La nuova sede della Casa d'Arte Viadeimercati a Vercelli |
Sabato 19 novembre alle ore 19,00 saranno
inaugurati i nuovi spazi espositivi della Casa d’Arte Viadeimercati in via
Morosone 3 a Vercelli
In questa occasione sarà presentata la
Collettiva # 900 DeFigurazione con opere di alcuni tra i più significativi
Maestri dell’Arte moderna e Contemporanea, da Modigliani a De Chirico, da Balla
a Campigli, da Afro a Fontana e ancora Scanavino, Mastroianni, Tozzi, Carrà
fino al Gruppo Forma 1, solo per citarne alcuni.
opera di Mario Tozzi |
Il critico Luisa Facelli, nella prefazione
al catalogo, scrive tra l’altro:
“Non tanto linguisticamente, per quanto riguarda almeno il primo vocabolo, perché alla sua modernità, senza dubbio pratica e di utilità indubbia, ormai siamo abituati. Invece, terminologicamente ben più sottile e da interpretare, forse, il “sottotitolo”, sventagliata allusiva, orientata verso l’interno delle realtà artistiche del Novecento, fino agli anni ’50
Giorgio De Chirico |
Massimo Campigli |
A dire che non proprio tutti i conti sono ancora stati fatti?
A insinuare se sia ancora legittimo
interrogarsi sul destino della figurazione? A districarsi nel ginepraio di
antiche militanze e diatribe sanguinose, oggi osservate con curiosità
disincantata?
Evviva. Deve passare del tempo per vederci
chiaro: già, la Storia, la giusta distanza. Appunto.
Alcuni interrogativi (e alcune possibili
risposte) erano stati prospettati criticamente nel 2011, nel testo di
presentazione della collettiva dedicata ai Maestri della Biennale, organizzata
dalla Casa d’Arte nella sede di Via dei Mercati. Si rilevava che all’ombra
frondosa e scomoda dei molti “padri nobili” era cresciuta l’incubazione di quei
fermenti che avrebbero mutato del tutto la staticità del panorama artistico
italiano del secondo dopoguerra.
Carla Accardi |
Sembra che frammenti di un filo
labirintico, che proprio di là si diparte, serpeggiando e velandosi,
ricompaiano, ineludibili. Nell’odierna collettiva si raccoglie qualche tratto
di questo filo, cosicché si possono ammirare artisti che nella mostra
precedente erano assenti, incardinandosi essa sul perno della partecipazione
alla Biennale.
Artisti così importanti di cui non si può
fare a meno e che ognuno sarà in grado di riconoscere, osservandone le opere.
Lucio Fontana |
Come dire? Si chiude un cerchio (non
l’indagine): la perlustrazione intorno al primo Novecento, nella presente
campionatura, consegna il testimone alla compagine nutrita di coloro che, alle
soglie degli anni Cinquanta, come dicevo, avrebbero imboccato altre strade.
Piace che l’omaggio agli uni e agli altri,
i cosiddetti “rivoluzionari” dell’Informale, insomma, sia qui unico. Giacché
anche questi ultimi ormai sono da osservare con la lente d’ingrandimento della
Storia.
Amen.”
…
“Qui, questa sera, 19 novembre 2016, altre
storie, ben più interessanti di questa, potrebbero raccontare gli intatti
mattoni della volta, rosseggiando antichi in dialogo con le pareti grandi,
generose di questa galleria allestita con sobrietà grandiosa: l’ossimoro chiave
di volta, antiretorica.
Promesse di accoglienze a venire, se è ben
vero che la Casa d’Arte è riuscita a tenere il passo, in altre due sedi
espositive, per sedici lunghi anni di coraggiosa ininterrotta attività.
Eccoci qui, come negli anni precedenti,
pronti ad ammirare chissà quanti e quali altri artisti negli spazi di un antico
palazzo, all’imbocco di Via Morosone nel tratto del cosiddetto Rialto.
Per un momento chiudete gli occhi:
ascoltate il rumore dei passi sull’acciottolato del vicino Corso Libertà (non
traballate sul tacco 12) e l’eco del chiacchiericcio che sale insieme all’aroma
dai caffè di Piazza Cavour, con ovattato brusio di vita.
Adesso riaprite gli occhi, camminate lungo
la via: come un fiume piccolo, ma bizzarro si slarga in un gomito, a sinistra,
poi torna a restringersi.
Budello fiorito di terrazzini nascosti, di
bucati intravisti in uno scorcio che lascia supporre altane, pergolati, segreti
di vicolo. Infine la foce: via Foa, il ghetto, la sinagoga… maestoso monumento
alla memoria. Sempre.
Ecco fatto: le suggestioni non mancano
proprio, in questo angolo di centro storico, cuore non solo squisitamente
medievale di una città, la nostra, dalla “scontrosa grazia” (come si ruba
sempre bene ai poeti! Grazie Saba).
Gli affezionati frequentatori della Casa
d’Arte converranno che le sue scelte hanno privilegiato grandi maestri, più
giovani artisti ormai affermati, e ne hanno visti crescere altri, insieme alla
galleria stessa. Me ne vengono in mente tanti, e molte personali curate con
entusiasmo dalla Casa d’Arte.
Ma senza far torto a nessuno, rivedo la
spregiudicata bellezza dei pennini di Colombotto Rosso? Ve li ricordate i
disegni erotici a china? Che personale!
E lui, lui, gran signore, scandalosamente
verginale in quella sua bellezza, che pareva non scalfita dagli attacchi del
tempo.
Quanti eventi artistici, in questi sedici
anni, e anche quante performance di scrittori e poeti, sempre cercando di
coltivare un modo di intendere e fare cultura, dinamico, trasversale, capace di
mettere a fuoco snodi fondamentali del panorama artistico di ieri e di
prospettarne altri di oggi. Senza trascurare neppure alcuni artisti locali di
talento.”
“Dal centro storico di Via dei Mercati,
alla via Vibio Crispo, dove per qualche anno la Casa d’Arte, si era trasferita,
infine a oggi: si comincia un’altra avventura di cui non si può che essere
curiosi.
Con quali trame e quali orditi si
tesseranno i futuri percorsi? Lasciandoci guidare dalle parole di Elemirè Zolla
è ormai evidente che una nuova “spoletta” è stata “scagliata nella nube del
telaio”… L’industriosa Casa d’Arte è già all’opera.”
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