Il 2019
porta la Barbera d’Asti a 220 mila ettolitri
con un imbottigliato
che cresce del 6,4%
Annata che registra importanti
proiezioni di crescita in termini di produzione e consumo. È questo il profilo
della vendemmia 2019 relativa al Consorzio Barbera d’Asti e Vini del
Monferrato, organismo che promuove e tutela 13 denominazioni su 59 D.o. complessive piemontesi (Nel
dettaglio 3 Docg, Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monfearrato
e 10 Doc, Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti,
Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco,
Monferrato, Piemonte, Terre Alfieri).
Un totale di 11.586 ettari, pari a circa
il 26% dell’intera superficie vitata piemontese, con un imbottigliato
complessivo che raggiunge quota 65.759.849 e un incremento del 4%
sull’annata precedente. Segno positivo per la Barbera d’Asti Docg, coltivabile
in 167 Comuni del Piemonte dei quali
116 in provincia di Asti e 51 in provincia di Alessandria. L’imbottigliato raggiunge il
numero di 21.388.893 e conquista un 6,4% sulle cifre del 2018,
mentre conferma una quota export intorno al 50%.
Numeri positivi anche per le altre
denominazioni, a cominciare dal Ruché di Castagnole Monferrato Docg, che
vola a 969.555 bottiglie registrando un +11,3%. Incremento
sensibile anche per il Nizza Docg, che con 595.420 bottiglie
cresce del 41,9% e segnala una percezione crescente nei consumatori
finali. Restando sull’imbottigliato, Albugnano Doc (46.143), Cortese
dell’Alto Monferrato Doc (788.104), Dolcetto d’Asti Doc (471.088), Freisa
d’Asti (631.043), Grignolino d’Asti (1.074.467), Loazzolo (2.767),
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco (341.612), Monferrato Doc (4.751.715),
Piemonte Doc (34.418.371), Terre Alfieri Doc (280.673).
Il dato export
della produzione complessiva è stimato intorno al 45%, ma cresce in
modo costante e progressivo la percezione delle denominazioni del Monferrato in
Italia e nel mondo. Consolidati mercati importanti come Stati Uniti, Canada,
Germania, Francia, Inghilterra e conquistati nuovi spazi in
paesi come Danimarca, Giappone e Nord Europa, dove
l’attività promozionale ha stimolato e incontrato l’interesse di esperti,
operatori, giornalisti e appassionati.
La vendemmia 2019 del Consorzio
Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha inoltre messo in rilievo nuove porzioni
di produzione enologica, nello specifico per quanto riguarda alcune tipologie delle
denominazioni Monferrato Doc e Piemonte Doc ai quali sono state riservate
ettari di produzione. Nella prima categoria emerge il Monferrato Doc Nebbiolo
(3.634 hl), che entrerà in commercio nel 2021 dopo il tempo di affinamento
previsto.
Per quanto riguarda le tipologie
Piemonte Doc spiccano il Piemonte Doc Cortese, che con 25.455 hl può
essere fregiarsi della unità geografica aggiuntiva Marengo nelle versioni
spumante o frizzante, ma anche le nuove varietà di Piemonte Bussanello, Piemonte
Croatina, Piemonte Riesling e Piemonte Viognier, che registra
una produzione di 717 hl. Un insieme di espressioni di varietà
ampelografica che rappresentano un valore aggiunto, in termini di diversità e
di risorse enologiche, che caratterizza tutto il Monferrato del vino.
«Una vendemmia positiva che apre
spazi importanti e mette in rilievo segnali significativi – commenta Filippo
Mobrici, Presidente Consorzio barbera d’Asti e Vini del Monferrato –
Il bilancio lascia intravedere una traiettoria di sviluppo, anche per quanto
riguarda la crescita di percezione dei nostri vini in Italia e nel mondo. Il
Monferrato conferma di essere sempre di più un brand e di avere risorse
concrete da valorizzare. Cresce il valore dei vigneti e questo incentiva gli
agricoltori a restare su un territorio che, negli ultimi anni, ha registrato
per questo motivo numerosi investimenti da parte di molti imprenditori. Da
sottolineare inoltre le ricadute positive sull’indotto turistico e in
particolare enoturistico, ma grande importanza merita anche il dato di crescita
di quei giovani agricoltori che hanno scelto di dedicarsi al lavoro in
vigna ereditando magari una tradizione di famiglia. La ricchezza di un
territorio passa anche attraverso segnali culturali di questo tipo, ma occorre continuare sulla strada della
promozione e della tutela scrupolosa per aumentare in modo progressivo il
valore di una regione vinicola unica al mondo, puntando nello stesso tempo a
garantire la giusta remunerazione ai vignaioli».
Buongiorno.Ho apprezzato l'articolo di Salvi in particolare per quanto riguarda le produzioni,i mercati interessati,la qualita'dell'annata(se gia' possibile riferirla ad altre annate).Mi piacerebbe uno spunto piu' ampio sul modo attuale di offrire cultura morale e fisica(teatri,circoli culturali,ambienti sortivi) per coinvolgere di piu' i giovani a restare (non soltanto i produttori).Ciao.
RispondiEliminaBuongiorno.Ho apprezzato l'articolo di Salvi in particolare per quanto riguarda le produzioni,i mercati interessati,la qualita'dell'annata(se gia' possibile riferirla ad altre annate).Mi piacerebbe uno spunto piu' ampio sul modo attuale di offrire cultura morale e fisica(teatri,circoli culturali,ambienti sortivi) per coinvolgere di piu' i giovani a restare (non soltanto i produttori).Ciao.
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