Inaugurata
sabato 19 giugno. Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 24
Un’esposizione
“permanente” e in grande formato: le immagini dei produttori del Comune di
Barbaresco stampate su materiali che sfidano il tempo, come le
blasonate etichette del Barbaresco Docg
Un percorso fra
ritratti ambientati e personaggi al lavoro in vigna e in cantina; e che gira
intorno al monumento simbolo del paese in provincia di Cuneo, nel
cuore delle Langhe Monferrato Roero, Patrimonio Unesco
E’ stata
inaugurata sabato 19 giugno la mostra fotografica Volti di Barbaresco,
un percorso per immagini in bianco e nero e in grande formato, allestita negli
spazi recintati e intorno alla Torre medievale di Barbaresco. L’esposizione
permanente en plein air ha come protagonisti 39 Volti del
Barbaresco Docg: sono i produttori che hanno reso grande e famoso nel mondo
enologico questo piccolo paese delle Langhe, in provincia di Cuneo – di soli
600 abitanti e 41 cantine - e che dà il nome a un’intera denominazione
di origine controllata e garantita (abbraccia anche Treiso, Neive e
una frazione di Alba).
Il progetto
voluto dal Comune di Barbaresco è stato realizzato tra dicembre e maggio 2021
da Max Rella, giornalista e fotografo di viaggi, enoturismo, vino e
gastronomia. Un progetto articolato fotografico che nasce per dare un volto ai
produttori, spesso sconosciuti ai più nonostante la notorietà di tante cantine
e di alcune etichette: una raccolta di ritratti, ambientati e non, e personaggi
all’opera mentre lavorano, tra le vigne, le botti e gli altri strumenti del
mestiere. Un progetto che riapre la stagione culturale della Torre di
Barbaresco e del Museo Cavazza; presentato anche il catalogo in bianco e nero “Volti
di Barbaresco” e la raccolta di video-pillole “Un’Annata a
Barbaresco”.
Sono 39
immagini stampate su pvc adesivo polimerico plastificato, che
resiste qualche anno alle intemperie (sole, pioggia, umidità, etc),
riproducendo il più fedelmente possibile la resa del bianco e nero. E sono
accompagnate da altre 39 piccole immagini in B&N e da un
testo di massimo 150 caratteri in italiano e inglese, riferito a ciascun
protagonista. Le targhette esplicative comprendono anche il QR code che
rimanda al sito di ogni singola cantina.
La mostra
prosegue poi all’interno della Torre di Barbaresco negli spazi del Museo
Cavazza, ma con altre immagini degli stessi produttori proiettate a colori
sulle pareti interne di pietra e mattoncini. Completa la rassegna la raccolta
di video pillole - di nuovo in bianco e nero - in cui ciascun produttore
racconta in libertà Un’Annata a Barbaresco: dalla più lontana alla
più recente, dalla più favorevole alla più difficile; ma anche un’annata in cui
è avvenuto un fatto bello e importante per la vita del produttore, come la
nascita di un figlio, un matrimonio o addirittura la vittoria dell’Italia ai
mondiali di calcio.
Tutto questo in
un luogo simbolico del paese, la sua antica Torre medievale, uno sito
impregnato di storia ed energia: una “stele” squadrata di 30 metri
d’altezza e 9 metri per lato, conficcata in un basamento d’arenaria,
che dall’XI secolo svetta sulle dolci colline delle Langhe – oggi Patrimonio
Unesco – guardando e sorvegliando la valle del Tanaro.
Caduta per lungo
tempo in abbandono nell’estate di sette anni fa è stata recuperata e oggi è
diventata potente veicolo culturale ed enoturistico: il suo museo interno nel
2019 ha accolto oltre 30mila visitatori (+ 40% sull’anno prima) e incassato
130mila euro di biglietti d’ingresso, risorse reinvestite in personale,
progetti culturali e migliorie. Un progetto a lieto fine realizzato dal Comune
di Barbaresco, che allora era guidato dall’ex sindaco Alberto Bianco, oggi
vicesindaco e anche ideatore della mostra Volti di Barbaresco;
progetto questo elaborato e sviluppato insieme all’autore Max Rella.
La mostra è
infine accompagnata dal catalogo in bianco e nero Volti di Barbaresco,
curato e realizzato da Edizioni Pubblicità Italiana, la casa
editrice modenese specializzata nel mondo dell’enogastronomia (edita le
riviste Premiata Salumeria Italiana; Il Pesce; Eurocarni).
A firmarne la
prefazione Sergio Miravalle, noto giornalista enogastronomico di
lungo corso, per anni al quotidiano La Stampa e oggi direttore
del trimestrale di cultura e territorio Astigiani.
Il volume
completa il progetto fotografico con altre immagini degli stessi produttori e
del territorio ed è stato realizzato con il supporto di enti e agenzie di
promozione del territorio: Ente Turismo Langhe Monferrato Roero; Fondazione
CRC; agenzia Wine Experience.
La visita alla
Torre è libera e gratuita, tutti i giorni nessuno escluso dalle 10 alle 24;
stessi orari per la visita al Museo Cavazza, interno alla struttura, questo
però con ingresso di 5€, ridotto 4€. Ed è anche possibile approfittare dal
mattino a notte del nuovo e panoramico Bistrot della Torre,
con 50 posti all’aperto: per un calice di vino, spaziando tra oltre cento
etichette (Barbaresco in gran forze, vari Nebbioli, bollicine metodo classico
di Alta Langa e Champagne); oppure per un piatto tipico, dai classici antipasti
piemontesi come carne cruda all’Albese e Vitello Tonnato, fino ai Ravioli del
Plin e alle selezioni di salumi e formaggi di territorio (prezzi:
7-15€ a portata).
Info www.torredibarbaresco.it
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