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Le due etichette dell’azienda di Costigliole d’Asti sono state selezionate per la Welcome Dinner ufficiale e la Chef’s Feast del prestigioso evento in programma a Torino dal 16 al 19 giugno
Cascina Castlèt vola in alto. Anzi, altissimo: sarà l’unica azienda a rappresentare il Moscato d’Asti docg e la Barbera d’Asti Superiore docg al “The World’s 50 Best Restaurants” 2025, l’evento più atteso e prestigioso del panorama gastronomico mondiale, in programma a Torino dal 16 al 19 giugno. Martedì 17 giugno, nella cornice esclusiva del ristorante Piano35 al Grattacielo San Paolo, il Moscato d’Asti docg 2024 di Cascina Castlèt sarà l’unico Moscato d’Asti selezionato per la Welcome Dinner ufficiale: una cena a posti riservati per chef, organizzatori e ospiti internazionali. Il giorno successivo, mercoledì 18 giugno, durante la Chef’s Feast, la grande festa dedicata a oltre 350 tra chef, brigate di cucina, giornalisti e addetti ai lavori, sarà invece servito il Passum Barbera d’Asti docg Superiore 2020. «Essere scelti con due vini simbolo dell’Astigiano in un evento di questa portata è una grande emozione – dice Mariuccia Borio, anima di Cascina Castlèt –. Il Moscato d’Asti e la Barbera d’Asti Superiore sono le nostre radici, ma anche la nostra visione: vini che sanno essere immediati e profondi, quotidiani e straordinari. È bellissimo che siano proprio loro a raccontare chi siamo, a chi arriva da ogni parte del mondo». La partecipazione di Cascina Castlèt si inserisce nel programma promosso da Piemonte Land of Wine, partner ufficiale dell’evento, con il sostegno della Regione Piemonte e del Comune di Torino. Cascina Castlèt: chi siamo Oltre trenta ettari di vigna che racchiudono un sogno diventato progetto. Un progetto che nasce da due idee semplici: rispettare la natura ed essere al passo con la tecnologia. Questa è Cascina Castlèt. Siamo a Costigliole d’Asti, sulle colline tra Langa e Monferrato. Un sogno realizzato per l’imprenditrice vitivinicola Mariuccia Borio. Da sempre i Borio coltivano la loro proprietà con vitigni autoctoni, quelli che più parlano della famiglia, Barbera, Moscato, Uvalino, Nebbiolo, ma negli anni hanno scommesso anche su Cabernet Sauvignon e Chardonnay. Nascono così i vini Cascina Castlèt, da uve risolute e con nomi coraggiosi, Passum, Policalpo, Avié, Litina, Goj, Ataj e Uceline. Ogni nome racchiude una storia, un racconto, un piccolo aneddoto della famiglia e del territorio. La cantina di Cascina Castlèt ha due anime: una vecchia cantina, interrata e al cui interno sono presenti grandi botti in rovere e un nuovo locale di affinamento, con barrique, tonneaux e macchine moderne. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale delle acque reflue di cantina. Tutto questo vuole essere coerente con il principio che coniuga il rispetto della natura e l’essere al passo con la tecnologia, in ogni fase di vinificazione. La cantina ha un wine shop con ampi spazi per l’accoglienza e la degustazione. I vini vengono bevuti in tutto il mondo: da New York a Tokyo, da Oslo a Sydney fino alle Antille Olandesi.
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In occasione del trentesimo anniversario della Denominazione di Origine Controllata (DOC) Verduno Pelaverga, l’Associazione “Verduno è Uno” organizza insieme allo chef Davide Palluda una cena speciale, il 25 giugno, presso il ristorante stellato All’Enoteca di Canale (Cuneo).
25 giugno 2025, Ristorante All’Enoteca, via Roma 57, Canale (CN) RISTORANTE ALL’ENOTECA DI CANALE All’Enoteca nasce nel 1995 a Canale, nel cuore del Roero, ed è guidato sin dall’inizio dallo chef Davide Palluda. Nel 2000 arriva la stella Michelin, ma il cuore del progetto resta immutato, raccontare il territorio attraverso una cucina che valorizza la materia prima con rispetto, sensibilità e visione contemporanea. Nel 2025 il ristorante celebra 30 anni di attività. Un traguardo che non è solo un anniversario, ma l’occasione per guardare indietro e avanti: alla coerenza di un percorso e all’energia di una continua evoluzione.
Tra le due guerre mondiali e nel dopoguerra l’azienda Comm. G.B. Burlotto aveva mantenuto attiva l’antica tradizione di vinificare il pelaverga piccolo in purezza. Negli anni Cinquanta e Sessanta, la produzione era divenuta esigua e difficilmente superava le 1000 bottiglie all’anno. Era frutto della vendemmia separata delle piante di pelaverga piccolo ancora presenti nei vigneti di Nebbiolo, Barbera e Dolcetto di proprietà dell’azienda e di alcuni viticoltori del paese. Questo passaggio rappresenta il nucleo storico per l’avvio del progetto dell’associazione dei produttori di Verduno, che si costituirà ufficialmente nel 2000, ma operava in via informale dagli anni Ottanta. Le aziende fondatrici furono sei: oltre al Castello di Verduno, Fratelli Alessandria, Commendator G.B. Burlotto, Gian Carlo Burlotto – Cantina Massara, Bel Colle, Vinandolo di Antonio Brero. Grazie al lavoro di squadra, si arrivò alla valorizzazione del vitigno fino all’istituzione della Doc Verduno Pelaverga nel 1995, un anno dopo l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite (codice 330).
Approvato per la DOC con Decreto Ministeriale del 20/10/1995 (e successivamente aggiornato con le modifiche del 2007, 2011, 2014 e 2015), il disciplinare del Verduno Pelaverga (o Verduno) isola un piccolo areale di produzione che include il territorio del comune di Verduno e una porzione sita nei comuni contigui di Roddi e La Morra. #verdunopelaverga30 |
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