Si applica dal 2015: i contributi saranno investiti in promozione, tutela e vigilanza per Barbera d’Asti, Ruché di Castagnole Monferrato, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti e Freisa d’Asti
I numeri parlano da soli e ricordano a tutti della potenzialità della Barbera, un vino che per il Piemonte è fondamentale e ha ancora notevoli possibilità di crescita come qualità e immagine, essendo in grado di partire da una quantità non marginale e ponendosi a livello internazionale in prima fila per disponibilità annuale costante nei confronti dei mercati.
Sfiora i 17 milioni l’imbottigliato di Barbera d’Asti docg dei primi nove mesi del 2014 con una crescita del 6% rispetto allo stesso periodo del 2013. Più 21% sul 2013 per il Ruché di Castagnole Monferrato: da gennaio a settembre 2014 sono state imbottigliate 587.185 bottiglie.
Ottimismo anche dai mercati internazionali: secondo i dati elaborati dal Consorzio (su un campione di 100 aziende), sono in lieve crescita le vendite di Barbera d’Asti docg nel primo semestre 2014 con +3% sui mercati esteri. Tutti segnali positivi che arrivano in un momento importante e delicato della vita del Consorzio: l’applicazione dell’erga omnes (tradotto significa “nei confronti di tutti”), norma prevista dal decreto legislativo 61 del 2010. Lo hanno annunciato il presidente del Consorzio Filippo Mobrici con i suoi vice Stefano Chiarlo e Lorenzo Giordano (nella foto). Mobrici ha anche precisato la sua intenzione di proporre al direttivo di variare il nome in Consorzio della Barbera, dei vini d'Asti e del Monferrato, a sottolineare l'importanza trainante di uno storico vitigno autoctono che occupa la maggiore superficie in Piemonte, con ben 11,200 ettari
Sono cinque le denominazioni su cui, dal 1° gennaio 2015, verrà esercitato: Barbera d’Asti, Ruché di Castagnole Monferrato, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti e Freisa d’Asti. Il Consorzio avrà piena gestione di tutela, vigilanza, promozione delle denominazioni. Tutte le aziende vinicole, consorziate o meno, dovranno dare il loro contributo: in tutto sono 2.456.
“Le aziende dovranno versare pochi millesimi a bottiglia prodotta – annuncia Mobrici - che serviranno a sostenere le attività di tutela, vigilanza e promozione delle cinque denominazioni. E’ un’iniziativa che coinvolge l’intero comparto: per questo, si è deciso di avvalersi dei poteri conferiti dall’erga omnes per far pagare la quota anche ai produttori non associati”. L’attività di vigilanza è già stata avviata nel 2014 in sinergia con il Consorzio di tutela del Barolo: “Condividiamo un agente vigilatore munito di tesserino ministeriale – precisa il direttore del Consorzio Patrizia Barreri - che va a verificare il prodotto sul mercato, nella grande distribuzione e nel settore Horeca. I controlli vengono fatti anche sui prodotti che fanno uso della denominazione che è protetta e va autorizzata dal Consorzio di tutela: ad esempio le pesche alla Barbera d’Asti o il salame aromatizzato al Ruché di Castagnole Monferrato”.
Sfiora i 17 milioni l’imbottigliato di Barbera d’Asti docg dei primi nove mesi del 2014 con una crescita del 6% rispetto allo stesso periodo del 2013. Più 21% sul 2013 per il Ruché di Castagnole Monferrato: da gennaio a settembre 2014 sono state imbottigliate 587.185 bottiglie.
Ottimismo anche dai mercati internazionali: secondo i dati elaborati dal Consorzio (su un campione di 100 aziende), sono in lieve crescita le vendite di Barbera d’Asti docg nel primo semestre 2014 con +3% sui mercati esteri. Tutti segnali positivi che arrivano in un momento importante e delicato della vita del Consorzio: l’applicazione dell’erga omnes (tradotto significa “nei confronti di tutti”), norma prevista dal decreto legislativo 61 del 2010. Lo hanno annunciato il presidente del Consorzio Filippo Mobrici con i suoi vice Stefano Chiarlo e Lorenzo Giordano (nella foto). Mobrici ha anche precisato la sua intenzione di proporre al direttivo di variare il nome in Consorzio della Barbera, dei vini d'Asti e del Monferrato, a sottolineare l'importanza trainante di uno storico vitigno autoctono che occupa la maggiore superficie in Piemonte, con ben 11,200 ettari
Sono cinque le denominazioni su cui, dal 1° gennaio 2015, verrà esercitato: Barbera d’Asti, Ruché di Castagnole Monferrato, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti e Freisa d’Asti. Il Consorzio avrà piena gestione di tutela, vigilanza, promozione delle denominazioni. Tutte le aziende vinicole, consorziate o meno, dovranno dare il loro contributo: in tutto sono 2.456.
“Le aziende dovranno versare pochi millesimi a bottiglia prodotta – annuncia Mobrici - che serviranno a sostenere le attività di tutela, vigilanza e promozione delle cinque denominazioni. E’ un’iniziativa che coinvolge l’intero comparto: per questo, si è deciso di avvalersi dei poteri conferiti dall’erga omnes per far pagare la quota anche ai produttori non associati”. L’attività di vigilanza è già stata avviata nel 2014 in sinergia con il Consorzio di tutela del Barolo: “Condividiamo un agente vigilatore munito di tesserino ministeriale – precisa il direttore del Consorzio Patrizia Barreri - che va a verificare il prodotto sul mercato, nella grande distribuzione e nel settore Horeca. I controlli vengono fatti anche sui prodotti che fanno uso della denominazione che è protetta e va autorizzata dal Consorzio di tutela: ad esempio le pesche alla Barbera d’Asti o il salame aromatizzato al Ruché di Castagnole Monferrato”.
Non
solo: la quota dell’erga omnes andrà a finanziare anche tutte le attività di promozione
e valorizzazione delle denominazioni in Italia e all’estero e la ricerca. “Ci
sarà un erga omnes più importante per il progetto Barbera d’Asti e Nizza – precisa
il presidente del Consorzio - ma anche per il Ruché di Castagnole Monferrato
dove i produttori hanno voglia di fare ed emergere”.
Sul
fronte promozione, ci sono un progetto negli Stati Uniti e la partecipazione a fiere ed eventi internazionali:
“Investiremo – annuncia Stefano Chiarlo - oltre 200 mila euro per promuovere la
Barbera d’Asti, il Nizza e il Ruché negli Usa, mercato con potenzialità di
crescita nel consumo dei nostri vini. Collaboreremo con Wine Spectator, la più importante rivista di settore, realizzeremo
una app sui nostri vini e un video con un giornalista americano che dovrebbe
girare sui circuiti tv e sui social network”. Altra
voce, la ricerca sperimentale sulla Flavescenza
dorata: “Il vitigno Barbera è particolarmente colpito – ricorda Lorenzo
Giordano - Occorre investire sulla ricerca anche se non dà risultati immediati.
Oggi bisogna trovare una soluzione per contenere il problema della diffusione
del vettore, lo Scaphoideus titanus. La strada giusta è di creare un tavolo
comune di esperti: lo stiamo già facendo ad Alba con capofila la Fondazione Cassa
di risparmio di Cuneo”.
Per
il 2015, il Consorzio ha in programma anche fiere e manifestazioni: sarà al Prowein di Dusseldorf (15-17 marzo), al
Vinitaly (22-25 marzo), a Tokyo (metà aprile) e Vinexpo (14-18 giugno) con gli altri
Consorzi di Piemonte Land of Perfection.
Il
2014 si chiude con molte partnership di territorio: dal Festival Fuoriluogo di San Damiano, al Barbera Fish Festival di Agliano Terme, al Bagna Cauda Day che si terrà ad Asti e provincia dal 21al 23
novembre.
Il Consorzio in numeri:
1946 anno di nascita
10 denominazioni tutelate (su 5 esercita l’Erga
Omnes):
2 Docg: Barbera d’Asti e
Ruché di Castagnole Monferrato
8 Doc: Albugnano, Barbera del
Monferrato, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti,
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte.
11.200 ettari di vigneto vendemmia 2013
685.000 ettolitri circa produzione totale vendemmia 2013
67.400.000 bottiglie anno solare 2013
•
3.956 ettari
•
169 comuni
•
226.800 ettolitri
•
2.456 aziende vinicole (di cui 30 cantine
sociali)
•
21 milioni di bottiglie (anno solare 2013)
•
50% l’export
•
I primi 6 mercati esteri: Germania (18%),
Usa (16%), Gran Bretagna
•
(15%), Danimarca (14%), Canada (9%),
Svizzera (6%)
•
78 ettari
•
18 Comuni
•
190 mila bottiglie
•
3.650 ettolitri
•
90 aziende vinicole (di cui 4 cantine sociali)
•
46% export (Germania, Svizzera, Usa, Cina, Olanda, Danimarca)
•
2000 prima vendemmia della zona di particolare pregio
•
2014 prima vendemmia del Nizza docg
•
19 novembre 2002 nasce l’associazione Produttori del Nizza
•
123 ettari
•
7 Comuni
•
624 mila bottiglie
•
6.400 ettolitri
•
78 aziende vinicole (di cui 2 cantine sociali)
•
2010 arriva la docg
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