Il
Carpionato del mondo vuole far “giocare” con un piatto tipico della nostra tradizione
estiva, dandogli nuova dignità e visibilità. Il carpione è una marinatura con
aglio, aceto, vino, cipolle e salvia. In questo “bagnetto” si fanno riposare
(almeno per una notte prima di gustarli, rigorosamente freddi) ortaggi, uova,
carni o pesci, prima fritti o bolliti. L’origine del carpione risale
probabilmente al Medioevo (ma ce ne sono tracce già tra i Romani) e rispondeva
alla necessità di conservare gli alimenti quando ancora i frigoriferi erano di
là da venire.
Il
carpione è ecologico e a basso impatto ambientale. Non serve il freddo, basta
il fresco. È un piatto della tradizione contadina estiva. Il Carpionato del mondo
vuole rilanciare l’uso dell’agro, delle marinature e del classico aceto di vino
piemontese.
Dove
si disputa questo “Carpionato del mondo”?
Saranno
coinvolti con la stessa vitalità e fantasia del Bagna Cauda Day un gruppo di
ristoranti e agriturismo piemontesi che si rivolgeranno al grande pubblico dei
bagnacaudisti proponendo il nuovo appuntamento da “carpionisti”.
Il
Carpionato del mondo si gioca tutta l’estate 2023 dal 23 giugno al 23 settembre
per un totale di 12 settimane.
Chi
potrà partecipare
Ristoranti,
trattorie, agriturismi che si impegnino ad avere in carta per tutta l’estate
2023 un loro piatto di carpione proposto a prezzo libero e dichiarato. I locali
possono aggiungere al prezzo indicato comunicandolo altre cose tipo antipastini,
dolce, caffè, ecc. (come avviene per il
Bagna cauda day).
Il
locale metterà sul conto il piatto di carpione come da indicazione comunicata
in precedenza. Altri piatti o servizi se richiesti e concordati saranno addebitati
sul conto finale.
Possono
aderire per serate e week end speciali a tema anche alcune Pro loco, la cui
adesione al Carpionato è da concordare volta per volta.
I
molti modi di fare il carpione
Ogni
locale dovrà fornire la ricetta e gli ingredienti dettagliati del proprio
carpione (uova, carni, pesce, verdure, ecc) che sarà pubblicata e divulgata sul
sito dell’evento. Le prenotazioni vengono raccolte direttamente dai
responsabili dei locali che le gestiscono al meglio.
Astigiani
sul sito www.carpionatodelmondo.it
, collegato a quello del bagnacaudaday pubblicherà l’elenco di tutti locali che
partecipano al Carpionato del mondo con la loro descrizione (posti all’aperto
ecc) e su come raggiungerli.
Ogni
locale avrà una scheda dove raccontare come fanno il carpione. Durante le
settimane e i mesi dell’evento ogni locale oltre che la pagina fissa sul sito verrà
presentato sui social con foto e scheda
Fatevi
dare il lasciapassare del Carpionato del mondo
Ogni
locale aderente riceverà da Astigiani il libretto-lasciapassare da regalare ai
carpionisti. Il libretto conterrà il racconto del contesto storico del carpione
nel mondo con interventi e citazioni letterarie. Potrete leggere la storia affascinante
di questo piatto straordinario. Nelle due pagine centrali ci sarà lo spazio dove
mettere i timbri identificativi del locale che certificano il passaggio del
carpionista dal locale. I timbri con il logo del Carpionato del mondo saranno
personalizzati con il nome del locale e forniti a tutti i locali.
Premi
ai carpionisti più assidui
Al
termine del Carpionato chi avrà raccolto tra i carpionisti più bolli di locali
diversi (5- 10- 15) e lo presenterà o ne manderà la foto ad Astigiani riceverà
una dotazione di prodotti o servizi da Astigiani tramite gli alleati dell’evento.
Ci sono a disposizione decine di cene e altri premi gustosissimi per chi avrà
raggiunto i dieci timbri. E infine chi arriverà ad avere 15 timbri entrerà nell’albo
d’oro del “carpionato del mondo” con la celebre musica di sottofondo rivisitata:
“We are the carpions”!
Molti
modi per dire “carpione” nelle cucine del mondo
Una
precisazione etimologica è necessaria per motivare la diffusione di questa
preparazione. Lo storico Franco Cardini pone all’origine il termine castigliano
escabeche, a sua volta proveniente dal persiano sikbaj. Sembra però che la
tradizione culinaria araba non abbia recepito questo termine, mentre grande
fortuna ha avuto negli idiomi della penisola iberica (escabeche) e italica
(scapece). A questi paesi, e a quelli sotto l’influenza spagnola e portoghese,
dobbiamo guardare per rintracciare i piatti “in agro”, il cui comune
denominatore, a parte l’aceto e i variabili aromi aggiunti (aglio, cipolla, salvia,
rosmarino, mentuccia, zafferano), è la frittura dell’alimento base.
In
Liguria c’è lo scabeccio, con piccoli pesci come le acciughe, al Centro-Sud predomina
la/lo scapece: da quella molisana (a base di pezzi di pesce) a quella
gallipolina, particolare per l’uso del pangrattato e dello zafferano, passando
per la scapece di zucchine (Campania), per lo scapece trapanese (con le parti
meno pregiate del tonno). In Sardegna, sia per il pesce sia per le olive, si fa
su scabecciu, mentre a Orbetello lo scaveccio prevede l’anguilla a tranci. In
Piemonte e in Veneto le parole cambiano: da un lato il carpione, dall’altro il saor,
buono per marinare le sarde ma anche alcuni ortaggi.
Nella
cucina spagnola e portoghese è abituale trovare piatti “escabechados”: cozze,
sardine, tonno, baccalà fino ad alcune carni bianche, come il pollo e le
quaglie. Anche la Francia ne è toccata, con le provenzali sardine (o sgombri) en
escabeche.
Gli
escabe che sono diffusissimi in Centro e Sud America: Argentina e Bolivia (con
le carni), Perù, Cuba, Giamaica (con il pesce), Cile (con la cipolla fresca).
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