Il tavolo degli oratori alla presentazione dei dati produttivi |
VIGNAIOLI
PIEMONTESI SOLLECITA UN’ANALISI DOPO LA VENDEMMIA 2016
È stata un’altra annata di grande
eleganza, qualitativamente eccellente, che promette vini importanti e longevi.
La vendemmia 2016 merita un 110 e lode, così com’era già accaduto per il 2015. I
dati sono stati presentati in anteprima a novembre, in un evento organizzato a
Roma dal Consorzio Piemonte Land of Perfection. Ora Vignaioli Piemontesi sollecita un’analisi approfondita di quei dati
convocando tutto il comparto vino nella sede di Castagnito, simbolicamente a
metà strada tra Alba e Asti, le due province del vino.
“Il comparto
vitivinicolo rappresenta la punta avanzata dell’agricoltura piemontese che si
dimostra una realtà solida e vitale – introduce l’assessore regionale
all’Agricoltura Giorgio Ferrero - un
settore caratterizzato da fenomeni di rinnovamento, innovazione e di ricambio
generazionale, soprattutto con l’inserimento di migliaia di giovani agricoltori e una crescita
della componente femminile: sono 22.000
le aziende agricole condotte da donne; 1/3 dei 64.000 occupati in
agricoltura sono donne”.
“L’annata è stata
eccellente: su questo nessun dubbio – dice il presidente di Vignaioli
Piemontesi Giulio Porzio – ma serve
più sostenibilità in vigna: ecologica edeconomica. Sostenibilità che permetterà
a un giovane di avere un futuro su queste colline, ma occorrono strategie nuove
e condivise”. Porzio ricorda un’analisi Ismeasui
punti di debolezza dell’export del vino presentataqualche giorno fa da Tiziana
Sarnari: “Elevata frammentazione degli operatori, incapacità di fare sistema, scarse
alleanze produttive e commerciali con aziende estere, difficoltà della UE a concludere accordi di
libero scambio, posizionamento dei vini italiani all’estero non sempre adeguato
con eccessiva competizione sul prezzo, difficoltà a comunicare efficacemente la
grande diversità e varietà del vino Italiano con vitigni, territori,
denominazioni, uno sviluppo più intenso delle esportazioni avrebbe bisogno di
più “protagonisti”. Si conclude: “L’Italia vince le sfide della competizione
internazionale quando riesce a fare sistema, ad innovare nella qualità e a
comunicare la diversità”.
Porzio ricorda
ancora che “il 30% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo
della cooperazione: cioè un bottiglia su tre”. Tra le 40 cantine cooperative piemontesi
con 8.400 soci, 37 sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con
6.242 aziende vitivinicole.
Nel presentare i
dati delle denominazioni piemontesi tutelate da Valoritalia, il consigliere delegato
Ezio Pelissetti esprime la sua
soddisfazione per il lavoro svolto dalla società negli ultimi anni: “L’insieme
di verifiche documentali e ispettive su cui poggia la nostra attività,
nell’accogliere le aspettative di tracciabilità dei produttori e dei
consumatori, offre a tutti i soggetti coinvolti le informazioni indispensabili
alla corretta gestione delle Denominazioni. Consapevoli dunque della centralità
del dato nello sviluppo della filiera – conclude Pelissetti – il nostro impegno
è quello di renderlo il più possibile fruibile e al servizio di produttori e
aziende, coerentemente con i recenti sviluppi tecnici e legislativi che stanno interessando
il sistema Italia”.
I
DATI DELLA VENDEMMIA 2016 IN SINTESI
Ricordiamo in
sintesi quali sono i dati della vendemmia 2016: è stata una annata caldissima,
con scarse precipitazioni e uve perfettamente sane e mature. Tra i vigneti del
Piemonte, la produzione di vino è di 2,5 milioni di ettolitri, (+ 3,3% sul 2015).
In Italia si stima una produzione di circa 51,5 milioni di ettolitri (+2% sul
2015). Una vendemmia di alta qualità per il Piemonte; infatti dalle analisi e
valutazioni svolte tutti i vitigni sono collocati nella vetta della classifica,
ovvero le 5 stelle dell’eccellenza a Arneis, Barbera, Brachetto, Nebbiolo e
Ruché. Gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle.
Le aziende vitivinicole sono 18.000 su 67.000 totali, mentre gli ettari vitati sono circa 43.500.
Di grande rilievo i dati sull’ export,che si attesta attorno al miliardo di euro su un export agroalimentare
complessivo di 4,5 miliardi di euro.
il pubblico presente all'incontro |
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