Progetto e borsa di studio ideati dall’azienda Josetta
Saffirio di Monforte d’Alba per gli studenti dell’Istituto Europeo di Design di
Torino. Partner Italia Bellissima, network di architetti e artigiani del Made
in Italy
Bottiglie di vetro, tappi usati, vecchie botti, scatole di
legno e di cartone, rotoli di etichette: come si possono riutilizzare gli
scarti che accumula ogni giorno una cantina vitivinicola? La domanda l’ha
rivolta Sara Vezza, giovane vignaiola di Monforte d’Alba, ai futuri designer
dello IED di Torino. È nato così il
progettoReWineD®,fuori dall’acronimo
Recycled Wine Design, che coinvolgerà
per alcuni mesi nove studenti del secondo anno del Corso di Product Design dello
IED. La barolista, titolare della Cantina
Josetta Saffirio, ha istituito una borsa di studio: se l’aggiudicherà il
progetto più bello e funzionale realizzato con i materiali di scarto della
cantina. A decidere sarà chiamata una giuria composta da designer, architetti e
giornalisti del settore.
«È un’idea che ho nel cuore da tempo – dice Sara Vezza - La nostra azienda ha
scelto la strada del sostenibile e del biologico dal 2004, e il mio sogno è di
far rivivere anche gli scarti di cantina e di produzione.“Nel momento in cui
cambi prospettiva trovi la soluzione al problema”: questa è la sfida che
propongo ai giovani designer».E aggiunge: «Qui anche gli avanzi sono molto preziosi
perché sono pochi: l’idea di riciclarli e non buttarli comunica al consumatore
un’attenzione anche per i piccoli dettagli».
Il progetto è ora in fase preliminare: ci sono stati i primi
due incontri, uno tra le vigne delle Langhe e l’altro nell’Istituto, con i
ragazzi dello IED che hanno presentato i primi spunti e le bozze di come
potrebbero trasformarsi gli “avanzi” delle lavorazioni di vigna e cantina. Nel
frattempo sono nate alleanze di territorio ed è entrata in partnership Italia Bellissima, network di
architetti e artigiani italiani che lavorano nel settore edilizia-decoro creato
dall’architetto astigiano Andrea
Capellino. «Mettiamo insieme tutte le antiche tecniche artigianali italiane
riproposte in versione moderna – spiega Capellino – e ci interessa molto il
tema del riciclo e della sostenibilità ambientale: il cosiddetto design
sistemico oggi è una necessità che nasce dall'eccesso di scarti di produzione
che contengono ancora un valore e una loro vita».
Gli studenti dello IED sono coordinati dal docente Giorgio Ceste: «È un progetto che
unisce tre concetti: artigianalità, sostenibilità ambientale e sperimentazione.
È un riavvicinamento al materiale, alla realtà: in questo corso gli studenti si
sporcheranno le mani e lavoreranno con materiali di scarto che arrivano dal
ciclo di produzione vitivinicolo. Prodotti di scarto che avranno una seconda
vita».L’esame finale sarà la consegna degli oggetti che verranno valutati dalla
giuria di esperti. Venerdì 4 maggio
nella Cantina Josetta Saffirio si premia il vincitore. altra immagine di un gruppo di studenti con Josetta Saffirio tra le vigne di Monforte |
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