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mercoledì 30 marzo 2016

DALLA BORGOGNA AL BRICCO DEL DRAGO: IL PRIMO PINOT NERO DI LANGA PORTA IL NOME DI PODERI COLLA

 

 Il Campo Romano Langhe DOC nasce dal primo vigneto di pinot nero impiantato in Piemonte dopo la seconda guerra mondiale

La storia del primo pinot nero di Langa inizia nel 1969; e come tutte le storie raccontate dalla famiglia Colla è densa di aneddoti, di riferimenti, di coincidenze che paiono fortuite e che dopo anni si svelano per quello che realmente sono: scelte precise dettate dalla passione per la terra, per il vino, per la vigna, per la conservazione del patrimonio culturale, agricolo e gastronomico del Piemonte. 
 
Questa storia ha, in verità e almeno all’inizio, poco a che fare con il suolo piemontese – se non per i personaggi coinvolti. Il racconto inizia con Tino Colla, giovane diciottenne, tra i primissimi – se non proprio il primo – a espatriare per studiare e per capire come in Francia si facesse il vino.
Consigliato e indotto da Antonino Trimboli, Arturo Bersano e dal conte Riccardi (“cerca di apprendere tutto: la filosofia, la storia, la tecnica; impara dalle famiglie borgognone del vino”), Tino partì per la Borgogna nel 1969 e ci rimase sei mesi. Sei mesi impegnativi e formativi passati al Laboratoire Oenologique de Bourgogne (oggi non più esistente) guidato da Max Léglise e Jean Siegrist. Il Laboratoire (sotto l’egida del Ministero dell’Agricoltura) effettuava studi e ricerche sui vini della Borgogna, e tra i suoi compiti era contemplata anche un’ attività di consulenza rivolta ai piccoli produttori, che Tino visitava e incontrava regolarmente entrando in contatto con un panorama umano e produttivo moto diverso rispetto a quel Piemonte che aveva appena lasciato: l’orgoglio borgognone di essere vignaioli, di produrre vino e coltivare vigneti da generazioni era un tema che alla fine degli anni ’60 in Langa ancora non si toccava, e anzi si tendeva a tacere, per diffidenza, per vergogna.
 
Durante questo soggiorno capitò che Beppe Colla, suo fratello, insieme al Comm. Bonardi e a Luciano Degiacomi, allora proprietario della Cascina Drago di San Rocco Seno d’Elvio, facessero visita a Tino. E entrambi si innamorassero, ognuno a suo modo, del pinot nero. Fu così che il primo vigneto di pinot nero impiantato in Langa nel secondo dopoguerra arrivò al Bricco del Drago: le barbatelle francesi che Luciano Degiacomi portò con sé da quel viaggio popolarono i 2,5 ettari di terra che ancora oggi introducono nella proprietà di Poderi Colla.
Era un campo che non aveva nome e che lo acquisì dopo che, effettuando gli scassi, emerse dal profondo qualche reperto di epoca romana: da allora il Campo Romano fu un appezzamento e anche un vino, un pinot nero 100% oggi classificato come Langhe DOC.
 
Luciano Degiacomi e Beppe Colla, due modi di intendere il pinot nero. Il primo, profondamente – e quasi esclusivamente - legato al nebbiolo, vinificò queste uve “alla maniera piemontese” fin dalle origini. A partire dal 1980, prima annata di produzione, al 1994, anno in cui la famiglia Colla subentrò nella gestione della proprietà Bricco del Drago, il primo pinot nero di Langa fu vinificato esclusivamente in acciaio, con un risultato nebbioleggiante che non assecondava compiutamente la natura elegante e femminile del vitigno d’origine. Dal 1994 in poi, con la mano di Beppe e Tino Colla, il Campo Romano Langhe DOC incominciò a recuperare la propria identità con un misurato invecchiamento in legno fino ad arrivare, oggi, ad essere un vino equilibrato, femminile, dal bellissimo colore rosso rubino scarico. Un vino al naso e in bocca estremamente piacevole, fine, elegante e complesso, morbido ed equilibrato. Con un potenziale di buona evoluzione nel tempo.
 
Oggi i vini a base pinot nero di Poderi Colla, in tutte le loro declinazioni (sia Campo Romano Langhe DOC, pinot Nero 100%; sia Pietro Colla Metodo Classico extra brut 90% pinot nero e 10% nebbiolo), sono interamente curati dal giovane Pietro, figlio di Tino, che ha portato un’evoluzione nella vinificazione legata alle nuove esperienze e conoscenze. Per il Campo Romano, l’utilizzo di una tecnica più contemporanea, che prevede una percentuale di macerazione carbonica, arrotonda i tratti di austerità; e l’invecchiamento in botte grande da 30 ettolitri dà una maggiore struttura ad un vino prodotto da uve i cui tannini sono meno incisivi rispetto a quelli del nebbiolo.
 
Afferma  Pietro Colla: “Sono molto affezionato al Campo Romano, forse perché è una vigna a cui abbiamo dedicato grandi cure e attenzioni per capirla e interpretarla al meglio. E’ un suolo compatto, tenace, con componenti evidenti di argilla, limo, calcare, non molto facile da lavorare, e se pensiamo che le rese del pinot nero sono molto basse, ci rendiamo conto di quanto la scelta di mantenere questo vitigno sia frutto oltre che alla qualità dell’uva anche del grandissimo rispetto che la nostra famiglia ha sempre mostrato per la storia del Bricco del Drago e per le scelte del proprietario precedente, un uomo colto e estremamente lungimirante. L’anno scorso, quando la famiglia Colla ha acquistato l’intera proprietà, abbiamo ovviamente deciso di portare avanti la causa del pinot nero, che affianca con pieno diritto i vini di Langa che produce Poderi Colla”.
 
Esce in commercio ora l'annata 2013 di Campo Romano Langhe DOC, immediatamente riconoscibile dall’etichetta tradizionale in stile borgognone. Sarà possibile assaggiarla  a Verona, al Vinitaly, presso lo stand Poderi Colla (padiglione 7, stand B4).

INFO: www.podericolla.it
 
 

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