Si chiama Alberto Massucco, piemontese verace, imprenditore di successo nel comparto della metalmeccanica e amante da sempre di un territorio transalpino che il solo nominarlo evoca in noi delle dolci e frizzanti emozioni. E’ la terra del vino più famoso al mondo: è la Champagne
Alberto è dunque un appassionato di champagne, quei
vini eleganti e pregiati che vengono prodotti a poco meno di 150 Km da Parigi e
per lo più da piccole realtà produttive: il 90% dello champagne non viene realizzato dalle
grandi Maisons ma dai
piccoli vignerons sempre
più ricercati e apprezzati: Contrariamente al pensiero di molti Nizza, che
diede i natali a Giuseppe Garibaldi, non è mai stata una città italiana, era
terra della Savoia questo sì, ma non ha mai avuto il tricolore con il verde;
dalla bandiera savoiarda passò direttamente a quella francese. Contrariamente
Torino, la città in cui sono nato, fu una città francese del Dipartimento del
Po (Département de l’Éridan – Eridano antico nome del fiume Po). Avvenne tra il
1802 e il 1814 con Napoleone che in città fece cose
importanti: fu il periodo in cui ci si poteva sposare e
divorziare senza problematiche religiose.
Anche in Francia, come in Italia, le differenza tra le
varie regioni sono notevoli, diversità territoriali, architettoniche, di clima,
di tradizioni e di storia.
Un parigino non è paragonabile a un marsigliese, e
la Bretagna non è la Provenza, ma lo champagne credo che unisca tutti
tranquillamente all’unisono; così come sono certo che tra noi piemontesi e i
francesi ci sia sempre stata una sorta di amore e odio: lo dicono i secoli di
storia vissuti parallelamente, una storia fatta di alleanze, incomprensioni,
matrimoni, invasioni, guerre e assedi.
Perché esprimo questi concetti? Perché amo le storie,
quelle vissute, scritte sui libri, nei versi delle canzoni, impresse con i
tratti dei pennelli sulle tele. Ma anche storie dei miei tempi, di uomini e
donne del mondo del lavoro ed per questo che oggi vi parlo di un uomo, della
Francia e dello champagnese ne contano
migliaia.
Ed è dalla ricerca accurata, profonda, intelligente che
Alberto ha selezionato nel tempo le bottiglie più idonee a regalare al
consumatore, all’interno del tulipano, quelle emozioni speciali che derivano
dalla terra e dalla filosofia del lavoro. Il tulipano è quel bicchiere
dall’altezza adeguata capace di lasciare sviluppare le bollicine consentendo la
massima espressione degli aromi.
L’Alberto importatore ha così posato cuore e palato su
4 maisons appartenenti alla categoria RM RécoltantManipulant, ovvero produttori
che lavorano uve dei loro vigneti ed elaborano i vini direttamente nelle
proprie cantine. Sono i vignaioli eroici oggi sempre più ricercati perché in
grado di offrire un’identità netta e precisa del loro pensiero di champagne.
Come i grandi scrittori del passato e del presente,
Henry Miller, Ernest Hemingway o Milan Kundera, dei quali tanto ho letto, hanno
amato la Francia nelle sue più recondite sfumature mantenendo sempre
imprescindibile il loro stile narrativo.
Il progetto è nato grazie allo stimolo di Alberto e la
capacità operativa di Erick De Sousa uno dei più apprezzati produttori di
champagne e grande amico del mio corregionale. Il compito di seguire la linea
produttiva Alberto Massucco Champagne spetta dunque ad Erick, compito non
facile viste le esigenze del Sabaudo di avere un vino dalle grandi emozioni, ma
non impossibile: e allora eccoil Millesimato Alberto Massucco Champagne Grand
Cru, 100% Chardonnay, con le prime due vendemmie 2018 e 2019 e la Cuvée Mirede.
Aspetteremo l’arrivo del 2024, l’anno in cui
degusteremo e valuteremo il lavoro, la passione e la capacità dei due uomini,
anche se siamo già adesso consapevoli che ne resteremo piacevolmente sorpresi.
Come i grandi artisti della penna che regalano sempre
soprese nei loro testi c’è un’altra chicca dell’imprenditore piemontese di cui
vorrei farvene menzione. Oltre alle già citate maisonsMassucco importa anche
dalla prima produzioneIsos uno champagne che è che un progetto a firma di sette
donne dello champagne.
Le jeunesfilles nel 2015 si sono unite con l’obiettivo
di raccontarsi, o meglio di raccontare il loro lavoro, i vini, i territori, con
un intento tinto di rosa. Ed è sempre la storia, quella vera, che ci conferma
quanto le donne siano sempre state cardine primario del comparto. Isos (parola
greca che significa “ugual”) è il risultato dell’addizione degli champagne in
parti uguali delle sette note rosa all’interno di un’unica bottiglia. Uve,
terroir, metodologie di cantina differenti ma tutte unite per un totale di 644
bottiglie.
Lascio a voi il piacere di cercare gli champagne menzionati, di assaggiarli e percepirne le peculiarità e la bontà. Vi lascio con una frase di Alberto che trovo molto adeguata al mio breve scritto: “Due cose non bastano mai: un buon calice di champagne e un buon calice di champagne”.
Con piacere, come se vi consigliassi un buon libro da abbinare ad uno dei grandi champagne di Alberto, vi riporto i nomi delle sette splendide donne: LaureenBaillette,HélèneBeaugrand, Claire Blin, Charlotte De Sousa,MathildeDevarenne, Sophie Moussie,DelphineBrulez (foto in alto)
Fabrizio Salce
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