Un'iniziativa importante, non solo per la zona del Barolo ma per tutto il Piemonte. Questa nuova struttura ricettiva diventa un punto di riferimento per il turismo internazionale legato ai grandi vini ed ai loro territori. Si troveranno, oltre al Barolo firmato da Michele Chiarlo anche quelli dei più noti produttori dei vari "crus" che costituiscono il fiore all'occhiello del celebre vino piemontese, esportato in tutto il mondo.
Fondendo tradizione e moderne tecnologie, la Michele Chiarlo ha ristrutturato un’antica borgata nel cuore del Barolo, realizzando un Palas con diverse suite dotate di tutti i confort per il benessere fisico e interiore. Un “piccolo mondo” immerso nei vigneti che celebra ed esalta la cultura del prestigioso vino italiano, in cui potersi ritrovare e regalare momenti di puro piacere.
IL LUOGO
Vigneti a perdita d’occhio, pace e la tranquillità di una terra che nasconde i suoi beni più preziosi tra i filari delle silenziose colline. Tradizione, vocazione e l’operoso lavoro di generazioni di contadini. Sono questi gli ingredienti che hanno plasmato e riempito di vita uno dei luoghi più vocati al mondo per essere la culla di un grande vino italiano: il Barolo. Una terra dove tutto è concepito per essere vissuto e assaporato con calma, e il cui cuore millenario e vivo, a La Morra, ha un nome preciso: Cerequio.
IL CAVEAU
Non poteva che essere questa borgata, quindi, costituita da pochi fabbricati inseriti in un tipico contesto agricolo delle Langhe, il luogo in cui, da qualche anno, ha trovato casa il Caveau di Cerequio, vera e propria “banca” del Barolo. Qui sono conservate oltre 6000 bottiglie, divise in lotti, che ripercorrono la storia del Barolo dal 1958 a oggi, protette da un ambiente a temperatura e umidità controllata che ospita anche la collezione di grandi misure (storici Magnum e Jeroboam), la storia del Barolo con il Libro del Fantini e la campana di Cerequio.
IL PALAS CEREQUIO
A proseguire e completare il discorso iniziato con il Caveau, arriva, oggi, il Palas Cerequio.
Il nome, “Palas”, è un termine piemontese che indica il “palazzo di lusso”, e la reinterpretazione che ne è stata fatta a Cerequio ha mirato a creare un sito di cultura delle Langhe, in cui il vino è il protagonista silenzioso che accompagna gli ospiti in un viaggio verso il benessere e l’interiorità.
LA VITA
Immersi in un mare di generosi vigneti, i tre fabbricati di antica origine agricola che lo compongono sono stati completamente ristrutturati mantenendo da un lato la loro originaria vocazione, come segno tangibile di appartenenza a un territorio e di riconoscenza verso chi da sempre lo abita con operoso rispetto, dall’altro aprendosi all’avvenire e alle nuove tecnologie. Delicatezza e rispetto sono state le parole chiave del progetto, che non ha voluto appesantire di irriverenti segni ciò che la natura ha così magnificamente costruito.
L’ambiente è valorizzato al massimo attraverso l’uso di luce, tecnologia e materiali primari, elementi che fanno da contesto a un mondo fatto di piaceri, armonie, sensazioni e giochi di equilibrio ed emozione; nel rispetto di una natura e una tradizione che rimane il punto focale da condividere con l’ospite, coinvolgendolo.
Vigneti a perdita d’occhio, pace e la tranquillità di una terra che nasconde i suoi beni più preziosi tra i filari delle silenziose colline. Tradizione, vocazione e l’operoso lavoro di generazioni di contadini. Sono questi gli ingredienti che hanno plasmato e riempito di vita uno dei luoghi più vocati al mondo per essere la culla di un grande vino italiano: il Barolo. Una terra dove tutto è concepito per essere vissuto e assaporato con calma, e il cui cuore millenario e vivo, a La Morra, ha un nome preciso: Cerequio.
IL CAVEAU
Non poteva che essere questa borgata, quindi, costituita da pochi fabbricati inseriti in un tipico contesto agricolo delle Langhe, il luogo in cui, da qualche anno, ha trovato casa il Caveau di Cerequio, vera e propria “banca” del Barolo. Qui sono conservate oltre 6000 bottiglie, divise in lotti, che ripercorrono la storia del Barolo dal 1958 a oggi, protette da un ambiente a temperatura e umidità controllata che ospita anche la collezione di grandi misure (storici Magnum e Jeroboam), la storia del Barolo con il Libro del Fantini e la campana di Cerequio.
IL PALAS CEREQUIO
A proseguire e completare il discorso iniziato con il Caveau, arriva, oggi, il Palas Cerequio.
Il nome, “Palas”, è un termine piemontese che indica il “palazzo di lusso”, e la reinterpretazione che ne è stata fatta a Cerequio ha mirato a creare un sito di cultura delle Langhe, in cui il vino è il protagonista silenzioso che accompagna gli ospiti in un viaggio verso il benessere e l’interiorità.
LA VITA
Immersi in un mare di generosi vigneti, i tre fabbricati di antica origine agricola che lo compongono sono stati completamente ristrutturati mantenendo da un lato la loro originaria vocazione, come segno tangibile di appartenenza a un territorio e di riconoscenza verso chi da sempre lo abita con operoso rispetto, dall’altro aprendosi all’avvenire e alle nuove tecnologie. Delicatezza e rispetto sono state le parole chiave del progetto, che non ha voluto appesantire di irriverenti segni ciò che la natura ha così magnificamente costruito.
L’ambiente è valorizzato al massimo attraverso l’uso di luce, tecnologia e materiali primari, elementi che fanno da contesto a un mondo fatto di piaceri, armonie, sensazioni e giochi di equilibrio ed emozione; nel rispetto di una natura e una tradizione che rimane il punto focale da condividere con l’ospite, coinvolgendolo.
PASSATO
Di questo connubio antico e sempre nuovo, il passato è rappresentato dal palazzo padronale di Palas Cerequio, risalente al 1781 e viva testimonianza delle linee forti ed equilibrate del barocco piemontese. In questo contesto sono state ricavate quattro suite (con superfici dai 36 ai 60 mq), ognuna composta da zona giorno, zona notte, area welness e servizi. Tradizione e natura si fondono a innovazione e tecnologia negli ampi spazi con i pavimenti in graniglia lavorata e nelle pareti rivestite in boiserie, creando un’atmosfera avvolgente che mette l’uomo al centro. Bagno turco, vasca, doccia e area relax soddisfano tutte le esigenze degli ospiti, siano esse di carattere fisico o interiore, cullandoli con proiezioni emozionali che interagiscono sia con l’ambiente interno sia esterno: una sorta di continuità nella suite delle meraviglie che la natura del territorio circostante è capace di offrire.
FUTURO
Il futuro si sviluppa, poi, negli altri due fabbricati, uno originariamente adibito a ricovero di attrezzi agricoli, l’altro destinato a deposito. Anche qui sono state realizzate delle unità abitative (di 58 mq, impostate su due livelli) che mantengono i tratti architettonici originali, essenziali ma avvolgenti e mai distaccati, integrandoli con materiali di impronta moderna attinti dal territorio. Il pavimento è in pietra di Luserna e alcune porzioni di pareti sono realizzate in mattone vecchio recuperato dalla ristrutturazione della Borgata. Anche qui bagno turco, sauna, vasca idromassaggio e doccia sensoriale creano un “micro-mondo” in cui immergersi per sanare le esigenze del corpo e della mente, mentre le immagini che scorrono sul muro riportano emozioni di elementi naturali, quasi come se in essi si fosse fisicamente immersi.
Nel secondo fabbricato è stato recuperato anche il piano terreno per realizzare un locale a uso cucina, reception e ritrovo per gli ospiti.
All’esterno, l’intervento ha previsto anche la dotazione di una piscina a sfioro, e di un giardino di spazi disegnati con fiori, piante ed essenze che sembrano crescere naturalmente con elementi quali le “Topie” , pergole che creano zone di luci e ombre.
Molta attenzione è stata data, fin dalla fase progettuale, al risparmio energetico, con l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, e pompe di calore a gas GPL per il riscaldamento e raffrescamento dei locali.
I CRU
Il legame con il territorio, segno distintivo del lavoro che da sempre Michele Chiarlo porta avanti in ogni sua iniziativa, è ribadito, infine, anche dai nomi scelti per ciascuna suite di Palas Cerequio, ovvero quelli dei Crus di Barolo: Cerequio, appunto, ma anche Cannubi, Brunate, Vigna Rionda, Rocche, Bussia, Villero, Ginestra e Rocche dell’Annunziata. A rappresentare e ribadire il connubio perfetto che mira a coinvolgere e soddisfare ogni senso degli ospiti, i Cru di Barolo sono rappresentati, all’interno delle suite, dai quadri di Giancarlo Ferraris, mentre, per toccare con mano i frutti della terra che circonda a perdita d’occhio le camere, ci sono le grandi bottiglie dei migliori produttori provenienti da ciascun Cru.
Per il Cerequio, vero e proprio “padrone di casa” del Palais, le bottiglie sono firmate da Chiarlo, Boroli, Damilano, Voerzio, Gaja e Batasiolo.
Gli ambasciatori del Cru Cannubi, invece, sono Sandrone e Giuseppe Rinaldi, mentre per il Cru Brunate sono Elio Altare e Marcarini.
Massolino e Pira firmano le bottiglie di Vigna Rionda; Ceretto e Brovia quelle del Cru Rocche, Aldo Conterno e Prunotto del Cru Bussia.
Al Cru Villero danno lustro i prodotti di Vietti e Cordero di Montezemolo, così come fanno quelli di Ratti e Conterno Fantino per il Cru Ginetra.
A Ratti e Paolo Scavino, infine, spetta il compito, di rappresentare al meglio il Cru Rocche dell’Annunziata
Di questo connubio antico e sempre nuovo, il passato è rappresentato dal palazzo padronale di Palas Cerequio, risalente al 1781 e viva testimonianza delle linee forti ed equilibrate del barocco piemontese. In questo contesto sono state ricavate quattro suite (con superfici dai 36 ai 60 mq), ognuna composta da zona giorno, zona notte, area welness e servizi. Tradizione e natura si fondono a innovazione e tecnologia negli ampi spazi con i pavimenti in graniglia lavorata e nelle pareti rivestite in boiserie, creando un’atmosfera avvolgente che mette l’uomo al centro. Bagno turco, vasca, doccia e area relax soddisfano tutte le esigenze degli ospiti, siano esse di carattere fisico o interiore, cullandoli con proiezioni emozionali che interagiscono sia con l’ambiente interno sia esterno: una sorta di continuità nella suite delle meraviglie che la natura del territorio circostante è capace di offrire.
FUTURO
Il futuro si sviluppa, poi, negli altri due fabbricati, uno originariamente adibito a ricovero di attrezzi agricoli, l’altro destinato a deposito. Anche qui sono state realizzate delle unità abitative (di 58 mq, impostate su due livelli) che mantengono i tratti architettonici originali, essenziali ma avvolgenti e mai distaccati, integrandoli con materiali di impronta moderna attinti dal territorio. Il pavimento è in pietra di Luserna e alcune porzioni di pareti sono realizzate in mattone vecchio recuperato dalla ristrutturazione della Borgata. Anche qui bagno turco, sauna, vasca idromassaggio e doccia sensoriale creano un “micro-mondo” in cui immergersi per sanare le esigenze del corpo e della mente, mentre le immagini che scorrono sul muro riportano emozioni di elementi naturali, quasi come se in essi si fosse fisicamente immersi.
Nel secondo fabbricato è stato recuperato anche il piano terreno per realizzare un locale a uso cucina, reception e ritrovo per gli ospiti.
All’esterno, l’intervento ha previsto anche la dotazione di una piscina a sfioro, e di un giardino di spazi disegnati con fiori, piante ed essenze che sembrano crescere naturalmente con elementi quali le “Topie” , pergole che creano zone di luci e ombre.
Molta attenzione è stata data, fin dalla fase progettuale, al risparmio energetico, con l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, e pompe di calore a gas GPL per il riscaldamento e raffrescamento dei locali.
I CRU
Il legame con il territorio, segno distintivo del lavoro che da sempre Michele Chiarlo porta avanti in ogni sua iniziativa, è ribadito, infine, anche dai nomi scelti per ciascuna suite di Palas Cerequio, ovvero quelli dei Crus di Barolo: Cerequio, appunto, ma anche Cannubi, Brunate, Vigna Rionda, Rocche, Bussia, Villero, Ginestra e Rocche dell’Annunziata. A rappresentare e ribadire il connubio perfetto che mira a coinvolgere e soddisfare ogni senso degli ospiti, i Cru di Barolo sono rappresentati, all’interno delle suite, dai quadri di Giancarlo Ferraris, mentre, per toccare con mano i frutti della terra che circonda a perdita d’occhio le camere, ci sono le grandi bottiglie dei migliori produttori provenienti da ciascun Cru.
Per il Cerequio, vero e proprio “padrone di casa” del Palais, le bottiglie sono firmate da Chiarlo, Boroli, Damilano, Voerzio, Gaja e Batasiolo.
Gli ambasciatori del Cru Cannubi, invece, sono Sandrone e Giuseppe Rinaldi, mentre per il Cru Brunate sono Elio Altare e Marcarini.
Massolino e Pira firmano le bottiglie di Vigna Rionda; Ceretto e Brovia quelle del Cru Rocche, Aldo Conterno e Prunotto del Cru Bussia.
Al Cru Villero danno lustro i prodotti di Vietti e Cordero di Montezemolo, così come fanno quelli di Ratti e Conterno Fantino per il Cru Ginetra.
A Ratti e Paolo Scavino, infine, spetta il compito, di rappresentare al meglio il Cru Rocche dell’Annunziata
Tutte le informazioni, tariffe, filmati e fotografie sul sito
www.chiarlando.it
PALAS CEREQUIO galleria fotografica
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