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martedì 18 dicembre 2012

Dalla Cantina di Vinchio e Vaglio Serra importanti indicazioni


Annata positiva: in crescita fatturato, bottiglie e bag-in-box. Perla rossa, un irripetibile barbera da uve stramature. Qualche preoccupazione per la scarsa produzione dell’ultima vendemmia

Se si parla di Barbera, in tutte le sue declinazioni, la Cantina di Vinchio e  Vaglio Serra, nel Sud Astigiano, rappresenta da decenni un punto di riferimento per questo importante rosso che qui trova punte di eccellenza sia per le versioni più strutturate e affinate in botte, sia per quelle giovani e spigliate, di "pronta beva" per usare un termine passato un pò di moda ma che tutto sommato rende l'dea....Bene ha fatto, a nostro avviso, a lasciar perdere da quest'anno il Novello, vino giustamente passato di moda, che non ci ha mai convinto, anche quando, come in questo caso, era prodotto da ottime cantine. Interessante leggere le impressioni che abbiamo ricevuto e che pubblichiamo di seguito.
 
Al terzo anno di vita, Arengo, la Doc Piemonte Barbera della Cantina di Vinchio e Vaglio Serra, ha raggiunto l’obiettivo “stagionale” del progetto e va in commercio già nei giorni che precedono le festività natalizie. Un vino fresco, leggermente fruttato, da bere giovane e soprattutto con gradazione “naturale” (quest’anno 12.5°, il minimo consentito da una vendemmia caratterizzata da alti tenori zuccherini) ottenuta utilizzando solo uve che raramente hanno prodotto vini superiori ai 12 gradi. Un vino, Arengo, che non deve essere confondere con il “novello” (da quest’anno non più in produzione), di cui non condivide né il metodo di vinificazione né le doti, obiettivamente superiori, di qualità e di prezzo (6,85 euro il bag in box da 3 litri n.d.r.).

Il battesimo di Arengo 2012 si è avuto nei giorni scorsi all’enopolio di regione San Pancrazio, tra Vinchio e Vaglio Serra, durante un incontro informale tra i rappresentanti dell’informazione ed i vertici della Cantina, il presidente Lorenzo Giordano, l’enologo Giuliano Noè, il direttore Ernestino Laiolo e l’export manager Emiliano Morando (nella foto). Un momento di riflessione e di discussione sui recenti risultati della Cantina e sul futuro dell’enologia del sud Astigiano che ha toccato i temi più diversi, dalla diffusione sempre più marcata dei bag-in-box alle oggettive difficoltà economiche di questi anni, dalla costante crescita dell’export, con conseguente necessità di avere “brand” più facilmente riconoscibile all’estero, alla minaccia ormai cronica della Flavescenza dorata.

Per quanto riguarda il recente passato, i “numeri” di Vinchio e Vaglio tendono tutti al segno più. A Luglio 2012 (i bilanci delle cantine sociali hanno cadenza “vendemmiale”), il fatturato è stato di 8milioni e 400mila euro, di cui 6 più di sei in Italia e 2,2 all’estero (+26%). Fuori dall’Italia, il mercato più fedele resta la Danimarca, seguita da Svizzera e Stati Uniti, ma è in Asia che si stanno aprendo nuove interessantissime opportunità di commercializzazione. Il numero delle bottiglie vendute ha superato quota 1milione e 700 mila unità, mentre i bag-in-box (nelle tipologie da 3, 5 e 10 litri) sono stati 267.637, pari ad oltre 13mila ettolitri di vino (+18%). Nuovi prodotti sono stati infine immessi al consumo come il Bianco “Ulisse” da uve Arneis e Favorita (bag-in-box), il Piemonte rosso doc da un blend di uve Barbera, Dolcetto, Freisa, Merlot e Cabernet e l’irripetibile, secondo l’opinione di Giuliano Noè, e fascinosissimo ”Perla Rossa”, da uve Barbera stramature.

Minor euforia si deve registrare sul fronte della produzione che nel 2012 è stata di 30.018 quintali di uva pari a 21.107 ettolitri di vino, con una drastica riduzione (-25%) rispetto al 2011 che a sua volta aveva già registrato un meno 13% rispetto all’anno precedente.

“Una situazione – ha ricordato Ernestino Laiolo – che non può non preoccuparci in quanto rischiamo di esaurire le scorte in un momento in cui la richiesta dei nostri vini è in crescita”. “Uno degli impegni prioritari di questi mesi – ha aggiunto Lorenzo Giordano – è proprio quello di favorire l’ingresso di nuovi conferitori che abbiano lo stesso principio produttivo della nostra cooperativa: controllo di qualità prima di tutto nel vigneto e poi in cantina”.

A proposito di qualità è da segnalare che ”Vinchio e Vaglio”, nel solco di una lunga tradizione di rispetto dell’ambiente, ha appena concluso l’installazione di un impianto fotovoltaico da 200 kw e nelle prossime settimane avrà a disposizione anche un nuovissimo impianto di fitodepurazione delle acque reflue.

“Guardiamo avanti malgrado la crisi – ha concluso Giordano – e credo che il 2013 sarà un banco di prova importante per verificare le nostre capacità di tenuta: non è il caso di farsi troppe illusioni su un’ulteriore crescita della commercializzazione, ma il nostro impegno sarà quello di mantenere il livello attuale nelle aree dove abbiamo già una buona diffusione e aprire, ove possibile, nuove teste di ponte dove invece erano finora assenti”.

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