L’arte della
degustazione come valore e patrimonio
professionale dei soci ONAV.
Un mercato
in continua evoluzione, che detta cambiamenti anche nello stile di vita e
nell’approccio al consumo. Una trasformazione delle abitudini del consumatore
che oggi rende necessaria una profonda trasformazione della figura
dell’assaggiatore di vino, anche alla luce delle nuove richieste del mercato.
Per
rispondere a questa esigenza si è tenuto sabato
14 novembre a San Quirico d’Orcia
(Si) nella splendida sede di Palazzo Chigi, il Congresso Scientifico ONAV dal
titolo tema “Obiettivi della valutazione dei Vini”, argomento di rilievo per tutti gli assaggiatori. Capire quali sono i
fattori che guidano alla scelta e come la percezione del gusto interviene nella
valutazione, sono infatti le basi per chi si fa portavoce dell’arte della
degustazione.
Il primo Congresso Scientifico organizzato sotto la presidenza Vito
Intini ha visto riuniti nomi prestigiosi del settore enologico che attraverso i
loro interventi hanno dato una nuova lettura della valutazione del vino.
Dopo il saluto del sindaco di San Quirico d’Orcia Valeria Agnelli, che ha
voluto ricordare come il vino rappresenti in toto la cultura e la tradizione
italiana, si è entrati subito nel vivo della discussione con l’intervento del
presidente ONAV Vito Intini, che ha
posto l’accento sui nuovi approcci al consumo. Negli ultimi anni si è infatti
registrato un generale calo dei consumi nei
Paesi con consumo tradizionale, specialmente in Italia (-0,4% anno), Spagna (-0,25%
anno) e Cile (-,15% anno). In Francia il
calo è minore (-0,2% anno) per la semplificazione, la promozione e la
conoscenza del prodotto ma anche in questo caso il dato rimane negativo. Un’osservazione
attenta ed accurata del mercato e delle sue aspettative si rende dunque
necessaria per comprendere quali sono gli aspetti fondamentali che un
degustatore deve tenere in considerazione nella valutazione di un prodotto. Da
questa analisi è quindi emerso che gli aspetti più importanti per il
consumatore sono: rapporto qualità
prezzo; naturalità; legame al territorio; gusto equilibrato ed armonico; adattabilità
al cibo. Tutti aspetti che i degustatori dovranno tenere ben presenti
nei loro futuri giudizi.
La parola è
passata quindi al giornalista Daniele Cernilli, che ha approcciato
il tema della degustazione dal punto di vista filosofico, analizzando cosa è
cambiato nel modo di rapportarsi al vino. Questo prodotto da alimento è
divenuto infatti, in brevissimo tempo, un elemento edonistico. Un cambiamento iniziato
a partire dagli anni ’80 con il miglioramento delle tecnologie enologiche.
Oggi si è
aperto un nuovo scenario, con vini di buona qualità a prezzi molto competitivi,
attuando nel contempo un cambiamento nel linguaggio del vino. L’epoca del
sussiegoso sommelier è difatti terminata, e gli “interpreti” del vino devono
saper presentare un prodotto non solo con temi umanistici ed emozionali ma
anche con solide basi scientifiche
Si sta
quindi andando verso una comunicazione
più semplice, in cui la terminologia deve essere efficace. In questo diventa
fondamentale la figura dell’analista sensoriale ONAV, che è un assaggiatore
tecnico e parla al consumatore con cognizione di causa, fornendogli tutti gli
strumenti utili per capire, imparare e farsi una propria idea .
Osvaldo
Failla,
dell’Università degli studi di Milano, ha focalizzato invece l’attenzione sul vino inteso come patrimonio culturale da promuovere. Un lascito che è al
tempo stesso
materiale ed immateriale. La vite ha infatti origine nel territorio caucasico
ma è in Europa che assume un valore culturale ed economico, producendo reddito
e svolgendo un ruolo di presidio paesaggistico e di sviluppo rurale. Preservare
questo patrimonio per le generazioni future diventa quindi necessario, ed in
questo l’assaggiatore avrà una grande responsabilità: trasferire questi valori
culturali ai consumatori per mantenere il vino “accessibile”, preservandone il
legame con il territorio.
La parola è
quindi passata a Vincenzo Gerbi, dell’Università degli Studi di Torino e
presidente del Comitato Scientifico ONAV, che in apertura d’intervento ha
puntualizzato come il vino sia protagonista di molta comunicazione ma con alcune
forti contraddizioni. Ad esempio si parla delle sostanze “buone” contenute nel
vino (antiossidanti come fenoli e resveratrolo), ma al contempo si assimila il
vino ad una droga; oppure si dice che il vino è un prodotto troppo caro ma poi
si invita il consumatore a diffidare di vini economici. In questo panorama il
degustatore deve perciò conoscere vitigni, tecnologie, zone viticole, storia
della vite e del vino ed usare le proprie competenze per divulgare uno stile di
vita in cui l’assaggio diventa uno strumento di attenzione verso i gesti
quotidiani ed un modo per affinare la capacità di scelta. Deve quindi sviluppare un lessico completo e oggettivo, ricco di accostamenti
che aiutino la memorizzazione, addestrandosi con curiosità e misurando
frequentemente le proprie capacità.
Luigi Moio, dell’Università
degli Studi di Napoli Federico II, ha invece analizzato tecnicamente la
percezione del gusto e degli aromi. Nella degustazione la valutazione è infatti
polisensoriale con tutti i 5 sensi coinvolti; è perciò difficile scomporre il
vino durante l’assaggio. Il punto è comprendere come rendere più semplice tutto
ciò, perché la degustazione del vino non è un’azione statica ma dinamica, in
cui le curve di dominanza temporale delle sensazioni (DTS) consentono di
valutare simultaneamente singoli attributi sensoriali del vino. Esiste infatti una successione temporale della dominanza
degli attributi sensoriali. La tecnica DTS diventa dunque uno strumento
necessario per la valutazione del profilo sensoriale di un prodotto, tramite
cui è possibile fare un’indagine approfondita ed anche una discriminazione territoriale
del vino.
Infine Francesco
Iacono, enologo, ha portato il punto di vista di chi viene sottoposto ai
giudizi della critica, domandandosi cosa il produttore può fare per rendere il
proprio vino più gradito ai giudici. Il vino entra infatti in relazione con i
sensi e con la memoria e possono essere utilizzati diversi tipi di giudizio.
Kant parlava di giudizio soggettivo e oggettivo: assoluto (buono, gradevole...)
oppure relativo se collegato alla memoria (più di, in confronto a…). L’uomo però
esprime il giudizio liberamente, ed anche il produttore di vino, che
volontariamente si espone ad una critica, deve tenerne conto. La deontologia del
bravo degustatore impone quindi il saper giudicare senza alcun condizionamento.
In chiusura
dell’incontro è emerso come sia necessario per i soci ONAV riscoprire le vere
motivazioni dell’assaggio, riflettendo sull’importanza del loro ruolo e sulle loro potenzialità. La
finalità di un assaggiatore rimane infatti quella di diventare uno “strumento”
di corretta comunicazione del vino, un giudice imparziale che sappia essere un
tramite credibile e competente tra la realtà e ciò che del vino si racconta.
A
conclusione dell’intenso programma di approfondimento dedicato ai soci ONAV, domenica 15 novembre si è svolta anche
la Giornata dell’Assaggiatore, momento di incontro, confronto e crescita per tutti
i componenti dell’Associazione. L’appuntamento è terminato con le
degustazioni guidate, a cura di Alessandra
Ruggi, Vito Intini e Daniele Cernilli, di prestigiosi vini della provincia di Siena
delle aziende Il Colombaio di Santa Chiara, Boscarelli, Castello di Volpaia di G. Stianti, Donatella Cinelli
Colombini - Fattoria del Colle e
Casanova di Neri.
Un
appuntamento che ha visto anche la partecipazione alla degustazione dei
produttori Giacomo Neri e Donatella Cinelli Colombini che, con
la loro presenza, hanno testimoniato, ancora una volta, la fiducia delle
aziende vinicole nei confronti di ONAV.
ONAV:
nasce ad Asti nel 1951 su iniziativa della Camera di
Commercio di Asti per l’esigenza, già allora sentita, di rendere disponibile un
corpo di Assaggiatori affidabili, specificatamente
preparati ed esaminati, atti a svolgere questa delicata ed impegnativa
funzione. All'Assaggiatore sono richiesti un complesso di doti naturali, di
specifiche conoscenze tecniche ed un addestramento, ai quali si deve ricorrere
quando si voglia ottenere un giudizio oggettivo, significativo e completo sulla
qualità del vino.
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