicia di cioccolato fondente che abbraccia la ganache rispecchiando i sapori e i profumi del vino”. 

All’appuntamento di sabato 17 giugno seguiranno quelli di sabato 1° luglio, sabato 23 settembre e sabato 21 ottobre.


I posti sono limitati, la prenotazione obbligatoria a questo link: https://bit.ly/sinestesie2023

 

Diego Morra, una cantina giovane, in crescita e continuo fermento, che conserva in sé i punti saldi della tradizione di Langa e associa oggi il suo nome in particolare alla produzione di Pelaverga di Verduno DOC, Barolo DOCG dal cru Monvigliero e altri importanti vini di queste terre.

Diego, classe 1984, nasce e cresce tra le vigne di nonno Domenico e papà Antonio. Dal 2006 inizia il suo percorso imprenditoriale avviando nella sua Verduno, tra scenografici filari di nebbiolo, la cantina che porta il suo nome.

Siamo curiosi, appassionati, sperimentatori - dicono il produttore Diego Morra e sua moglie Francesca -. Il nostro lavoro ci diverte. Vogliamo capire le potenzialità dei vigneti: tutto inizia da lì. Come capita per l’essere umano, ogni singolo vigneto ha grandi doti su cui investire e limiti da conoscere. C’è chi regala più struttura e chi più tannino, c’è chi svela gustose note fruttate e chi ci inebria con la spezia. C’è chi si presenta con un bouquet floreale ed elegante, chi regala inattese note balsamiche, chi sa essere deciso, quasi arrogante. Chi va incoraggiato e chi va ammorbidito, perché spigoloso e ruvido di natura. Le differenze sono la nostra ricchezza e non vanno annientate, ma esaltate”.

È proprio a partire da questa convinzione che nasce il progetto “Sinestesie”: ogni vino è in grado di regalare emozioni, ha un proprio carattere capace di raccontare di sé e del territorio da cui proviene, con sfumature diverse. L’espressione di ogni sorso può essere fortemente influenzata dal contesto, dallo stato d’animo che si prova, dai sapori, dagli umori di un momento. Ogni sorso è un viaggio, dentro il vino e dentro sé stessi, e “Sinestesie” è un progetto nato per accompagnare le persone in questo percorso immersivo e suggestivo.



  

  

 

 



 

Verduno, 7 giugno 20