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sabato 13 luglio 2024

Estate 2024 al Braida Wine Resort di Rocchetta Tanaro (Asti) - Un’esperienza in Monferrato tra vino, natura e relax

Un’esperienza unica tra le colline del Monferrato, patrimonio UNESCO: il Braida Wine Resort di Rocchetta Tanaro, immerso tra i vigneti di barbera e il polmone verde del Parco Naturale, circondato da boschi spontanei di robinie, olmi e roveri, offre la combinazione perfetta tra natura incontaminata, grandi vini in assaggio e tante attività rilassanti all’aria aperta

 


Una destinazione ricca di storia
Sorge in frazione Asinara, nell’antica cascina intitolata originariamente a San Bernardo da Mentone: luogo ricco di storia, fu dei monaci benedettini che già coltivavano qui la vite e accoglieva i pellegrini in viaggio sulla via Francigena.

Un’oasi di benessere
Il Braida Wine Resort è oggi il luogo ideale per chi cerca un’oasi di pace e tranquillità. I filari dei vigneti sono come piccole onde nel mare delle colline del Monferrato: il resort offre un panorama imperdibile, camere eleganti e dotate di ogni comfort, ciascuna delle quali porta il nome di una delle iconiche etichetta Braida (La Monella, Ai Suma, Bricco dell’Uccellone, Bricco della Bigotta, Montebruna, Il Bacialé, Limonte), un giardino curato dove rilassarsi godendo del sole estivo o dove sorseggiare un buon calice all’ombra del bel glicine o sotto il porticato.

Degustazioni e tour enologici
Chi sceglie il Monferrato per una vacanza in Piemonte, non può perdere l'occasione di incontrare Braida e i suoi vini leggendari al Braida Wine Resort: gli ospiti possono partecipare a degustazioni guidate delle etichette più rappresentative di Braida, con vista sui vigneti e il racconto di un sommelier esperto.
Non può mancare una visita nella cantina storica di Via Roma, dove i visitatori possono scoprire i segreti della produzione enologica Braida.

Attività all’aperto ed escursioni

Per chi ama l’avventura e il contatto con la natura, il Braida Wine Resort organizza una serie di attività all’aperto. Tra queste, escursioni a piedi o in bicicletta attraverso i vigneti e le colline circostanti, ideali per esplorare la bellezza del paesaggio monferrino. Si propongono anche golosi picnic tra i vigneti, per vivere momenti di pura magia immersi nella natura.

Gastronomia
La cucina è un altro punto di forza per la famiglia Bologna. La cucina tradizionale piemontese, abbinata ai vini Braida, si può gustare alla Trattoria I Bologna.  

Eventi speciali
Al Braida Wine Resort si organizzano eventi privati e matrimoni, in una location esclusiva  con servizi personalizzati per ogni esigenza.

 

 



 “BRAIDA” DI GIACOMO BOLOGNA – ROCCHETTA TANARO (AT)

 Vino, condivisione e momenti preziosi da non dimenticare: questo è “Braida”.

Un soprannome che l'avo Giuseppe Bologna si guadagnò sui campi di pallone elastico, uno sport tradizionale piemontese, e che ancora oggi accompagna la famiglia. 

Giacomo Bologna ereditò dal padre il nome “Braida” e una piccola vigna di Barbera a Rocchetta Tanaro, e tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta dedicò la sua vita a elevare questo nome e la qualità della Barbera, ottenendo vini e riconoscimenti che hanno fatto la storia dell’enologia italiana e internazionale come La Monella, il Bricco dell’Uccellone, il Bricco della Bigotta, l’Ai Suma in particolare. 

Oggi la quarta generazione “Braida” muove i primi passi nell’azienda di famiglia, che nel frattempo ha oltrepassato il traguardo delle 60 vendemmie e coltiva più di 70 ettari di vigneto tra il Monferrato (dove le radici sono profonde e la Barbera rimane il cuore della produzione) e le Langhe (dove si producono vini bianchi da Chardonnay, Riesling e Nascetta). 

Nella tradizione Braida, si valorizzano con orgoglio i vitigni autoctoni piemontesi come Grignolino, Moscato e Brachetto: vini che venivano serviti nella storica trattoria di famiglia nella seconda metà del Novecento e di cui i Bologna sono rimasti innamorati. 

È dai tempi della “Trattoria degli amici” che l’attitudine all’accoglienza li caratterizza, ed è per questo che sono sempre felici di dare il benvenuto agli ospiti a Rocchetta Tanaro, nelle cantine storiche di via Roma, nell’iconica barricaia che accoglie da sempre visite e degustazioni, e nel Wine Resort tra i vigneti, dove ognuna delle sette stanze porta il nome di uno dei vini dell'azienda e si può vivere un’esperienza “Braida” al 100%.

 Fondazione: 1961

Proprietari: Giuseppe e Raffaella Bologna

Enologo: Giuseppe Bologna

Regione: Piemonte
Zone: Monferrato e Langa

Denominazioni: DOCG - Barbera d’Asti, Moscato d’Asti, Brachetto d’Acqui; DOC - Barbera del Monferrato DOC, Grignolino DOC, Monferrato rosso DOC, Langhe Nascetta DOC, Langhe Riesling DOC, Langhe Chardonnay DOC, Langhe bianco DOC

Ettari di vigneto: 70 circa

Ettari di bosco: 15

Vini: La Monella, Curej, Bricco dell’Uccellone, Bricco della Bigotta, Ai Suma, Montebruna, Il Bacialé, Limonte, Brachetto d’Acqui, Vigna Senza Nome, Grappa invecchiata di Bricco dell’Uccellone; Vini di Serra dei Fiori: La Regina, Il Fiore, Re di Fiori, Asso di Fiori

 

 

 

Costruitevi una cantina ampia, spaziosa, ben aerata e rallegratela di tante belle bottiglie, queste ritte, quelle coricate, da considerare con occhio amico nelle sere di Primavera, Estate, Autunno e Inverno sogghignando al pensiero di quell’uomo senza canti e senza suoni, senza donne e senza vino, che dovrebbe vivere una decina d’anni più di voi” 

(Giacomo Bologna)
 

martedì 2 luglio 2024

Si torna a giocare al Carpionato del mondo - Una cinquantina di locali coinvolti dall’Associazione Astigiani Primi e solidarietà con il gioco dei timbri


  

“L’avventura degli Azzurri al Campionato europeo di calcio è finita in maniera agra, ma quest’estate ci resta il Carpionato del mondo che si inizia luglio e si disputerà fino a metà settembre”


La prendono con ironia all’Associazione Astigiani che lancia per il secondo anno la kermesse dedicata al carpione, piatto tipico della tradizione culinaria estiva piemontese.

 

Per carpione si intende un tipo di marinatura con aglio, aceto, cipolle e salvia. In questo “bagnetto” si fanno riposare (almeno per una notte prima di gustarli, rigorosamente freddi) ortaggi, uova, carni o pesci, prima fritti o bolliti. L’origine del carpione risale probabilmente al Medioevo (ma ce ne sono tracce già tra i Romani) e rispondeva alla necessità di conservare gli alimenti quando ancora i frigoriferi erano di là da venire. È un piatto della tradizione contadina estiva. 

Il Carpionato del mondo vuole rilanciare l’uso dell’agro, delle marinature e del classico aceto di vino piemontese. 

Dove si gioca il Carpionato?

Sono una cinquantina i locali coinvolti con la stessa vitalità e fantasia del Bagna Cauda Day.  

Ci sono ristoranti, agriturismo, gastronomie, ma anche Pro loco  (quelle di Casabianca e Quattordio hanno giocato in anteprima)  che dai primi di luglio al 15 settembre avranno in menù piatti il carpione proposto in modalità diverse.

L’elenco in continuo aggiornamento è sul sito www.carpionatodelmondo.it

 

Ogni locale aderente ha ricevuto da Astigiani una fornitura di libretti-lasciapassare edizione ‘24 da regalare ai carpionisti.

Il lasciapassare contiene il racconto del contesto storico del carpione nel mondo con interventi e citazioni letterarie.  

Ci sono un simpatico testo di Bruno Gambarotta che descrive con ricetta la sua “tinca cinematografica”, l’excursus storico gastronomico di Gianluigi Bera, la ricerca sull’agro nel mondo di Paola Gho e Giovanni Ruffa, i consigli da dietologi di Giorgio e Caterina Calabrese, il racconto di Rocco Moliterni, la testimonianza di Franco Testore. 

Nella due pagine centrali c’è lo spazio dove mettere i timbri che certificano il passaggio del carpionista: ogni locale è stato dotato di timbro personalizzato.


                                                                    foto Giulio Morra 


Premi ai carpionisti più assidui con il gioco dei timbri

  

Al termine del carpionato chi avrà raccolto tra i carpionisti più bolli di locali diversi e lo presenterà o ne manderà la foto ad Astigiani avrà diritto a cene gratis per due persone (raggiunti i 5 timbri). Chi avrà raggiunto gli 8 timbri riceverà altri gustosi premi in natura e servizi così come chi arriverà ad avere 12 timbri e avrà il titolo di “carpione del mondo”!


Il Carpionato del Mondo è una festa solidale.


L’associazione Astigiani come già è avvenuto lo scorso con il versamento di 3000 euro al Consorzio della Piadina Romagnola a favore di un’azienda agricola alluvionata romagnola, si impegna a destinare anche quest’ anno una arte degli utili dell’evento all’Associazione Astro-Pulmino amico di Asti a sostegno dell’azione a favore dei malati oncologici 


Gli alleati del Carpionato del mondo 2024 sono il Consorzio dell’Asti, lo storico acetificio reale Varvello di La Loggia, la torroneria Davide Barbero che rilancia il liquore del Diavolo Rosso e l’Associazione per il  Patrimonio Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

                                                                      foto Giulio Morra 


Molti modi per dire “carpione” nelle cucine del mondo

Una precisazione etimologica è necessaria per motivare la diffusione di questa preparazione. Lo storico Franco Cardini pone all’origine il termine castigliano escabeche, a sua volta proveniente dal persiano sikbaj. Sembra però che la tradizione culinaria araba non abbia recepito questo termine, mentre grande fortuna ha avuto negli idiomi della penisola iberica (escabeche) e italica (scapece). A questi paesi, e a quelli sotto l’influenza spagnola e portoghese, dobbiamo guardare per rintracciare i piatti “in agro”, il cui comune denominatore, a parte l’aceto e i variabili aromi aggiunti (aglio, cipolla, salvia, rosmarino, mentuccia, zafferano), è la frittura dell’alimento base. 

In Liguria c’è lo scabeccio, con piccoli pesci come le acciughe, al Centro-Sud predomina la/lo scapece: da quella molisana (a base di pezzi di pesce) a quella gallipolina, particolare per l’uso del pangrattato e dello zafferano, passando per la scapece di zucchine (Campania), per lo scapece trapanese (con le parti meno pregiate del tonno). In Sardegna, sia per il pesce sia per le olive, si fa su scabecciu, mentre a Orbetello lo scaveccio prevede l’anguilla a tranci. In Piemonte e in Veneto le parole cambiano: da un lato il carpione, dall’altro il saor, buono per marinare le sarde ma anche alcuni ortaggi.

Nella cucina spagnola e portoghese è abituale trovare piatti “escabechados”: cozze, sardine, tonno, baccalà fino ad alcune carni bianche, come il pollo e le quaglie. Anche la Francia ne è toccata, con le provenzali sardine (o sgombri) en escabeche.

Gli escabeche sono diffusissimi in Centro e Sud America: Argentina e Bolivia (con le carni), Perù, Cuba, Giamaica (con il pesce), Cile (con la cipolla fresca).