Le piante di rovere - 146 esemplari di Quercus Sessilis provenienti dal dipartimento francese dell’Allier - sono state collocate dalla squadra Braida in località Montebruna, appena sotto la vigna, in un appezzamento di terra di un ettaro e mezzo di estensione. Gli alberi impiegheranno tra i 100 e i 150 anni a crescere.
Spiegano Raffaella e Giuseppe Bologna: “L’anno scorso, in questo periodo, piantavamo una vigna sulla collina dell’Asinara. Un gesto che, in pieno lockdown, mentre tutti erano immobilizzati, tra paura e incertezza, stupì molto per il messaggio di speranza che portava con sé.
Quest’anno rilanciamo e mettiamo a dimora le querce: saranno i nostri figli e i nostri nipoti a godere a pieno del risultato di questo lavoro. È un sogno che accarezzavamo da molto tempo.
Da un lato, questo progetto si intreccia coerentemente alla storia aziendale di Braida, perché proprio sull’uso sapiente della barrique si basò nel 1982 l’intuizione di Giacomo Bologna che, modellando quel vino così carico di polifenoli e acidità, riuscì a rivoluzionare la percezione della Barbera, valorizzandola. Dall’altro, mette l’accento sulla grande importanza che ha per noi il distretto enologico astigiano e piemontese: in una filiera realmente corta, si producono non solo ottime uve ma anche le migliori botti (proprio il mastro bottaio Gamba di Castell’Alfero ci ha assistiti nella scelta delle piante di Quercus Sessilis) e i principali impianti dell’enomeccanica. E chissà, perché no, adesso anche i legni”.
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