Un restyling per bottiglie ed etichette di SIGILLO NERO e GRAN MOSCATO firmate dalla celebre distilleria di Canelli (AT)
Correva l'anno 1898 quando iniziarono a fumare gli alambicchi della Distilleria Bocchino. Prima di allora le vinacce di uva moscato e di altri vitigni ottenute dalle molte cantine che vinificavano in zona, venivano abbandonate e disperse sulle rive del torrente Belbo che attraversa Canelli, senza essere utilizzate.
Il geometra Carlo Bocchino, di ritorno dall'Argentina, dove aveva diretto la costruzione di importanti vie di comunicazione, decise di creare, con un capitale iniziale di 90.000 lire, la distilleria, che avrebbe ben presto segnato un percorso vincente per l'immagine e la qualità della grappa, il più italiano dei distillati, che si può denominare così solo se prodotto nel nostro paese.
Azienda di famiglia, oggi è guidata da Carlo Micca Bocchino, che porta il nome del fondatore, affiancato dalle figlie Miranda e Marta. La sede storica è quella in via Lazarito Bocchino, intitolata al figlio del fondatore, che diede grande impulso all’attività. Qui si trovano anche le imponenti cantine di invecchiamento, con le botti di rovere di Slavonia da sempre utilizzate nel ciclo produttivo. Il reparto distillazione è nel vicino comune di Calamandrana.
Restyling è un termine anglosassone ormai entrato stabilmente anche nel nostro vocabolario, significa in sostanza un’innovazione nella continuità, senza stravolgimenti particolari, ma nella ricerca di un’immagine sempre a passo con i tempi ed accattivante per l’acquirente finale.
E’ quanto ha messo in pratica la Distilleria Bocchino, tramite l’apporto di qualificati designer internazionali, che dopo lunghe ricerche hanno “ridisegnato” le storiche fiasche, da almeno un secolo simbolo della sua produzione, mantenendone comunque la particolarità che le contraddistingue sugli scaffali tra le tante proposte del mercato.
Anche le etichette, già oggetto negli anni di graduali modifiche, si propongono ora, dopo accurati studi, in versione ancora più moderna ed elegante.
Le differenze si notano falcilmente vedendo una pubblicità dei primi anni '80 che riportiamo di seguito, con Mike Bongiorno, celebre testimonial per anni della produzione Bocchino, che innalza un fiasca di Sigillo Nero.
Le due grappe sono storicamente ben presenti, anche nella GDO, sul mercato nazionale ed esportate in molti Paesi. Ottenute dalla distillazione con alambicchi discontinui, con il metodo Carlo Bocchino, rappresentano da sempre la ricerca qualitativa e di origine al centro dell’attività
La grappa Gran Moscato nasce esclusivamente da vinacce selezionate di uve Moscato Bianco di Canelli, affinata per 24 mesi in botti di rovere di Slavonia da 5.000 litri.
Prima tra le grappe uscite dagli alambicchi del fondatore Carlo Bocchino, è certamente uno dei distillati in purezza dalla tradizione più antica. L’inconfondibile aroma del Moscato e la morbidezza esaltate dal sapiente invecchiamento, rendono questa grappa sempre attuale e perfetta per le tendenze di consumo contemporanee.
Sigillo Nero è una grappa che racchiude l’essenza del vigneto Piemonte. Nasce infatti da selezionate vinacce di uve rosse di celebri vini piemontesi:Barbera d’Asti, Nebbiolo, Dolcetto d’Alba, Un perfetto connubio che, dopo un affinamento di 12 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia, offre una grappa delicata, dal gusto secco e pulito, che da decenni è la più diffusa tra quelle firmate Bocchino, ottenendo un costante successo.
Per la prima volta nella sua già lunga storia, la grappa Sigillo Nero aggiunge ai suoi formati abituali da litro e cl.70 quello da cl. 50, che completa l’offerta disponibile per un prodotto leader di mercato, affiancandosi al litro ed al cl.70. Tutte presentate nella bottiglia/fiasca di nuova generazione. Un “mezzo litro” che viene incontro alle nuove tendenze dettate da molti consumatori, orientati verso l’acquisto di questi formati ridotti nel contenuto , specie nell’ambito dei distillati e dei liquori.
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