Almeno un milione di persone tra italiani e stranieri
sono costretti quest’anno a rinunciare alla tradizionale gita per il pranzo
nelle strutture agrituristiche tra Pasqua e Pasquetta, ma alla cucina tipica
del periodo non si rinuncia
Ecco che tra i piatti non può mancare la carne
ovicaprina cucinata in vari modi: dall’agnello al forno al capretto alla brace,
fino al cosciotto di agnello con le castagne e allo spezzatino di pecora.
In Piemonte la filiera ovina
conta 122 mila capi per oltre 2 mila aziende, quella caprina più di 67 mila
capi e oltre 3 mila aziende.
“Con il nostro Consorzio, insieme a Coldiretti Piemonte
e ARAP, un anno fa, è nato il capretto 100% Piemonte ed è stato presentato il
marchio che identifica la carne di capretto e di capra piemontese secondo un
disciplinare che individua in modo certo la provenienza: intero territorio
regionale, allevato da imprese singole o associazioni aderenti al Consorzio –
spiega Simone Grappiolo (nella foto) , astigiano e presidente del Consorzio Allevatori
Caprini del Piemonte –. Questo ci consente di avere una grande forza: l’alta
qualità di un prodotto unico di cui possiamo assicurare la tracciabilità al
consumatore”.
Il capretto Piemonte viene allevato per 60 giorni ed ha
un peso variabile da 11 a 16 Kg. La carne è delicata, gustosa e facilmente
digeribile grazie ad un basso contenuto di grassi.
"Prediligere la carne ovicaprina piemontese deve
essere un obiettivo primario in questo periodo di forte consumo in vista della
Pasqua, ma non soltanto. Col marchio identificativo, oltretutto, siamo in grado
di offrire un prodotto che porta con sé il legame col territorio e dà valore al
lavoro svolto dagli allevatori – spiegano Marco Reggio presidente di
Coldiretti Asti e Diego Furia Direttore -.
Quello ovicaprino e,
purtroppo, non solo, è un comparto che vede sul mercato prodotti importati da
tutto il mondo per questo dobbiamo ancor più difendere ed incentivare il
consumo delle nostre produzioni anche tramite l’attività che porta avanti il
Consorzio che rappresenta, oltre ad un importante strumento di promozione sul
territorio, il volano per far crescere economicamente il comparto, aumentare la
qualità delle produzioni e tutelarle attraverso la difesa delle denominazioni,
sia a livello nazionale sia europeo”.
Quello ovicaprino e, purtroppo, non solo, è un comparto che vede sul mercato prodotti importati da tutto il mondo per questo dobbiamo ancor più difendere ed incentivare il consumo delle nostre produzioni anche tramite l’attività che porta avanti il Consorzio che rappresenta, oltre ad un importante strumento di promozione sul territorio, il volano per far crescere economicamente il comparto, aumentare la qualità delle produzioni e tutelarle attraverso la difesa delle denominazioni, sia a livello nazionale sia europeo”.
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