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mercoledì 30 ottobre 2024

Nel decennale del riconoscimento Unesco ai Paesaggi di Langhe-Roero e Monferrato Piemonte Land conferma la partnership con Artissima di Torino. Monchiero: «Siamo per la tutela della bellezza, della natura e dell’arte»


 

Torna all’Oval Lingotto di Torino Artissima, la principale fiera d ’ arte contemporanea in Italia che, dal 1994, unisce la sperimentazione e la ricerca artistica alla presenza sul mercato internazionale. Tra i partner di Artissima è confermata la presenza di Piemonte Land of Wine, il consorzio che raggruppa i consorzi vitivinicoli del Piemonte 

 Commenta il presidente Francesco Monchiero : «Quest’anno ricorre il decennale del riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
E non è dunque un caso che Piemonte Land of Wine sia da anni partner di Artissima che è la principale fiera di arte contemporanea in Italia. Chi fa vino, chi coltiva le vigne, ha nei propri occhi costantemente la Grande Bellezza di un paesaggio tutelato dal lavoro quotidiano di donne e uomini.
E la missione di conservare il bello della natura ci accumuna fortemente agli artisti che sono il cuore e l’anima di Artissima»
 La fiera si terrà dal 1 al 3 novembre all’Oval Lingotto di Torino. È curata da Artissima srl, società che afferisce alla Fondazione Torino Musei. 
 Ogni anno ad Artissima partecipano gallerie d’arte da tutto il mondo con sezioni dirette da curatori e direttori di musei internazionali, dedicate ad artisti emergenti (Present Future), alla riscoperta dei pionieri dell ’ arte contemporanea (Back to the Future) e al disegno (Disegni). 
 Spiega la direttrice di Piemonte Land, Anna Errico : «Siamo wine partner della manifestazione e, oltre all'area di degustazione allestita nel padiglione, in accordo con Artissima, doniamo ad ogni galleria espositrice una bottiglia di spumante per il brindisi inaugurale». 
 Per la scelta del vino si seguono le indicazioni regionali del vitigno dell’anno: lo scorso anno protagonista fu il Caluso Spumante docg, quest'anno tocca all'Acqui Rosè Spumante docg (da uve Brachetto) con bottiglie vestite con l'etichetta speciale tratta dall'opera di Ambra Viviani che fu decretata vincitrice del concorso a marzo 2024

 A questo proposito, come ogni anno, Artissima organizza il concorso per giovani artisti e la relativa commissione di valutazione - nella quale sono rappresentati Piemone Land e la Regione Piemonte, oltre a critici d'arte, giornalisti di settore e lo stesso direttore di Artissima Luigi Fassi - che indicherà l’opera che nel 2025 caratterizzerà, come è stato quest’anno per l’opera di Viviani, l’immagine grafica-visiva dello stand della Regione Piemonte al Vinitaly di Verona, la più importante fiera italiana del vino.​

venerdì 25 ottobre 2024

“Donne, vino e segreti”: nasce il podcast per raccontare l’empowerment femminile nell'industria vitivinicola italiana Un progetto voluto dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino

 


Un progetto voluto dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, sostenuto dall’ Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia e realizzato da La Content per raccontare storie ed esperienze di donne che, attraverso la propria professionalità, il proprio carisma e facendo rete, hanno determinato l’emancipazione di un intero settore


Nasce "Donne, vino e segreti", un podcast per ispirare, emancipare e portare consapevolezza sul ruolo e sulla professionalità delle donne nel mondo dell’industria vitivinicola italiana. Il progetto, fortemente voluto da L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino (1200 associate che lavorano nel settore vino), è stato realizzato dall’agenzia specializzata in storytelling, digital strategy e content creation La Content e sostenuto dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere, la crescita economica sostenibile e la riduzione delle disuguaglianze. I primi 2 episodi di “Donne, vino e segreti” sono disponibili da oggi, su Spotify e tutte le principali piattaforme di streaming musicale. Questo il link per ascoltarli: https://tinyurl.com/553mpp2m 


 

Ma la strada per colmare il gender gap in questo settore, ancora fortemente connotato da figure maschili, è lunga. È proprio questo l’obiettivo del podcast "Donne, vino e segreti": condividere, attraverso cinque puntate, storie e testimonianze di donne straordinarie che hanno in comune non solo la passione per il mondo dell’enologia, ma anche aver dovuto affrontare sfide per emergere e affermarsi, confrontandosi con barriere di genere e pregiudizi. In questo podcast svelare i “segreti” diventa un atto di coraggio che contribuisce a creare rappresentazione, a costruire uno spazio in cui identificarsi e a donare la giusta visibilità per aprire le porte al futuro e in particolare alle nuove generazioni. Ognuna di queste donne non solo ha infatti contribuito alla crescita e all’innovazione di questo settore, ma ha anche mantenuto un legame profondo con la tradizione e la terra, innovando o preservando. A dare forma e voce a questo viaggio, affiancata da La Content, c’è Giulia Blasi, autrice del podcast, scrittrice e attivista nota per il suo impegno verso l’empowerment femminile e per i suoi libri che affrontano temi di genere e giustizia sociale. A far da sfondo a questi racconti l’Italia e la sua storia, la sua cultura enologica e il mondo dell’imprenditoria vitivinicola, approfonditi dalle voci narranti di Laura Donadoni, giornalista e wine educator, esperta di vini e cultura enologica, e de Le Donne del Vino.

                                                          Giulia Blasi e Laura Donadoni 
 

"Con il podcast 'Donne, vino e segreti' - dice la presidente nazionale de Le Donne del Vino Daniela Mastroberardino - vogliamo dare voce alle storie straordinarie delle donne che, con impegno e passione, hanno trasformato il mondo del vino in Italia. Questo progetto è un’opportunità per raccontare le storie di determinazione e successo delle nostre donne imprenditrici, per mostrare quanto possiamo raggiungere insieme quando crediamo nella forza della rete e della condivisione. Abbiamo scelto il podcast come una nuova forma di comunicazione per parlare anche alle nuove generazioni".  "Dopo la tragica scomparsa di Marisa Leo – aggiunge Marianna Cardone, vice presidente nazionale delle Donne del Vino e socia della delegazione Puglia – tutte noi abbiamo sentito l'urgenza di fare qualcosa di concreto per le donne che lavorano nel nostro settore, ma non solo. Un giorno ho telefonato a Laura Donadoni. Eravamo entrambe profondamente addolorate, ma da quella conversazione è nata la scintilla: il mezzo giusto per parlare di emancipazione e libertà e rivolgerci alle donne dando loro forza attraverso le storie di chi ha superato le difficoltà, poteva essere un podcast. Grazie al sostegno dell’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Puglia Donato Pentassuglia, quella intuizione è oggi realtà. Il podcast rimane, così come rimane la voce delle nostre donne. Sono storie autentiche, a volte scomode, ma chi ascolta deve pensare: ce la posso fare anch'io!"

 


"Con questo podcast diamo voce al lavoro delle donne, dal campo alla cantina e anche oltre. Proviamo a far comprendere dalla loro viva voce le emozioni, le gioie e anche le paure di questa professione - sottolinea Donato Pentassuglia, assessore all'Agricoltura della Regione Puglia - che è un insieme di dedizione, radicamento nel proprio territorio di appartenenza, capacità di portare nuove idee nella gestione di aziende di antica o nuova creazione. In Puglia 173 aziende a conduzione femminile hanno partecipato al bando 2023 dedicato alla ristrutturazione vigneti. Non si tratta semplicemente di mogli o figlie o nipoti di imprenditori di lungo corso della nostra terra. Sono professioniste instancabili, che amano questo lavoro e che spesso sono chiamate a scelte complesse. Raccontarle attraverso lo strumento innovativo del podcast servirà a raggiungere in maniera coinvolgente tantissimi ascoltatori, sulle diverse piattaforme incluse nel progetto".

In Italia, un terzo degli imprenditori è donna e le donne che guidano le imprese agricole con vigneto e/o cantina sono il 28%[1] contribuendo alla crescita di un settore che oggi vale complessivamente 45 miliardi. 

Nelle imprese vitivinicole italiane l’indotto occupazionale femminile è pari al 14% e le figure dove le donne sono più impiegate cresce man mano che il vino si avvicina al consumatore: è donna l’80% di chi lavora nel marketing e nella comunicazione, il 51% di chi si occupa di rapporti commerciali e il 76% di chi opera nell’enoturismo[2]. La Regione Puglia, finanziatrice di questo progetto dal respiro nazionale, sottolinea il suo impegno nel sostenere attivamente la parità di genere e lo sviluppo sostenibile nel settore vitivinicolo. Con oltre 11 mila aziende agricole e 600 cantine, la Puglia occupa infatti un ruolo da protagonista nel settore anche in questo podcast attraverso le storie di alcune delle protagoniste pugliesi di origine o di adozione. Le loro testimonianze contribuiscono a offrire uno spaccato unico della cultura enogastronomica della regione. 


Il podcast “Donne, vino e segreti” è stato ideato, realizzato e prodotto da La Content, l’agenzia specializzata in storytelling, digital strategy e content creation.

"Questo progetto è molto più di un podcast. Dare voce a storie di donne che hanno trasformato non solo le loro aziende, ma un intero settore come quello vitivinicolo, e renderle accessibili a tutti è una grandissima occasione per sensibilizzare, attraverso una campagna di comunicazione nazionale, un pubblico sempre più ampio. “Donne, vino e segreti” è costruito con una narrazione potente, che alterna momenti di intimità personale a grandi rivoluzioni sociali con l’obiettivo di arrivare a tutte e tutti: questo podcast non si rivolge unicamente alle donne o agli addetti ai lavori del settore vitivinicolo ma è un racconto universale che parte da storie particolari.” ha dichiarato Cristiano Carriero, Founder de La Content. 

Nei cinque episodi le storie si intrecciano dunque ad approfondimenti sociali, di genere ed economici dando voce ad antefatti, racconti di famiglia, imprese ed esperienze professionali, movimenti sociali e resilienza nel settore vitivinicolo:

 

  • Un’idea vincente. La prima puntata racconta la rivoluzione silenziosa nel mondo del vino italiano, guidata da tre donne: Elisabetta Tognana, fondatrice dell'Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento Turismo del Vino e pioniera del turismo enologico, e Roberta Corrà, Direttore Generale Gruppo Italiano Vini. Il loro impegno collettivo diventa esempio per promuovere inclusività e trasformazione nel settore.

  • Le disobbedienti. Nel dopoguerra italiano, Mariuccia Borio e Giannola Nonino emergono come pioniere nel settore vinicolo e della distillazione, trasformando rispettivamente una piccola azienda agricola in un'eccellenza vinicola (Cascina Castlèt) e portando la grappa a nuovi livelli di prestigio (Grappa Nonino). Le loro storie segnano la rinascita del vino italiano prima della crisi del metanolo degli anni '80, aprendo la strada a una nuova generazione di donne nel settore.

  • Tradizioni del futuro. Nel mondo del vino italiano, tre donne si distinguono come custodi del passato e innovatrici del futuro. Le sorelle Gianfreda trasformano il vino sfuso di famiglia in un prodotto imbottigliato di qualità. Gabriella Anca Rallo eleva Donnafugata con pratiche sostenibili, mantenendo viva la tradizione. Giovanna Prandini racconta come ha rivoluzionato la sua cantina con metodi innovativi come la vinificazione per gravità, senza perdere l'autenticità dei suoi vini.

  • Sulla terra e fra le stelle. Il viaggio e il vino hanno in comune la capacità di farci vedere il mondo con occhi nuovi, come dimostrano Alessandra Quarta, giovane imprenditrice e innovatrice nel settore vinicolo pugliese ed Elena Luciani Barberani, enologa e ricercatrice. In questo racconto da un lato ci sono le tradizioni vinicole della Puglia con una visione moderna e internazionale, dall’altro la passione per la scienza che esplora nuove frontiere sperimentali, arrivando a portare il vino nello spazio, trasformando la viticoltura in un'avventura oltre i confini terrestri;

  • Padelle, calici e telecamere. Quattro professioniste pugliesi collaborano per creare un ecosistema enogastronomico: Paola Restelli, wine immersive ambassador, Titti dell’Erba, sommelier e divulgatrice, Maria Cicorella, chef che ha avviato la fortuna del ristorante stellato Pashà a Conversano e Antonella Ricci, chef stellata. Insieme, combinano le loro competenze per raccontare e interpretare il vino in cucina, nella comunicazione e nella degustazione.

     




giovedì 17 ottobre 2024

Torna il Bagna Cauda Day ad Asti, in Piemonte e nel mondo Lo slogan: «Esageruma nen: il mondo è di tutti»

 

Foto Franco Bello 
 

La più grande bagna cauda collettiva al mondo è in programma gli ultimi due weekend di novembre e dal 29 gennaio al 2 febbraio 2025 con la Bagna della Merla

Il Bagna Cauda Day è la più grande bagna cauda collettiva e contemporanea al mondo. Si celebrerà in più di 150 locali tra ristoranti, cantine storiche, agriturismo, con una disponibilità di oltre ventimila posti a tavola. L’iniziativa è promossa per il dodicesiomo anno dall’Associazione culturale Astigiani che ne destina gli utili a favore di concrete azioni di solidarietà. Quest’anno con una novità: non più due, ma tre fine settimana: 22, 23, 24 novembre e 29-30 novembre e 1° dicembre, a cui si aggiunge la Bagna della Merla 29-30-31 gennaio e 1°-2 febbraio 2025.

La manifestazione, diffusa in tutto il Piemonte, in Valle d’Aosta e Liguria conta anche significative presenze all’estero. In Cina celebreranno il Bagna Cauda Day i piemontesi che lavorano a Shanghai, si festeggerà il Bagna Cauda Day anche in Giappone, a New York e in altre capitali europee.

La bagna cauda

È un piatto della tradizione e della convivialità diffuso nel mondo ovunque vi siano piemontesi. Un intingolo caldo di olio, acciughe e aglio che accoglie ogni tipo di verdura dell’orto, “pucciate” nel fujot e accompagnate da pane e vino. Ci sono i cardi, ma anche i cavoli, le rape, la biarava rossa, le patate e le cipolle bollite, i porri e topinambur etc. La Bagna Cauda ha accompagnato gli inverni di decine di generazioni contadine. È un rito antico tornato attuale con l’aggiunta di un ingrediente: l’ironia.

                                                                Foto Franco Bello 

Il Bavagliolone in stoffa

È la bandiera del BCD. Tutti i bagnacaudisti che andranno a gustare la bagna cauda nei locali aderenti riceveranno in omaggio il Bavagliolone in stoffa che quest’anno è disegnato dalla giovane artista Giorgia Sanlorenzo che ha interpretato il motto “Esageruma nen il mondo è di tutti”. Un forte richiamo a difendere il pianeta Terra, la nostra casa comune così bistrattata. Esageruma nen è un’espressione piemontese che significa non esageriamo.



Quali locali aderiscono e perché bisogna seguire i semafori

Per sapere quali sono i locali che aderiscono all’originale formula sarà sufficiente andare sul sito www.bagnacaudaday.it e scorrere gli elenchi, suddivisi per aree geografiche: Astigiano, Monferrato, Langhe, Torinese, Alto Piemonte e non solo.

Per ogni locale è pubblicata una scheda con il numero di posti messi a disposizione, telefono e mail per prenotare.

Bisogna seguire i semafori che indicano il tipo di bagna cauda proposta: rosso per la versione classica “come Dio comanda”, giallo per quella ”eretica” con l’aglio stemperato e verde per la bagna ”atea” senz’aglio.

Prevista anche la possibilità di avere la bagna cauda a casa, già pronta con tutte le verdure giuste dai locali che propongono la versione “Sporta a ca’”.

I bagnacaudisti potranno di esprimere un indice di gradimento sull’accoglienza e la convivialità ricevuta.

Quanto costa partecipare?

Il prezzo di riferimento della Bagna Cauda in tutti i locali sarà di 30 euro, senza aggiunta del coperto. Alcuni locali in questo prezzo inseriscono anche antipasti e altre sfiziosità. Prevista anche la versione Bagna sovrana e il Finale in gloria con tartufo. Il vino è proposto al prezzo di 15 euro a bottiglia.

Il Bagna Cauda Day vede alleate quattro importanti case vinicole astigiane leader della barbera: Bava di Cocconato, Braida di Rocchetta Tanaro, Cascina Castlèt di Costigliole e Coppo di Canelli.

Carovana storica del Bagna Cauda Day dalla Liguria al Piemonte e grande “fujot” olimpico

Tra le novità di quest’anno una simbolica carovana composta da auto storiche del Camea club di Asti: sabato 23 novembre partendo dalla Liguria, dall’oleificio Roi di Badalucco in Liguria poterà in Piemonte, lungo la strada del Col di Nava l’olio nuovo di olive taggiasche, le acciughe, l’aglio di Vessalico e passando per Nizza Monferrato e Costigliole per i cardi e i peperoni arriverà ad Asti in piazza Catena verso le ore 17 dove sarà allestito il mercatino della Bagna Cauda. Al centro della piazza, ci sarà un grande fujot che verrà “acceso” a mo’ di braciere olimpico per dare il via al Bagna Cauda Day

Bagna nanna

Sul sito Bagnacaudaday.it sono anche indicati alberghi e agriturismi che propongono soggiorni a prezzi convenzionati per i week end più profumati dell’anno.

Bagna pax

Nel 2023 il motto sui bavaglioloni è stato “Mettete dei cardi nei vostri cannoni”, un appello purtroppo inascoltato. Ma il Bagna Cauda Day, d’intesa con la Caritas diocesana di Asti continua a proporre anche nel 2024 le serate Bagna Pax al Foyer delle famiglie, ricordando che la Bagna Cauda è un piatto di pace e condivisione e non ha ingredienti con controindicazioni di carattere religioso.

Le mascotte Acciù e Acciuculata

Il Bagna Cauda Day le sue mascotte: sono le Acciù in stoffa pezzi unici portafortuna anche in versione portachiavi. E per i più golosi ecco la “Acciculata” di finissimo cioccolato prodotto dal torronificio Barbero nella originale forma a pesce.

Premio Testa d’aj

Tra il profumo dei fujot e i colori delle verdure, il Bagna Cauda Day vuole essere anche un momento per celebrare esperienze che hanno lasciato un segno. Per questo dal 2016 l’associazione Astigiani conferisce il Premio Testa d’Aj a persone che nella vita hanno dimostrato, con tenacia, passione e un tocco di ironia, di saper andare controcorrente. Nell’albo d’oro troviamo tra gli altri i nomi di Guido Ceronetti, Antonio Ricci, Enzo Bianchi, Carlin Petrini, Margherita Oggero, Oscar Farinetti, Alice Sotero, Giorgio e Caterina Calabrese, Carlotta Castelnuovi, Luca Mercalli, Fulvio Marino. I nomi dei premiati di quest’anno sono ancora top secret.

Bagna alla lavagna

Anche per il 2024 l’Associazione Astigiani promuove nelle scuole astigiane “Bagna alla lavagna” dedicata ai cambiamenti dell’alimentazione tra le generazioni. L’iniziativa ha l’obiettivo di sollecitare una ricerca destinata a far conoscere ai giovani come sia cambiata l’alimentazione: che cosa mangiavano i nostri nonni? E i nostri genitori, e noi? Gli elaborati, disegni, video, tabelloni saranno premiati con materiale didattico.

Con il Bagna Cauda Day cresce il Bosco degli astigiani

Il Bagna Cauda Day, oltre che finanziare concrete azioni di solidarietà sociale investe anche sulla tutela ambientale.

Crediamo nell’azione concreta della messa a dimora di alberi – spiegano ad Astigiani - Il Bagna Cauda day contribuirà a finanziare la nascita del Bosco degli Astigiani sulle colline di Viatosto su un terreno di oltre 5 ettari messo a disposizione del Comune di Asti dalla Banca d’Asti. Andando a mangiare la bagna cauda si contribuirà così a dar vita ad un grande parco pubblico nel segno della sostenibilità ambientale a tutela della biodiversità”.

Il sito bagnacaudaday.it per saperne di più

Il sito bagnacauday.it oltre che l’elenco dei locali aderenti dove prenotare, contiene video, foto, documentazioni sulla storia della bagna cauda, testimonianze d’autore, le manifestazioni collaterali e la mappa della diffusine della Bagna cauda nel mondo



#bagnacaudaday

#bagnacaudaday2024

#siamotuttinellabagna

Facebook e Instagram: @bagnacaudaday

www.bagnacaudaday.it


                                               Bagna Cauda con i suoi principali ingredienti 
                                                               (foto Franco Bello)



 

mercoledì 16 ottobre 2024

“Braida”, simbolo del vino piemontese nel mondo, ha ottenuto il prestigioso Marchio Storico di Interesse Nazionale conferito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.



Questo riconoscimento pubblico è riservato alle aziende italiane che, per oltre mezzo secolo, hanno mantenuto una qualità produttiva d'eccellenza e un forte legame con il territorio, attestando la loro storicità e autenticità   

Con l’iscrizione nel Registro dei Marchi Storici di Interesse Nazionale, istituito presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, Braida si unisce all’élite delle realtà imprenditoriali italiane, riconosciute non solo per la loro longevità, ma anche per il contributo significativo alla cultura e alla tradizione del Paese.   

LA STORIA - Fondata nel 1961 da Giacomo Bologna, “Braida” celebra quest’anno la sua 63ª vendemmia. Da oltre sei decenni, l’azienda di Rocchetta Tanaro, a pochi chilometri da Asti, continua scrivere una storia di passione e pionierismo, legata ai vitigni autoctoni del Piemonte.
 
Tra questi, la Barbera è il cuore pulsante della produzione, rivoluzionata da Giacomo Bologna, che l’ha trasformata da vino quotidiano a icona internazionale con etichette storiche come La Monella (il vino delle origini, prima vendemmia 1961, prima Barbera a essere imbottigliata ed etichettata, battezzata con un proprio nome), Bricco dell’Uccellone (il compimento della rivoluzione, prima vendemmia 1982), Bricco della Bigotta (1985), Ai Suma (Barbera da vendemmia tardiva, prima vendemmia 1989), Montebruna (prima vendemmia 2001) e Curej (ultima nata in casa Braida, prima vendemmia 2019, da una vigna straordinaria che circonda il Braida Wine Resort sulla collina dell’Asinara, a Rocchetta Tanaro). 

Non solo Barbera: “Braida” lega da sempre il proprio nome anche a vitigni autoctoni come grignolino, moscato, brachetto.   
“Nostro padre Giacomo – raccontano Raffaella e Giuseppe Bologna, proprietari dell’azienda –, oltre a produrre vini piemontesi, nei primi anni commercializzava grandi etichette italiane ed estere, a volte anche scoprendo e lanciando nuovi talenti enologici.
 Anche per questo, a casa nostra,  si sono sempre aperte bottiglie di ogni provenienza, stimolando la nostra immaginazione e il nostro gusto, aprendo la nostra concezione del mondo del vino e della sua produzione e alzando continuamente l’asticella della qualità.  
Di pari passo, cresceva la nostra consapevolezza e si definiva “Braida” per come è adesso: dalle prime fiere degli anni Sessanta e Settanta, con uno stand interamente fatto di vino, all’importante lavoro con Giacomo Bersanetti e Chiara Veronelli nei primissimi anni Ottanta, che insieme ai nostri genitori - Giacomo Bologna e Anna Martinengo - costruirono un’immagine e uno stile “Braida” e le nostre etichette simbolo, che sono le stesse da più di quarant’anni ormai. 
Oggi, la quarta generazione della famiglia Bologna, quella dei nostri figli, si affaccia in azienda con il desiderio di mantenere vivi i valori e lo spirito di innovazione che hanno reso celebri i vini di Braida nel mondo, dando seguito all’impegno profuso finora da tutti noi”.   63ª vendemmia: un traguardo da celebrare La vendemmia 2024 rappresenta un traguardo significativo per “Braida”, che festeggia la sua 63ª stagione di raccolta. La storia di Braida è indissolubilmente legata a quella della famiglia Bologna, che, con visione e dedizione, ha trasformato il piccolo vigneto di Rocchetta Tanaro che fu di Giuseppe e Caterina Bologna in una realtà solida, conosciuta e apprezzata a livello internazionale. 

La terza generazione, rappresentata da Raffaella e Giuseppe Bologna, e la quarta, con Giacomo Bologna Jr., continuano a promuovere il nome “Braida” con sguardo sempre rivolto al futuro.

  
Marchio Storico di Interesse Nazionale: un Impegno per il futuro Il Marchio Storico di Interesse Nazionale è una certificazione introdotta per valorizzare e tutelare le imprese italiane che rappresentano un’eccellenza nel panorama produttivo da oltre mezzo secolo. 
Per “Braida”, questo riconoscimento non è solo un onore, ma anche una responsabilità: continuare a produrre vini di altissima qualità, rispettando la propria terra, la storia e la tradizione senza mai perdere lo spirito innovativo che ha caratterizzato l’azienda sin dai tempi di Giacomo Bologna. Con questo riconoscimento, “Braida” rinnova il proprio impegno a portare avanti una tradizione vinicola che ha fatto la storia. In un mondo in continua evoluzione, “Braida” resta una certezza per qualità e autenticità, testimone di un'eredità che continua a crescere.       

Email: info@braida.it Telefono: +39 0141 644113 Sito Web: www.braida.it    




                                                           Giuseppe e Raffaella Bologna                                                                            
                                                       Foto storiche di Giacomo Bologna 




                                                               Giacomo Bologna Jr.

martedì 15 ottobre 2024

La famiglia Sartirano dà nuova vita alla storica Tenuta Fiammenga di Penango (Asti): trenta ettari di vigne e terreni coltivati in biologico. Un’eredità culturale di quattro secoli di vino e di arte

 


Con la famiglia Sartirano rinasce Tenuta La Fiammenga: i cugini Paolo e Guido danno nuova vita alla storica cantina di Cioccaro di Penango, trenta ettari nel Monferrato nell’Astigiano che già guarda il Casalese

Sono la quarta generazione di produttori di vino che accetta ora una nuova sfida e oltrepassa i confini delle colline di Langa dove da generazioni portano avanti la cantina Sansilvestro e l’azienda agricola Costa di Bussia Tenuta Arnulfo.  «È stato amore a prima vista» commentano Paolo e Guido si innamorano parlando dei 25 ettari di vigneti della Tenuta, tutti coltivati in biologico. «La nostra ambizione – spiegano - è rivolta tanto al recupero e valorizzazione dei vigneti quanto alla ristrutturazione della cascina per potenziare l’accoglienza». 

 

L’anno 1596: Pietro Jescot, il Moncalvo e gli artisti fiamminghi

Il nome La Fiammenga deriva da Pietro Jescot, figura affascinante e colta, commerciante di tele originario delle Fiandre. Tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, fu il proprietario della tenuta di Cioccaro di Penango sulle colline del Monferrato astigiano. Importante fu il suo legame con gli artisti locali dell’epoca, quali Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e i fratelli De Wespin, autori della Cappella del Paradiso del Santuario di Serralunga di Crea. La profonda connessione con gli artisti fiamminghi ha definito l’identità culturale fin dal 1596, quando la figlia di Caccia, Theodora, fu battezzata con Jescot come padrino, segnando così l’inizio di una storia intrisa di arte e commercio. La Tenuta è divenuta un luogo dove la passione per l’arte e la viticultura si fondono in un unico, armonioso panorama. La storia di Jescot e Caccia, testimoniata da documenti e racconti, racchiude in sé il valore di una tradizione che vede l’arte non solo come ispirazione ma come pilastro fondamentale dell’identità territoriale.

 

                                                 Guido e Paolo Sartirano 

La famiglia Sartirano: la rinascita della memoria 

L’avvento della famiglia Sartirano, con una lunga esperienza nell’imprenditoria del vino piemontese, ha segnato un nuovo capitolo per la Tenuta Fiammenga, portando un soffio d’innovazione pur rimanendo fedeli alla ricca eredità culturale e vinicola del luogo. I Sartirano hanno come mission il rafforzamento del legame con la terra e il recupero di antichi metodi di vinificazione: La Fiammenga si trasformerà in una destinazione enologica che guarda al futuro senza dimenticare il passato. È stato fatto un grande lavoro di reimpianto dei vigneti, mettendo un’attenzione particolare verso la produzione di vini che riflettano l’originalità e la qualità del Monferrato. Oggi, la Tenuta Fiammenga continua a essere un simbolo di come la storia, l’arte e la viticultura possano intrecciarsi per creare vini che non sono solo espressioni di un territorio ma anche testimoni di una ricca eredità culturale. 

 


Venticinque ettari di vigneti nel cuore del Monferrato

La Tenuta Fiammenga sono 30 ettari coltivati in biologico nel cuore del Monferrato, la maggior parte (25) vitati e produttivi, o in fase di reimpianto. Le varietà coltivate sono le tradizionali: Barbera, Grignolino e Freisa; accanto ad altri vitigni che respirano un’aria internazionale, Cabernet, Merlot, Sauvignon, Chardonnay e Pinot Nero.  Vitigni internazionali dialogano con quelli locali, tessendo una sinfonia di gusti che celebra l’incontro tra l’anima del luogo e l’orizzonte del mondo.

 

I terreni: il suolo come vita e anima

La famiglia Sartirano ha affidato all’agronomo Carlo Arnulfo uno studio dei terreni nei vigneti della Tenuta. Questo quanto emerso: «La Fiammenga si trova al centro di un complesso di suoli antichi che prendono origine a cavalle delle epoche Zancheliano (5,3-3,6 milioni di anni fa) e Piacenziano (3,6-2,6 milioni di anni fa). La presenza di marna, argille azzurre e sabbie d'Asti, sempre riferite alle stesse epoche geologiche, ha contribuito a creare un sistema collinare dove coesistono queste tre tipologie di suolo. La matrice di cui possiamo disporre è formata da successione di strati marnosi, marnosi sintosi e marnosi sabbiosi, e questa combinazione la rende vocata alla vite. La Fiammenga occupa un crinale dove le tipologie di suolo a volte si alternano e altre si sovrappongono. Lo studio accurato degli aspetti chimico fisici e funzionali di tutte le unità fornisce una conoscenza dettagliata delle diverse frazioni di collina. La presenza in questo suolo di micro e macro fauna marina giustifica la sua origine per deposito. Il susseguirsi durante questo lungo periodo di formazione di strati aventi origine diversa, ha favorito la complessa composizione in micro e macro minerali utili a creare un ambiente dove tutte è presente ma nulla è in eccesso. La buona dotazione di marna calcarea è indispensabile come volano idrico mentre le sabbie si lasciano più facilmente ispezionare dalle radici e forniscono gli elementi naturali utili alla sapidità. Il risultato è una favorevole situazione che costringe la vite a scendere in profondità per trovare quanto utile e al contempo la pone in una condizione protetta per mitigare gli eccessi climatici e lasciare che la pianta concluda ogni fase del ciclo annuale in condizioni ottimali. Il complesso collinare, attraverso la sinuosità del crinale, garantisce esposizioni che vanno da sud-est (più fresche) a sud.ovest (gradatamente più calde) attraversando il più esposto sud. La quota altimetrica va da 230 a 270 metri sul livello del mare ed è sufficiente per una buona ventilazione ed un'escursione termica utile a garantire la freschezza dei vini. Questa favorevole situazione pedo-climatica offre l'opportunità di trovare la giusta combinazione tra varietà, suolo ed esposizione adatta a soddisfare le esigenze delle varietà qui coltivate. Tre tipologie di suolo che combinate con le esposizioni formano unità distinte dove tutte le varietà coltivate trovano una situazione utile alla loro massima espansione qualitativa». 

 

In cantina: la “vinificazione materica” e le lunghe macerazioni

La Tenuta Fiammenga, situata in un territorio ricco di argilla nel Monferrato, integra la produzione vinicola con la storia e l’arte locale, posizionandosi come punto di riferimento sia culturale che enologico. La tecnica di “vinificazione materica”, ideata da Paolo Sartirano, rappresenta un elemento chiave nella produzione dei vini della Tenuta.  Questo metodo prevede l’uso di tonnaux da 500 litri per una fermentazione lenta e macerazioni prolungate con il mosto in contatto con le bucce, e mira ad amplificare l’estrazione di colore, sentori, aromi, e tannini. Ciò conferisce ai vini struttura e sensazioni tattili distintive. Sartirano si ispira alla vinificazione a cappello sommerso, pratica storica del Monferrato che comporta una lunga macerazione delle bucce per estrarre caratteristiche organolettiche intense.

Il cappello sommerso

Questa tecnica tradizionale viene elevata attraverso la “vinificazione materica”, che non solo richiama l’eredità enologica regionale ma introduce un’espressione artistica nel processo produttivo. Attraverso questo approccio, Sartirano trasforma una pratica ancestrale in un’arte che esprime complessità e raffinatezza, legando profondamente i vini al territorio e alla sua storia geologica e artistica. In conclusione, la vinificazione materica alla Tenuta Fiammenga non è soltanto una metodologia di produzione del vino, ma un tributo alla tradizione artistica e culturale del Monferrato, dove ogni sorso di vino è un viaggio attraverso la storia, l’arte e il paesaggio della regione.

 

Progetto Terre Emerse: il Fossile 3 - La Coda di Balena

Fra i filari, si erge la Coda di Balena, il Fossile numero 3 opera della giovane artista Giorgia Sanlorenzo, dove la coda di una balena di ferro emerge dalla terra come un ponte tra epoche.

Questa scultura narra di origini marine, di un tempo in cui il mare baciava queste colline, lasciando dietro di sé un tesoro di fossili.

È un inno alla memoria della terra, che, in cima a una collinetta, disegna sul cielo tramonti incorniciati dalla maestosa coda di un antico cetaceo, simbolo di un passato immerso nelle acque e ora racchiuso nel cuore vitale dei vigneti.

La Tenuta Fiammenga, con il suo circuito “TerrEmerse”, diviene così custode di storie sommerse, dove ogni scultura di ferro evoca la presenza silenziosa degli abissi di un tempo, in un luogo dove la storia si fonde con il mito, e il vino diventa messaggero di un dialogo eterno tra terra e mare.

 

Tenuta La Fiammenga in sintesi

Anno di fondazione: 1596

Proprietà: Paolo e Guido Sartirano 

Consulenza agronomica: Carlo Arnulfo

Consulenza enologica: Marco Martino e Paolo Sartirano

 

Territorio 

Regione: Piemonte, Monferrato

Ettari di vigneto: 25 

 

Vini

Docg: Pajon Barbera d’Asti Superiore

Doc: Emersa Freisa d’Asti, Jescot Piemonte Grignolino, Montecenere Monferrato, Monor Piemonte (chardonnay e sauvignon blanc), Centoventimesi Piemonte Pinot Nero Brut Metodo Classico

 

Certificazioni: Biologico

Produzione: 40 mila bottiglie (potenziali 200 mila)

 

domenica 13 ottobre 2024

FIERE, UIV: TORNA SIMEI CON PIU’ DI 540 ESPOSITORI (+13%) PARTECIPAZIONE E INCOMING IN CRESCITA PER LA 30^ EDIZIONE DEL SALONE DEDICATO ALLE MACCHINE PER ENOLOGIA E IMBOTTIGLIAMENTO

 


 


Oltre 540 aziende e marchi in vetrina, più di 30mila metri quadrati espositivi e delegazioni estere da 32 nazioni. Sono i numeri di Simei 2024 (Fiera Milano Rho, 12-15 novembre), il Salone internazionale leader per le macchine per enologia e imbottigliamento che, in vista della 30^ edizione, si prepara a tagliare il nastro con numeri in crescita sia per partecipazione che per internazionalità. “Abbiamo aumentato la superficie espositiva dell’8% e registriamo il +13% anche tra gli espositori – spiega Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), che organizza l’evento biennale –. Una crescita che riflette da un lato l’ampliamento dell’offerta merceologica in fiera, dall’altro l’attesa di un appuntamento importante per un comparto, quello delle macchine e tecnologie, cruciale per l’innovazione dell’intero settore beverage in un momento particolarmente sfidante sul fronte del mercato. A questo – conclude Castelletti – si aggiunge la sempre più consistente partecipazione di delegazioni di operatori esteri, selezionati assieme ad Agenzia Ice, che vedrà presenti, tra le 32 delegazioni in rappresentanza di tutti i continenti, 70 buyer statunitensi - soprattutto californiani - provenienti da altrettante aziende di altissimo profilo”.

Con tutte le novità e innovazioni su prodotti e processi per l’enologia, i liquid food, l’olio, la birra e gli spiriti, Simei accende i riflettori sul meglio della tecnologia applicata alla filiera vitivinicola e all’industria beverage in tutte le sue fasi. Il programma (in continuo aggiornamento) conta già circa 70 appuntamenti tra convegni, presentazioni di casi di studio e approfondimenti tecnici.

Tra le novità 2024, l’affondo del Salone nei segmenti spirits, birra e olio, con la nuova partnership con Distillo, la fiera dedicata alle attrezzature per le micro-distillerie che realizzerà la sua 3^ edizione all’interno di Simei, la prima edizione di Beer Forum, gli “stati generali” della birra in Italia organizzati da Luca Grandi di Birra Nostra, e “L’Oleoteca di Olio Officina”, diretta da Luigi Caricato. A completare la panoramica sul versante vino, torna anche Enovitis Business, la fiera “indoor” dedicata proprio alle tecnologie per la coltivazione del vigneto che, insieme a Simei, rappresenta l’unico appuntamento fieristico internazionale per l’intera filiera produttiva del vino, dalla barbatella alla bottiglia. È infine confermato il concorso dedicato alle novità tecnologiche del settore, l’Innovation Challenge “Lucio Mastroberardino”, che anche quest’anno assegnerà i riconoscimenti “Technology Innovation Award”, “New Technology” e “Green Innovation Award”.