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giovedì 9 ottobre 2025

IL PRIMO NEBBIOLO TRE BICCHIERI DEL NORD ASTIGIANO È SERRE DI SAN PIETRO MONFERRATO DOC NEBBIOLO SUPERIORE 2022 DI BAVA


 



UN VINO TRA I PIÙ IDENTITARI DELL’AZIENDA MONFERRINA, 

CHE NASCE NEL VIGNETO STORICO DELLA FAMIGLIA A COCCONATO

 

Riconoscimento per Bava di Cocconato, nel Monferrato astigiano: Serre di San Pietro Monferrato DOC Nebbiolo Superiore2022 ha conquistato i Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, il massimo punteggio assegnato da una delle più autorevoli pubblicazioni enologiche italiane.

 

Un premio significativo, per uno dei vini più identitari: Serre di San Pietro, il Nebbiolo al centro del Piemonte, nasce infatti a Cocconato, dal vigneto storico dei Bava, sulla collina di Cadodo, dove la famiglia vive e coltiva la terra da 13 generazioni. 
L’area di Cocconato e la sequenza panoramica dei bricchi delle Serre hanno una lunga tradizione nella produzione di Nebbiolo: proprio per questo, sul finire degli anni ’90, sono stati reimpiantati i vigneti, scelta premiata in seguito dal riconoscimento della denominazione d’origine Monferrato DOC Nebbiolo nel 2018.

 

Questo vino esprime il carattere e la fragranza dei grandi rossi del territorio: colore rosso rubino luminoso, profumi floreali di viola e rosa selvatica che si intrecciano a note fruttate e a leggere sfumature boisé. Al palato, eleganza e struttura si fondono con freschezza e persistenza, restituendo un Nebbiolo che si ricorda per la sua finezza.

 

I Tre Bicchieri per il nostro Serre di San Pietro premiano la nostra visione di un vino che nasce da un territorio straordinario e che, pur fuori dalle denominazioni più blasonate, riesce a imporsi per qualità e carattere. Il successo del Serre di San Pietro Monferrato Nebbiolo testimonia l’evoluzione di un progetto enologico che da generazioni porta avanti la filosofia Bava: produrre vini che raccontano il Piemonte con autenticità, equilibrio e personalità” commenta Francesca Bava, responsabile marketing dell’azienda.

 


 

Monferrato Nebbiolo DOC firmato Bava: una storia che inizia da lontano

La famiglia Bava risiede nella zona di Cocconato almeno dall’inizio del 1600, e già allora la cascina di famiglia, ca’ Traversa, era circondata da vigneti.

Al tempo si produceva vino per proprio consumo, insieme ad altri prodotti dei campi. Il vino veniva conservato in botti nelle cantine sotterranee della cascina, e imbottigliato nelle grandi annate e per le occasioni da ricordare.

 

Così, nel racconto di Piero Bava, vino, territorio e famiglia si intrecciano:

 

Un tempo – ricorda Piero Bava – quasi tutti a Tuffo avevano un pezzetto di terra; la parte alta delle colline veniva coltivata a vite. Già nel Settecento, la famiglia Bava aveva terreni di proprietà sui bricchi delle Serre, un punto panoramico della frazione da cui si vedono chiaramente l’arco alpino e il Monviso, sul crinale dell’antica Strada delle Serre. A inizio Novecento la famiglia si spostò nel fondovalle, accanto alla ferrovia, dove fu fondata la cantina che ancora oggi, a distanza di un secolo, è sede dell’azienda”.

Dalle finestre dalla cantina si scorge, in piena luce sulla collina di fronte, la storica vigna di fianco alla chiesa del borgo, nella stessa posizione descritta da una rara mappa catastale del 1790 (tra le poche completate durante il regno sabaudo) che reca il medesimo toponimo, Cadodo, indicato già allora come di proprietà della famiglia.

Proprio dalla chiesetta di Tuffo, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, deriva il nome che abbiamo deciso di dare a questo vino, proveniente da una vigna incastonata tra la Strada delle Serre e il sagrato della Chiesa di San Pietro e Paolo: così è nato il Serre di San Pietro.

Prima vendemmia: 2019.

 

                                                                         il vigneto


 

                                    BAVA – AZIENDA VITIVINICOLA E DI INVECCHIAMENTO

 

 

Nei vigneti Bava si snoda il racconto di un equilibrio tra natura e sostenibilità. Gli sfalci d’erba e i tralci potati nutrono il suolo, i pali che sorreggono le viti provengono esclusivamente da foreste rinnovabili, mentre l’inerbimento naturale tra i filari protegge la biodiversità e previene l’erosione del terreno, eliminando la necessità di diserbanti.

Questa attenzione alla terra è il filo conduttore di una storia che affonda le sue radici a Cocconato, tra le colline del Monferrato astigiano. Qui, la famiglia Bava coltiva la vite da quattro secoli e, nel 1911, ha dato forma concreta alla propria visione, costruendo la prima cantina.
Più di 110 vendemmie hanno scandito il percorso della famiglia, con sei generazioni che hanno custodito e innovato il sapere vitivinicolo. Le Barbere Bava, espressione autentica di questo territorio, hanno conquistato mercati internazionali, portando con sé la qualità e il carattere delle colline piemontesi.  La produzione comprende anche Nebbiolo, Barolo, diversi vini aromatici come il Ruché, il Moscato d'Asti, la Malvasia di Castelnuovo don Bosco, con un focus sui vitigni autoctoni.

Oggi la proprietà si estende tra il Monferrato e le Langhe, con cinquanta ettari di vigneti e venti tra prati e boschi spontanei. La terra è coltivata con la stessa sensibilità di un tempo, nel rispetto dell’ambiente e con una visione sostenibile aperta verso il futuro.

 

 

www.bava.com | @bavawinery

 



 
 

mercoledì 1 ottobre 2025

“Etna’s Wine Women – Le figlie del vulcano” è il nuovo short film prodotto da Italy Wine Tv

 


Menzione d’onore all’opera dedicata alle Donne dell’Etna DOC al Wine Spectator Video Contest 2025

 

S’intitola “Etna’s Wine Women – Le figlie del vulcano”, è prodotto da Italy Wine Tv e ha ricevuto la Menzione d’Onore al Wine Spectator Video Contest 2025, la competizione internazionale promossa dalla prestigiosa rivista americana dedicata al settore vitivinicolo.

 

Un riconoscimento speciale che premia la creatività, l’originalità e la forza del racconto visivo. La giuria tecnica ha voluto sottolineare la qualità del filmato: storytelling, impatto visivo e valore del messaggio, considerandolo meritevole e degno di nota, anche se non tra i vincitori ufficiali. Un segnale forte dell’apprezzamento ricevuto a livello internazionale, che porta l’Etna e le sue protagoniste in primo piano sulla scena mondiale.

 

Lo short film Etna’s Wine Women – Le figlie del vulcano, prodotto da Massimo Gavello e Rodolfo Carrara per Italy Wine TV in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Etna DOC, sarà disponibile online a partire dal 1° ottobre 2025 in anteprima sul sito https://www.etnaswinewomen.com/ 

 

Direzione, regia e riprese sono di Vladimir Di Prima e Alfio Vecchio di FilmKam Catania.

Etna’s Wine Women racconta l’alchimia che lega il vulcano alle sue figlie: donne che trasformano la nuda roccia in vigne, raccolgono l’eredità del fuoco e della pietra e custodiscono nella loro opera quotidiana la memoria della lava e la grazia della viticoltura. È un viaggio tra paesaggi estremi e fertili, tradizione e innovazione, resilienza e passione.

 

Il progetto vede come partner l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, il Consorzio Tutela Vini Etna DOC e la Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna, che con questo film celebrano il legame profondo tra il vulcano e le donne che ogni giorno ne raccontano l’identità attraverso il vino.




Protagoniste donne che incarnano l’anima del vulcano e il futuro del vino etneo:

 

Gina Russo (Cantine Russo – Presidente Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna)

Manuela Seminara (Tenute Ballasanti)

Irene Badalà (Azienda Agricola Irene Badalà)

Aurora Ursino (Agronoma – Le Donne del Vino)

Maria Carella (Enologa Nicosia – Enologa dell’anno Premio All Food Sicily 2024 - Le Donne del Vino)

Marika Mannino (Direttrice Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna)

Maria Gambino (Vini Gambino)

Federica Milazzo ( Sommelier - Miglior Sommelier di Sicilia 2022 )

Elisa Vasta (Vini Gambino)


Francesco Cambriapresidente Consorzio Etna Doc spiega: «Questo film ci rende particolarmente orgogliosi perché mette al centro il legame straordinario tra il nostro territorio e le donne che lo rappresentano con competenza, passione e visione. La tradizione del lavoro femminile nelle vigne sull’Etna è lunghissima: da sempre, chi lavora in campagna è donna. Il legame tra la viticoltura e la figura femminile affonda le radici nella storia etnea e oggi si rinnova con nuove energie e professionalità. Il Consorzio ha creduto e sostenuto questo progetto che porta al territorio una visibilità internazionale di grande valore: un’occasione per raccontare al mondo l’unicità dell’Etna doc, capace di coniugare natura, storia e innovazione».

 

«Questa partnership incarna appieno lo spirito delle Donne del Vino – sottolineano Daniela Mastroberardino, presidente nazionale delle Donne del Vino e Roberta Urso, delegata della Sicilia -: fare rete, unire competenze ed energie per valorizzare il ruolo femminile in un comparto in continua evoluzione. L’Etna, con la sua forza e unicità, diventa il simbolo di un racconto più ampio, che parla di territori, identità e passione».

 

Gina Russo, presidente Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna commenta: «La Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna è orgogliosa di partecipare a un progetto che racconta la nostra identità attraverso la voce delle donne, custodi di tradizione e innovazione, interpreti autentiche della cultura del vulcano. Le donne sono sempre state al centro della famiglia e dell’accoglienza, ed è anche grazie a questo ruolo che oggi riescono a raccontare l’Etna in modo autentico. È un invito a scoprire il vulcano con i suoi paesaggi, i suoi sapori e la sua straordinaria umanità».

 

FILMATO SCARICABILE

https://vimeo.com/langhetv/review/1122220687/5dfcc177d7

 

POSSIBILITA’ DI “EMBED”

https://vimeo.com/1122220687?share=copy#t=0

 

KIT STAMPA COMPLETO

https://drive.google.com/drive/folders/1hZ5wkm2tRp4CtlVW_xFWjxxC_McKkZmH?usp=sharing

 

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lunedì 29 settembre 2025

IL CONSORZIO ALTA LANGA CONFERMA IL RUOLO DI MAIN SPONSOR DELLA 95ª FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO D’ALBA

 


 

Per il nono anno consecutivo, il Consorzio Alta Langa affianca da protagonista la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, in programma ad Alba dall’11 ottobre all’8 dicembre.


L’Alta Langa docg ritorna anche quest’anno alla Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba – commenta il presidente del Consorzio Alta Langa Giovanni Minetti – e lo fa ancora una volta da protagonista, affiancando come Official Sparkling Wine il Tartufo bianco d’Alba nei momenti più significativi della rassegna. Per noi produttori è sempre un appuntamento molto significativo e motivo di grande orgoglio per la possibilità che ci viene offerta di collocare il nostro prodotto a fianco di una gemma della gastronomia italiana conosciuta in tutte le tavole di qualità del mondo”. 

La stagione del Tartufo bianco d’Alba si apre ufficialmente il 1° ottobre e, come da tradizione, nella notte del 30 settembre, Alba celebra l’inizio della cerca con il Capodanno del Tartufo, dando il via a una stagione che è insieme agricola, gastronomica e spirituale. Un momento simbolico di festa che culminerà in piazza Risorgimento con un brindisi con l’Alta Langa DOCG.

La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba aprirà le porte al pubblico sabato 11 ottobre con ingresso al Cortile della Maddalena da piazzetta Falcone. 

I vini Alta Langa DOCG dei soci del Consorzio saranno proposti in degustazione nella Grande Enoteca all’interno del Mercato Mondiale del Tartufo, il cuore della Fiera.

Nel corso degli oltre 30 cooking show (all’interno della Sala Beppe Fenoglio, in cui grandi chef preparano dal vivo una loro ricetta dedicata al Tartufo bianco d’Alba) le Alte Bollicine Piemontesi sono abbinate alle creazioni gourmet nate dall’estro sapiente di alcune tra le più grandi firme della cucina nazionale e internazionale. Novità di quest’anno saranno i Tramonti Gourmet: Aperitivi d’Eccellenza che arricchiranno il programma con un nuovo formato di cooking show: un elegante aperitivo all’italiana capace di unire l’arte culinaria al piacere del brindisi. In un’atmosfera intima e suggestiva, lo chef ospite preparerà dal vivo due piccole creazioni gastronomiche, pensate per accompagnare un calice di Alta Langa DOCG e un cocktail originale a base di Vermouth di Torino IGP miscelato con l’Alta Langa DOCG.

Domenica 12 ottobre alle 15 nella Sala Beppe Fenoglio si terrà il workshop Alta Langa DOCG, alla scoperta delle Alte Bollicine Piemontesi, un laboratorio per approfondire la conoscenza della denominazione Alta Langa DOCG tra storia, terroir, persone e quattro calici di bollicine piemontesi.

Mentre domenica 16 novembre, sempre alle 15, nella Sala Vittorio Riolfo (e sempre con accesso dal Cortile della Maddalena)  l’Alta Langa DOCG sarà il protagonista della Masterclass organizzata dai wine writer Othmar Kiem e Simon Staffler della rivista specializzata Falstaff in collaborazione con l’Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero.

L’Alta Langa DOCG sarà inoltre offerta agli ospiti delle “Cene Insolite”, occasioni uniche in cui grandi chef del panorama nazionale e internazionale incontrano il Tartufo Bianco d’Alba. Occasioni per scoprire luoghi storici e culturali attraverso un'esperienza di visita guidata che si concluderà con una cena d’eccellenza cucinata da prestigiosi cuochi stellati (quest’anno Karime Lopez e Takahiko Kondo - Gucci Osteria*, Matias Perdomo – Contraste*, Gaetano Trovato - Arnolfo Ristorante**, Floriano Pellegrino - Ristorante Bros'* e Luigi Taglienti).

L’edizione di quest’anno della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba pone al centro il valore del rispetto: per l’ambiente e la biodiversità che rendono possibile la nascita del Tartufo Bianco d’Alba, per gli animali protagonisti della cerca, per il prodotto stesso e per i consumatori, garantendo qualità, autenticità e trasparenza. Una visione che unisce territorio, tradizione e cultura gastronomica in un modello di eccellenza e sostenibilità riconosciuto in tutto il mondo.

 

Settembre 2025
Ufficio Stampa Marianna Natale – marianna@ishock.it comunicazione@altalangadocg.com

IL CONSORZIO ALTA LANGA

 

Il Consorzio Alta Langa è stato costituito nel 2001, con l’obiettivo di tutelare un prodotto nato dopo molti anni di ricerche e studi sulla vocazionalità delle aree interessate. Uno spumante nato come progetto sperimentale, riunisce oggi viticoltori e produttori appassionati e lungimiranti che, spinti da un grande orgoglio piemontese, hanno fatto crescere questa denominazione giovane ma con radici profonde che rimandano alla seconda metà dell’800. La grande scommessa, che unisce tutti, è quella di produrre ogni anno un vino spumante di grande qualità, importante e identitario. 

A fine 2024 il Consorzio contava 90 produttori e 90 viticoltori associati e vanta una partnership di lunga data con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, di cui è Main Sponsor, dove l’Alta Langa DOCG è Official Sparkling Wine, e con il mondo Slow Food, in particolare con la Banca del Vino e con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Il Consorzio è inoltre partner tecnico del Teatro Regio di Torino. L’Alta Langa DOCG è stato infine nominato “Vino dell’Anno Regione Piemonte” 2025.

 

L’ALTA LANGA DOCG

L'Alta Langa Docg raccoglie l’eredità e prosegue la tradizione del primo metodo classico d’Italia, nato proprio in Piemonte nella seconda metà del 1800.La denominazione ha ottenuto la Doc nel 2002 e il massimo riconoscimento qualitativo della Docg nel 2011, e oggi ha una produzione ancora molto limitata e rappresentata da circa tre milioni di bottiglie.

L’Alta Langa Docg è prodotto con uve Pinot nero e Chardonnay tra il 90 e il 100%, vinificate in purezza o insieme in percentuale variabile; il blend può essere integrato con un 10% di uve da vitigni autorizzati alla coltivazione all’interno dell’area di origine, di colore bianco o nero ma non aromatiche.Le tipologie sono bianco o rosé nelle versioni brut, extra-brut o pas dosé e il vino si avvale di un tempo di affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi, come prevede il disciplinare di produzione (60 per la tipologia “Riserva”). Caratteristica distintiva dell’Alta Langa è quella di essere uno spumante esclusivamente millesimato, cioè frutto di un’unica annata: ogni bottiglia riporta sempre in etichetta l’anno della vendemmia, legandosi indissolubilmente alle particolari caratteristiche di quella specifica raccolta, effettuata rigorosamente in modalità manuale e con le uve riposte in piccoli contenitori. Viene prodotto in un territorio alto collinare (440 metri slm l’altitudine media) che abbraccia le province di Alessandria, Asti e Cuneo: una terra che dall’Appennino vede le cime innevate delle Alpi e respira il profumo del mare. Una terra che raccoglie l’eredità tramandata dagli avi e mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali. Un territorio prezioso, da sostenere e da scoprire, con una grande biodiversità.  Terra letteraria, terra straordinaria ricca di racconti di resistenza - bellica e culturale -, che ha fatto fronte al cambiamento dei tempi senza perdere memoria e identità.

 

I NUMERI DEL CONSORZIO E DELL'ALTA LANGA DOCG:

  • Oltre 90 aziende produttrici associate al Consorzio
  • 490 ettari di vigneto tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • Il “vigneto Alta Langa” è – in via indicativa - coltivato per 2/3 a Pinot nero e per 1/3 a Chardonnay
  • 3.500.000 bottiglie potenziali prodotte con la vendemmia 2025 (in commercio non prima del dicembre 2028)
  • Mercato interno: 85%
  • Export: 15%

 

@altalangadocg #altalangadocg

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giovedì 25 settembre 2025

TIMORASSO DEI COLLI TORTONESI: ECCO IL PRIMO BIANCO DI “BRAIDA”

 

 

“Braida” non è soltanto una cantina, è una famiglia visionaria, quella dei Bologna, che ha riscritto le regole della Barbera con passione, cultura e coraggio. 

 

Oggi, con il primo vino bianco fermo, la sua vocazione rivoluzionaria si rinnova.

 

Con il Timorasso, “Braida” apre un nuovo capitolo della sua storia. Nasce da vigneti nei Colli Tortonesi e viene vinificato nella storica cantina di Rocchetta Tanaro: un incontro tra territori, esperienze e intuizioni. È una scelta precisa, coerente con la filosofia aziendale, che da sempre crede nella longevità, nella forza del territorio e nella sfida come motore di crescita.

 

Abbiamo scelto il Timorasso – dice Giuseppe Bologna, proprietario insieme alla sorella Raffaella dell’azienda - perché assomiglia ai nostri vini, alla Barbera che tanto amiamo: ha struttura, profondità, capacità di evolvere nel tempo, è ostinato ed espressivo. Vinificare un bianco a Rocchetta, per la prima volta, significa rimettersi in gioco con la curiosità e il rigore che ci accompagnano da sempre. Questo Timorasso è l’assaggio di un progetto identitario e, insieme, un segnale chiaro: “Braida”, nata rompendo gli schemi, continua a trasformarsi con naturalezza. Il vino viene vinificato in acciaio e affinato in cemento a contatto con le fecce fini, per custodirne tensione, profondità e complessità aromatica. Una interpretazione rocchettese con un pizzico di sana follia, proprio come l’uva Timorasso, ricca di estro e carattere”.

 

La prima annata, la 2023, è oggi in vendita, mentre la seconda riposa in cantina e la terza è già in fermentazione.

 

Info: www.braida.it

 



 

 

“BRAIDA” DI GIACOMO BOLOGNA 

Vino, condivisione e momenti preziosi da non dimenticare: questo è “Braida”.

Un soprannome che l'avo Giuseppe Bologna si guadagnò sui campi di pallone elastico, uno sport tradizionale piemontese, e che ancora oggi accompagna la famiglia. 

Giacomo Bologna ereditò dal padre il nome “Braida” e una piccola vigna di Barbera a Rocchetta Tanaro, e tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta dedicò la sua vita a elevare questo nome e la qualità della Barbera, ottenendo vini e riconoscimenti che hanno fatto la storia dell’enologia italiana e internazionale come La Monella, il Bricco dell’Uccellone, il Bricco della Bigotta, l’Ai Suma in particolare. 

Oggi la quarta generazione “Braida” muove i primi passi nell’azienda di famiglia, che nel frattempo ha oltrepassato il traguardo delle 60 vendemmie e coltiva più di 70 ettari di vigneto tra il Monferrato (dove le radici sono profonde e la Barbera rimane il cuore della produzione) e le Langhe (dove si producono vini bianchi da Chardonnay, Riesling e Nascetta). 

Nella tradizione “Braida”, si valorizzano con orgoglio i vitigni autoctoni piemontesi come Grignolino, Moscato e Brachetto: vini che venivano serviti nella storica trattoria di famiglia nella seconda metà del Novecento e di cui i Bologna sono rimasti innamorati. 

È dai tempi della “Trattoria degli amici” che l’attitudine all’accoglienza li caratterizza, ed è per questo che sono sempre felici di dare il benvenuto agli ospiti a Rocchetta Tanaro, nelle cantine storiche di via Roma, nell’iconica barricaia che accoglie da sempre visite e degustazioni, e nel Wine Resort tra i vigneti, dove ognuna delle sette stanze porta il nome di uno dei vini dell'azienda e si può vivere un’esperienza “Braida” al 100%.

Nel 2024, “Braida” ha ottenuto il prestigioso Marchio Storico di Interesse Nazionale conferito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. 

Questo riconoscimento pubblico è riservato alle aziende italiane che, per oltre mezzo secolo, hanno mantenuto una qualità produttiva d'eccellenza e un forte legame con il territorio, attestando la loro storicità e autenticità.

 

Fondazione: 1961
Proprietari: Giuseppe e Raffaella Bologna
Enologo: Giuseppe Bologna

Regione: Piemonte
Zone: Monferrato e Langa

Denominazioni: DOCG - Barbera d’Asti, Moscato d’Asti, Brachetto d’Acqui; DOC - Barbera del Monferrato DOC, Grignolino DOC, Monferrato rosso DOC, Colli Tortonesi DOC Timorasso, Langhe Nascetta DOC, Langhe Riesling DOC, Langhe Chardonnay DOC, Langhe bianco DOC

Ettari di vigneto: 70 circa
Ettari di bosco: 15

Vini: La Monella, Curej, Bricco dell’Uccellone, Bricco della Bigotta, Ai Suma, Montebruna, Il Bacialé, Limonte GB, Limonte, Timorasso, Brachetto d’Acqui, Vigna Senza Nome, Grappa invecchiata di Bricco dell’Uccellone; Vini di Serra dei Fiori: La Regina, Il Fiore, Re di Fiori, Asso di Fiori



martedì 23 settembre 2025

L’Aperitivo Sabaudo con il Vermouth di Torino e l’Alta Langa DOCG

 


 

Martedì, 30 settembre serata della Banca del Vino alla Bollina di Serravalle Scrivia: ospite il produttore Giulio Bava della cantina Cocchi di Cocconato (AT).
 

 Martedì 30 settembre alle ore 20, con inizio degustazione alle 20.30, la Banca del Vino firma una nuova serata didattica alla Bollina Winery di Serravalle Scrivia (AL). Un appuntamento speciale che celebra due grandi eccellenze piemontesi: il Vermouth di Torino e le bollicine Alta Langa DOCG.

 

Ospite d’onore sarà Giulio Bava, enologo e produttore della storica cantina Cocchi di Cocconato (AT), che guiderà i partecipanti in un percorso tra calici iconici e racconti di tradizione.

A rendere ancora più unico l’evento sarà l’accoglienza di Mirko Sciutto, che per l’occasione ha ideato una raffinata selezione di tramezzini gourmet torinesi,  a tre piani come quelli preparati nelle storiche caffetterie di Torino (burro e acciughe | sedano, mela e gorgonzola | vitello tonnato, salsa tonnata e uova sode) in perfetto abbinamento con le cuvée di Alta Langa. La serata è organizzata e coordinata da Laura Norese. 

 

Il programma della serata

  • Accoglienza con cocktail Vermouth & Tonic
  • Selezione di tramezzini piemontesi abbinati a:
    • Alta Langa DOCG Brut Totocorde 2019 – Vino Top premiato dalla Guida Slow Wine 2026
    • Alta Langa DOCG Extra Brut Bio 2020
  • Risotto all’Alta Langa e nocciole del Piemonte con Alta Langa DOCG Pas Dosé 2017
  • Degustazione guidata e racconto del produttore con:
    • Alta Langa DOCG Pas Dosé Espressione Noir 2018
    • Alta Langa DOCG Pas Dosé Espressione Blanc 2018
  • Chiusura dolce con canestrelli di Gavi e Vermouth Amaro Dopo Teatro

 

Informazioni utili

La Bollina Winery – Via Monterotondo, 60, 15069 Serravalle Scrivia (AL)

Costo: 45 €
Prezzo scontato: 40 € per soci Banca del Vino, Donne del Vino e associati FISAR in regola con la quota 2025.
Codice sconto: VERAL25 (da inserire direttamente nel carrello).

📌 Posti limitati – Prenotazione obbligatoria: https://ideasiti.wine/prodotto/laperitivo-sabaudo-con-il-vermouth-di-torino-e-lalta-langa-docg/

 

 

Chi è la Banca del Vino

Realtà unica al mondo, la Banca del Vino ha l’obiettivo di esprimere la grande ricchezza di territori, terreni e vitigni autoctoni della nostra penisola. Un patrimonio biodiverso inestimabile in un paese come l’Italia dove – caso unico al mondo -in ogni regione si produce vino. Oggi attraverso il progetto “Club Banca del Vino”, le cantine selezionate e aderenti contribuiscono a sostenere la cultura del vino attraverso iniziative promozionali ed educative. Sono oltre 50.000 le bottiglie custodite nelle Cantine Storiche dell’Agenzia di Pollenzo, il cui complesso architettonico nasce nel 1835, per volontà di Carlo Alberto di Savoia. Era il centro direttivo delle tenute sabaude e il cuore delle sperimentazioni agro-enologiche. L’idea di restituire a un utilizzo pubblico l’intero edificio risale alla fine degli anni Novanta, grazie ad un’iniziativa dell’associazione internazionale Slow Food. Al suo interno, oltre alla Banca del Vino, troviamo la sede della prima Università degli Studi di Scienze Gastronomiche al mondo, le Tavole Accademiche e l’Albergo dell’Agenzia. Un polo che continua a lavorare per essere un punto di riferimento per la politica alimentare di alta qualità e la cultura eno-gastronomica internazionale.

 

Chi è Laura Norese

Laura collabora con Slow Wine dal 2017, un’esperienza che l’ha portata a scoprire la straordinaria diversità di cantine e vigneti tra Monferrato, Langhe, Roero, Gavi e Colli Tortonesi. La sua missione, attraverso le serate della Banca del Vino, è trasformare ogni incontro in un momento di arricchimento culturale e umano.

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domenica 21 settembre 2025

LA NEGRONI WEEK DI GIULIO COCCHI DAL 22 AL 28 SETTEMBRE CON NEGRONI EUROPEAN TOUR: 7 PAESI, 7 BAR, 7 NEGRONI

 

 

Dalla Svezia alla Grecia passando per Inghilterra, Danimarca, Francia, Spagna e Italia i twist sul più iconico dei cocktail

 


 

Dal 22 al 28 settembre 2025 Cocchi celebra la Negroni Week, la settimana dedicata al cocktail italiano più iconico al mondo, con un format esclusivo: il Negroni European Tour.

 

Un menu virtuale attraverserà l’Europa con sette twist originali di Negroni, ognuno ispirato a un diverso Paese, firmato da bartender d’eccellenza. 

Un appuntamento che mette in connessione professionisti, appassionati e brand internazionali, toccando città dalla Svezia alla Grecia e passando per l’Inghilterra, la Danimarca, la Francia, la Spagna e l’Italia.

 

Per questo viaggio di creatività e gusto, Cocchi ha coinvolto alcuni tra i locali più celebrati della scena mixology europea: 

 

A Bar Called Gemma (Stoccolma), con “A Bright Day” (Acquavite​, Cocchi Americano​, Mezcal​, Uva marinata​, Vetiver​)

 

The Emory Rooftop (Londra), con “Cocchi Cortado” (Campari, Storico Vermouth di Torino Cocchi con chicci di caffé, Liquore di mais, Rum, Aria di nocciole​)

 

Deco (Copenhagen), con “Danish Summer Negroni” (Gin, Campari, Storico Vermouth di Torino Cocchi, vino di fragole homemade, liquore ai fiori di sambuco, Verjus)

 

Candelaria (Parigi), con “Zsa Zsa” (Jasmine Gin​, Mirtillo fermentato, Bitter italiano​, Storico Vermouth di Torino Cocchi​, Barolo Chinato Cocchi​, Cocco​)

 

Gucci Giardino 25 (Firenze), con "Origini"​ (Storico Vermouth di Torino Cocchi​, Bitter Fursetti​, Gin Sabatini​, Bitter al sedano​, Mela​, Fieno​, Polline, Milk wash al latte intero)

 

Lovo (Madrid), con “Unusual Negroni Cocchi-Groni” (Storico Vermouth di Torino Cocchi​, Gin​, Campari​, Fat washed con olio di cocco e ananas​)

 

The bar in front of the bar (Atene), con “Coffee Negroni” (Gin, Bitter, Storico Vermouth di Torino Cocchi, Menta, Cioccolato)​

 

La Negroni Week 2025 diventa così non solo un tributo al cocktail che ha fatto la storia, ma anche un viaggio contemporaneo tra culture, sapori e interpretazioni che continuano a rinnovarne il mito.

 

 

 

 

DAL 1891 A OGGI: I 134 ANNI DI COCCHI

 

Aperitivi a base di vino e bollicine cento per cento piemontesi: Cocchi produce vermouth e spumanti tradizionali dell’Astigiano

Nata ad Asti nel 1891 grazie al genio creativo e visionario di Giulio Cocchi, giovanissimo pasticcere di origini toscane, oggi il nome di Cocchi è celebre in tutto il mondo grazie alla produzione di metodo classico Alta Langa DOCG e vini aromatizzati - in particolare diversi tipi di Vermouth, il Barolo Chinato, l'Americano. 

Dal fondatore Giulio Cocchi la casa vinicola ha ereditato un’inesauribile vivacità e una ricerca qualitativa che la porta a essere conosciuta e apprezzata in cinque continenti. A definire lo stile Cocchi sono quindi eleganza e autenticità: la qualità del vino, la maestria e l’esperienza tecnica più che centenaria e una passione e una creatività mai venute meno negli anni.

Insieme alle cuvée di Alta Langa, Cocchi è altrettanto noto per i suoi Vermouth e aromatizzati, tra i quali lo Storico Vermouth di Torino, che 15 anni fa innescò la riscoperta della categoria, il DopoTeatro, Vermouth Amaro da sera, l’Aperitivo Americano, che nelle due versioni Bianco e Rosa è il classico aperitivo della città di Asti, aromatizzato con genziana, China e arancio amaro, e il Barolo Chinato, del quale Cocchi è icona dalla fine dell’Ottocento.

 

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