Nelle splendide sale del
castello di Pino d’Asti si è festeggiato l’impegno dei produttori di Freisa,
storico vitigno piemontese
Alla presenza di istituzioni, produttori e giornalisti, si è tenuto sabato 20 gennaio a Pino d’Asti l’evento “Freisa d’Asti: una Denominazione lunga 500 anni”. Organizzato dal Consorzio di
tutela Barbera d’Asti e vini del Monferrato in
collaborazione con quello del Freisa di Chieri e collina torinese ,l’iniziativa ha chiuso le celebrazioni
per i 500anni
dello storico vitigno. Risale infatti al 1517 la bolla doganale di Pancalieri,
documento in cui la Freisa è citata perla prima volta, alla stregua di un vino di qualità, dal
costo superiore
rispetto a quello comune.
Massobrio, Mobrici, Ferrero |
Protagonisti dell’incontro importanti opinionisti nazionali: Gioacchino Bonsignore,
curatore della rubrica “TG5–Gusto”, Daniele Cernilli, curatore del sito “DrWine.it” e Paolo Massobrio, curatore della guida “Il Golosario”. Accompagnati dal
Presidente
Filippo Mobrici e dall’Assessore all’Agricoltura
regionale Giorgio Ferrero, i tre ospiti hanno ripercorso la storia della Freisa, confrontandosi
inseguito con i produttori intervenuti riguardo alle possibili
prospettive future del vitigno.
L’evento è poi continuato al piano superiore del castello, dove Daniele Cernilli
ha condotto una degustazione dal
titolo “Nuovo come una Freisa”. Lo storico critico ha accompagnato i presenti alla scoperta delle numerose etichette, capaci di testimoniare l’attuale livello qualitativo di un vino pronto a
fare il proprio ingresso in nuovi mercati.
A Paolo Massobrio il
compito di introdurre la merenda
sinoira, molto apprezzata dai
presenti. Le circostanti colline del Monferrato sono state la cornice ideale per un pomeriggio
all’insegna del gusto del territorio e della bellezza paesaggistica.
“Le celebrazioni per i suoi 500 anni non potevano che concludersi sulle colline
dove la Freisa è
da sempre coltivata - ha precisato il Presidente Filippo Mobrici
- Un anno impegnativo, durante il quale abbiamo dato a questo vitigno la visibilità che merita”.
Il Presidente ha poi ringraziato il Consorzio della Freisa di Chieri e la Regione Piemonte
come insostituibili partner in questo percorso. “Insieme abbiamo voluto ribadire l’importanza del Freisa ,che
con gli
altri vitigni autoctoni caratterizza
l’enologia piemontese, rendendola unica e irripetibile. Un
particolare ringraziamento ai veri protagonisti di questo evento, ovvero i produttori
di Freisa,che con il loro
quotidiano impegno sono i veri custodi di
queste meravigliose colline”.
Dal canto suo l’Assessore Giorgio Ferrero esprime tutta
la sua soddisfazione “Per un evento
capace di dare lustro non solo alla Freisa d’Asti, ma a tutto il sistema
vitivinicolo piemontese. Sono convinti che questa non sia che la prima tappa di
un percorso di crescita della Freisa, oggi più che mai pronta a trainare il
rilancio di quel bellissimo territorio che risponde al nome di Basso Monferrato”.
Nel valutare il rapporto
tra vino e territorio Gioacchino
Bonsignore sostiene che “Tradizione,
bellezza e, nel caso della Freisa, unicità del vitigno sono la formula vincente,
grazie a cui il Basso Monferrato può affermarsi. Un territorio dal sicuro
fascino, da sostenere tramite una comunicazione capace di valorizzarne le
peculiarità”.
“La freisa è un vino dotato di un
piacevole equilibrio organolettico – afferma
Daniele Cernilli al termine della degustazione– che lo rende ideale accompagnamento di numerosi piatti. L’auspicio è
quello di vedere nascere una freisa superiore, ricca e corposa, da inserire in
un sistema che, partendo dalla vivacità delle versioni frizzanti, giunga fino a
dei veri e propri cru”.
Ad
avviso di Paolo Massobrio“Le due anime della Freisa, vivace e ferma,
consentono abbinamenti tra loro diversi, che spaziano dal fritto piemontese
alla selvaggina da piuma. Qualunque sia l’abbinamento scelto si può però essere
sicuri che rispecchierà l’identità della
Freisa, vitigno piemontese per eccellenza”.
L'antica bolla doganale che certifica storicamente l'antica origine della Freisa |
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