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domenica 7 maggio 2017

Al volante con il cellulare? = guida da ubriaco!


 

 
Non c’è differenza: stato di ebbrezza e uso del telefonino mentre si guida limitano allo stesso modo attenzione e riflessi, con rischio di incidenti. Ma il Brain Trainer propone semplici esercizi per potenziare le capacità da provetto pilota.
 
Nonostante l’inasprimento delle leggi in vigore, che hanno aumentato le sanzioni, il telefonino alla guida rimane una delle cause principali di incidenti stradali. Con o senza auricolari. Con o senza viva-voce. Il problema della distrazione al volante dovuta alle conversazioni o all’invio di SMS tramite cellulare è legato non alla guida con una mano sola ma all’attenzione distolta dalla strada.
 
Ma c’è di più: mentre si è intenti a parlare, i riflessi nei tempi di reazione sono paragonabili a quelli di una persona in stato di ebbrezza alcolica. Il paragone allarmante è segnalato dal Brain Trainer, professor Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di Assomensana, che spiega: «Tra i due, chi parla guidando e chi guida ubriaco, la differenza consiste nel fatto che l’ebbro è più o meno consapevole di non avere il pieno controllo dell’auto. Se non è uno scellerato, rallenta cercando di mantenere l’auto in strada. Di contro, la persona che parla al telefono non ha questa percezione di precarietà e quindi procede con una quantità minima di attenzione disponibile, senza rendersi assolutamente conto che mette a repentaglio la sua e l’altrui incolumità». 
 
Il fenomeno è riconducibile all’attenzione che viene in gran parte assorbita durante la conversazione al cellulare, con o senza vivavoce, come osserva Iannoccari: «I processi attentivi si focalizzano sui contenuti del dialogo e lasciano poca attenzione al resto, guida compresa. La nostra attenzione ha una capacità limitata, circa 110 bit al secondo, e una semplice conversazione costa circa 60 bit/sec, per cui una telefonata impegnativa può arrivare tranquillamente ad assorbirne 80-90 bit/sec. Ciò che rimane non è sufficiente neanche per accorgerci dei bisogni primari, come sete e fame. Come quando stiamo svolgendo un lavoro intellettualmente impegnativo. I bit della nostra attenzione sono tutti occupati nel compito e potremmo restare seduti per ore senza renderci conto che abbiamo sete, che sta bruciando la cena sul gas o che dobbiamo andare in bagno». 
 
Visto che gli italiani non riescono a fare a meno del cellulare, come è possibile arginare il problema? «Con cinque facili esercizi per potenziare l’attenzione!», risponde il Brain Trainer, «I primi tre sono di “condotta”, in quanto molti comportamenti sono dettati da abitudini non facilmente modificabili, a beneficio nostro e degli innocenti incrociati per strada. Gli altri due esercizi, che ho messo a punto per“allenare i muscoli mentali” di chi guida e usa il cellulare, non sono pericolosi, poiché richiedono pochi secondi e migliorano anche la concentrazione, con la massima libertà alla guida».
 
1. Ovviamente, quando si può, evitiamo il cellulare alla guida;
2. Se non è possibile, accostiamo per qualche minuto o, meglio, rimandiamo la telefonata ad un momento successivo;
3. Altrimenti bisogna limitare all’essenziale la telefonata perché non assorba tutta l’attenzione disponibile. Cosa ci può essere di così importante da sapere mentre siamo alla guida che vale un incidente?
4. Focalizziamo l’attenzione su un elemento e svolgiamo semplici operazioni mentali. Ad esempio, sommiamo i tre numeri centrali delle targhe delle autovetture in strada. L’esercizio sviluppa l’attenzione divisa, ossia fare due cose contemporaneamente come quando si guida e si parla al cellulare;
5. Alla guida, contiamo all’indietro saltando di 2 in 2, oppure di 3 in 3, iniziando da un numero sotto al 50. Ad esempio, 40-38-36-34 … fino a quello più vicino allo zero. In questo modo, sviluppiamo l’attenzione, potenziamo la concentrazione e la capacità di prestare attenzione a più compiti contemporaneamente.
 
Un ultimo suggerimento è rivolto dal professor Iannoccari ai legislatori «che dovrebbero vietare in assoluto l’uso del cellulare mentre l’auto è in marcia, poiché assorbe tutta l’attenzione dell’autista, lasciando margini di sicurezza davvero irrisori. Come dimostra una ricerca condotta all’Università dello Utah (USA) che ha rilevato quali siano le attività che distraggono maggiormente mentre siamo alla guida, su una scala da 1 (minimo) a 5 (massimo). L’attività meno distraente è l’ascolto della musica (1,27), seguita dal conversare al telefono con il vivavoce (2,27), parlare con il passeggero (2,32), parlare al telefonino senza vivavoce (2,42), inviare sms (3,06). La differenza con o senza vivavoce è solo del 5%, davvero insignificante e non trova fondamento nell’attuale normativa che obbliga l’uso del vivavoce o dell’auricolare alla guida». 
 
Per saperne di più:      
Giuseppe Alfredo Iannoccari, Ph.D., Presidente Assomensana   
g.iannoccari@assomensana.it                    cell. 392/6360914
Skype: giuseppeiannoccari  tel: 039/2622444 fax: 039/2320032 
 
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