A dialogare con lo scrittore toscano ci sarà
il “libraio itinerante” Davide Ruffinengo,
che con il suo progetto "Profumi per
la Mente" porta i libri nelle case, a scuola, nei teatri e nelle
aziende per dare voce ai libri e rigenerare la curiosità dei lettori.
Questa sarà l’unica data astigiana di presentazione e una delle
prime in assoluto: il libro infatti uscirà solo due giorni prima, il 26
aprile.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Gradita la prenotazione
a benvenuti@bava.com.
La presentazione sarà seguita da un brindisi e, per chi lo
desidera, da una visita alle cantine storiche Bava.
Anno del Signore 1631. L’Europa è
in guerra, le risorse scarseggiano ed è in corso una pandemia: a Firenze la
peste infuria, il Granduca dà disposizioni per limitare i contagi ma c’è chi sa
trarre beneficio dalle situazioni di emergenza; tra gli altri, un “filosofo
naturale” che con la scusa del morbo ha ottenuto di stampare il suo ultimo
libro in città anziché a Roma, eludendo gli accaniti controlli
dell’Inquisizione. È Galileo Galilei, l’uomo che con il suo “cannone occhiale”
ha scoperto le fasi di Venere e i satelliti di Giove, che fa esperimenti sul
pendolo e sulla caduta dei gravi e adesso sta per pubblicare il Dialogo sopra i
due massimi sistemi del mondo: un’opera scritta in volgare affinché tutti
possano capire che non l’uomo con i suoi dogmi bensì il Sole sta al centro
dell’universo. La vista di Galileo, però, è sempre più appannata, e le sue
minute devono essere trascritte per il tipografo dalla figlia Virginia, che ha
preso il velo nel convento di San Matteo in Arcetri. E come osservando
attentamente la Luna si scopre che è coperta di macchie, così anche un luogo di
preghiera, a frequentarlo assiduamente, rivela aspetti inattesi: c’è chi dice,
per esempio, che in una cella il lume rimanga acceso troppo a lungo; che una
notte si sia udito il suono di un corpo che cade...Galileo dovrà portare luce
in un mistero più buio di una notte senza stelle, ma nulla può fermarlo perché
lui sa che ogni cosa illuminata ha una parte oscura: sta a noi capire da che
lato osservarla. E quando arriviamo a vederla nella sua interezza, ci
avviciniamo alla nostra natura celeste.
BAVA - AZIENDA VITIVINICOLA
Sono più di 100 le
vendemmie della famiglia Bava, da quando Giuseppe inaugurò a Cocconato
l’albergo con ristorante, sala da ballo e cantina. L’edificio sorgeva proprio
accanto alla linea ferroviaria Asti - Chivasso che stava nascendo tra le
colline, a pochi passi dalla stazione: di lì a poco, la ferrovia avrebbe
permesso trasporti e commerci più agevoli sulla direttrice di Torino, favorendo
scambi e incontri. A capo della cantina oggi c’è il nipote del fondatore, Piero
Bava: riconosciuto nel 2016 come uno dei “Patriarchi della Barbera”, Piero
porta avanti la tradizione della famiglia con i suoi figli Roberto, Giulio e
Paolo e i nipoti, Francesca e Giorgio. Tre diverse generazioni al lavoro fianco
a fianco per offrire, su oltre 50 mercati nel mondo, vini che parlano di
Piemonte, di autenticità, sostenibilità, rispetto per il territorio, radicati
valori familiari e di ospitalità, di passione, di gusto.
In un secolo si fa la
storia: si disegna e si definisce uno stile - in vigna, in cantina -, si fa il
giro del mondo molte volte tra incontri, degustazioni, brindisi in tutte le
lingue.
I vigneti della famiglia
si sono estesi negli anni dal Monferrato fino alla Langa da Barolo (oggi 50
ettari, alternati a 20 ettari di boschi, noccioleti e prato per preservare la
biodiversità). La produzione rappresenta uno spaccato enologico significativo
di quest’angolo del Piemonte, tra diverse declinazioni di Barbera e di
Nebbiolo, l'Albarossa, gli aromatici Malvasia di Castelnuovo Don Bosco,
Moscato d’Asti e Ruché di Castagnole Monferrato e alcuni vitigni internazionali
sapientemente interpretati, come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc.
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