La più vecchia bottiglia di taglio bordolese italiano, etichettata e reperibile sui mercati per la gioia dei collezionisti di tutto il mondo, ci risulta essere quella del Fiorano Rosso 1956 della Tenuta di Fiorano del Principe Alessandro Jacopo Boncompagni Ludovisi.
Il Fiorano Rosso è, con molta probabilità, il primo taglio bordolese in Italia
proposto alla vendita al pubblico con una sua etichetta e che continua tutt’ora
ad essere prodotto: il suo “genitore” fu il principe Alberico Boncompagni
Ludovisi, la “continuità”, con stessa etichetta, uvaggio, filosofia e
maestranze in vigna e in cantina, è opera del nipote Alessandro jacopo
Boncompagni Ludovisi.
La storia moderna della Tenuta di Fiorano risale alla prima metà
del secolo scorso:“[..] a Fiorano, il vino si cominciò a produrlo all’incirca
nel 1930, ma da viti locali. Fu nel 1946, quando ricevetti da mio padre la
proprietà agricola di Fiorano, che giudicai scadente il vino prodotto e
consultai l’enologo dottor Giuseppe Palieri, il quale mi propose di innestare
sulle viti di Fiorano il cabernet e il merlot alla proporzione reciproca del 50% e, separatamente, la malvasia
di Candia e il sémillon per il vino bianco. Così feci subito e mi valsi del
dott. Palieri finché visse [..]”.[da Fiorano,
memorie e girandole di A. Castagno - Vitae - settembre 2014]
Di Giuseppe Palieri -direttore dell’azienda vitivinicola di
Maccarese dove nel 1960 produceva il San Giorgio, un taglio bordolese che però
non è arrivato fino a noi-e del suo lavoro, si parlava già in un volume del 1935
di Vittorio Racah: “Varietà di viti a
doppia funzione”. Il Principe Alberico si rivolse a lui per impiantare un
vigneto completamente differente dalle tradizioni locali che producesse un vino
di grandissima qualità.
Intanto, negli stessi anni, anche il marchese Mario Incisa della
Rocchetta aveva lavorato appassionatamente al “suo” taglio bordolese (in terra
bolgherese troviamo il cabernet franc a far da vassallo al cabernet sauvignon)
per la produzione del Sassicaia: "Dal 1948 al 1967, il Sassicaia rimase
dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta", si apprende
dal sito della Tenuta San Guido. Infatti la prima bottiglia in commercio del
Sassicaia fu quella relativa all’annata 1968.
Il Marchese Mario e il Principe
Alberico frequentavano verosimilmente lo stesso ambiente aristocratico romano, per
cui si può dire che l'idea di voler produrre grandi vini in Italia -all’epoca identificati
nel blend bordolese- si riconduce a quella cerchia molto legata alla Francia con
la quale poter condividere una certa idea di qualità, di bello e di rinascita
dalla Guerra. L’impronta di una visione più personale, tra Mario e Alberico, si
può cercare nella ricerca dei consulenti: il primo si avvale di professionisti
internazionali e fa uso di barrique, il secondo segue una strada più italiana
avvalendosi anche della consulenza di Tancredi Biondi Santi e optando per l'utilizzo
di botti grandi.
Dunque due storie fondamentali per la nascita di una nuova era del
vino italiano, della quale, per fortuna, abbiamo ancora testimonianza concreta
delle storiche origini: meno di un anno fa, l’8 novembre 2015, all'asta
internazionale di vini ad Hong Kong, organizzata dalla Gelardini&Romani Wine Auction, il lotto 285, relativo ad una singola bottiglia di Fiorano
Rosso 1956 ha fatto salire la febbre agli
appassionati di vini storici; partendo da una base d’asta di 1,400 HK$ è stato
alla fine battuto a 9,000.00 HK$, pari ad un valore di circa 1.070 euro.
www.tenutadifiorano.it
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