Il tavolo dei relatori del Forum (Foto Vittorio Ubertone) |
BFE, Bosio
Family Estates, il gruppo controllato dalla famiglia Bosio di Santo Stefano
Belbo, in provincia di Cuneo, a cui fanno capo marchi e aziende come Bosio
vini, Luca Bosio, Truffle Hunter Leda e la Bel Colle di Verduno, parteciperà ad
alcune tra le più importanti fiere del vino in Europa e in Asia
Al Prowein in
calendario dal 19 al 21 marzo a Dusseldorf in Germania BFE sarà allo stand
16a46; al Vinitaly di Verona, che aprirà i battenti dal 9 al 12 aprile,
nell’area Hall 10 p2; mentre al Seoul International W&S Fair (27-29 aprile)
nell’area D15.
Nei
giorni scorsi, nella sede della Bel Colle di Verduno, BFE ha allestito una
degustazione di Nebbioli da tutto il mondo.
“Chiamatemi
Nebbiolo” il titolo evocativo del forum
Storici del vino
e del territorio, giornalisti, docenti universitari ed enologi si sono
ritrovati per celebrare il vitigno Nebbiolo in tutte le sue declinazioni.
Il giovane enologo Luca Bosio, che con il padre Valter e la mamma Rosella conduce l’azienda di famiglia, ha voluto dedicare una giornata di studio all’uva Nebbiolo e ai vini che se ne ottengono in Italia e nel resto del mondo.
Il giovane enologo Luca Bosio, che con il padre Valter e la mamma Rosella conduce l’azienda di famiglia, ha voluto dedicare una giornata di studio all’uva Nebbiolo e ai vini che se ne ottengono in Italia e nel resto del mondo.
Il format è
stato quello del talk show con relatori di livello come Anna Schneider, esperta
di Ampelografia, Vincenzo Gerbi, docente di Enologia e l’enologo Lorenzo Tablino
anche scrittore, storico e giornalista del vino.
Ne è scaturita una tavola rotonda agile e interessante tra le curiosità e i misteri che ancora ci sono attorno al vitigno da cui in Piemonte nascono il Barolo e il Barbaresco.
Conosciuto fin
dall’antichità sulle origini del vitigno Nebbiolo non si sa molto e di certo
non se ne conosce l’origine. «È possibile che i vitigni che lo hanno originato
si siano estinti» ha detto Anna Schneider che ha tratteggiato una sorta di
carta d’identità del Nebbiolo, amante dei climi continentali, lontani dal mare,
difficile da coltivare ma, come ha ricordato Vincenzo Gerbi, in grado di «governarsi da
solo in Cantina quando si siano fatte tutte le cure necessarie e corrette».
Lorenzo Tablino ha ricostruito la storia del vino Nebbiolo, tra esperimenti enologici che hanno prodotto vini a base nebbiolo molto diversi tra loro, dagli spumanti ai vini fermi. «Un vitigno versatile che resta un punto fermo dell’enologia».
Lorenzo Tablino ha ricostruito la storia del vino Nebbiolo, tra esperimenti enologici che hanno prodotto vini a base nebbiolo molto diversi tra loro, dagli spumanti ai vini fermi. «Un vitigno versatile che resta un punto fermo dell’enologia».
Nucleo centrale
del forum la degustazione di 16 Nebbioli da Nord e Sud Piemonte (Barolo,
Barbaresco e Monferrato compresi), Valtellina e anche da Usa, Messico e
Australia. A guidare gli assaggi Gianni Fabrizio, curatore della guida Vini
d’Italia del Gambero Rosso.
I palati
italiani hanno preferito i vini nazionali (Barolo e Barbaresco sugli scudi)
anche se i nebbioli di altre parti d’Italia e qualche straniero hanno
dimostrato qualità e potenzialità.
«Giornate come
queste servono a dimostrare quanto il mondo del vino abbia bisogno della
ricerca e della divulgazione per crescere e svilupparsi» è stato il commento del professor Gerbi al termine del forum.
«Come famiglia e
come maison non abbiamo mai smesso di sperimentare e tentare nuove strade
convinti come siamo che l’amore per le nostre colline si rifletta nei vini che
produciamo» ha sottolineato Luca Bosio.
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