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lunedì 14 novembre 2016

# 900 DeFigurazione - a Vercelli importante mostra alla Casa d’Arte Viadeimercati


 La nuova sede della Casa d'Arte Viadeimercati a Vercelli
 
Sabato 19 novembre alle ore 19,00 saranno inaugurati i nuovi spazi espositivi della Casa d’Arte Viadeimercati in via Morosone 3 a Vercelli

In questa occasione sarà presentata la Collettiva # 900 DeFigurazione con opere di alcuni tra i più significativi Maestri dell’Arte moderna e Contemporanea, da Modigliani a De Chirico, da Balla a Campigli, da Afro a  Fontana e ancora Scanavino, Mastroianni, Tozzi, Carrà  fino al Gruppo Forma 1, solo per citarne alcuni.
 
 opera di Mario Tozzi
 

Il critico Luisa Facelli, nella prefazione al catalogo, scrive tra l’altro:

“Non tanto linguisticamente, per quanto riguarda almeno il primo vocabolo, perché alla sua modernità, senza dubbio pratica e di utilità indubbia, ormai siamo abituati. Invece, terminologicamente ben più sottile e da interpretare, forse, il “sottotitolo”, sventagliata allusiva, orientata verso l’interno delle realtà artistiche del Novecento, fino agli anni ’50

 Giorgio De Chirico





Massimo Campigli

A dire che non proprio tutti i conti sono ancora stati fatti?

A insinuare se sia ancora legittimo interrogarsi sul destino della figurazione? A districarsi nel ginepraio di antiche militanze e diatribe sanguinose, oggi osservate con curiosità disincantata?

 

Evviva. Deve passare del tempo per vederci chiaro: già, la Storia, la giusta distanza. Appunto.

 
 
 
Achille Perilli


Alcuni interrogativi (e alcune possibili risposte) erano stati prospettati criticamente nel 2011, nel testo di presentazione della collettiva dedicata ai Maestri della Biennale, organizzata dalla Casa d’Arte nella sede di Via dei Mercati. Si rilevava che all’ombra frondosa e scomoda dei molti “padri nobili” era cresciuta l’incubazione di quei fermenti che avrebbero mutato del tutto la staticità del panorama artistico italiano del secondo dopoguerra.

 

 Carla Accardi
Sembra che frammenti di un filo labirintico, che proprio di là si diparte, serpeggiando e velandosi, ricompaiano, ineludibili. Nell’odierna collettiva si raccoglie qualche tratto di questo filo, cosicché si possono ammirare artisti che nella mostra precedente erano assenti, incardinandosi essa sul perno della partecipazione alla Biennale.

Artisti così importanti di cui non si può fare a meno e che ognuno sarà in grado di riconoscere, osservandone le opere.

 Lucio Fontana
 
 

Come dire? Si chiude un cerchio (non l’indagine): la perlustrazione intorno al primo Novecento, nella presente campionatura, consegna il testimone alla compagine nutrita di coloro che, alle soglie degli anni Cinquanta, come dicevo, avrebbero imboccato altre strade.

 Piace che l’omaggio agli uni e agli altri, i cosiddetti “rivoluzionari” dell’Informale, insomma, sia qui unico. Giacché anche questi ultimi ormai sono da osservare con la lente d’ingrandimento della Storia.

Amen.”

“Qui, questa sera, 19 novembre 2016, altre storie, ben più interessanti di questa, potrebbero raccontare gli intatti mattoni della volta, rosseggiando antichi in dialogo con le pareti grandi, generose di questa galleria allestita con sobrietà grandiosa: l’ossimoro chiave di volta, antiretorica.

Promesse di accoglienze a venire, se è ben vero che la Casa d’Arte è riuscita a tenere il passo, in altre due sedi espositive, per sedici lunghi anni di coraggiosa ininterrotta attività.

Eccoci qui, come negli anni precedenti, pronti ad ammirare chissà quanti e quali altri artisti negli spazi di un antico palazzo, all’imbocco di Via Morosone nel tratto del cosiddetto Rialto.

Per un momento chiudete gli occhi: ascoltate il rumore dei passi sull’acciottolato del vicino Corso Libertà (non traballate sul tacco 12) e l’eco del chiacchiericcio che sale insieme all’aroma dai caffè di Piazza Cavour, con ovattato brusio di vita.

Adesso riaprite gli occhi, camminate lungo la via: come un fiume piccolo, ma bizzarro si slarga in un gomito, a sinistra, poi torna a restringersi.

Budello fiorito di terrazzini nascosti, di bucati intravisti in uno scorcio che lascia supporre altane, pergolati, segreti di vicolo. Infine la foce: via Foa, il ghetto, la sinagoga… maestoso monumento alla memoria. Sempre.

Ecco fatto: le suggestioni non mancano proprio, in questo angolo di centro storico, cuore non solo squisitamente medievale di una città, la nostra, dalla “scontrosa grazia” (come si ruba sempre bene ai poeti! Grazie Saba).

Gli affezionati frequentatori della Casa d’Arte converranno che le sue scelte hanno privilegiato grandi maestri, più giovani artisti ormai affermati, e ne hanno visti crescere altri, insieme alla galleria stessa. Me ne vengono in mente tanti, e molte personali curate con entusiasmo dalla Casa d’Arte.
Ma senza far torto a nessuno, rivedo la spregiudicata bellezza dei pennini di Colombotto Rosso? Ve li ricordate i disegni erotici a china? Che personale!

E lui, lui, gran signore, scandalosamente verginale in quella sua bellezza, che pareva non scalfita dagli attacchi del tempo.

Quanti eventi artistici, in questi sedici anni, e anche quante performance di scrittori e poeti, sempre cercando di coltivare un modo di intendere e fare cultura, dinamico, trasversale, capace di mettere a fuoco snodi fondamentali del panorama artistico di ieri e di prospettarne altri di oggi. Senza trascurare neppure alcuni artisti locali di talento.”

“Dal centro storico di Via dei Mercati, alla via Vibio Crispo, dove per qualche anno la Casa d’Arte, si era trasferita, infine a oggi: si comincia un’altra avventura di cui non si può che essere curiosi.

Con quali trame e quali orditi si tesseranno i futuri percorsi? Lasciandoci guidare dalle parole di Elemirè Zolla è ormai evidente che una nuova “spoletta” è stata “scagliata nella nube del telaio”… L’industriosa Casa d’Arte è già all’opera.”

 

 

 

 

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