Sabato 27 maggio alle
ore 18, presso i locali della
Casa d'Arte in via Morosone 3 a Vercelli, sarà
inaugurata la personale dell'Artista Salvatore Zito,
Leggeri Stick Spinosi
Efficace la presentazione, che riportiamo di seguito, che Marianna
Colombo ha scritto per l'Artista Salvatore Zito in occasione della mostra ospitata dalla nota galleria vercellese.
Nelle foto alcuni suoi "stick" tra cui quello di Piazza Cavour realizzato
appositamente per la Casa d'Arte (foto in alto).
Dalle 19, Manuela Capelli al pianoforte e Barbara
Dellavalle al clarinetto si esibiranno in una breve performance musicale.
Leggeri Stick Spinosi
La forma base resta quella della serie I love
Torino, dunque il pinguino, il tradizionale gelato con il bastoncino che
l’artista Salvatore Zito sottrae al suo destino di liquefazione intagliandolo
minuziosamente nel legno. Ma a differenza delle opere precedenti nelle quali la
sagoma dello stick si ricopre di una
pellicola cromatica riproducente una “veduta” torinese oppure la sagoma stessa
si modifica per assumere i contorni di noti monumenti (la Mole Antonelliana) o
di manufatti urbani (la verde fontanella taurina) fortemente legati
all’immagine cittadina, nelle nuove realizzazioni il gioco si modifica, anzi si
capovolge. L’artista non somma elementi con significati simili, piuttosto fa
scrivere forme contrastanti. Inoltre il dialogo questa volta avviene non già
con la storia, ma con la natura.
Così la forma infantile e morbida del pinguino si
pigmenta di verde acido o di verde cupo
e si riveste degli aculei del
cactus o delle spine del carciofo. Oppure la medesima forma si colora di rosa
intenso o di viola, accenna una protuberanza all’apice e si irta dei sottili
aghi del fico d’India.
Persino sul bastoncino, sicché lo stick accattivante
nel suo gusto-colore si trasforma in un prodotto inconsumabile. O ancora, la
forma assume un colore azzurro ghiaccio e si scava per divenire lisca di un
pesce. Infine, nell’ultimo esemplare della serie, che si compone di sei pezzi,
l’ibridazione cresce e lo stick è un piccolo scovolo fiorito di rosso alla
sommità e sorretto da un manico ugualmente di legno, ma che simula alla
perfezione un filo metallico ritorto.
Salvatore Zito, parlando delle sue nuove creazioni,
cita, quale possibile fonte di suggestione, Cadeau (1912) di Man Ray, il primo
oggetto dadaista francese, il ferro da stiro sulla cui piastra è incollata una
fila di chiodi di ferro da tappezziere. La qualità pungente è comune, ma la
provocazione che era delle avanguardie storiche è solo una eco. Il valore sta
altrove. Nella cura dell’oggetto creato, e nella leggera bellezza che ne può
nascere.
Marianna Colombo
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