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venerdì 21 ottobre 2016

FUTUR BALLA - AD ALBA (Cn) GRANDE MOSTRA DEDICATA A GIACOMO BALLA 29/10 - 27/02/2017



Alba, Fondazione Piera Pietro e Giovanni Ferrero

 
Mostra a cura di Ester Coen

La Fondazione Ferrero di Alba rende omaggio a Giacomo Balla (Torino1871 – Roma 1958), figura straordinaria di pittore e fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche, con una mostra di risonanza internazionale, a cura di Ester Coen

In linea con la storia ventennale delle proprie esposizioni d’arte, legate allo sviluppo della cultura del territorio, la Fondazione Ferrero si avvale della collaborazione scientifica della GAM di Torino e della Soprintendenza Belle Arti del Piemonte per la realizzazione della mostra e delle attività educative ad essa collegate.

Il progetto dedicato a Giacomo Balla prevede un’esposizione articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo.

Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un ampio numero di opere documenterà questa fase – tra fine ottocento e primi novecento – durante la quale, in parallelo a temi tra sofferenza e alienazione, l’artista svilupperà un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La pennellata ricca di filamenti luminosi, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici audaci ed estremi rappresenterà per i futuri aderenti al Manifesto del Futurismo un modello unico e straordinario da seguire.

La mostra di Alba evidenzierà poi l’adesione alla poetica del Futurismo. Dal realismo dei primi dipinti si assisterà alla trasposizione dei precedenti principi compositivi nella materia dinamica e astratta delle Compenetrazioni iridescenti a larghi tasselli cromatici, alla ricomposizione della nuova realtà in movimento nelle Linee di velocità.

In un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri: verticale, diagonale, spirale, il linguaggio di Balla scopre nuove categorie della rappresentazione nei suoi parametri primari, nell’amplificazione del fenomeno fisico, isolato, sezionato e inquadrato in tutta la sua verità di materia vibratile. Una visione capace di attingere alle massime profondità, ma di sfondare anche i limiti della cornice, in un gioco di rilancio verso la vita.

Le opere del percorso appartengono a prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere e sarà possibile ammirare capolavori straordinari, difficilmente concessi in prestito: il Polittico dei viventi, nella sua completezza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dall’Accademia di San Luca di Roma, La mano del violinista dalla Estorick Collection di Londra, la Bambina che corre sul balcone dal Museo del Novecento di Milano, il Dinamismo di un cane al guinzaglio dalla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, il Volo di rondini del Museum of Modern Art di New York, la Velocità astratta + rumore in prestito dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, che sarà accostata alla Velocità astratta. L’auto è passata della Tate Modern di Londra, e ancora un’Automobile in corsa proveniente da The Israel Museum of Gerusalemme. Solo per accennarne alcuni.

 

 

Orari

lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 15 - 19; sabato, domenica e festivi ore 10 - 19

martedì chiuso

giorni di chiusura: 24, 25, 31 dicembre 2016, 1° gennaio 2017

Info

Fondazione Ferrero: ufficio stampa 346 3325466 0173 295094 ufficiostampa@fondazioneferrero.it   www.fondazioneferrero.it  

 
Autoritratto del 1902

Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1º marzo 1958). E’ tra i primi protagonisti del divisionismo italiano. Diviene poi un esponente di spicco del Futurismo, firmando assieme a Marinetti e gli altri futuristi, i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento. Frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti dove conosce Pellizza da Volpedo. Nei primi anni del novecento comincia a dipingere quadri di matrice Pointilliste, senza tuttavia seguire rigorosamente il programma scientifico di Seurat e Signac. Nel 1895 lascia Torino per stabilirsi a Roma, dove abiterà per tutta la vita. Nel 1903, conosce alla Scuola libera del nudo Umberto Boccioni, Gino Severini e Mario Sironi. Nasce un legame tra lui e Boccioni che li condurrà verso strade diverse di ricerca sulla via futurista. Quando nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica il primo Manifesto futurista, si unisce al movimento con Boccioni, Carrà e Russolo. Nel 1910 esce il Manifesto dei pittori futuristi. L’11 aprile 1910 assieme a Boccioni, Carrà, Russolo e Severini firma Il manifesto tecnico della pittura futurista. Nell’ottobre del 1918 pubblica il "Manifesto del colore", dove analizza il ruolo del colore nella pittura d’avanguardia. Nel 1937 però scrive una lettera al giornale "Perseo" con la quale si dichiara estraneo alle attività futuriste. Da quel momento è accantonato dalla cultura ufficiale, sino alla rivalutazione, nel dopoguerra, delle sue opere e di quelle futuriste in genere.

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