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martedì 14 febbraio 2017

VINO PIEMONTESE:“ANNATA ECCELLENTE MA SERVE PIÙ SOSTENIBILITÀ”


 Il tavolo degli oratori alla presentazione dei dati produttivi
 VIGNAIOLI PIEMONTESI SOLLECITA UN’ANALISI DOPO LA VENDEMMIA 2016
È stata un’altra annata di grande eleganza, qualitativamente eccellente, che promette vini importanti e longevi. La vendemmia 2016 merita un 110 e lode, così com’era già accaduto per il 2015. I dati sono stati presentati in anteprima a novembre, in un evento organizzato a Roma dal Consorzio Piemonte Land of Perfection. Ora Vignaioli Piemontesi sollecita un’analisi approfondita di quei dati convocando tutto il comparto vino nella sede di Castagnito, simbolicamente a metà strada tra Alba e Asti, le due province del vino.
“Il comparto vitivinicolo rappresenta la punta avanzata dell’agricoltura piemontese che si dimostra una realtà solida e vitale – introduce l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero - un settore caratterizzato da fenomeni di rinnovamento, innovazione e di ricambio generazionale, soprattutto con l’inserimento di migliaia di giovani agricoltori e una crescita della componente femminile: sono 22.000 le aziende agricole condotte da donne; 1/3 dei 64.000 occupati in agricoltura sono donne”.

“L’annata è stata eccellente: su questo nessun dubbio – dice il presidente di Vignaioli Piemontesi Giulio Porzio – ma serve più sostenibilità in vigna: ecologica edeconomica. Sostenibilità che permetterà a un giovane di avere un futuro su queste colline, ma occorrono strategie nuove e condivise”. Porzio ricorda un’analisi Ismeasui punti di debolezza dell’export del vino presentataqualche giorno fa da Tiziana Sarnari: “Elevata frammentazione degli operatori, incapacità di fare sistema, scarse alleanze produttive e commerciali con aziende estere,  difficoltà della UE a concludere accordi di libero scambio, posizionamento dei vini italiani all’estero non sempre adeguato con eccessiva competizione sul prezzo, difficoltà a comunicare efficacemente la grande diversità e varietà del vino Italiano con vitigni, territori, denominazioni, uno sviluppo più intenso delle esportazioni avrebbe bisogno di più “protagonisti”. Si conclude: “L’Italia vince le sfide della competizione internazionale quando riesce a fare sistema, ad innovare nella qualità e a comunicare la diversità”.
Porzio ricorda ancora che “il 30% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: cioè un bottiglia su tre”. Tra le 40 cantine cooperative piemontesi con 8.400 soci, 37 sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con 6.242 aziende vitivinicole.
Nel presentare i dati delle denominazioni piemontesi tutelate da Valoritalia, il consigliere delegato Ezio Pelissetti esprime la sua soddisfazione per il lavoro svolto dalla società negli ultimi anni: “L’insieme di verifiche documentali e ispettive su cui poggia la nostra attività, nell’accogliere le aspettative di tracciabilità dei produttori e dei consumatori, offre a tutti i soggetti coinvolti le informazioni indispensabili alla corretta gestione delle Denominazioni. Consapevoli dunque della centralità del dato nello sviluppo della filiera – conclude Pelissetti – il nostro impegno è quello di renderlo il più possibile fruibile e al servizio di produttori e aziende, coerentemente con i recenti sviluppi tecnici e legislativi che stanno interessando il sistema Italia”.
I DATI DELLA VENDEMMIA 2016 IN SINTESI
Ricordiamo in sintesi quali sono i dati della vendemmia 2016: è stata una annata caldissima, con scarse precipitazioni e uve perfettamente sane e mature. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è di 2,5 milioni di ettolitri, (+ 3,3% sul 2015). In Italia si stima una produzione di circa 51,5 milioni di ettolitri (+2% sul 2015). Una vendemmia di alta qualità per il Piemonte; infatti dalle analisi e valutazioni svolte tutti i vitigni sono collocati nella vetta della classifica, ovvero le 5 stelle dell’eccellenza a Arneis, Barbera, Brachetto, Nebbiolo e Ruché. Gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle.
Le aziende vitivinicole sono 18.000 su 67.000 totali, mentre gli ettari vitati sono circa 43.500. Di grande rilievo i dati sull’ export,che si attesta attorno al miliardo di euro su un export agroalimentare complessivo di 4,5 miliardi di euro.
 il pubblico presente all'incontro
 

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