Il vulcano, il mare,
il sole, il vento, la fatica dell’uomo: il “Vino”. Il mio ritorno in Sicilia
ripartendo proprio da dove l’avevo lasciata. Ero stato a Paternò, vicino a
Catania, per girare un servizio televisivo sull’estrazione e la lavorazione
della pietra lavica e adesso, ancora con i respiri dell’Etna ad accompagnarmi,
affronto un nuovo viaggio tra vigne e vini, curiosità e sapori, amici cari e
una magica terra. La prima tappa del mio percorso la vivo tra il parco
dell’Etna e il parco fluviale dell’Alcantara in località Passopisciaro nel
Comune di Castiglione di Sicilia.
Qui con grande piacere incontro Franco,
Gianni e Giusy Calcagno che dal 2006, primo anno di imbottigliamento, producono
vini dalla marcata espressione del territorio dovuta soprattutto al clima e
alla posizione geografica. I vitigni sono quelli tipici di questo lembo di
Sicilia: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante (nella foto i grappoli). I vini, Etna Rosso,
Etna Bianco, Etna Bianco Superiore, Etna Rosato, sono particolarmente
gradevoli, i rossi, pur essendo lavorati con le stesse tecniche sia in vigna
che in cantina, pur avendo le stesse percentuali delle uve, risultano decisamente
diversi tra loro. Ma è normale e sarà il “laitmotiv” che troverò in ogni
cantina che visiterò, perché qui, sul vulcano, basta spostarsi di qualche metro
per avere un diverso “terroir” una condizione unica dovuta dalle differenti
colate laviche che si sono succedute nei secoli.
Mi sposto e scendo
a sud del parco dell’Etna per raggiungere il Comune di Trecastagni; qui a 760
metri di altezza mi reco in contrada Càrpene, una delle 133 contrade etnee dove
si producono vini Doc, lungo la Strada dei Vini dell’Etna. Ad attendermi ci
sono Sebastiano, mamma Santina e papà Saro.
Anche in quest’altra azienda a
carattere famigliare passeggio tra i filari che sono posizionati vicino ai
boschi su terreni formatisi dal disfacimento della lava, inseriti in un
contesto ambientale in cui la forte escursione termica tra il giorno e la notte
favorisce la maturazione delle uve. Nelle vicinanze delle vigne il Monte Gorna
dal quale prende il nome l’azienda e filari anche di Catarratto un altro
vitigno tipico di questa terra. Assaggio i vini abbinati ai sapori locali dei piatti
preparati da Santina: caponata, zucchine in agrodolce, involtini di maiale, parmigiana,
timballo di anelletti e altro ancora. Un delizioso intreccio tra amicizia,
ottimo cibo e vini decisamente interessanti.
Per queste mie
giornate siciliane faccio base a Milo, città del vino e della musica, l’ho
scelta perché proprio in concomitanza con il mio viaggio in città va in scena
la 39esima edizione di “ViniMilo”.
E’ una manifestazione importante che abbraccia il mondo del vino nella totalità delle sue sfumature ma che propone in parallelo tanti appuntamenti ludici, culturali e informativi. Ed ecco dunque che durante l’evento vengono proposte degustazioni, cene, un motoraduno, focus, tavole rotonde, momenti gastronomici e musicali. Milo, Comune autonomo dal 1955, è un apprezzato centro di villeggiatura che annovera tra i suoi residenti del passato il pittore Roberto Rimini e il professore Salvatore Citelli, mentre tra i più recenti artisti come Franco Battiato e Lucio Dalla.
Il giorno dopo mi
alzo di buon ora perché il programma di “ViniMilo” propone un saluto al sole
che nasce e al nuovo giorno in un modo particolarmente piacevole: sulla piazza
Belvedere da dove si vede il mare e la Calabria, mentre il sole sorgerà, il
grande chitarrista classico Massimo Scattolin (nella foto) si esibirà in concerto. E’ una manifestazione importante che abbraccia il mondo del vino nella totalità delle sue sfumature ma che propone in parallelo tanti appuntamenti ludici, culturali e informativi. Ed ecco dunque che durante l’evento vengono proposte degustazioni, cene, un motoraduno, focus, tavole rotonde, momenti gastronomici e musicali. Milo, Comune autonomo dal 1955, è un apprezzato centro di villeggiatura che annovera tra i suoi residenti del passato il pittore Roberto Rimini e il professore Salvatore Citelli, mentre tra i più recenti artisti come Franco Battiato e Lucio Dalla.
Si saluta l’apertura della manifestazione sulle note di musiche interpretate a grandissimi livelli di bravura. A ruota una degustazione di pane, olio e vini del territorio. Tra i tanti appuntamenti in programma a “ViniMilo” anche i vini da “Terre Estreme” ovvero quei vini prodotti in ambienti particolarmente difficili come la montagna, le piccole isole, i terreni impervi, dove la fatica dell’uomo viene amplificata dalle difficili condizioni territoriali. Per questo momento a Milo sono presenti vini di varie cantine provenienti da differenti regioni d’Italia, dal Piemonte al Veneto, dalla Campania alla Toscana, dal Friuli alla Liguria.
La giornata,
iniziata dunque con la musica per le orecchie, prosegue con quella per il palato.
E’ a Sant’Alfio che trovo le vigne di Fabio e Novella delle Tenute di Nuna. I
filari sono stati impianti su di un lembo di terra bonificata dell’eruzione del
1971. Il vigneto è molto ordinato e il loro Etna Bianco mi piace moltissimo.
Prima di raggiungere un’altra realtà produttiva mi regalo una parentesi con un vecchio albero. Lo chiamano il Castagno dei 100 cavalli, è un albero plurimillenario, la sua età infatti si aggira tra i 3600 e i 4000 anni. La leggenda narra che la regina Giovanna I d’Angiò si riparò sotto il castagno con 100 cavalieri che aveva al seguito. Il vecchio albero venne dichiarato Monumento nazionale nel 1965 e nel 2006 l’Unesco lo ha definito Monumento messaggero di pace. Lo trovate, come le Tenute di Nuna, nel Comune di Sant’Alfio.
E’ tempo di
muoversi e visitare una storica cantina: Barone di Villagrande di Marco
Nicolosi. Qui la storia affonda le radici alla fine del 600 e arriva ai giorni
nostri. Oltre ai vigneti che mi ricordano un grande anfiteatro, visito la
grande bottaia e gli spazi dedicati all’ospitalità. L’azienda dispone di 4
camere immerse in una deliziosa cornice e arricchite da una splendida piscina
affacciata sulle vigne. I vini possono essere degustati in abbinamento alla
cucina e il personale è decisamente cordiale e gentile. Il Wine Resort è
situato nel Comune di Milo ma la proprietà ha anche vigne sull’isola di Salina
dove ebbi il piacere di recarmi in passato.
Il viaggio prosegue
tra cantine, vini, momenti di “ViniMilo”, ottime pause gastronomiche e la
piacevole compagnia di buoni amici. Per assaggiare qualcosa di frizzante
raggiungo le cantine di Antonino Destro nel Comune di Randazzo. Sono dunque
nella parte più a nord del parco dell’Etna ad una altitudine di circa 750
metri. Antonino produce vari vini, sempre i con le uve autoctone che ho già
menzionato, e una parte della produzione è dedicate a quelle che ormai
comunemente si definiscono bollicine. Mi godo la piacevolezza delle vigne su
diversi strati di terreno lavico, scatto delle foto, sento il sole e il profumo
della terra. Poi visito la cantina e degusto i vini, lo faccio assaporando
formaggi e salumi, pomodori secchi sott’olio, olive e buon pane. Ascolto la
storia del lavoro di Antonino. Quanto si dovrebbe scrivere su queste persone, queste
famiglie, questa terra di lava, questo vulcano tanto temuto e tanto amato!
Prima di lasciare la
bella Sicilia mi regalo ancora una tappa, questa volta non più legata al vino
ma al latte: il latte d’asina. Nel Comune di Giarre la dottoressa Concetta Torrisi
da alcuni anni lavora con le asine di razza Ragusana, una razza in via di
estinzione, produce il latte che viene utilizzato sia per alimentazione umana che
per il comparto della cosmetica. Trovo circa 80 capi in allevamento e ho il
piacere di assistere alla fase della mungitura. L’asina produce poco latte al
giorno motivo per cui, per via delle sue caratteristiche organolettiche, è
molto prezioso. Per pranzo mi viene proposto uno strepitoso stufato d’asino e
dei maccheroni casalinghi conditi con il sugo dello stracotto. Non posso certo
rifiutare!
uva Neretto |
Ci sono tornato, ne
avevo voglia. La cara Sicilia tanto diversa da zona a zona, con i suoi
contrasti, la sua storia, le sua tradizioni e la sua gente. Il vulcano, sempre
attivo, sempre in evoluzione, i vini dell’Etna, piacevoli espressioni
enologiche che nascono dalla lava e dalla fatica dell’uomo.
L'autore di questo reportage è un esperto giornalista televisivo e della carta stampata che conosco ed apprezzo da molti anni. Come me è sempre stato particolarmente attento all'enogastronomia di qualità, per questo pubblico molto volentieri questo articolo (a.s.)
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