Per la viticoltura si tratta della più grande novità meccanica dell’ultimo mezzo secolo e il Monferrato, territorio Patrimonio dell’Umanità Unesco, diventa un attore pionieristico che procede nella direzione della sostenibilità.
«Il ruolo del Consorzio in questo
progetto è attivo e concreto – dichiara Filippo Mobrici, Presidente
Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato–Siamo orgogliosi di
essere gli apripista di un’iniziativa lungimirante e originale che contribuisce
a sviluppare una grande innovazione per la viticoltura. In primo luogo per il
suo carattere altamente sostenibile, poi perché apre uno spaziodi riduzione dei
costi e di risparmio.Abbiamo costruito, passo dopo passo, i passaggi per
giungere a questo importante risultato; abbiamo indirizzato la ricerca e le sue
applicazioni partendo dalla conoscenza del nostro territorio e del lavoro dei
nostri viticoltori. Continueremo a essere presenti con attenzione e a seguire
ogni momento della realizzazione del prototipo, fiduciosi che il progetto possa
presto avere un respiro ancora maggiore e diventare una realtà fattuale e
fruibile dalle aziende, nel segno della sostenibilità e del rispetto ambientale».
In concreto il progetto, finanziato interamente dalla Regione Piemonte, è finalizzato a realizzare una macchina irroratrice a gestione automatica della distribuzione. Cioè un macchinario che, attraverso sensori regolati da un sistema di visione e telecomunicazioni, potrà circoscrivere, gestire, orientare o interrompere i flussi e l’erogazione di prodotto fitosanitario sui filari e sulle foglie, limitandone al minimo la dispersione in terra o nell’aria e producendone un conseguente risparmio stimato attorno al 40%. Ma anche risparmio idrico, stimato attorno al 20%. A livello tecnico, infatti, la struttura della macchina sarà caratterizzata dalla separazione dei serbatoi. Questo consentirà di dividere acqua e prodotto fitosanitario, oggi miscelati assieme, determinando due implicazioni sostanziali: quella di conservare gli eventuali esuberi e quella di gestire lo smaltimento in maniera differenziata e meno impattante, considerata appunto la separazione degli elementi.
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«Ho accettato di partecipare a questo progetto, che giudico pionieristicoe ambizioso, perché è una novità mondiale che coniuga concretezza, innovazione e creatività– spiega l’IngegnerGiancarlo Spezia, titolare dell’omonima azienda depositaria del marchio Tecnovicte incaricata di realizzare il prototipo – Il principio del progetto, che apre una nuova frontiera nella sostenibilità in viticoltura, è quello di realizzare una macchina che, invece di recuperare il prodotto fitosanitario, punta a evitarne direttamente la dispersione attraverso un sistema intelligente di visione, limitando in modo sostanziale l’impatto ambientale. I margini di diffusione per il futuro sono promettenti e non escludiamo che simili tecnologie possano avere una declinazione anche in altri settori dell’agricoltura».
Il prototipo sarà inoltre integrato da una App per smartphone che fornirà informazioni per il settaggio e da un sistema di riconoscimento ottico per mezzo di immagini multispettrali ottenute con voli e droni aerei. Quest’ultimo aspetto consentirà a agricoltori e tecnici di individuare la posizione e il numero di piante infette presenti nel vigneto,permettendo così di rilevare prontamente problemi di flavescenza dorata, mal dell’esca o virosi. L’output del sistema (DDS,Decision Support System) restituirà una mappa del vigneto compresa di indicazioni relative a due rilievi: dove si trovano le piante malate e da che cosa sono affette. Ciòconsentirà infine di redigere un protocollo di lotta il più mirato possibile e finalizzato a limitare l’ulteriore diffusione della patologia.
«Ilprogetto si inserisce coerentemente nel solco delle strategie che puntano, anche a livello comunitario, a sviluppare soluzioni innovative nella sostenibilità in agricoltura– ricorda Paolo Balsari, Professore Ordinario di Meccanica Agraria all’Università di Torino– Per quanto concerne la viticoltura, oggi oltre l’80% di prodotto impiegato nei trattamenti non raggiunge il bersaglio, determinando un ingente danno economico e ambientale. L’obiettivo del progetto NOVIAGRI è quello di ottimizzare le applicazioni e l’utilizzo di fitofarmaci in modo da scongiurare gli sprechi. L’Università di Torino affiancherà la progettazione del prototipo in tutte le sue fasi, dalla messa a punto delle componenti alla valutazione della loro efficacia. Siamo convinti che questa soluzione possa avere un ampio respiro in futuro: perché la sostenibilità deve essere trasversale e riguardare, allo stesso tempo, ambiente, economia e lavoro».
Un’innovazione concreta, dunque, che incontra la necessità di adottare strategie a basso impatto ambientale e, per estensione, apre nuovi spazi di interesse economico e turistico. In primo luogo per le eventuali declinazioni che questo prototipo può avere in altre colture; e poi perché, attraverso il vino e la viticoltura, il progetto trasforma il territorio in una regione sempre più attenta alla produzione ecosostenibile e alla natura, dove impresa e agricoltura concorrono a tutelare la salute del territorio senza sacrificare una produzione importante come quella enologica. La quale, per tradizione e vocazione, rappresenta una massima espressione del made in Italy nel mondo.
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Molti i partner coinvolti nell’elaborazione e nello sviluppo del progetto:
- Consorzio
Barbera d’Asti e Vini del Monferrato
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Regione
Piemonte
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Università
degli Studi di Torino (Disafa, Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e
Alimentari)
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Spezia
srl(Pmi)
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Azienda
Agricola Barbero Enrico (Azienda Agricola)
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Azienda
Agricola Domanda di Domanda Eleonora (Azienda Agricola)
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Azienda
Agricola Ivaldi Dario di Ivaldi Andrea (Azienda agricola)
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Azienda
Agricola Laiolo Davide (Azienda agricola)
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Azienda
Agricola Quasso Marco (Azienda agricola)
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Bersano
Vigneti (Azienda agricola)
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Cascina
Rey di Monticone Monica (Azienda agricola)
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Csp
– Innovazione nelle Ict (Istituto di Ricerca)
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Greensharp
(Pmi)
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Michele
Chiarlo (Azienda agricola)
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Novelli
Simone (Azienda agricola)
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P.a.
Giacoppo Salvatore (Consulente agronomo)
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Vassallo
Delfino & P. (Pmi)
Con oltre 66 milioni di bottiglie e più di 11 mila ettari vitati, pari a circa il 30% della superficie a Doc e Docg del Piemonte, il Consorzio tutela 13 denominazioni, 4 Docg (Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri) e 9 Doc (Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato e Piemonte).
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