LE
PROPOSTE DELLE DONNE DEL VINO PORTATE ALLA CAMERA DA DONATELLA CINELLI
COLOMBINI E PAOLA LOGO PER ARRICCHIRE IL CAPITOLO AGRICOLTURA DEL RECOVERY FUND
La XIII Commissione – Agricoltura
della Camera dei Deputati ha ascoltato l’Associazione Nazionale Le Donne del
Vino oggi, lunedì 1° febbraio, nell’ambito dello studio delle proposte sul
piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18). La presidente Donatella
Cinelli Colombini e la sua vice Paola Longo (foto) hanno ringraziato la vicepresidente
della Commissione Onorevole Susanna Cenni per averle indicate come
interlocutrici utili alla Commissione e hanno portato la voce di 900
produttrici, enotecarie, ristoratrici, giornaliste ed esperte di tutta Italia
che sono state interpellate attraverso un sondaggio online.
L’appello è affinché l’agricoltura
non venga presa in esame solo per l’impatto ambientale ma anche in termini
economici e occupazionali all’interno di una filiera produttiva e commerciale
che arriva sulla tavola dei consumatori e coinvolge quindi anche altri comparti
nella logica Farm to Fork e di salvaguardia della salute dei consumatori.
Le donne dirigono circa un terzo
delle imprese agricole italiane ma sono esempi virtuosi: infatti pur gestendo
solo il 21% della SAU- superficie agricola utilizzabile, producono il 28% del
PIL agricolo. Sono un’enorme risorsa per l’agricoltura italiana perché spesso
sono più scolarizzate e più aperte all’innovazione e all’internazionalizzazione
dei colleghi uomini. Per questo la richiesta che arriva dalla consultazione
delle 900 Donne del Vino italiane ha puntato soprattutto su 4 argomenti oltre
il riequilibrio fra i generi, il sostegno al credito e all’esportazione:
DIGITALIZZAZIONE DELLE AREE RURALI -
La
mancanza di una buona connettività e di banda larga nelle campagne -fino alle
imprese e alle case-, la scarsità di strumentazione elettronica, sono
considerati il maggiore ostacolo allo sviluppo economico e turistico delle zone
rurali. La mancanza di copertura del segnale rende invisibili le imprese ai
fini turistici e commerciali, rallenta il lavoro e l’accesso alle informazioni,
impedisce il ricambio generazionale e l’introduzione dell’economia verde.
AGRICOLTURA DI PRECISIONE-
Green deal– farm to fork – next generation: il processo di qualificazione
dell’agricoltura e di produzioni eco sostenibili passa attraverso un processo
di formazione e di digitalizzazione che richiede infrastrutture e connettività.
Attuarla innesca un processo virtuoso sotto il profilo ambientale, economico e
sociale con maggiori prospettive per i giovani.
TRASPORTI E VIABILITÀ-
La carenza di collegamenti favorisce la marginalizzazione culturale ed
economica delle popolazioni rurali e danneggia particolarmente i giovani in età
scolare, le donne e gli anziani. Potenziare trasporti e viabilità nelle zone
rurali significa anche favorire il turismo e renderlo più capillare.
SERVIZI PER LA MATERNITÀ-
La carenza di asili nido e di scuole materne nelle zone agricole e nei piccoli
centri oltre al loro costo eccessivo in rapporto ai redditi della popolazione
rurale, sono di grave impedimento alle possibilità di lavoro e carriera delle
donne
POLITICHE DI PARITÀ DI GENERE IN
TUTTE LE IMPRESE E SPECIFICAMENTE NELLA FILIERA DEL VINO
– Cantine, ristoranti, rivendite, agenzie di consulenza: agevolazioni fiscali e
di punteggio nelle graduatorie per le imprese dove si rispettano la parità di
salario di progressione di carriera fra i generi ed è offerta la flessibilità
nell’orario di lavoro.
POLITICHE PER IL TURISMO
ENOGASTRONOMICO E LA FILIERA DELL’AGROALIMENTARE DI ECCELLENZA
- Le Donne del Vino, che sono alla guida di aziende agricole caratterizzate da
grande diversificazione produttiva, forte internazionalizzazione e maggiore
orientamento al BIO-Biodinamico rispetto a quelle maschili, chiedono che fra
gli obiettivi del settore turismo sia inserito l’agroalimentare italiano di
eccellenza e specificamente il vino.Sottolineando come l’enogastronomia
costituisca, secondo gli studi più recenti, la prima attrattiva per i turisti
stranieri verso il nostro Paese, superando la cultura e collocandosi,
nell’immaginario mondiale, come un aspetto integrante della civiltà e dello
stile di vita italiano. Infatti i pizzaioli napoletani, la Val d’Orcia con il
Brunello, le viti ad alberello di Pantelleria, i vigneti delle Langhe Roero e
Monferrato, le colline del Prosecco sono parte del patrimonio dell’Umanità
Unesco.Cantine, laboratori di produzioni alimentari tipiche, ristoranti,
enotechecostituiscono una rete produttiva e distributiva da salvaguardare anche
in termini di occupazione, di accorciamento della catena alimentare oltre che
in una logica di sopravvivenza delle biodiversità, dei mestieri tradizionali e
delle produzioni ad alta manualità che trovano nel turismo il primo mercato. La
filiera agroalimentare con particolare riferimento alla ristorazione è fra i
più colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia e ha bisogno di interventi
diretti e indiretti per ripartire. In particolare sono da realizzare un portale
nazionale di promo-commercializzazione turistica collegata alla
digitalizzazione delle destinazioni, centri espositivi, didattici e di
coordinamento turistico in ogni denominazione DOCG o un grande distretto
produttivo alimentare, un programma nazionale di formazione per gli addetti e
un osservatorio in grado di monitorare e indirizzare l’intera offerta italiana.
CHI SONO LE DONNE
DEL VINO
Le Donne del Vino
sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il
ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi
oltre 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e
giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in
delegazioni. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com
Associazione Nazionale Le Donne del
Vino
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